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NEL PARCO REGIONALE<br />
DEI COLLI EUGANEI<br />
Costituito da circa un centinaio di rilievi la cui altezza<br />
non supera mai i 600 metri, il parco (il primo in<br />
ordine temporale ad essere istituito della regione<br />
Veneto) è stato istituito con L.R. 10.10.1989 n.38,<br />
e comprende, totalmente o in parte, 15 Comuni.<br />
Si estende per 18.694 ettari e la peculiare storia<br />
geologica ha reso possibile la formazione di una<br />
straordinaria biodiversità botanica e faunistica.<br />
La politica comunitaria per la conservazione della<br />
Natura ha il suo fondamento nelle cosiddette<br />
Direttive Uccelli ed Habitat (dir. 79/409/CEE e<br />
dir. 92/43/CEE) che rappresentano, dal punto di<br />
vista culturale e tecnico, tappe fondamentali nella<br />
storia della conservazione della biodiversità. Per<br />
quanto concerne la Rete Natura 2000, una porzione<br />
dell’area del Parco di 15096 ettari, a partire dal<br />
2000, è stata definita come SIC e ZPS in quanto<br />
presentava habitat prioritari secondo le Direttive<br />
Europee. L'isolamento da altri gruppi montuosi e<br />
le alterne vicende climatiche, legate ai cicli glaciali<br />
ed al periodo postglaciale, hanno fatto dei <strong>Colli</strong><br />
<strong>Euganei</strong> un’isola naturalistica molto complessa e<br />
ricca. Oltre agli importanti fattori ambientali, è da<br />
considerare la presenza dell'uomo la cui azione sul<br />
territorio si protrae da migliaia di anni. Dal punto<br />
di vista demografico, infatti, la comunità del Parco<br />
si compone di circa 50.000 persone, che abitano<br />
in 15 comuni con una densità abitativa media pari<br />
a circa 267 abitanti per Kmq. L’uomo, mediante<br />
la gestione selvicolturale e l'uso del suolo a scopi<br />
agricoli, ha contribuito alla creazione di un territorio<br />
dall'elevatissima diversità specifica e paesaggistica.<br />
Infatti, il territorio non presenta estese superfici<br />
omogenee, ma più frequentemente si configura<br />
come un complesso mosaico in cui più componenti<br />
si alternano in spazi ristretti con fenomeni di<br />
compenetrazione e sovrapposizione di comunità<br />
diverse, cui si aggiungono situazioni soggette a forte<br />
dinamismo instauratesi nei terreni abbandonati dalle<br />
colture agricole. La formazione forestale più comune<br />
è rappresentata dai castagneti, ma sono presenti<br />
anche i querceti misti, la macchia mediterranea,<br />
le formazioni erbose rupicole, le praterie secche<br />
semi-naturali ed alcuni laghi eutrofici naturali.<br />
Anche per la fauna, i <strong>Colli</strong> <strong>Euganei</strong> costituiscono<br />
un ambiente particolarmente ricco e numerose<br />
sono le specie animali presenti. Analogamente a<br />
quanto avviene per la componente vegetale, le<br />
caratteristiche geomorfologiche e la presenza di<br />
diversi microclimi, consentono la coesistenza, in<br />
un'area di ridotte dimensioni, di elementi sia alpini<br />
sia mediterranei. In sintesi, nel parco sono innegabili<br />
i pregi paesistici, storici e naturali che si fondono<br />
assieme formando una delle realtà più importanti<br />
della Regione. La natura dei <strong>Colli</strong> <strong>Euganei</strong> non è<br />
ancora stata completamente esplorata, conosciuta<br />
e protetta e merita l’attenzione di quanti hanno a<br />
cuore il suo destino e futuro. Gli ambienti dei <strong>Colli</strong><br />
sono fragili e fortemente minacciati dall’uomo,<br />
soprattutto da coloro che non li conoscono, non<br />
li vivono e che vogliono trarre dalla loro bellezza<br />
esclusivamente profitto.Molti non comprendono<br />
il magico meccanismo creatosi in millenni di<br />
equilibrata convivenza tra Uomo e Natura. Scriveva<br />
Lucio Susmel (ecologo e fondatore del corso di<br />
Scienze Forestali all’Università di Padova): «I <strong>Colli</strong><br />
s’elevano come isole nel mare della pianura […].<br />
Pur non essendo monti, chi li guarda dal piano ne<br />
coglie l’altezza che appare ben superiore a quella<br />
loro reale […]».<br />
56<br />
CONCLUSIONI<br />
L’importanza delle aree protette è ormai inconfutabile, ancor più lo è il fatto che per perseguire gli<br />
obbiettivi di tutela e conservazione è necessaria una connessione in rete di tali aree (la rete ecologica)<br />
mentre l’idea della frammentazione degli habitat dovrebbe ormai essere superata. I dati a disposizione<br />
evidenziano una serie di problemi, ma non mettono in dubbio l’importanza dei parchi naturali e la<br />
necessità che questi crescano in numero e dimensioni, e che siano gestiti adeguatamente per perseguire<br />
gli obiettivi fondanti. Questi svolgono sempre più un ruolo insostituibile per la salvaguardia della<br />
biodiversità! Dunque il futuro di tali aree non dipenderà solo da scelte politiche e governative (che<br />
dovrebbero promuovere ed incentivare le aree protette), ma anche dalle basi scientifiche, tecniche e<br />
culturali: in sostanza da ognuno di noi come cittadinanza attiva! Secondo Sandro Pignatti, uno bei più<br />
illustri botanici italiani, occorre accendere la sensibilità e la responsabilità di ognuno di noi per il bene<br />
ambientale. La battaglia per la conservazione può essere vinta solo riconoscendo il ruolo educativo delle<br />
aree protette e facendone comprendere l’importanza soprattutto ai più giovani. Questo obiettivo può<br />
essere raggiunto solo creando uno spazio d’interesse per l’insegnamento delle scienze a scuola. Occorre<br />
insegnare come si osserva. La natura non è un bene qualunque che possiamo piegare al nostro volere e<br />
magari distruggere, ma la specie rara è una parte indispensabile di noi stessi!