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clava e, la clava è il simbolo di<br />
Ercole non di Atlante. Qualche<br />
decennio fa la statua è stata<br />
distrutta da un fulmine, fatta<br />
a pezzi, allora delle persone<br />
“altruiste” hanno pensato di<br />
ricostruirla e per raggiungere<br />
questo scopo è anche stata fatta<br />
una colletta. All’inaugurazione<br />
della nuova statua, alla quale<br />
ho partecipato anch’io, (facevo<br />
parte della troupe che doveva<br />
preparare il pranzo) c’erano<br />
più di cinquecento persone,<br />
che poi si sono radunate per il<br />
pranzo, in una capiente struttura<br />
realizzata per questo scopo sulla<br />
sommità dell’altura, a ponente<br />
“dell’Eremo”. È stata una festa,<br />
“quante lasagne che gò magnà”!<br />
Ma torniamo ai nostri siti, tra<br />
cui spicca “El Buso dee Fade”:<br />
un’ampia galleria con doppia<br />
apertura, servita anche da rifugio<br />
nell’ultimo conflitto bellico e<br />
abitazione per i pipistrelli. È<br />
situato nel versante sud del colle<br />
in luogo poco elevato, fra Cava<br />
Zorzi-Mardegan e la Fattoria<br />
didattica “La Pignara”, della<br />
famiglia Zancanella. Lì vicino c’è<br />
anche un’antica struttura detta<br />
“La Rotonda”, avente nella parte<br />
interna dei dipinti di pregio…<br />
purtroppo ormai perduti. “El<br />
Calto dee Fontanee” invece è<br />
chiamato così perché bagnato<br />
da piccole sorgenti che fornivano<br />
acqua durante tutto l’anno ai<br />
lavoratori della vicina cava e agli<br />
abitanti locali, esso scende sulla<br />
sinistra di “Cava Lazzaro” nel<br />
versante di sud-ovest del colle.<br />
Invece nel versante di levante ci<br />
sono altri siti di interesse tra cui<br />
“Ea Busa dea Morte” e “Ea Busa<br />
dee Vache”. La prima era situata<br />
su di una conca boscosa sul fianco<br />
orientale del “Dosso Solone”, lì<br />
si appostavano i cacciatori per<br />
predare uccelli e lepri che avevano<br />
il passaggio in quel particolare<br />
luogo. La seconda, lì vicino,<br />
era una zona bagnata da vene<br />
d’acqua convogliata in pozze<br />
di raccolta dove convergevano<br />
i sentieri che davano modo alle<br />
mucche di andare all’abbeverata.<br />
Da ricordare poi sulla sommità<br />
del Monte Castello le trincee<br />
ph: Monica Buson<br />
fatte scavare dai tedeschi e dalla<br />
T.O.D.T. durante l’ultima guerra<br />
mondiale. Di grande importanza<br />
è stata anche “Ea Fontana<br />
Carestie”, situata nella piana<br />
rivolta verso Arquà Petrarca, nel<br />
lato di ponente della collina.<br />
Questa sorgente perenne è<br />
servita ad aiutare gli abitanti<br />
locali anche in periodi siccitosi,<br />
ed è ricordata ancora oggi dagli<br />
anziani del luogo per questo<br />
suo importante utilizzo. Sono<br />
molti i luoghi insoliti ospitati<br />
da colle più “morsicato” degli<br />
euganei, vi invito a percorrere<br />
alcuni dei suoi sentieri (che sono<br />
davvero moltissimi) per scoprire<br />
la particolare vegetazione e<br />
per assaporare la quiete ed il<br />
panorama che si colgono sul suo<br />
eremo.<br />
RICERCHE SUL SIGNIFICATO<br />
DEL TOPONIMO<br />
MONTE RICCO<br />
Un’antica leggenda narra che<br />
tanti anni fa, transitava nei versanti<br />
del Monte Vignalesco un carro<br />
carico d’oro e di pietre preziose.<br />
All’improvviso una grande<br />
frana precipitò dall’alto verso il<br />
carro facendolo scomparire con<br />
tutto il tesoro che conteneva,<br />
furono iniziate le ricerche, che<br />
proseguirono per diverso tempo,<br />
però nessuno più lo ritrovò. Ecco<br />
che da quel momento il colle si<br />
chiamò Monte Ricco. Il professor<br />
Angelo Main nel suo antico<br />
opuscolo: “Montericco” ci riporta<br />
un’altra versione e dice quanto<br />
segue: Marin Sanudo chiese agli<br />
abitanti di Monselice perché<br />
il Monte si chiamasse Ricco,<br />
gli fu risposto per contenere<br />
dell’oro. L’oro contenuto secondo<br />
questa ipotesi sarebbe derivato<br />
dalla passione per i frutteti e<br />
le viti che venivano coltivati<br />
abbondantemente in questo<br />
colle, ecco che questa condizione<br />
producendo ricchezza, faceva si<br />
che l’altura contenesse dell’oro,<br />
da qui Monte Ricco. Da ricordare<br />
che in passato il Monte Ricco era<br />
considerato un luogo che poteva<br />
offrire rilassamento e pace e il<br />
terreno era molto richiesto per<br />
la villeggiatura, soprattutto dai<br />
padovani. Altre versioni dicono<br />
che il nome è di origine militare,<br />
risalente al periodo longobardo,<br />
essendo il colle alto e potente e<br />
avendo nelle sue pendici delle<br />
strutture militari, si narra anche<br />
di un castello “Castrum Ricci” da<br />
qui: Monte Ricco.<br />
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