PELLICCERIA JOSE FUR JOSE FUR I nostrI servIzI PROntO mOda PElliccE caPi in tESSUtO E PElO RimESSE a mOdEllO PUlitURa - cUStO<strong>di</strong>a RiPaRaziOni vaRiE cassano D’aDDa (mi) Via Dossena, 13 Tel. (0<strong>36</strong>3) <strong>36</strong>.04.50 Perego Silvano Auto d’epoca da cerimonia Via Palazzo Pertusati 21 - 26833 Comazzo (LO) Tel./Fax 02 9061259 - Cell. 331 4126609 10
Dipendenza da social: ecco perché tutti dovremmo fare attenzione “La prova della propria esistenza non sta nell’apparenza <strong>di</strong> un profilo social, ma nella sostanza della propria personalità”. Parole senza dubbio vere, ma anche paradossali se pensiamo che frasi <strong>di</strong> questo genere costellano ogni giorno le bacheche dei social network. Ogni giorno il mondo <strong>di</strong> Internet è invaso da pensieri, stralci <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana, fotografie che ritraggono un po’ ciò che si è e un po’ ciò che si vorrebbe essere, tutto al fine <strong>di</strong> mostrarsi nella propria interezza, nella propria singolarità ed inneggiando alla tanto decantata libertà d’espressione. La libertà però, nonostante ciò che comunemente si tende a credere, non è una prerogativa dei social network che, al contrario, sfruttando il loro fascino ed un’apparente innocuità, spingono nella <strong>di</strong>rezione opposta: quella della <strong>di</strong>pendenza. Non è solo la poca sicurezza causata dalla vastità del web a dover destare preoccupazione negli utenti, bensì anche gli effetti negativi che un utilizzo eccessivo degli strumenti virtuali può causare alla salute, in particolar modo a livello psicologico. A tale proposito, la letteratura psichiatrica ha recentemente introdotto l’espressione ‘<strong>di</strong>pendenza da Internet’ per definire un <strong>di</strong>sturbo da <strong>di</strong>scontrollo degli impulsi riscontrabile in vari tipi <strong>di</strong> comportamenti <strong>di</strong>sfunzionali online. Dipendenza da social: <strong>di</strong> cosa si tratta? Fu uno psichiatra statunitense, Ivan Goldberg, a parlare per la prima volta <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza da Internet, proponendo <strong>di</strong> registrare ufficialmente la sindrome nel Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders al fine <strong>di</strong> classificarne la sintomatologia e i meto<strong>di</strong> tramite i quali <strong>di</strong>agnosticarla. Legati a questa patologia sembrano essere stati riscontrati <strong>di</strong>versi fenomeni psicopatologici, in parte riconducibili a quelli connessi all’utilizzo <strong>di</strong> sostanze psicoattive; emicrania, tachicar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong>sturbi alla vista, ma anche insonnia, amnesia, confusione mentale sono alcuni tra i sintomi causati da un legame morboso con i social network che, nei casi più gravi, comprendono anche l’isolamento sociale dell’in<strong>di</strong>viduo, in quanto ormai alienato dal mondo reale. La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> contatto con la realtà è il capolinea <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>pendenza che, così come qualsiasi altra, genera assuefazione causando talvolta gravi crisi <strong>di</strong> astinenza. Quali sono le cause? Non tutti sono pre<strong>di</strong>sposti allo stesso modo a questo <strong>di</strong>sturbo - paragonabile al gioco patologico d’azzardo o allo shopping compulsivo - che colpisce per lo più chi è incline alle <strong>di</strong>pendenze in generale. Il web rimane un mezzo vantaggioso per molti motivi, uno strumento utile al fine <strong>di</strong> ottimizzare le tempistiche <strong>di</strong> molte procedure, che permette <strong>di</strong> avere libero accesso alle informazioni, sebbene richieda consapevolezza nell’utilizzo e capacità <strong>di</strong> <strong>di</strong>scernere le fonti atten<strong>di</strong>bili da quelle incerte; nonostante ciò per molti la sua funzione è andata ben oltre questo, prendendo il sopravvento sull’in<strong>di</strong>viduo e tramutandosi in qualcosa <strong>di</strong> estremamente pericoloso. La <strong>di</strong>pendenza da Internet riguarda soprattutto chi ha la pre<strong>di</strong>sposizione a soffrire <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi psicologici - quali la depressione - o che si trova in perio<strong>di</strong> complessi e stressanti della sua vita, come l’adolescenza, in cui trova la necessità <strong>di</strong> ancorarsi a qualcosa che evada dalla quoti<strong>di</strong>anità, al fine <strong>di</strong> accantonare i <strong>di</strong>sagi in favore del senso <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> un mondo virtuale creato a proprio piacimento. L’appagamento che deriva dall’utilizzo dei social con l’obiettivo <strong>di</strong> ‘auto-curarsi’ fa in modo che a livello cerebrale vengano rilasciate maggiori quantità <strong>di</strong> sostanze psicoattivanti, dando origine ad un vero e proprio circolo vizioso. Come affrontare il problema? Si <strong>di</strong>ce che “il primo passo per risolvere un problema è ammettere <strong>di</strong> avere un problema” e anche in questo caso è proprio questo il punto <strong>di</strong> partenza. Talvolta è l’in<strong>di</strong>viduo stesso ad accorgersi del proprio <strong>di</strong>sturbo, talvolta i familiari o le persone vicine, ma in ogni caso la soluzione più efficace sembra essere la psicoterapia. Cosa molto importante è invece la prevenzione; moltissimi sono i giovani - soprattutto adolescenti - che faticano ad allontanarsi per troppo tempo dai propri smartphone e strumenti tecnologici, in parte perché hanno la necessità <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione certi contenuti, in parte perché sono i primi a non voler rinunciare alle interazioni sociali che si creano online ogni giorno. Occorre premere molto affinché l’utilizzo <strong>di</strong> Internet venga limitato al necessario o a poco più, nelle quantità in cui non rischi <strong>di</strong> sfociare nell’estraniazione dalla vita reale in favore <strong>di</strong> una del tutto illusoria e <strong>di</strong> un mondo fittizio. Promuovere una corretta informazione riguardo questo tema è fondamentale per prevenirne i rischi e per non perdere il controllo su uno strumento che l’uomo ha creato per sé e non contro <strong>di</strong> sé. E non <strong>di</strong>mentichiamoci che i social network sono un mezzo, non certo un fine. <strong>di</strong> Martina Cogni Follie DI FORBICI <strong>di</strong> Paitoni Pierangelo AcconciAture uoMo Tutti i pomeriggi e il sabato possibilità d’appuntamento Viale Gavazzi 8 - MELZO (MI) Tel. 340 26.46.739 11