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Dipendenza da social:<br />
ecco perché tutti dovremmo fare attenzione<br />
“La prova della propria esistenza non sta nell’apparenza <strong>di</strong> un<br />
profilo social, ma nella sostanza della propria personalità”. Parole<br />
senza dubbio vere, ma anche paradossali se pensiamo che frasi<br />
<strong>di</strong> questo genere costellano ogni giorno le bacheche dei social<br />
network. Ogni giorno il mondo <strong>di</strong> Internet è invaso da pensieri,<br />
stralci <strong>di</strong> vita quoti<strong>di</strong>ana, fotografie che ritraggono un po’ ciò che<br />
si è e un po’ ciò che si vorrebbe essere, tutto al fine <strong>di</strong> mostrarsi<br />
nella propria interezza, nella propria singolarità ed inneggiando<br />
alla tanto decantata libertà d’espressione.<br />
La libertà però, nonostante ciò che comunemente si tende a credere,<br />
non è una prerogativa dei social network che, al contrario,<br />
sfruttando il loro fascino ed un’apparente innocuità, spingono<br />
nella <strong>di</strong>rezione opposta: quella della <strong>di</strong>pendenza.<br />
Non è solo la poca sicurezza causata dalla vastità del web a<br />
dover destare preoccupazione negli utenti, bensì anche gli effetti<br />
negativi che un utilizzo eccessivo degli strumenti virtuali può<br />
causare alla salute, in particolar modo a livello psicologico. A tale<br />
proposito, la letteratura psichiatrica ha recentemente introdotto<br />
l’espressione ‘<strong>di</strong>pendenza da Internet’ per definire un <strong>di</strong>sturbo<br />
da <strong>di</strong>scontrollo degli impulsi riscontrabile in vari tipi <strong>di</strong> comportamenti<br />
<strong>di</strong>sfunzionali online.<br />
Dipendenza da social: <strong>di</strong> cosa si tratta?<br />
Fu uno psichiatra statunitense, Ivan Goldberg, a parlare per la<br />
prima volta <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza da Internet, proponendo <strong>di</strong> registrare<br />
ufficialmente la sindrome nel Diagnostic and Statistical Manual<br />
of Mental Disorders al fine <strong>di</strong> classificarne la sintomatologia e i<br />
meto<strong>di</strong> tramite i quali <strong>di</strong>agnosticarla.<br />
Legati a questa patologia sembrano essere stati riscontrati <strong>di</strong>versi<br />
fenomeni psicopatologici, in parte riconducibili a quelli connessi<br />
all’utilizzo <strong>di</strong> sostanze psicoattive; emicrania, tachicar<strong>di</strong>a e <strong>di</strong>sturbi<br />
alla vista, ma anche insonnia, amnesia, confusione mentale<br />
sono alcuni tra i sintomi causati da un legame morboso con<br />
i social network che, nei casi più gravi, comprendono anche<br />
l’isolamento sociale dell’in<strong>di</strong>viduo, in quanto ormai alienato dal<br />
mondo reale. La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> contatto con la realtà è il capolinea <strong>di</strong><br />
questa <strong>di</strong>pendenza che, così come qualsiasi altra, genera assuefazione<br />
causando talvolta gravi crisi <strong>di</strong> astinenza.<br />
Quali sono le cause?<br />
Non tutti sono pre<strong>di</strong>sposti allo stesso modo a questo <strong>di</strong>sturbo<br />
- paragonabile al gioco patologico d’azzardo o allo shopping<br />
compulsivo - che colpisce per lo più chi è incline alle <strong>di</strong>pendenze<br />
in generale.<br />
Il web rimane un mezzo vantaggioso per molti motivi, uno<br />
strumento utile al fine <strong>di</strong> ottimizzare le tempistiche <strong>di</strong> molte<br />
procedure, che permette <strong>di</strong> avere libero accesso alle informazioni,<br />
sebbene richieda consapevolezza nell’utilizzo e capacità <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>scernere le fonti atten<strong>di</strong>bili da quelle incerte; nonostante ciò<br />
per molti la sua funzione è andata ben oltre questo, prendendo<br />
il sopravvento sull’in<strong>di</strong>viduo e tramutandosi in qualcosa <strong>di</strong> estremamente<br />
pericoloso.<br />
La <strong>di</strong>pendenza da Internet riguarda soprattutto chi ha la pre<strong>di</strong>sposizione<br />
a soffrire <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi psicologici - quali la depressione<br />
- o che si trova in perio<strong>di</strong> complessi e stressanti della sua vita,<br />
come l’adolescenza, in cui trova la necessità <strong>di</strong> ancorarsi a qualcosa<br />
che evada dalla quoti<strong>di</strong>anità, al fine <strong>di</strong> accantonare i <strong>di</strong>sagi<br />
in favore del senso <strong>di</strong> protezione <strong>di</strong> un mondo virtuale creato a<br />
proprio piacimento. L’appagamento che deriva dall’utilizzo dei<br />
social con l’obiettivo <strong>di</strong> ‘auto-curarsi’ fa in modo che a livello<br />
cerebrale vengano rilasciate maggiori quantità <strong>di</strong> sostanze psicoattivanti,<br />
dando origine ad un vero e proprio circolo vizioso.<br />
Come affrontare il problema?<br />
Si <strong>di</strong>ce che “il primo passo per risolvere un problema è ammettere<br />
<strong>di</strong> avere un problema” e anche in questo caso è proprio questo<br />
il punto <strong>di</strong> partenza. Talvolta è l’in<strong>di</strong>viduo stesso ad accorgersi<br />
del proprio <strong>di</strong>sturbo, talvolta i familiari o le persone vicine, ma in<br />
ogni caso la soluzione più efficace sembra essere la psicoterapia.<br />
Cosa molto importante è invece la prevenzione; moltissimi sono<br />
i giovani - soprattutto adolescenti - che faticano ad allontanarsi<br />
per troppo tempo dai propri smartphone e strumenti tecnologici,<br />
in parte perché hanno la necessità <strong>di</strong> avere a <strong>di</strong>sposizione certi<br />
contenuti, in parte perché sono i primi a non voler rinunciare alle<br />
interazioni sociali che si creano online ogni giorno.<br />
Occorre premere molto affinché l’utilizzo <strong>di</strong> Internet venga limitato<br />
al necessario o a poco più, nelle quantità in cui non rischi<br />
<strong>di</strong> sfociare nell’estraniazione dalla vita reale in favore <strong>di</strong> una del<br />
tutto illusoria e <strong>di</strong> un mondo fittizio. Promuovere una corretta<br />
informazione riguardo questo tema è fondamentale per prevenirne<br />
i rischi e per non perdere il controllo su uno strumento che<br />
l’uomo ha creato per sé e non contro <strong>di</strong> sé.<br />
E non <strong>di</strong>mentichiamoci che i social network sono un mezzo, non<br />
certo un fine.<br />
<strong>di</strong> Martina Cogni<br />
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