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Nastro Verde: calendario 2018, “La vita del combattente italiano nella Grande Guerra”

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S. MAURIZIO<br />

Supplemento al nº 37 di luglio - settembre 2017 de “Il Mauriziano” - notiziario trimestrale<br />

<strong>del</strong>l’Associazione Nazionale Decorati di Medaglia d’Oro Mauriziana - <strong>Nastro</strong> <strong>Verde</strong> con I.R.<br />

<strong>2018</strong><br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

Calendario Storico<br />

<strong>del</strong>l’Associazione Nazionale“<strong>Nastro</strong> <strong>Verde</strong>”<br />

(Decorati di Medaglia d’Oro Mauriziana)<br />

LA VITA DEL<br />

COMBATTENTE ITALIANO<br />

NELLA GRANDE GUERRA<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

LEX


P R O T E T T O R E D E L L E N O S T R E A R M I<br />

LEX<br />

S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

I Vertici Militari e <strong>del</strong>la Polizia e relative associazioni<br />

Capo <strong>del</strong>le Forze Armate<br />

Il Presidente <strong>del</strong>la Repubblica Italiana Sergio MATTARELLA<br />

Presidente <strong>del</strong> Consiglio dei Ministri Paolo GENTILONI SILVERI<br />

Ministro <strong>del</strong>la Difesa: Sen. Roberta PINOTTI<br />

Sottosegretario alla Difesa:<br />

On. Domenico ROSSI<br />

Sottosegretario alla Difesa:<br />

On. Gioacchino ALFANO<br />

Capo S.M. <strong>del</strong>la Difesa:<br />

Gen. Claudio GRAZIANO<br />

Presidente Nazionale Associazioni d’Arma<br />

Gen. C. A. Mario BUSCEMI<br />

Capo S.M. <strong>del</strong>l’Esercito Italiano:<br />

Gen. C.A. Danilo ERRICO<br />

Rappresentante Nazionale Associazioni <strong>del</strong>l’Esercito<br />

Ten. Gen. Vincenzo DE LUCA<br />

Capo S.M. <strong>del</strong>la Marina Militare:<br />

Amm. Sq. Valter GIRARDELLI<br />

Presidente Nazionale Associazione Marinai d’Italia<br />

Amm. Sq. Paolo PAGNOTTELLA<br />

Capo S.M.<strong>del</strong>l’Aeronautica Militare:<br />

Gen. S. A. Enzo VECCIARELLI<br />

Comandante Generale<br />

<strong>del</strong>l’Arma dei Carabinieri:<br />

Gen. C. A. Tullio DEL SETTE<br />

Comandante Generale<br />

<strong>del</strong>la Guardia di Finanza:<br />

Gen. C. A. Giorgio TOSCHI<br />

Capo <strong>del</strong>la Polizia di Stato:<br />

Pref. Franco GABRIELLI<br />

Presidente Nazionale Associazione Aeronautica<br />

Gen. S. A. Giovanni SCIANDRA<br />

Presidente Nazionale Associazione Carabinieri<br />

Gen. C. A. Libero LO SARDO<br />

Presidente Nazionale Associazione Finanzieri d’Italia<br />

Gen. C. A. Umberto FAVA<br />

Presidente Nazionale Associazione Polizia di Stato<br />

Dott. Claudio SAVARESE<br />

S. MAURIZIO<br />

ASSOCIAZIONE NAZIONALE DECORATI DI MEDAGLIA MAURIZIANA - “NASTRO VERDE”<br />

Presidente Nazionale Emerito<br />

Gen. (CC) Luigi FEDERICI<br />

Presidenza Nazionale<br />

Sede Legale: Roma, via Labicana, 15 – Sede Operativa: Vicenza, via P. Calvi, 58 - tel. 0444 304836<br />

mail: presidenzanazionale@assomauriziani.it<br />

Presidente Nazionale: Gen. Div. (CC) Nando Romeo ANIBALLI<br />

Vicepresidente Nazionale Vicario: Gen. Brig. (GdF) Mario DE NUNTIIS<br />

Vicepresidente Nazionale: Gen. Brig. (CC) Valentino Giovanni SCOGNAMIGLIO<br />

Segretario Nazionale: S.Ten. (CC) Luigi Tomaso COCCO<br />

Vicesegretario Nazionale: Col. (AM) Antonino CIMINNA<br />

Aiut. (EI) TALERICO Mario - Sezione Toscana<br />

Col. (EI) PUGLISI Carmelo Napoleone - Sezione Verona<br />

S.Ten. (CC) VELTRI Salvatore - Sezione Roma<br />

Col. (CC) CORSINI Gianfranco - Sezione Lombardia<br />

Aiut. (AM) BELLESSO Giacomo - Sezione Veneto<br />

Consiglieri<br />

Col. (CC) DE BIASE Corrado - Sezione Veneto<br />

Magg. (AM) PALOMBA Filippo - Sezione Puglia<br />

C. Amm. (MM) DAMMICCO Michele - Sezione Puglia<br />

Gen.B. (EI) NOLA Attilio - Sezione Trapani<br />

C.F. (MM) SCHIRONE Alessandro - Sezione Puglia<br />

Collegio dei Revisori dei Conti<br />

Gen.D. (GF) LECCA Natalino - Sezione Lazio - Presidente<br />

Amm. D. (MM) de BIASE Francesco Maria - Sezione Roma - Membro<br />

S.Ten. (CC) MASUCCI Giovanni - Sezione Toscana - Membro<br />

Collegio dei Probiviri<br />

Gen.B. (EI) LAI Franco - Sezione Veneto - Presidente<br />

C.F. (MM) SCHIRONE Alessandro - Sezione Puglia - Membro<br />

Aiut. (AM) D’ANTONIO Gaetano - Sezione Roma - Membro


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

Il <strong>combattente</strong> Italiano <strong>nella</strong> <strong>Grande</strong> Guerra<br />

( ) Bandiera di guerra appartenuta al Comando di <strong>Grande</strong> Unità <strong>del</strong> Regio Esercito<br />

*<br />

Italiano, conservata presso il Museo <strong>del</strong>la Forze Armate di Montecchio Maggiore (VI)<br />

Questo è il terzo Calendario<br />

che viene dedicato alla<br />

<strong>Grande</strong> Guerra, nel quarto<br />

ed ultimo anno <strong>del</strong> conflitto.<br />

Come ricorderete l’edizione<br />

2015 rievocava episodi<br />

significativi illustrati allora<br />

dalla Domenica <strong>del</strong> Corriere<br />

e l’edizione 2016 è stata<br />

dedicata alle uniformi di<br />

tutti i belligeranti. In questo<br />

Calendario <strong>del</strong> <strong>2018</strong> viene<br />

messo in risalto, sinteticamente,<br />

l’impegno profuso<br />

dalle singole Forze Armate<br />

e dalla Guardia di Finanza<br />

( * )<br />

nonché la <strong>vita</strong> <strong>del</strong> <strong>combattente</strong> durante la guerra. L’edizione<br />

2017 ha interrotto per un anno il “ciclo <strong>del</strong>la memoria” perché<br />

doverosamente dedicata al 70º <strong>del</strong>la Repubblica Italiana,<br />

celebrato a Roma il 2 giugno 2016 ed alla relativa parata<br />

<strong>del</strong>le Forze Armate e dei Corpi Armati <strong>del</strong>lo Stato nonché di<br />

altre Istituzioni.<br />

Sulla 1ª Guerra mondiale e sulle diverse battaglie vi è<br />

un’abbondante bibliografia da parte da chi l’ha vissuta e da<br />

eminenti studiosi. Pertanto, lo scopo di questo Calendario è<br />

quello di rendere onore a tutti i combattenti e ed alle vittime<br />

civili di guerra.<br />

Il maggior sforzo bellico è stato sostenuto dalle Armi e Corpi<br />

<strong>del</strong>l’Esercito ed a seguire dalla Marina Militare. L’Aeronautica,<br />

ancora agli esordi ha dato il grande contributo con i cosiddetti<br />

“Pionieri <strong>del</strong>l’Aviazione”; contributo anche di ordine<br />

morale con riferimento al Volo di D’Annunzio su Vienna e le<br />

gesta esemplari dei grandi “Assi <strong>del</strong>l’Aviazione”, tra i quali il<br />

grande Francesco Baracca. Notevole lo sforzo <strong>del</strong>l’Arma dei<br />

Carabinieri, sia con reparti in prima linea, che con numerosi<br />

contingenti nelle retrovie, sostenendo gravosi compiti di<br />

ausilio ai reparti <strong>del</strong>l’Esercito ed assicurando assistenza alle<br />

popolazioni colpite dagli eventi nonché la vigilanza nei centri<br />

abitati devastati. Anche la Guardia di Finanza ha dato un grande<br />

contributo con reparti in prima linea e con i primi attacchi<br />

sulle linee di confine. Il Corpo <strong>del</strong>le Guardie di P. S. era stato<br />

sciolto nel 1890 e trasformato in Corpo <strong>del</strong>le Guardie di Città,<br />

massicciamente impegnato nel terremoto di Avezzano (AQ).<br />

L’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza, peraltro,<br />

hanno dovuto ridurre al minimo le forze sul tutto il territorio<br />

nazionale, per il disimpegno dei compiti istituzionali.<br />

Ma questi sono soltanto cenni sull’attività <strong>del</strong>le Forze Armate<br />

e Corpo Armati <strong>del</strong>lo Stato, il cui impegno sarà meglio<br />

esposto dai relativi rappresentanti nelle pagine che seguono.<br />

Il <strong>2018</strong>, centenario <strong>del</strong>la Vittoria, deve ricordare a tutti il<br />

dovere <strong>del</strong>la memoria, per le migliaia di morti e mutilati di<br />

guerra, per gli orfani e le immani distruzioni, cui si accompagnò<br />

per anni una dura miseria.<br />

I combattenti avevano in mente una canzone “Oh Italia<br />

oh Italia <strong>del</strong> mio cuore tu mi vieni a liberar”. E il Presidente<br />

<strong>del</strong>la Repubblica Saragat<br />

in occasione <strong>del</strong> 50º anniversario<br />

disse: “L’autentico<br />

significato di quella vittoria<br />

non fu soltanto di dare<br />

Trento e Trieste all’Italia,<br />

quanto piuttosto di dare<br />

l’Italia a Trento e Trieste”.<br />

Parole queste ricordate dal<br />

Presidente <strong>del</strong>la Repubblica<br />

Ciampi nel 2004, intervento<br />

nei luoghi <strong>del</strong>la memoria di<br />

Moriago <strong>del</strong>la Battaglia (Isola<br />

dei Morti) e Nervesa <strong>del</strong>la<br />

Battaglia (Monumento a<br />

Francesco Baracca), il quale<br />

<strong>nella</strong> circostanza disse che <strong>“La</strong> memoria è il filo che deve<br />

legare le generazioni”.<br />

Al termine <strong>del</strong>la seconda guerra mondiale su un muro <strong>del</strong><br />

lager di Aushwitz è stata ritrovata la scritta di uno sconosciuto<br />

internato: “Chi non conosce la storia sarà costretto,<br />

prima o poi, a riviverla”.<br />

Merita anche ricordare che dopo la disfatta di Caporetto<br />

gli austroungarici erano sicuri di aver vinto la guerra, ma non<br />

avevano tenuto conto che gli italiani li attendevano sul Piave,<br />

dove con incrollabile fede e grande valore li ricacciarono oltre:<br />

la linea <strong>del</strong> Piave come difesa “a tutti costi” fu la decisione<br />

vincente, contrariamente alle strategie degli anglo-francesi<br />

che nel corso <strong>del</strong>la seduta di Peschiera <strong>del</strong> Garda <strong>del</strong>l’8 novembre<br />

1917 sostenevano una ritirata <strong>del</strong>le truppe italiane<br />

sino a Verona, alla quale si oppose con fermezza il Re Vittorio<br />

Emanuele III. Infine, nel terminare questa breve presentazione,<br />

mi piace riportare l’ultimo e sublime verso <strong>del</strong> Bollettino<br />

<strong>del</strong>la Vittoria <strong>del</strong> generale Armando Diaz: “I resti di quello<br />

che fu uno dei più potenti eserciti <strong>del</strong> mondo, risalgono<br />

in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso<br />

con orgogliosa sicurezza”.<br />

Mi corre l’obbligo ed il piacere di ringraziare per la loro<br />

grande disponibilità e professionalità il Presidente ed il Segretario<br />

<strong>del</strong> Museo <strong>del</strong>le Forze Armate di Montecchio Maggiore<br />

(VI), dove sono state riprese le immagini fotografiche<br />

riportate nelle pagine interne: Sig. Giancarlo Marin e Dott.<br />

Stefano Guderzo. Nel Museo – come riportato su Internet<br />

– sono esposti circa 10.000 pezzi tra documenti, armi, automezzi<br />

e materiali diversi <strong>del</strong>le due guerre mondiali. Inoltre,<br />

sono state ricostruiti alcuni ambienti <strong>del</strong>la prima guerra<br />

mondiale (trincea, cucina, posto telegrafico, posto di comando,<br />

posto di vedetta, altare da campo ed altri).<br />

Altro sentito ringraziamento va al titolare <strong>del</strong>la tipografia<br />

Moderna e suo collaboratore che hanno realizzato questo<br />

<strong>calendario</strong> – come gli altri 13 precedenti – evidenziando<br />

massima disponibilità, collaborazione e professionalità: Rag.<br />

Carlo Dall’Aglio e Massimiliano Vecellio Reane.<br />

Ancora un grazie agli Ufficiali autori <strong>del</strong>le relazioni che<br />

seguono.<br />

Gen. Div. CC Nando Romeo Aniballi<br />

Presidente Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Mauriziani


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

L’Esercito Italiano<br />

La Prima Guerra Mondiale, chiamata inizialmente “<strong>Grande</strong><br />

<strong>Guerra”</strong>, prese questo nome solo al verificarsi <strong>del</strong>la Seconda<br />

Guerra Mondiale. Il conflitto iniziò il 28 luglio 1914 e terminò<br />

l’11 novembre 1918. L’Italia entrò in guerra il 24 maggio 1915,<br />

a fianco <strong>del</strong>le Nazioni <strong>del</strong>l’Intesa, in aderenza a quanto previsto<br />

dal “Patto di Londra” <strong>del</strong> 26 aprile 1915 con il quale si<br />

impegnava ad entrare in guerra entro un mese.<br />

Il 3 maggio fu rotta la Triplice Alleanza, fu avviata la mobilitazione<br />

ed il 23 maggio fu dichiarata guerra all’Austria - Ungheria<br />

ma non alla Germania con cui il Governo sperava di non<br />

rompere <strong>del</strong> tutto i rapporti. L’Esercito Italiano, guidato dal<br />

Capo di Stato Maggiore, Gen. Luigi Cadorna, in carica dal luglio<br />

1914, al 28 maggio 1915, con la mobilitazione già in fase avanzata,<br />

disponeva di 4 Armate suddivise in 14 Corpi d’Armata e<br />

40 Divisioni, per un totale di 23.039 Ufficiali, 852.217 Militari<br />

di Truppa, 9.163 Civili e 144.522 quadrupedi.<br />

A mobilitazione compiuta (primi di luglio 1915) la forza<br />

complessiva era salita a 31.037 Ufficiali, 1.058.042 Militari di<br />

Truppa, 10.957 Civili e 216.018 quadrupedi. Sui circa 650 Km<br />

di confine tra Italia e Austria, le quattro Armate furono così<br />

distribuite: la 1ªA. dallo Stelvio alla val Cismon passando per<br />

il Tonale, alto Garda e altipiani di Tonezza e Asiago, la 4ªA. in<br />

Cadore e Carnia, la 2ª e la 3ªA. dal Monte Canin lungo il fiume<br />

Isonzo fino al mare. L’Esercito Italiano ha condotto numerose<br />

battaglie offensive,<br />

a cominciare<br />

da quella<br />

iniziale che portò<br />

alla conquista,<br />

sul fronte alpino,<br />

di varie località<br />

fra cui Cortina<br />

d’Ampezzo ed il<br />

Pasubio e, ad est,<br />

di Monfalcone,<br />

Plava e Monte<br />

Nero. Successivamente<br />

si svolsero<br />

le 12 battaglie<br />

<strong>del</strong>l’Isonzo,<br />

prevalentemente<br />

offensive; le<br />

prime 4 nel 1915,<br />

di “posizione”,<br />

l’ultima, la 12ª, ad ottobre 1917, fu quella, difensiva di Caporetto.<br />

A fine maggio 1916, a seguito <strong>del</strong>l’attacco austriaco <strong>del</strong><br />

15 sugli altipiani con la Strafexpedition (spedizione punitiva),<br />

fu costituita la 5ª Armata che fu schierata in pianura per arginare<br />

la pressione avversaria sull’estremo limite degli altipiani.<br />

Il 16 giugno 1916 gli italiani passarono al contrattacco sugli<br />

altipiani, riconquistando metà <strong>del</strong> terreno perduto. Sul fronte<br />

giulio, il 4 agosto iniziò la 6ª battaglia offensiva <strong>del</strong>l’Isonzo che<br />

portò alla conquista <strong>del</strong> San Michele e, il giorno 8, di Gorizia.<br />

Nei mesi successivi seguirono tre battaglie di logoramento e<br />

due offensive; in particolare la 10ª, <strong>del</strong> maggio 1917, ampliò<br />

conquiste a nord di Gorizia. L’uscita, nell’ottobre 2017, <strong>del</strong>la<br />

Russia dalla guerra, creò le condizioni per l’attacco austro -<br />

tedesco, il 24 ottobre 1917, al settore <strong>italiano</strong> <strong>del</strong>l’alto Isonzo<br />

tra Plezzo e Tolmino che, con la conquista di Caporetto, determinò<br />

il crollo <strong>del</strong> fronte <strong>italiano</strong>, soprattutto di quello tenuto<br />

dalla 2ª A., e la ritirata sulla linea Grappa – Piave dove l’offensiva<br />

venne arrestata, con gravissime perdite, sul Piave, a<br />

metà novembre, e sul Grappa il 21 dicembre, dopo una dura<br />

battaglia difensiva <strong>nella</strong> quale ebbero il battesimo <strong>del</strong> fuoco<br />

i “ragazzi <strong>del</strong> ’99”.<br />

Nei primi mesi <strong>del</strong> 1918, il nuovo Capo di Stato Maggiore,<br />

Gen. Armando Diaz, in carica dal 9 novembre 1917, proseguì<br />

nell’opera di riorganizzazione <strong>del</strong>l’esercito, in una situazione<br />

di stasi <strong>del</strong>le azioni militari. Nel frattempo gli austriaci, sollecitati<br />

dagli alleati tedeschi, avevano deciso di effettuare un<br />

attacco generale risolutivo contro l’Italia partendo dal saliente<br />

trentino fino al Piave, attacco che iniziò il 15 giugno 1918<br />

su tutto il fronte, sfondando le linee italiane sul Piave in vari<br />

punti e conquistando alcune località, fra cui il Montello. La<br />

tenace resistenza <strong>del</strong>le truppe italiane, che erano organizzate<br />

su otto Armate, più una in riserva strategica, che passarono<br />

al contrattacco il 19 giugno con la battaglia <strong>del</strong> Solstizio, o<br />

<strong>del</strong> Piave, costrinse gli austro - ungarici a ritirarsi il 22 giugno<br />

sulla riva sinistra <strong>del</strong> Piave, con elevate perdite, facendo svanire<br />

definitivamente per le Armate <strong>del</strong>la duplice monarchia,<br />

ogni possibilità di vittoria.<br />

Il 24 ottobre iniziò l’offensiva finale italiana, concentrata<br />

sul Montello e sul Grappa, che costrinse il nemico a ritirarsi<br />

verso Vittorio Veneto a partire dal 29 ed a chiedere l’Armistizio<br />

che venne firmato il 3 novembre, in concomitanza <strong>del</strong>l’entrata<br />

<strong>del</strong>le truppe italiane a Trento e Trieste, a Padova a Villa<br />

Giusti <strong>del</strong> Giardino, con entrata in vigore dalle ore 15:00 <strong>del</strong><br />

4. In tutta la durata <strong>del</strong>la guerra, le perdite italiane, fra caduti<br />

e dispersi, sono state di 651.000 uomini.<br />

Gen. B. EI Rocco Pellegrini<br />

Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Padova <strong>del</strong>l’Associazione Mauriziani


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A R MI<br />

N O ST R E<br />

La Marina Militare<br />

La Regia Marina allo scoppio <strong>del</strong>la 1ª Guerra Mondiale, il 24<br />

maggio 1915, era per numero di navi da guerra e dislocamento<br />

in ton<strong>nella</strong>te una marina importante, ben dotata di unità pesanti,<br />

ma dotata anche di unità leggere, costiere e subacquee. All’inizio<br />

<strong>del</strong>la guerra erano in servizio 11 navi da battaglia, 12 Incrociatori,<br />

16 Esploratori, 60 Cacciatorpediniere, varie Classi di Torpediniere,<br />

21 Sommergibili. Fra le tante azioni navali che hanno visto l’impegno<br />

<strong>del</strong>la Regia Marina durante tutta la guerra, assume particolare<br />

rilevanza l’impresa di Premuda, compiuta all’alba <strong>del</strong><br />

10 giugno 1918 dai MAS 15 e 21, rispettivamente comandati da<br />

Luigi Rizzo e Giuseppe Aonzo.<br />

Sin dal 1º marzo 1918, l’Ammiraglio Thaon di Revel, Comandante<br />

<strong>del</strong>la Regia Marina Italiana, percepì la possibilità che il<br />

nuovo comandante <strong>del</strong>la Imperial-Regia marina da guerra astroungarica,<br />

l’Ammiraglio Horthy, avrebbe potuto attuare un’azione<br />

di forza per sfondare lo sbarramento <strong>del</strong> Canale d’Otranto, già<br />

attaccato per ben diciannove volte, ma senza significativi risultati.<br />

Segnali di un nuovo imminente attacco si ebbero con l’incursione<br />

aerea <strong>del</strong> 9 marzo 1918 da parte di 14 velivoli appoggiati<br />

dai cacciatorpediniere Dukla e dall’Uszok, per cui l’ammiraglio<br />

Thaon di Revel dispose che quattro sommergibili francesi venissero<br />

posizionati in agguato a nord di Durazzo mentre i Sommergibili<br />

italiani F10 e F14 furono posti rispettivamente davanti a<br />

Pola e al canale di Faresina.<br />

I sospetti non erano infondati; il comando supremo austroungarico<br />

aveva infatti preparato una potente offensiva che prevedeva<br />

l’impiego di gran parte <strong>del</strong>la flotta.<br />

Erano stati costituiti un gruppo di attacco, con il compito di<br />

attaccare le forze italiane addette al servizio di sbarramento <strong>del</strong><br />

Canale d’Otranto e bombardare gli impianti di Otranto, e un<br />

gruppo di sostegno, costituito da unità maggiori, ognuna scortata<br />

da 4 o 5 torpediniere.<br />

Il gruppo di sostegno doveva rimanere nelle posizioni assegnate<br />

fino alle 07:30 <strong>del</strong> giorno 11 giugno, ora alla quale rientrare<br />

in caso di mancato contatto con le navi italiane.<br />

Si pensava infatti che l’azione <strong>del</strong> gruppo d’attacco astro ungarico<br />

avrebbe indotto il comando <strong>italiano</strong> a far uscire i propri<br />

incrociatori corazzati da Brindisi e Valona per inseguire il naviglio<br />

austriaco, trovandosi poi accerchiate dalle maggiori unità austriache,<br />

supportate da un largo impiego di sommergibili e aerei.<br />

Il gruppo Viribus Unitis e Prinz Eugen all’alba <strong>del</strong>l’11 giugno<br />

raggiunsero la loro posizione a metà strada tra Brindisi e Valona,<br />

mentre i due gruppi Santo Stefano e Tegetthoff, nonostante piccoli<br />

problemi alla Santo Stefano, che ne ritardarono la marcia,<br />

partirono anch’essi alla volta <strong>del</strong>le posizioni assegnate.<br />

Nel frattempo il 9 giugno<br />

erano partiti da Ancona per<br />

una missione nel medio Adriatico<br />

il MAS 15 (Comandante<br />

C.C. Luigi Rizzo) e il MAS 21<br />

(Comandante GM Giuseppe<br />

Aonzo). Fino alle 02:00 <strong>del</strong><br />

giorno 10 i due MAS dovettero<br />

stazionare fra Guiza e Banco di<br />

Selve in prossimità <strong>del</strong>l’isola di<br />

Premuda per accertare la presenza<br />

di sbarramenti di torpedini;<br />

al termine di questa fase<br />

dovevano rimanere in agguato<br />

fino all’alba per ricongiungersi<br />

alle torpediniere d’appoggio 18 O.S. e 15 O.S. Ma i ritardi accumulati<br />

dal gruppo Santo Stefano e Tegetthoff comportarono che,<br />

alle 03:15 <strong>del</strong> giorno 10, le unità austriache attraversarono la zona<br />

di pattugliamento dei due MAS, che a quell’ora stavano dirigendo<br />

da Lutestrago al punto di riunione con le torpediniere.<br />

Rizzo, nel tentativo di colpire una <strong>del</strong>le due grosse navi dalla<br />

minima distanza possibile, manovrò tra due caccia che fiancheggiavano<br />

la Santo Stefano, aumentò la velocità a 12 nodi, riuscendo<br />

a passare fra le siluranti e da una distanza non superiore a 300<br />

metri lanciò entrambi i siluri <strong>del</strong> MAS. I due siluri colpirono la<br />

nave sollevando alte colonne d’acqua e fumo. La reazione <strong>del</strong>la<br />

torpediniera 76 non si fece attendere, si lanciò all’inseguimento<br />

<strong>del</strong> MAS di Rizzo aprendo il fuoco da una distanza di 100-150<br />

metri. Rizzo decise allora di sganciare due bombe antisommergibile,<br />

una <strong>del</strong>le quali scoppiò inducendo la torpediniera a desistere.<br />

Il MAS 21 di Aonzo lanciò i suoi due siluri contro l’altra unità<br />

maggiore, la Tegetthoff, da una distanza di 450-500 metri, ma solo<br />

uno dei siluri colpì la nave. Anch’egli fu inseguito da una torpediniera<br />

che riuscì a distanziare per dirigere in sicurezza per il rientro.<br />

La Santo Stefano evidenziò subito dei grossi danni; l’acqua<br />

penetrò nei locali macchine di prora e di poppa così si dovettero<br />

fermare le macchine. La corazzata sbandava velocemente e<br />

la Tegetthoff provò più volte a prenderla a rimorchio, ma senza<br />

esito. Verso le 06:00 la Santo Stefano si capovolse ed affondò.<br />

Gli austriaci, vanificato l’effetto sorpresa su cui era basata l’intera<br />

operazione, dovettero rientrare alle loro basi.<br />

Il Tegetthoff rientrò a Pola all’alba <strong>del</strong>l’11, così come il gruppo<br />

Viribus-Prinz Eugen che raggiunse il porto alle ore 19. Il contraccolpo<br />

psicologico <strong>del</strong>l’azione di Premuda ebbe grosse ripercussioni<br />

sul morale austro-ungarico, tanto che nel restante corso<br />

<strong>del</strong>la guerra, la k.u.k. Kriegsmarine non compì più nessuna operazione<br />

navale, asserragliando le proprie navi nei porti. I siluri<br />

di Rizzo, con quest’azione, fecero svanire l’elemento sorpresa e<br />

troncarono la missione nemica sul nascere, costringendo la flotta<br />

austriaca a rinunciare definitivamente all’ambizioso progetto.<br />

A riconoscimento <strong>del</strong>l’eroismo dimostrato in azione, i due<br />

Comandanti furono insigniti di medaglia d’oro al valor militare,<br />

mentre dal 13 marzo 1939 la Marina Militare, decise di celebrare la<br />

propria festa in data 10 giugno, in ricordo <strong>del</strong>l’azione di Premuda.<br />

Lo scorso 22 aprile 2017 è entrata in servizio <strong>nella</strong> Marina Militare<br />

la Fregata Multiruolo Luigi Rizzo, dedicata all’eroico protagonista<br />

<strong>del</strong>l’Azione di Premuda.<br />

Amm. Div. MM Francesco Maria de Biase<br />

Coordinatore Territoriale e Presidente <strong>del</strong>la Sezione di Roma e Lazio <strong>del</strong>l’Associazione Mauriziani


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

L’Aeronautica Militare<br />

Chi sceglie di entrare a far parte di una qualsiasi Forza<br />

Armata, lo fa in genere, perché animato da quello spirito di<br />

Patria comune a tutti gli uomini in divisa che operano sotto<br />

l’egida di una bandiera, simbolo di quella Patria in nome <strong>del</strong>la<br />

quale tanti hanno dato la <strong>vita</strong>.<br />

soldato, Gabriele D’Annunzio, non poteva che esprimersi<br />

al meglio, infatti progettò, organizzò e portò a termine, con<br />

grande determinazione, malgrado opinioni contrarie, incidenti<br />

e problemi tecnici, una sfida, una grande sfida che è rimasta<br />

nei memoriali <strong>del</strong>la storia. Costituì una squadriglia di piloti<br />

scelti “la Serenissima”, fece adattare per un volo di lungo raggio<br />

otto velivoli Ansaldo SVA monoposto ed uno biposto sul<br />

quale prese posto lui con il capitano Palli e dopo un paio di<br />

tentativi falliti per avverse condizioni meteo, il 9 Agosto 1918<br />

alle 05,50 presero il volo dall’aeroporto di S. Pelagio in provincia<br />

di Padova. Un volo di mille chilometri, ottocento dei<br />

quali in territorio straniero, durato sette ore, una missione<br />

però <strong>del</strong> tutto incruenta, “senza armi, senza odio, senza sangue”<br />

solo un saluto tricolore, i colori <strong>del</strong>la libertà. Arrivarono<br />

su Vienna e sganciarono cinquantamila volantini senza procurare<br />

nessun danno materiale e nessuna vittima, l’effetto politico<br />

dimostrativo però fu devastante, in particolare sul morale<br />

<strong>del</strong> nemico, tanto che il grande impero Asburgico dopo pochi<br />

mesi firmò la resa.<br />

D’Annunzio e il Cap. Palli sullo SVA biposto<br />

Per l’Aeronautica in particolare però vi è una spinta in più,<br />

una motivazione più profonda che viene dalla passione, la passione<br />

per il volo, fattore importante, anzi direi, determinante.<br />

Andare su, ergersi, elevarsi in una sfida a se stesso ed agli altri,<br />

una sfida che in poco più d’un secolo ha portato l’uomo sulla<br />

luna. In effetti a guardar bene, tutta la storia <strong>del</strong>l’Aeronautica<br />

non è altro che una sfida, una continua sfida alla conquista <strong>del</strong><br />

cielo. Prima con le mongolfiere, poi con i dirigibili e poi con<br />

una macchina volante di legno e tela, l’aeroplano.<br />

Una continua sfida cominciata alla fine <strong>del</strong>l’Ottocento e che<br />

ebbe il suo momento culminante proprio cent’anni fa, poco<br />

prima <strong>del</strong>la fine <strong>del</strong>la <strong>Grande</strong> guerra. L’imminenza <strong>del</strong> conflitto<br />

aveva dato una spinta notevole allo sviluppo degli armamenti,<br />

di tutti gli armamenti, ma in particolare aveva preso<br />

piede l’aereo, che non era più una macchina improvvisata e<br />

traballante, ma un importante strumento bellico. Ormai tutte<br />

le nazioni avevano capito che il dominio dei cieli permetteva<br />

di avere il controllo, non solo <strong>del</strong> campo di battaglia, ma anche<br />

<strong>del</strong> territorio oltre la linea <strong>del</strong> fronte.<br />

La <strong>Grande</strong> guerra intanto era ormai <strong>nella</strong> sua fase finale, il<br />

Regio Esercito aveva necessità di rialzarsi dopo la disfatta di<br />

Caporetto, l’impero Austro-Ungarico dava evidenti segni di<br />

cedimento, era il momento più opportuno per dare una spallata<br />

al morale <strong>del</strong>l’Austria. In questo clima, il genio <strong>del</strong> poeta<br />

I volantini lanciati sulla capitale austriaca<br />

La vicenda ebbe una notevole eco e tutta la stampa ne<br />

parlò, ma il commento più efficace lo fece il noto quotidiano<br />

austriaco “Arbeiter Zeitung” ponendosi una sola domanda: “e<br />

i nostri D’Annunzio, dove sono?” Intrinsecamente si rendeva<br />

merito alla capacità, al valore, all’audacia di D’Annunzio e<br />

degli Italiani i quali avevano vinto una importante battaglia<br />

solo con <strong>del</strong>le parole scritte su un foglio.<br />

Dissero in Italia “…ha conquistato l’Infinito che Leopardi<br />

ha solo scritto…”<br />

Magg. AM Filippo Palomba<br />

Consigliere Nazionale <strong>del</strong>l’Associazione Mauriziani


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

L’Arma dei Carabinieri<br />

Sacrario di Oslavia(GO):<br />

vi sono raccolte le Salme di 57201 Salme<br />

di Caduti Italiani (20.761 Noti)<br />

e 539 Caduti Austro-Ungarici<br />

La prima Guerra<br />

Mondiale trovò<br />

l’Arma dei Carabinieri<br />

pronta ad<br />

impiegare un Reggimento,<br />

articolato<br />

su tre Battaglioni,<br />

che fu costituito<br />

dalla Legione<br />

Allievi e dalle<br />

Legioni territoriali<br />

di Firenze, Ancona,<br />

Palermo, Bari e<br />

Napoli. La forza<br />

complessiva era di<br />

65 ufficiali e 2.500<br />

tra sottufficiali e<br />

truppa al comando<br />

<strong>del</strong> Colonnello<br />

Antonio Vannugli.<br />

A questa unità<br />

si aggiunsero un<br />

Gruppo Squadroni,<br />

257 Plotoni autonomi e 168 Sezioni, per un totale di 500 ufficiali<br />

e 19.816 sottufficiali e carabinieri.<br />

L’impiego dei Carabinieri era già previsto fin dal 1905 dall’allora<br />

Ministero <strong>del</strong>la Guerra, in caso di mobilitazione generale.<br />

Reggimento e Gruppo Squadroni furono le unità d’impiego.<br />

Le Sezioni ed i Plotoni svolsero servizi di polizia militare, assegnati<br />

al Comando Supremo, ed a tutti i Comando ed Intendenza<br />

d’Armata nonché ad ogni Comando a livello Divisione di Fanteria<br />

e di Cavalleria<br />

Il Corpo dei Carabinieri Reali compiva 100 anni dal 13 luglio<br />

1814 quando fu costituito da Vittorio Emanuele I di Savoia con<br />

la promulgazione <strong>del</strong>le Regie Patenti. Oggi, mentre celebriamo il<br />

centesimo anniversario dall’inizio <strong>del</strong>la prima Guerra Mondiale<br />

(1914-1918), altrimenti nota come <strong>Grande</strong> Guerra o Guerra di<br />

Trincea, possiamo affermare che la militarità rese protagonisti i<br />

Carabinieri in tutti gli eventi bellici su tutti i fronti ove, accanto ai<br />

compiti tradizionali, dovettero espletare nuove funzioni quali l’assistenza<br />

alle popolazioni in fuga, il coordinamento dei più urgenti<br />

ed indispensabili provvedimenti a protezione <strong>del</strong>le colonne in<br />

ritirata, la sicurezza <strong>del</strong>le Grandi Unità e tutte le attività di polizia<br />

militare, di informazione, spionaggio e controspionaggio, il<br />

recupero e la custodia di materiale bellico abbandonato e di<br />

documenti militari riservati da trasferire in zone sicure, la prevenzione<br />

e repressione dei reati militari e comuni, la vigilanza<br />

sanitaria, l’assistenza ai feriti, la sicurezza <strong>del</strong>le comunicazioni.<br />

I Carabinieri comunque operanti nel Corso <strong>del</strong>la <strong>Grande</strong><br />

Guerra, confermarono le loro tradizioni, distinguendosi nelle più<br />

impegnative e cruente Battaglie <strong>del</strong>l’Isonzo, <strong>del</strong> Carso, <strong>del</strong> Piave,<br />

sul Sabotino, sul San Michele ed, in particolare nei combattimenti<br />

sulle pendici <strong>del</strong> Monte Podgora Nell’inseguire il Nemico oltre<br />

l’Isonzo, unitamente ai reparti di Cavalleria i due Squadroni carabinieri<br />

addetti al Comando Supremo, entrarono per primi a Gorizia<br />

il 9 agosto 1916, mentre il 2 novembre 1918, 200 Carabinieri,<br />

circa, <strong>del</strong> Battaglione Mobilitato presso il Comando Supremo<br />

furono tra i primi a entrare a Trieste liberata.<br />

Durante il conflitto caddero 1.400 Carabinieri mentre quelli<br />

feriti furono 5.000. A testimoniare il valore e l’ardimento dei<br />

singoli Carabinieri e dei reparti <strong>del</strong>l’Arma in Italia ed all’estero,<br />

rimane perenne il conferimento <strong>del</strong>le seguenti decorazioni al<br />

Valor Militare: di 1 Croce <strong>del</strong>l’Ordine militare di Savoia, 4 Medaglie<br />

d’Oro, 304 Medaglie d’Argento, 831 di Bronzo, 801 Croci di<br />

Guerra e 200 Encomi Solenni.<br />

Non si può non ricordare la pagina di sacrificio e di valore che il<br />

3° Reggimento Carabinieri Reali, Composto dal XII e dal III Battaglione,<br />

scrisse il 18 e 19 luglio 1915 quando venne dato l’ordine di<br />

Il Sacrario di Redipuglia(GO) custodisce i Corpi di circa<br />

100.000 Soldati Caduti nel corso <strong>del</strong>la GRANDE GUERRA<br />

predisporsi all’assalto nonostante i ranghi dei Combattenti fossero<br />

molto ridotti nel numero per il fuoco Austriaco dalle postazioni<br />

in vetta e per l’imperversare <strong>del</strong> colera. Tuttavia, dopo l’ordine di<br />

predisporsi all’assalto, il giorno 18 alle ore 6,30 con le incursioni<br />

dei volontari, carabinieri e genieri, aprono i varchi nelle difese passive<br />

nemiche. I Colpi <strong>del</strong>le nostre artiglierie preparano l’assalto<br />

che alle ore 11,00 comincia all’ordine <strong>del</strong> Comandante <strong>del</strong> Battaglione.<br />

Uno dopo l’altro i tre Comandanti di Compagnia si lanciano<br />

alla testa dei propri Uomini. Il fuoco nemico è imponente ma i<br />

Carabinieri non possono rispondere con il fuoco per il rischio di<br />

colpire i propri Combattenti lanciati nell’impeto <strong>del</strong>l’assalto. L’impeto<br />

s’arresta; riprende alle ore 13,00 con l’attacco anche <strong>del</strong> II<br />

Battaglione che ha una sola Compagnia tenuta in riserva. Molti gli<br />

episodi di eroismo. Alle ore 15,00 l’assalto si ferma ad una manciata<br />

di metri dal nemico per prepararsi al successivo assalto previsto<br />

per le ore 16,00. Pochi istanti prima <strong>del</strong>l’assalto il Comando <strong>del</strong><br />

VI Corpo d’Armata interrompe l’azione.<br />

I Carabinieri hanno meritato, per il loro eroismo di quei giorni,<br />

9 medaglie d’argento, 33 di bronzo e 13 Croci di Guerra al Valor<br />

militare. Nella sola giornata <strong>del</strong> 19 luglio il Reggimento Carabinieri<br />

Reali ha perso 206 Uomini tra morti, feriti e dispersi. I Militari<br />

<strong>del</strong>l’Arma restarono in trincea fino al 6 agosto con altre perdite.<br />

Il 7 successivo furono sostituiti al fronte dal 36º Reggimento<br />

Fanteria e furono internati in isolamento sanitario. Praticamente<br />

il Reggimento Carabinieri Reali mobilitato, terminò di fatto la<br />

Sua esistenza in quella data anche se ufficialmente fu sciolto il<br />

15 novembre. Breve <strong>vita</strong> ma entrata a pieno titolo <strong>nella</strong> Storia.<br />

Gen. B. CC Valentino Giovanni Scognamiglio<br />

Vicepresidente Nazionale e Presidente <strong>del</strong>la Sezione Friuli V. G. <strong>del</strong>l’Associazione Mauriziani


S. MAURIZIO<br />

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D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

La Guardia di Finanza<br />

Le ostilità, quindi l’apertura <strong>del</strong> fuoco, non dovevano iniziare<br />

prima <strong>del</strong>la mezzanotte <strong>del</strong> 23 maggio 1915, ma verso le 22,40<br />

<strong>del</strong> 23, i finanzieri Pietro <strong>del</strong>l’Acqua e Costantino Carta, sentinelle<br />

al ponte di Brazzano, sullo Judrio, confine tra l’Italia e l’Impero<br />

Austro-Ungarico, aprirono il fuoco per sventare il tentativo di<br />

minare il ponte prima che la guerra avesse inizio. Grazie a questa<br />

azione le truppe italiane poterono passare lo Judrio, e<strong>vita</strong>ndo<br />

uno scomodo e pericoloso guado. Il fronte <strong>italiano</strong> <strong>del</strong>la <strong>Grande</strong><br />

Guerra era aperto!!! I due finanzieri furono decorati di Medaglia<br />

di Bronzo al Valor Militare e, ancora oggi, nel centro di Visnale,<br />

c’è un monumento la cui epigrafe recita:<br />

«Il primo colpo di fucile/ <strong>del</strong>la <strong>Grande</strong> guerra/ fu esploso da<br />

questo luogo/ la notte <strong>del</strong> XXIII maggio MCMXV/ il nemico<br />

mosso alla ruina <strong>del</strong> ponte/ scorsero colpirono fugarono/ due<br />

guardie di finanza/ vedette insonni <strong>del</strong> confine/ le più avanzate<br />

e le più sole/ sempre/ perché questo è il comando/ il giuramento/<br />

il premio».<br />

La Guardia di<br />

Finanza partecipò<br />

alla prima guerra<br />

mondiale con un<br />

Battaglia <strong>del</strong> Mali Viluscia<br />

contingente di<br />

12.000 uomini,<br />

inquadrato in 18<br />

battaglioni mobilitati<br />

e 4 compagnie<br />

autonome, impiegati<br />

sul fronte<br />

trentino, in Carnia,<br />

sull’Isonzo, sul<br />

Carso ed in Albania.<br />

Altri “distaccamenti<br />

speciali”,<br />

invece, erano costituiti<br />

da finanzieri<br />

dei reparti di confine<br />

posti a disposizione<br />

dei reparti <strong>del</strong> regio esercito in prima linea, con compiti<br />

informativi e di esplorazione. Reparti di finanzieri sciatori si<br />

distinsero inoltre sull’Ortles e sulla Marmolada. I battaglioni <strong>del</strong><br />

Corpo dipendevano, di solito, direttamente dai corpi d’armata<br />

e venivano distaccati di volta in volta ai comandi di settore divisionale<br />

per l’impiego in prima linea, ove i finanzieri hanno fatto<br />

parte <strong>del</strong>le truppe d’assalto italiane sin dalle prime manifestazioni<br />

di tale specialità.<br />

Un’aliquota di finanzieri fu destinata alla difesa costiera, a cui parteciparono<br />

anche i reparti litoranei e le unità navali <strong>del</strong> Corpo, di<br />

cui le maggiori poste alle dipendenze <strong>del</strong>la Regia Marina Militare,<br />

impiegate per la vigilanza antisommergibile nelle acque costiere,<br />

per la scorta dei convogli per l’Albania, la Sardegna e la Libia e per<br />

la vigilanza permanente agli accessi <strong>del</strong>la laguna di Venezia e <strong>del</strong>le<br />

altre lagune venete. Del tutto particolare fu l’impiego di alcune<br />

unità navali <strong>del</strong> Corpo sul lago di Garda, il cui bacino settentrionale,<br />

con Riva e Torbole, era in territorio austriaco.<br />

Nonostante la guerra, la Guardia di Finanza fu impiegata anche<br />

sul territorio nazionale con compiti politico-militari a tutela <strong>del</strong>l’economia<br />

di guerra e per la sicurezza<br />

interna <strong>del</strong> regno, in Libia<br />

e nel Dodecanneso <strong>italiano</strong>,<br />

per la repressione <strong>del</strong> contrabbando<br />

di guerra e l’interdizione<br />

dei rifornimenti clandestini ai<br />

sommergibili nemici.<br />

Quando venne costituita la<br />

prima difesa al nemico sulla via<br />

di Venezia, sulla destra <strong>del</strong> Piave<br />

Nuovo, ne entrarono a far parte:<br />

il VII, l’VIII ed il XX Battaglione<br />

che contenerono gli attacchi sul<br />

Piave e parteciparono poi alla<br />

battaglia <strong>del</strong> solstizio. In particolare,<br />

il 21 giugno 1918 il VII battaglione<br />

mobilitato, dislocato sul<br />

basso Piave, si attestò in opposto<br />

territorio ed il successivo 5<br />

luglio l’VIII battaglione, che lo<br />

I finanzieri bloccano gli<br />

Austriaci che tentano di<br />

impadronirsi dei MAS <strong>del</strong><br />

Comandante Rizzo<br />

rilevò, continuò le operazioni, che si conclusero brillantemente<br />

due giorni dopo.<br />

Lo stesso giorno il XVI ed il XVIII battaglione iniziarono in<br />

Albania l’attacco contro le ardue e ben munite posizioni <strong>del</strong> Mali<br />

Viluscia che l’otto luglio fu definitivamente conquistato, dagli<br />

uomini <strong>del</strong> capitano Cerrato, dopo che il presidio austriaco era<br />

stato aggirato ed attaccato alle spalle con bombe a mano da una<br />

pattuglia di arditi guidata dalla guardia Francesco Scala.<br />

Nel porto di Ancona <strong>nella</strong> notte sul 5 aprile 1918, in risposta alla<br />

“beffa di Buccari” operata da Gabriele D’Annunzio e dai MAS <strong>del</strong><br />

comandante Rizzo, sessantadue marinai austriaci comandati da un<br />

tenente di vascello sbarcarono nei pressi di Ancona con l’obiettivo<br />

di impadronirsi dei MAS di Rizzo, ormeggiati presso la Mole Vanvitelliana,<br />

per silurare il pontone armato che sorvegliava l’ingresso <strong>del</strong><br />

porto ed i sommergibili alla fonda, e dirigere poi per la costa dalmata.<br />

I marinai, in parte istriani e dalmati che parlavano <strong>italiano</strong> ed<br />

indossavano uniformi regolamentari simili a quelle italiane, erano<br />

ormai prossimi al successo, quando si scontrarono con due finanzieri,<br />

in servizio di vigilanza allo zuccherificio situato nell’interno<br />

<strong>del</strong>la Mole. Carlo Grassi perì pugnalato, ma il collega Giuseppe<br />

Magnucco reagì a fucilate da una garitta ed intrappolò gli aggressori<br />

fino all’arrivo dei rinforzi ai quali gli incursori austriaci si arresero.<br />

I fatti d’arme in cui il valore dei finanzieri fu maggiormente<br />

esaltato nel corso <strong>del</strong> conflitto, sono simbolicamente riportati<br />

sulla freccia <strong>del</strong>la Bandiera di Guerra, sulla quale sono incisi<br />

i nomi <strong>del</strong>le località geografiche: «Ala, Monte Croce Carnico,<br />

Podgora, Monte Sei Busi (1915); Monte Sperone, Costesin Val<br />

d’Assa, Val d’Astico, Monte Cimone, Carso (1916); Osum e Piave<br />

Vecchio (1917), Due Piavi e Mali Viluscia (1918)».<br />

L’albo d’oro dei caduti e dei decorati testimonia la tenacia e<br />

l’abnegazione <strong>del</strong>le Fiamme Gialle: su un totale di circa 12.000<br />

finanzieri mobilitati, 2.392 furono i caduti, 500 i mutilati e gli invalidi<br />

e 2.600 i feriti. Ai finanzieri furono concesse nell’arco <strong>del</strong> conflitto<br />

141 medaglie individuali d’argento al Valor militare (41 <strong>del</strong>le<br />

quali alla memoria), 261 di bronzo, 224 croci di guerra al Valore<br />

(di cui 53 alla memoria) e 136 promozioni per merito di guerra.<br />

Gen. Brig. GdF Mario De Nuntiis<br />

Vicepresidente Nazionale Vicario <strong>del</strong>l’Associazione Mauriziani


S. MAURIZIO<br />

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A R MI<br />

N O ST R E<br />

Bicicletta militare per bersaglieri<br />

completa di affar<strong>del</strong>lamento. Le<br />

biciclette, realizzate a partire<br />

dal 1915 dall’azienda milanese<br />

Bianchi, erano prodotte specificamente<br />

per uso militare, con<br />

gomme piene antiforatura, ruote<br />

di piccole dimensioni e telaio<br />

pieghevole.<br />

Al centro <strong>del</strong> velocipede era previsto<br />

lo spazio per il moschetto,<br />

in uno zainetto apposito trovava<br />

sistemazione tutto l’equipaggiamento<br />

previsto mentre dietro il<br />

sellino era stato ricavato spazio<br />

per il porta-mantellina. Una<br />

bicicletta affar<strong>del</strong>lata arrivava a<br />

pesare circa 27 kg che diventavano<br />

40 per i mitraglieri.<br />

GENNAIO<br />

L 1 Maria Madre di Dio<br />

M 2 Ss. Basilio e Gregorio<br />

M 3 SS. Nome di Gesù<br />

G 4 S. Angela da Foligno<br />

V 5 S. Edoardo<br />

S 6 Epifania <strong>del</strong> Signore<br />

D 7 S. Raimondo de Peñafort<br />

L 8 Battesimo d. Signore. / S. Severino ab.<br />

M 9 S. Giuliano martire<br />

M 10 S. Aldo eremita<br />

G 11 S. Igino papa<br />

V 12 S. Cesira<br />

S 13 S. Ilario<br />

D 14 S. Felice da Nola<br />

L 15 S. Mauro abate<br />

M 16 S. Marcello papa<br />

M 17 S. Antonio abate<br />

G 18 S. Liberata<br />

V 19 S. Mario martire<br />

S 20 Ss. Fabiano e Sebastiano<br />

D 21 S. Agnese vergine<br />

L 22 S. Vincenzo diacono<br />

M 23 S. Emerenziana martire<br />

M 24 S. Francesco di Sales<br />

G 25 Conversione di S. Paolo<br />

V 26 Ss. Tito e Timoteo<br />

S 27 S. Angela Merici<br />

D 28 S. Tommaso d’Aquino<br />

L 29 S. Costanzo<br />

M 30 S. Martina martire<br />

M 31 S. Giovanni Bosco<br />

FEBBRAIO<br />

G 1 S. Verdiana vergine<br />

V 2 Presentazione <strong>del</strong> Signore<br />

S 3 S. Biagio vescovo<br />

D 4 S. Gilberto abate<br />

L 5 S. Agata vergine<br />

M 6 Ss. Paolo Miki e compagni<br />

M 7 S. Teodoro martire<br />

G 8 S. Girolamo Emiliani / giovedì grasso<br />

V 9 S. Apollonia vergine<br />

S 10 Ss. Arnaldo e Scolastica vergine<br />

D 11 Madonna di Lourdes<br />

L 12 S. Eulalia<br />

M 13 S. Maura / martedì grasso<br />

M 14 S. Valentino martire<br />

G 15 S. Faustino<br />

V 16 S. Giuliana vergine<br />

S 17 S. Donato martire<br />

D 18 I di Quaresima / S. Simone vescovo<br />

L 19 S. Corrado<br />

M 20 S. Zenobio<br />

M 21 S. Pier Damiani vescovo<br />

G 22 Cattedra di S. Pietro<br />

V 23 S. Renzo<br />

S 24 S. Sergio di Cesarea<br />

D 25 II di Quaresima / S. Cesario conf.<br />

L 26 S. Vittore<br />

M 27 S. Leandro<br />

M 28 S. Romano abate


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MARZO<br />

G 1 S. Albino<br />

V 2 S. Basileo martire<br />

S 3 S. Cunegonda<br />

D 4 III di Quaresima / S. Casimiro re<br />

L 5 S. Adriano<br />

M 6 S. Giordano<br />

M 7 Ss. Perpetua e Felicita<br />

G 8 S. Giovanni di Dio<br />

V 9 S. Francesca Romana<br />

S 10 S. Simplicio papa<br />

D 11 IV di Quaresima / S. Costantino v.<br />

L 12 S. Massimiliano<br />

M 13 S. Arrigo<br />

M 14 S. Matilde regina<br />

G 15 S. Longino<br />

V 16 S. Eriberto vescovo<br />

S 17 S. Patrizio<br />

D 18 V di Quaresima / S. Cirillo di Ger.<br />

L 19 S. Giuseppe<br />

M 20 S. Alessandra martire<br />

M 21 S. Benedetto<br />

G 22 S. Lea<br />

V 23 S. Turibio di Mogrovejo<br />

S 24 S. Romolo<br />

D 25 Le Palme / Annunciazione di Gesù<br />

L 26 S. Teodoro<br />

M 27 S. Augusto<br />

M 28 S. Sisto III papa<br />

G 29 S. Secondo martire<br />

V 30 S. Amedeo<br />

S 31 S. Beniamino martire<br />

Mitragliatrice di ordinanza Fiat<br />

Revelli mod. 1914. La Fiat sparava<br />

gli stessi proiettili <strong>del</strong> fucile Carcano,<br />

in calibro 6,5 mm, con una<br />

cadenza variabile compresa tra i<br />

200 e 500 colpi al minuto. Il tiro<br />

utile si aggirava attorno ai 700<br />

metri, anche se la gittata massima<br />

teorica era poco meno di 3 km.<br />

Questo esemplare è dotato di<br />

tanica contenente acqua per il<br />

raffreddamento <strong>del</strong>la canna e di<br />

un raro scudo frontale su due<br />

pezzi, generalmente poco usato<br />

a causa <strong>del</strong>l’eccessivo peso ed<br />

ingombro.


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D EL L E<br />

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N O ST R E<br />

APRILE<br />

D 1 Pasqua di Res. / S. Ugo vescovo<br />

L 2 L. <strong>del</strong>l’Angelo / S. Francesco da P.<br />

M 3 S. Riccardo vescovo<br />

M 4 S. Isidoro vescovo<br />

G 5 S. Vincenzo Ferrer<br />

V 6 S. Guglielmo<br />

S 7 S. Ermanno<br />

D 8 In Albis / S. Alberto Dionigi<br />

L 9 S. Maria Cleofe<br />

M 10 S. Terenzio martire<br />

M 11 S. Stanislao vescovo<br />

G 12 S. Giulio papa<br />

V 13 S. Martino papa<br />

S 14 S. Abbondio<br />

D 15 S. Annibale<br />

L 16 S. Lamberto<br />

M 17 S. Aniceto papa<br />

M 18 S. Galdino vescovo<br />

G 19 S. Emma<br />

V 20 S. Agnese<br />

S 21 S. Anselmo di Canterbury<br />

D 22 S. Caio<br />

L 23 Ss. Giorgio martire e Adalberto<br />

M 24 S. Fe<strong>del</strong>e di Sigmaringen<br />

M 25 Festa Liberazione / S. Marco ev.<br />

G 26 S. Cleto<br />

V 27 S. Zita vergine<br />

S 28 S. Pietro Chanel<br />

D 29 S. Caterina da Siena<br />

L 30 S. Pio V papa<br />

MAGGIO<br />

M 1 Festa <strong>del</strong> Lavoro / S. Giuseppe<br />

M 2 S. Atanasio vescovo<br />

G 3 S. Filippo<br />

V 4 Ss. Silvano e Nereo<br />

S 5 S. Pellegrino martire<br />

D 6 S. Giuditta martire<br />

L 7 S. Flavia martire<br />

M 8 S. Desiderato<br />

M 9 S. Gregorio vescovo<br />

G 10 S. Antonino vescovo<br />

V 11 S. Fabio martire<br />

S 12 S. Pancrazio<br />

D 13 Ascensione <strong>del</strong> Signore / S. Emma<br />

L 14 S. Mattia apostolo<br />

M 15 S. Torquato vescovo<br />

M 16 S. Ubaldo vescovo<br />

G 17 S. Pasquale Baylon<br />

V 18 S. Giovanni I papa<br />

S 19 S. Pietro di Morrone<br />

D 20 Pentecoste / S. Bernardino da Siena<br />

L 21 S. Vittorio martire<br />

M 22 S. Rita da Cascia<br />

M 23 S. Desiderio vescovo<br />

G 24 Beata Vergine Maria Ausiliatrice<br />

V 25 S. Beda<br />

S 26 S. Filippo Neri<br />

D 27 Ss. Trinità / S. Agostino di Canterbury<br />

L 28 S. Emilio martire<br />

M 29 S. Massimino vescovo<br />

M 30 S. Felice I papa<br />

G 31 Visitazione B. V. Maria


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

GIUGNO<br />

V 1 S. Giustino martire<br />

S 2 Festa <strong>del</strong>la Repubblica<br />

D 3 Corpus Domini / Ss. Carlo L. e Compagni<br />

L 4 S. Quirino vescovo<br />

M 5 S. Bonifacio vescovo<br />

M 6 S. Norberto vescovo<br />

G 7 S. Roberto vescovo<br />

V 8 S. Medardo vescovo<br />

S 9 S. Primo<br />

D 10 S. Marcella<br />

L 11 S. Barnaba apostolo<br />

M 12 S. Guido<br />

M 13 S. Antonio da Padova<br />

G 14 S. Eliseo profeta<br />

V 15 S. Germana<br />

S 16 S. Aureliano vescovo<br />

D 17 S. Gregorio Barbarigo<br />

L 18 S. Marina<br />

M 19 S. Gervasio<br />

M 20 S. Ettore martire<br />

G 21 S. Luigi Gonzaga<br />

V 22 S. Paolino da Nola<br />

S 23 S. Lanfranco vescovo<br />

D 24 Natività S. Giovanni Battista<br />

L 25 S. Guglielmo abate<br />

M 26 S. Vigilio vescovo<br />

M 27 S. Cirillo d’Alessandria<br />

G 28 S. Attilio<br />

V 29 Ss. Pietro e Paolo<br />

S 30 Ss. Protomartiri Romani<br />

Cassa coibentata e marmitta per il<br />

rancio in grado di contenere 25-<br />

30 razioni. Portata in linea dalle<br />

retrovie la cottura avveniva durante<br />

il trasporto: la combinazione<br />

cassa termica/marmitta assicurava<br />

il mantenimento una temperatura<br />

di 60° per 20 ore.<br />

Nella foto in basso: altare da campo<br />

per cappellano militare.


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

LUGLIO<br />

D 1 S. Teobaldo eremita<br />

L 2 S. Ottone<br />

M 3 S. Tommaso apostolo<br />

M 4 S. Elisabetta regina<br />

G 5 S. Antonio Maria Zaccaria<br />

V 6 S. Maria Goretti<br />

S 7 S. Edda<br />

D 8 S. Adriano<br />

L 9 S. Armando<br />

M 10 S. Felicita<br />

M 11 S. Benedetto da Norcia abate<br />

G 12 S. Fortunato martire<br />

V 13 S. Enrico imperatore<br />

S 14 S. Camillo de Lellis<br />

D 15 S. Bonaventura vescovo<br />

L 16 Beata Vergine <strong>del</strong> Carmelo<br />

M 17 S. Alessio confessore<br />

M 18 S. Calogero<br />

G 19 S. Giusta<br />

V 20 S. Elia profeta<br />

S 21 S. Lorenzo da Brindisi<br />

D 22 S. Maria Maddalena<br />

L 23 S. Brigida religiosa<br />

M 24 S. Cristina da Bolsena martire<br />

M 25 S. Giacomo apostolo<br />

G 26 Ss. Gioacchino e Anna<br />

V 27 S. Liliana<br />

S 28 S. Nazario vescovo<br />

D 29 S. Marta vergine<br />

L 30 S. Pietro Crisologo<br />

M 31 S. Ignazio di Loyola<br />

Barella e stampelle<br />

militari marcate<br />

Regio Esercito, 1917.<br />

Nei 41 mesi di guerra<br />

la Sanità Militare,<br />

assieme alla Croce<br />

Rossa e coadiuvata<br />

da personale infermieristico<br />

volontario<br />

e dai comitati<br />

assistenziali (fra i<br />

quali L’Ordine dei SS<br />

Maurizio e Lazzaro)<br />

dovettero gestire la<br />

cura e il ricovero<br />

di oltre 2 milioni di<br />

feriti ed ammalati.


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

AGOSTO<br />

M 1 S. Alfonso M. de’ Liguori<br />

G 2 S. Eusebio di Vercelli<br />

V 3 S. Lidia di Filippi<br />

S 4 S. Nicodemo<br />

D 5 S. Osvaldo<br />

L 6 Trasfigurazione <strong>del</strong> Signore<br />

M 7 S. Gaetano da Thiene<br />

M 8 S. Domenico confessore<br />

G 9 S. Romano<br />

V 10 S. Lorenzo martire<br />

S 11 S. Chiara d’Assisi<br />

D 12 S. Giuliano<br />

L 13 S. Ippolito<br />

M 14 S. Alfredo<br />

M 15 Assunzione di Maria Vergine<br />

G 16 Ss. Rocco e Stefano d’Ungheria<br />

V 17 S. Giacinto confessore<br />

S 18 S. Elena Augusta<br />

D 19 S. Ludovico<br />

L 20 S. Bernardo abate<br />

M 21 S. Pio X papa<br />

M 22 B. V. Maria Regina<br />

G 23 S. Rosa da Lima<br />

V 24 S. Bartolomeo apostolo<br />

S 25 S. Ludovico re<br />

D 26 S. Alessandro martire<br />

L 27 S. Monica<br />

M 28 S. Agostino vescovo<br />

M 29 Mart. S. Giovanni Battista<br />

G 30 S. Faustina<br />

V 31 S. Aristide martire


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

SETTEMBRE<br />

S 1 S. Egidio abate<br />

D 2 S. Elpidio vescovo<br />

L 3 S. Gregorio martire<br />

M 4 S. Rosalia vergine<br />

M 5 S. Vittorino vescovo<br />

G 6 S. Petronio<br />

V 7 S. Regina<br />

S 8 Natività B. V. Maria<br />

D 9 S. Sergio papa<br />

L 10 S. Pulcheria<br />

M 11 S. Diomede martire<br />

M 12 SS. Nome di Maria Vergine<br />

G 13 S. Giovanni Crisostomo<br />

V 14 Esaltazione S. Croce<br />

S 15 B. V. Maria Addolorata<br />

D 16 Ss. Cornelio e Cipriano<br />

L 17 S. Roberto Bellarmino<br />

M 18 S. Sofia martire<br />

M 19 S. Gennaro vescovo<br />

G 20 S. Eustachio<br />

V 21 S. Matteo apostolo<br />

S 22 S. Maurizio martire<br />

D 23 S. Pio da Pietrelcina<br />

L 24 S. Pacifico confessore<br />

M 25 S. Aurelia<br />

M 26 Ss. Cosma e Damiano<br />

G 27 S. Vincenzo de’ Paoli<br />

V 28 S. Venceslao martire<br />

S 29 Ss. Arcangeli<br />

D 30 S. Girolamo dottore<br />

Sopra: macina caffè italiana formata<br />

dalla custodia in lamiera e il macinello.<br />

Prodotto dalla ditta Trespade dal 1905,<br />

fu utilizzata dal Regio Esercito per tutta<br />

la durata <strong>del</strong>la <strong>Grande</strong> Guerra.<br />

Sotto: cartolina in franchigia, libretto<br />

personale, piastrina di riconoscimento<br />

e medaglia d’argento al V.M.<br />

Foto grande: parti <strong>del</strong>l’equipaggiamento<br />

personale dei fanti italiani: elmetto<br />

Adrian mod. 1916, tascapane mod. 1907<br />

con agganciata la borraccia di legno di<br />

salice o pioppo Guglielminetti mod. 1907,<br />

pacchetti di munizioni calibro 6,5 mm per<br />

fucile mod. 91, baionetta e contenitore per<br />

maschera antigas polivalente.<br />

A sinistra: equipaggiamento da ufficiale<br />

con elmetto Adrian mod. 1915 da generale<br />

con fregio in rilievo, corazza lamellare e<br />

pistola Glisenti mod. 1910.


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

OTTOBRE<br />

L 1 S. Teresa <strong>del</strong> Bambin Gesù<br />

M 2 Ss. Angeli Custodi<br />

M 3 S. Gerardo abate<br />

G 4 S. Francesco d’Assisi<br />

V 5 S. Placido martire<br />

S 6 S. Bruno abate<br />

D 7 Beata Vergine <strong>del</strong> Rosario<br />

L 8 S. Reparata<br />

M 9 S. Dionigi e Compagni<br />

M 10 S. Daniele vescovo<br />

G 11 S. Firmino vescovo<br />

V 12 S. Serafino da Montegranaro<br />

S 13 S. Edoardo Re<br />

D 14 S. Callisto I papa<br />

L 15 S. Teresa d’Avila<br />

M 16 S. Edvige<br />

M 17 S. Ignazio d’Antiochia<br />

G 18 S. Luca evangelista<br />

V 19 S. Isacco martire<br />

S 20 S. Irene<br />

D 21 S. Orsola vergine<br />

L 22 S. Donato vescovo<br />

M 23 S. Giovanni da Capestrano<br />

M 24 S. Antonio Maria Claret vescovo<br />

G 25 S. Crispino<br />

V 26 S. Evaristo papa<br />

S 27 S. Fiorenzo vescovo<br />

D 28 S. Simone<br />

L 29 S. Ermelinda vergine<br />

M 30 S. Germano vescovo<br />

M 31 S. Lucilla<br />

Pistola mitragliatrice Fiat Mod. 1915 meglio conosciuta con il nome di Villar Perosa.<br />

Progettata agli albori <strong>del</strong>la <strong>Grande</strong> Guerra questa pistola mitragliatrice, lunga poco<br />

più di mezzo metro e pesante circa 7 kg, poteva sparare con un tiro utile di 100 metri<br />

fino a 1200 colpi al minuto. Le munizioni erano le 9 x 25 mm Glisenti.<br />

L’importanza <strong>del</strong>la Villar Perosa, chiamata anche “pernacchia” dai soldati, è dovuta<br />

però alle sue caratteristiche <strong>del</strong> tutto rivoluzionarie: univa infatti alla micidiale cadenza<br />

di fuoco <strong>del</strong>le mitragliatrici il munizionamento per pistola e la possibilità di essere<br />

trasportata a tracolla, da un fante appiedato, come fosse un’arma leggera.<br />

È oggi considerata l’archetipo dei mitra, utilizzati per la prima volta ben due anni<br />

dopo la sua comparsa sui campi di battaglia.


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

NOVEMBRE<br />

G 1 Tutti i Santi<br />

V 2 Commemorazione Defunti<br />

S 3 S. Martino<br />

D 4 S. Carlo Borromeo vescovo<br />

L 5 S. Zaccaria profeta<br />

M 6 S. Leonardo abate<br />

M 7 S. Ernesto abate<br />

G 8 S. Goffredo vescovo<br />

V 9 S. Oreste<br />

S 10 S. Leone Magno<br />

D 11 S. Martino di Tours<br />

L 12 S. Renato<br />

M 13 S. Diego<br />

M 14 S. Giocondo vescovo<br />

G 15 S. Alberto Magno<br />

V 16 S. Geltrude<br />

S 17 S. Elisabetta d’Ungheria<br />

D 18 Dedic. Basiliche Ss. Pietro e Paolo<br />

L 19 S. Fausto martire<br />

M 20 N.S. Gesù Cristo Re <strong>del</strong>l’Universo<br />

M 21 Presentazione B.V. Maria<br />

G 22 S. Cecilia vergine<br />

V 23 S. Clemente I papa<br />

S 24 Ss. Andrea Dung Lac e compagni<br />

D 25 S. Caterina d’Alessandria<br />

L 26 S. Corrado vescovo<br />

M 27 S. Massimo<br />

M 28 S. Giacomo <strong>del</strong>la Marca<br />

G 29 S. Saturnino martire<br />

V 30 S. Andrea apostolo


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

Elmi dei dragoni tipici <strong>del</strong>la cavalleria. Entrati in uso verso il 1910 derivavano con<br />

minime variazioni dai mo<strong>del</strong>li <strong>del</strong> 1833 e 1842. Erano distribuiti ai militari dei primi<br />

quattro reggimenti di cavalleria: Nizza, Piemonte Reale, Savoia e Genova. La copertura<br />

in tela grigia fu adottata a partire dal marzo 1915 per celare eventuali riflessi.<br />

Colbacco da ufficiale <strong>del</strong> 10º Lancieri Vittorio Emanuele II; la penna e la treccia venivano<br />

usate solo con la grande uniforme.<br />

Sciabola mod. 1871 da combattimento per “armi<br />

montate”. La sciabola e il fodero sono bruniti in<br />

funzione di antiriflesso.<br />

Tromba da Cavalleria. Alla tromba era fissata una<br />

drappella con il simbolo <strong>del</strong> Reggimento di Cavalleria<br />

di appartenenza.


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

DICEMBRE<br />

S 1 S. Ansano<br />

D 2 I d’Avvento / S. Bibiana vergine<br />

L 3 S. Francesco Saverio<br />

M 4 S. Barbara<br />

M 5 S. Giulio martire<br />

G 6 S. Nicola vescovo<br />

V 7 S. Ambrogio vescovo<br />

S 8 Immacolata Concezione<br />

D 9 II d’Avvento / S. Siro vescovo<br />

L 10 Madonna di Loreto<br />

M 11 S. Damaso<br />

M 12 B. V. Maria di Guadalupe<br />

G 13 S. Lucia vergine<br />

V 14 S. Giovanni <strong>del</strong>la Croce<br />

S 15 S. Valeriano<br />

D 16 III d’Avvento / S. Albina<br />

L 17 S. Lazzaro vescovo<br />

M 18 S. Graziano vescovo<br />

M 19 S. Fausta<br />

G 20 S. Liberato martire<br />

V 21 S. Pietro Canisio<br />

S 22 S. Francesca Cabrini<br />

D 23 IV d’Avvento / S. Giovanni da Kety<br />

L 24 S. Delfino<br />

M 25 Natività di Nostro Signore<br />

M 26 S. Stefano<br />

G 27 S. Giovanni evangelista<br />

V 28 Ss. Innocenti Martiri<br />

S 29 S. Tommaso Becket<br />

D 30 S. Famiglia / S. Eugenio vescovo<br />

L 31 S. Silvestro I papa<br />

Sopra: autocarro Fiat 18 BL, destinato<br />

al trasporto di materiale pesante.<br />

L’Italia entrò in guerra con un numero<br />

esiguo di veicoli, poco più di duecento.<br />

Lo sforzo bellico portò a fine conflitto<br />

ad una produzione assestatasi ad<br />

oltre 20 mila mezzi che testimoniano<br />

ulteriormente l’importanza <strong>del</strong>l’aspetto<br />

industriale <strong>nella</strong> guerra.<br />

A sinistra: l’obice Skoda da 15 cm <strong>del</strong><br />

1914 era in grado di sparare proietti<br />

dal peso di oltre 42 kg a quasi 9 km di<br />

distanza.


S. MAURIZIO<br />

P R OT ET T O RE<br />

D EL L E<br />

A R MI<br />

N O ST R E<br />

L’anno <strong>2018</strong> è…<br />

6254 per il primo <strong>calendario</strong> egizio<br />

5778 per il <strong>calendario</strong> ebraico<br />

5137 nel grande ciclo Maya<br />

2771 per l’antico <strong>calendario</strong> religioso romano<br />

2562 per il <strong>calendario</strong> buddista<br />

1734 per il <strong>calendario</strong> copto<br />

1439 per il <strong>calendario</strong> islamico<br />

1396 per il <strong>calendario</strong> persiano<br />

l’anno <strong>del</strong> CANE secondo il <strong>calendario</strong> cinese<br />

tipografia moderna | Z.I. Montagnana (Pd) - Tel. 0429 81839

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