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Anno 1 – Numero 5– Maggio 2018– Supplemento della rivista CGIL Notizie Varese<br />
Reg. n°237 del 21/02/1997 al Tribunale di Varese<br />
VARESE
L’Editoriale<br />
Di Luigi Liguori<br />
Case Nuove, l’Araba Fenice<br />
Di Norman Di Lieto<br />
Approfondimento: “Inca va in azienda”<br />
Di Alfonso Della Mora<br />
Speciale elezioni RSU:<br />
Intervista a Riccardo Pece<br />
“La foresta dei precari”<br />
Di Francesco Vazzana<br />
Special Guest: Gloria Bolognini<br />
Presentazione del libro “Girovolando”<br />
Images & Words: “La vita vista da qui”<br />
Di Alessia Pavoni<br />
Novità: rubrica “Movies On Air”<br />
Recensione del film “Corpo e Anima”<br />
Inchiesta:<br />
“Viaggio al centro della mensa”<br />
I nostri servizi<br />
AirOscopo<br />
Di Emanuela Doggi<br />
Direttore Responsabile:<br />
Antonio Ciraci<br />
Caporedattore: Norman Di Lieto<br />
In redazione: Riccardo Pece, Emanuela Franci,<br />
Luigi Liguori, Valeria Fontana<br />
Composizione grafica:<br />
Valeria Fontana<br />
Fotografia: Corrado Amato<br />
Copertina: Corrado Amato<br />
Retrocopertina: Corrado Amato
'<br />
“DNATA OR NOT DNATA<br />
THAT IS THE QUESTI<strong>ON</strong>”<br />
Questo problema sta attanagliando i dipendenti di Airport Handling (AH)<br />
da mesi, accettare o meno che Dnata acquisisca un ulteriore 40% di azioni<br />
per ottenere la maggioranza all’interno della società. A dire il vero già<br />
ora Dnata, col solo 30%, ha accentrato poteri e posizioni nelle sue mani.<br />
Nel consiglio di amministrazione tre membri su cinque sono di Dnata, insieme<br />
al Presidente e all’Amministratore delegato di AH. Nei patti parasociali<br />
con SEA è stato anche definito che le decisioni operative vengono<br />
prese da Dnata, nonostante sia socio di minoranza. A breve tuttavia scadrà<br />
il diritto di prelazione di Dnata sull’acquisizione di un ulteriore 40% di<br />
azioni. Se lo esercitasse sarebbe, a quel punto, l’azionista di riferimento.<br />
Questo è il motivo principale per cui i dipendenti di AH sono in apprensione,<br />
qualora si dovesse recidere definitivamente il cordone ombelicale con<br />
SEA. Molti di loro infatti (circa 1200 su 1700) furono assunti da SEA, per<br />
poi passare a SEA Handling nel marzo del 2002. Infine subirono un ulteriore<br />
trasferimento in AH nel settembre del 2014, dopo un drammatico<br />
accordo che sanciva la fine di SEA Handling. Quel passaggio fu complicato,<br />
soprattutto per i sacrifici economici previsti dall’accordo stesso. Oggi<br />
tuttavia ci si trova di fronte ad un ulteriore dilemma, accettare o meno<br />
una trattativa di merito con SEA. Infatti qualcuno ritiene che iniziare un<br />
confronto su questo tema sia impensabile e che anche le elezioni delle<br />
RSU, che si terranno a fine maggio, siano solamente strumentali ad un<br />
accordo. Vorrei ricordare però che le RSU in SEA sono scadute da quattro<br />
anni, mentre in AH non sono mai state elette. Affermare che le RSU siano<br />
strumentali all’accordo con SEA significa dichiarare che il voto è solamente<br />
la legittimazione di un potere precostituito. Invece noi crediamo che sia<br />
solo uno il motivo che li porta a denigrare quest’azione democratica. Il<br />
timore del confronto. Oppure la tutela di altri interessi, come l’aumento<br />
dei propri proseliti, speculando sul malcontento generale. I motivi addotti<br />
per il no alla vendita della quota di maggioranza sono pregiudiziali. Semplicemente<br />
non vogliono sentirne parlare. A nostro avviso questo è un<br />
errore, poiché è sempre sciocco prendere decisioni d’istinto, soprattutto<br />
se riguardano argomenti molto importanti. Occorre invece prendere tempo<br />
per analizzare la situazione, vagliare le opzioni ed infine decidere. Per<br />
questo motivo l’invito è ad approcciarsi a questo tema, per voi molto importante,<br />
usando il buon senso. Sarà sufficiente? Chi può dirlo, ma almeno<br />
si avrà la consapevolezza di aver fatto del proprio meglio di fronte ad<br />
una situazione critica.<br />
Luigi Liguori
’<br />
Giacomo Pedrinazzi, detto Pedro, è<br />
il deus ex machina di Case Nuove.<br />
Lavora a Malpensa per Sea, presso<br />
Sala Amica, da diversi anni.<br />
Non appena lo incontriamo ci colpiscono<br />
i suoi occhi vivi ed entusiasti,<br />
che fanno da contraltare a quello<br />
che ci circonda: case abbattute, edifici<br />
che rimangono in piedi malvolentieri<br />
ed abitazioni che invece, con<br />
orgoglio, rivendicano la loro bellezza,<br />
la loro diversità.<br />
Proprio come fa lui, raccontandoci la<br />
sua scelta di vita.<br />
Pedro, a differenza di molti, ha resistito<br />
al richiamo della fuga, vive a<br />
Case Nuove per sua precisa volontà<br />
ed ogni giorno ha un unico pensiero:<br />
portare al centro del dibattito politico<br />
le circa 250 persone che hanno scelto<br />
di rimanere a vivere in questo Paese.<br />
La sua famiglia ha avuto in gestione<br />
il Ristorante “La Quercia” per 50 anni<br />
(dal 1963 al 2013): il locale era ed<br />
è sempre stato un punto di riferimento<br />
per tutti. Dopodiché - lasciata la<br />
conduzione ad altri soggetti e ritiratisi<br />
in pensione - anche i genitori di<br />
Pedro hanno deciso di continuare a<br />
vivere a Case Nuove. “E’ difficile convincere<br />
i figli della scelta nobile di<br />
rimanere. Città più grandi sono per<br />
loro maggiormente attrattive anche<br />
se, paradossalmente, oggi abbiamo<br />
maggiori infrastrutture, servizi di collegamento<br />
e mezzi pubblici rispetto<br />
a quando ancora non si parlava di<br />
bandi da parte della Regione Lombardia”.<br />
4
Dopo la delocalizzazione che cosa<br />
si “offre” a chi invece è rimasto?<br />
“Abbiamo chiesto all’Amministrazione<br />
comunale di Somma Lombardo<br />
di proporre a Sea (la società che<br />
gestisce gli Aeroporti milanesi di<br />
Malpensa e Linate) di spostare il<br />
Cral dal Terminal 2 di Malpensa<br />
proprio qui a Case Nuove. Ci sarebbe<br />
maggiore spazio a disposizione<br />
per i lavoratori aeroportuali e si potrebbero<br />
attrarre altre attività economiche<br />
e ricreative aumentando i<br />
luoghi di incontro a disposizione<br />
degli abitanti del Paese”.<br />
L’errore più evidente, commesso<br />
nel corso degli anni da parte delle<br />
Istituzioni, è stato quello di pensare<br />
che, con la logica dei bandi e dei<br />
parametri di indennizzo, Case Nuove<br />
venisse completamente delocalizzata.<br />
Così non è stato, e per chi ha deciso<br />
di rimanere resistere è un dovere.<br />
Pedro fa parte della Segreteria del<br />
Comitato di Quartiere di Case Nuove:<br />
ciò che più colpisce di lui è la<br />
sua volontà di essere proattivo, fautore<br />
del proprio destino e di non<br />
rassegnarsi all’immobilismo che<br />
5<br />
potrebbe prevaricare, anche sugli<br />
animi più ottimisti e intraprendenti<br />
come il suo.<br />
“Qui non è solo deserto: abbiamo<br />
uno Studio medico molto frequentato,<br />
il Circolo Cooperativo che quest’anno<br />
compie 100 anni, la Parrocchia,<br />
un campo da Calcio e uno di<br />
Basket.<br />
Dove c’era il vecchio asilo ci sarà la<br />
nuova Sala Civica e il nuovo Studio<br />
medico. Abbiamo gestito l’emergenza<br />
profughi in maniera ottimale pur<br />
trovandoci in un Piccolo Paese, abbiamo<br />
una scuola secondaria superiore<br />
molto frequentata. Case Nuove<br />
vive e deve continuare a vivere”.<br />
Celentano cantava: “Là dove c’era<br />
l’erba ora c’è... una città”<br />
Qui invece le ruspe hanno demolito<br />
tanto, lasciando l’erba.<br />
C’è davvero tanta tanta terra ma,<br />
accanto ad essa, il manto stradale<br />
è rovinato dalle operazioni dei mezzi<br />
meccanici. L’asfalto danneggiato,<br />
tuttavia, non sarà per il momento<br />
riparato: oltre il danno la beffa.<br />
Chiacchierando passeggiamo in<br />
uno scenario surreale, chi lavora a<br />
Case Nuove quasi non si “cura” degli<br />
abitanti di questo Paese. Enormi<br />
Tir di una Società vengono selvaggiamente<br />
parcheggiati su entrambe<br />
le carreggiate impedendo il passaggio<br />
alle altre auto, quasi pensassero<br />
che questo è un Paese fantasma<br />
e che qui, dunque, nessuno<br />
rivendicherà mai nulla.<br />
Un abitante ci racconta come recent<br />
e m e n t e u n au t o ar t i c o l a -<br />
to, nonostante il divieto di accesso<br />
su quella via per i mezzi di trasporto<br />
pesanti, abbia danneggiato irrimediabilmente<br />
il cancello della sua<br />
graziosa villetta.<br />
Un Paese spettrale per molti, eppure<br />
Case Nuove vive negli occhi di<br />
chi è rimasto, di chi non si rassegna<br />
a vivere in un Non-Paese dal destino<br />
incatenato al “traffico” di Malpensa,<br />
così come grida Pedro a<br />
gran voce, ogni maledetto giorno.<br />
“Sto insegnando ai miei figli l’importanza<br />
dei rapporti umani, quelli che<br />
sono andati persi nelle grandi città”.<br />
A Case Nuove ci si conosce tutti, ci<br />
si parla, ci si racconta.<br />
Oggi qui, più che altrove, gli anziani<br />
sono l’ultimo avamposto dei ricordi<br />
della Case Nuove che fu, quella prima<br />
di Malpensa, delle rotte, della<br />
delocalizzazione.<br />
“Vorrei che tra anziani e giovani ci<br />
fosse una sorta di filo diretto basato<br />
sulla condivisione delle esperienze<br />
vissute, con noi della generazione<br />
di mezzo ad essere testimoni di<br />
questo ideale passaggio di consegne<br />
tra il Paese che è stato - ma<br />
che non tornerà più - e quello che<br />
potrà diventare”.<br />
E’ così che la Case Nuove demolita<br />
lotta per risorgere, come l’Araba<br />
Fenice, solo grazie alle proprie forze.<br />
Ha la fortuna di essere sostenuta<br />
dalla passione di persone piene<br />
di coraggio, come Pedro ed i suoi<br />
figli, che hanno deciso di rimanere<br />
qui e di viverla appieno.<br />
Per noi loro hanno già vinto.<br />
Ma ora è tempo che le Istituzioni si<br />
diano una mossa: dopo aver delocalizzato<br />
serve ricostruire questo<br />
Paese, e occorre farlo attorno a tutti<br />
gli abitanti che orgogliosamente<br />
rivendicano la scelta di rimanere. E<br />
di viverci. Serenamente.<br />
Norman Di Lieto
S<br />
ara Garzonio lavora per l’Inca Cgil di Varese,<br />
la categoria sindacale della Cgil che si occupa<br />
di servizi per il cittadino, tra cui:<br />
Previdenza e Lavoro, Disoccupazione, Pensionamento,<br />
Perdita di un familiare in pensione o con<br />
posizione assicurativa, Infortunio, Malattia professionale,<br />
Disabilità, Migrazione e Immigrazione, Emigrazione<br />
dall'Italia, Assistenza economica e sociale, ecc.<br />
Da aprile dello scorso anno Sara, dopo aver lavorato<br />
svariati anni come gastronoma al Carrefour di Gallarate,<br />
ha iniziato la sua esperienza sindacale nel mondo<br />
Inca e più nello specifico, nel Progetto voluto fortemente<br />
dalla Cgil di Varese denominato: “Inca va in Azienda”.<br />
Con il contributo di alcune categorie sindacali si sono<br />
svolte, in circa 110 Aziende pubbliche e private nel corso<br />
di un anno, assemblee con le lavoratrici e i lavoratori<br />
di:<br />
• Ospedali, Case di riposo, Operatori ecologici<br />
(Funzione pubblica);<br />
• Aziende Chimiche, plastiche, Farmaceutiche, Industriale<br />
chimica, Maglifici e Ricamifici (Filctem);<br />
• Mense, Supermercati, Multiservizi (Filcams);<br />
• Metalmeccanici (Fiom);<br />
• Comparto alimentare (Flai).<br />
Per la prima volta la Cgil di Varese ha deciso di intraprendere<br />
questa interessante iniziativa: portare le conoscenze<br />
tecniche del suo patronato Inca direttamente<br />
nei luoghi di lavoro, informando il cittadino/lavoratore<br />
delle Leggi vigenti in materia previdenziale con tutti i<br />
cambiamenti subiti nel corso degli anni, Legge Fornero<br />
compresa.<br />
Il progetto prevede inoltre, dopo questa prima parte<br />
informativa, la restituzione al lavoratore (se interessato,<br />
mediante sottoscrizione del mandato di patrocinio) di<br />
una busta chiusa contenente il proprio estratto contributivo,<br />
che si aggiunge ad una lettera con alcune indicazioni<br />
relative alla sua posizione contributiva e alle<br />
sue possibili decorrenze pensionistiche.<br />
Lo scorso mese di marzo il progetto “Inca va in azienda”<br />
si è concluso . Ad un anno dalla sua nascita, abbiamo<br />
chiesto un primo bilancio a Sara, una delle artefici.<br />
“I lavoratori hanno apprezzato molto l'iniziativa per il<br />
fatto che è stata spiegato loro, in maniera efficace, una<br />
materia complessa, permettendogli di avere una visione<br />
più approfondita della realtà previdenziale in Italia,<br />
suscitando in loro estremo interesse”.<br />
“Il continuo confronto con le persone nei luoghi di lavoro,<br />
con le problematiche annesse e connesse, mi ha<br />
dato la possibilità di avere una visione della società<br />
assai più ampia di quanto potessi immaginare. Credo<br />
fermamente nell'utilità di questa iniziativa di cui faccio<br />
parte e spero di essere riuscita ad essere il più possibile<br />
chiara ed esaustiva con tutte le persone che lavorano<br />
nelle Aziende che ho incontrato fino ad oggi.<br />
Spero inoltre che le informazioni date siano servite da<br />
input, per comprendere meglio il contesto attuale e,<br />
magari, per riflettere su quali scelte fare per mantenere<br />
o cambiare lo stato delle cose”.<br />
Sara hai visitato tante Aziende e hai effettuato numerose<br />
Assemblee in poco più di un Anno, quali obiettivi<br />
pensi di aver raggiunto?<br />
“Fino ad oggi ho svolto 110 assemblee e incontrato<br />
centinaia di lavoratori: tra questi c’erano non solo coloro<br />
che si avvicinano ad una agognata e meritata pensione,<br />
ma anche i più giovani, che alla pensione nemmeno<br />
ci pensano e a cui le normative previdenziali impongono<br />
requisiti peggiori.<br />
Il progetto "Inca va in azienda" si è impegnato a dare<br />
proprio a questi ultimi le informazioni corrette su ciò<br />
che le Leggi prevedono per il loro futuro, nella speranza<br />
che la pensione non rappresenti solo l'attesa passiva di<br />
una data di decorrenza, ma che, sulla base delle informazioni<br />
date, si possa attendere con una predisposizione<br />
d'animo serena e una conoscenza migliore dello stato<br />
delle cose in Italia in tema di previdenza”.<br />
E adesso?<br />
“L'esperienza "Inca va in azienda" è terminata e dopo<br />
un anno di lavoro stiamo valutando quali possibili nuove<br />
iniziative future mettere in campo.<br />
Abbiamo già Aziende e lavoratori in una sorta di “lista<br />
d’attesa” che ci dimostra, nel concreto, quanto ci fosse<br />
bisogno di questo tipo di iniziativa per i lavoratori di tutti<br />
i settori.<br />
Ad oggi, continuo ad impegnarmi nel progetto, sia con<br />
la partecipazione ad assemblee nei luoghi di lavoro sia<br />
con il controllo delle posizioni previdenziali dei lavoratori,<br />
elaborando per loro il calcolo della contribuzione versata,<br />
considerando che abbiamo ancora più di 2500<br />
richieste da verificare.<br />
Non proprio poche”.<br />
Che tipo di esperienza è stata per te invece?<br />
Alfonso Della Mura<br />
6
Speciale Elezioni rsu<br />
Intervista a<br />
Sea spa<br />
Riccardo Pece lavora a Malpensa da più di 20 anni (22<br />
per la precisione), è dipendente Sea ed ha svolto sempre<br />
la sua attività lavorativa come addetto al carico e<br />
scarico bagagli.<br />
Lo scorso anno ha iniziato il suo percorso interno - promosso<br />
dalla stessa Sea nei confronti dei lavoratori con<br />
maggiore anzianità di servizio - per entrare a far parte<br />
del team che si occupa dei controlli di sicurezza.<br />
Riccardo si candida per la Filt Cgil come Rsu<br />
(Rappresentante sindacale unitario) alle prossime elezioni<br />
che si svolgeranno a Malpensa nei giorni 23, 24 e<br />
25 maggio.<br />
Gli abbiamo fatto qualche domanda.<br />
Perché Riccardo sono importanti queste elezioni tra i<br />
lavoratori di Malpensa?<br />
Delegare persone che possano rappresentarci è una<br />
grande responsabilità - non solo per chi vota ma anche<br />
per chi si candida a queste elezioni - a cui però nessuno<br />
dovrà sottrarsi se non con il solo scopo di tirarsi la<br />
zappa sui piedi.<br />
Un problema che si rischia seriamente di dover affrontare<br />
durante qualsiasi elezione è il pericolo dell'astensionismo,<br />
votato al qualunquismo. Pensare che non<br />
cambi nulla, che siano tutti uguali, può portarci fuori<br />
strada.<br />
Scegliere di non votare però, significa lasciare ad altri<br />
la responsabilità di decidere dei possibili cambiamenti<br />
che inevitabilmente subiremo continuando a lavorare<br />
nel nostro settore.<br />
Voi delegati, se eletti, cosa pensate di fare insieme alla<br />
Filt Cgil?<br />
Io e la mia organizzazione siamo fermamente convinti<br />
che errori come quelli fatti in passato non devono più<br />
accadere.<br />
Pensare di firmare accordi che riguardino i lavoratori<br />
senza il confronto con gli stessi attraverso le assemblee,<br />
non dovrà mai più succedere. Da nessuna parte.<br />
Sono fermamente convinto che queste elezioni<br />
saranno davvero la massima espressione democratica<br />
all'interno del nostro ambiente lavorativo.<br />
Fai Un appello al voto per gli indecisi.<br />
C'è chi pensa che non cambierà niente, che uno vale<br />
l'altro, che sono tutti corrotti o legati da logiche di potere<br />
personale. Io personalmente mi candido dopo ventidue<br />
anni al carico/scarico e con alcune cariche da<br />
Rsa/Rsu e Rls in handling sulle spalle.<br />
Ho sempre fatto il mio lavoro con umiltà tra i lavoratori<br />
ed a testa alta di fronte all'azienda, senza protagonismo<br />
e ascoltando continuamente quello che sentivo<br />
intorno a me. E se mi voterete insieme agli altri candidati<br />
e alla Filt Cgil saremo pronti ad ascoltare e a farci<br />
portavoce delle vostre richieste, senza alcun tipo di<br />
protagonismo personale.<br />
Il 23, 24 e 25 maggio, votate. Votate la Filt Cgil.<br />
Norman Di Lieto<br />
7
La foresta<br />
I<br />
miei ricordi infantili restituiscono immagini<br />
di genitori che la sera rientravano a casa<br />
dopo una giornata di lavoro. Certo, stabile,<br />
sempre quello; la mia percezione di bambino<br />
non era precisa, ma la sensazione di<br />
sicurezza si percepiva in modo chiaro.<br />
Crescendo, dopo i primi due cicli di scuola, le persone<br />
della mia generazione si trovavano di fronte ad una scelta:<br />
proseguire gli studi o affrontare il mondo del lavoro.<br />
In questo secondo caso, chi decideva di interrompere gli<br />
studi veniva assunto ed aveva la certezza del futuro.<br />
Oggi il mondo è cambiato e le nuove generazioni, ma<br />
anche chi malauguratamente perde l'occupazione in età<br />
matura, si trovano loro malgrado in un girone infernale<br />
che nemmeno Dante è riuscito a descrivere: la precarietà.<br />
Ogni giorno i condannati alla precarietà vagano persi<br />
alla ricerca di un lavoro, costretti per la legge del contrappasso<br />
a subire ricatti, vessazioni ed accettare compromessi<br />
inimmaginabili.<br />
Il paradosso sta nel fatto che la punizione che sono costretti<br />
a subire, sommata all'annullamento dell'autostima,<br />
non è dovuta a colpe da espiare bensì ad un mondo<br />
totalmente sbagliato, le cui regole tutelano i più forti a<br />
danno dei deboli. Il problema è che Robin Hood al momento<br />
non è reperibile.<br />
Il sindacato e la CGIL in particolare, grazie alla presenza<br />
capillare sul territorio, alla capacità d’ascolto ed a rinnovati<br />
strumenti con cui affronta questa emergenza, tenta<br />
quotidianamente di esercitare la supplenza del mitologico<br />
eroe, seppur tra numerose difficoltà.<br />
Nell'intricata foresta di Sherwood dell'Aeroporto di Malpensa<br />
trovare un'occupazione costringe i malcapitati a<br />
dover superare ostacoli che hanno mutato geneticamente<br />
il lavoratore in un essere sconosciuto fino a pochi anni<br />
fa: il Precario cronico.<br />
Il Precario cronico ha affinato con il tempo capacità di<br />
sopravvivenza estreme ed ha perso la capacità di scorgere<br />
le rarissime cose positive che sono concesse alla<br />
sua condizione.<br />
È capitato recentemente che un collega mi telefonasse:<br />
aveva davanti a lui quattro lavoratori assunti attraverso<br />
un'agenzia di somministrazione.<br />
I lavoratori, abituati a convivere con la totale assenza di<br />
garanzie e di diritti, gli avevano rivolto una domanda che<br />
nel loro immaginario appariva scontata e retorica: erano<br />
8
dei precari<br />
infatti convinti di vedere mortificate per l'ennesima volta<br />
le loro aspettative e le loro speranze.<br />
I quattro, timidamente, ormai disillusi dalle precedenti<br />
esperienze, raccontavano di aver sentito da altri colleghi,<br />
la cui affidabilità non era comprovata, che il loro<br />
contratto di somministrazione li poneva nella condizione<br />
di ricevere dei soldi qualora fossero rimasti senza lavoro,<br />
di poter ottenere dei rimborsi per spese mediche<br />
(perché dimenticavo di dire che il precario non è necessario<br />
che sia immortale, ma sanissimo sì), finanche prestiti<br />
senza dover pagare interessi da strozzinaggio o,<br />
addirittura, contributi per i figli iscritti al nido o a scuola<br />
e (al limite della fantasia) supporti economici per assistere<br />
parenti con gravi problemi di salute.<br />
Il sindacalista, poco avvezzo alle dinamiche del lavoro in<br />
agenzia, fu inizialmente spinto a pensare che i malcapitati<br />
lavoratori fossero le ennesime vittime di pericolosi<br />
millantatori ed incontrollabili leggende metropolitane,<br />
create ad arte per sfiancare psicologicamente chi si reca<br />
al lavoro senza la certezza del domani.<br />
Non volendo essere l'artefice dell'ennesimo contraccolpo<br />
psicologico decise di chiamarmi ed io, stupendolo<br />
incredibilmente, gli confermai tutto.<br />
Il Sindacato, nella stesura del contratto collettivo nazionale,<br />
è riuscito a dare vita a delle figure mai esistite prima:<br />
gli Enti Bilaterali, organi che distribuiscono denaro<br />
per alleviare le pene dei Precari cronici.<br />
Mantenendo la diffidenza propria dei delusi, i nostri eroi<br />
si sono successivamente recati da un’altra collega, la<br />
“fatina buona” (una sindacalista che degli Enti bilaterali<br />
ha fatto la propria missione) che senza bacchetta magica,<br />
ma armata di personal computer, ha ascoltato tutti,<br />
interpretando le esigenze di ognuno e trovando soluzioni<br />
personalizzate.<br />
In ogni favola che si rispetti il lieto fine è d'obbligo. Non<br />
questa volta però. Infatti il sostegno economico che la<br />
contrattazione ha permesso non è l'abolizione della precarietà<br />
ma un meritato, seppur limitato, sollievo.<br />
Morale: informatevi! Con il sapere e la conoscenza talvolta,<br />
contrariamente a quanto affermava qualcuno, si<br />
mangia!<br />
Francesco Vazzana<br />
9
Vi presento<br />
gloria<br />
10
Ho conosciuto Gloria Bolognini (assistente di volo) in un<br />
tiepido pomeriggio marzolino. Una stretta di mano ed è<br />
subito intesa. Gloria mi piace. Ha lunghi capelli biondi,<br />
un viso delicato, occhi ciel sereno e nel petto una galassia,<br />
fatta di infiniti mondi, solitari ed affollati, di persone,<br />
tante mai troppe, di profumi intensi, di arcobaleni, di<br />
suoni primordiali, di avventure cercate o capitate, difficile<br />
dirsi. È un’esplosione controllata di emozioni, che fluiscono<br />
lievi tra le pagine del suo secondo libro,<br />
“Girovolando”, edizione Polaris.<br />
Un excursus di racconti sul mondo dei naviganti, che<br />
spazia tra terra e aria, tra scene e retroscene di un lavoro<br />
che diventa stile di vita, fino all’analisi tagliente, sincera,<br />
talvolta ironica dell’aviazione civile e dei suoi cambiamenti<br />
nell’ultimo ventenio.<br />
Dice di sé “Ho un cuore tenero dalla scorza d’acciaio,<br />
che ha ali di gabbiano, tutto ciò che serve per volare<br />
senza commettere crimini sanguinosi.”<br />
Ho letto d’un fiato il libro di Gloria, e con esso ho riso, ho<br />
pianto, ho riflettuto. Sarebbe ben semplice offrirvi delle<br />
pillole, ma non si può, sarebbe un delitto smembrarlo,<br />
va presentato in ordine, cominciando dall’inizio, e dall’inizio<br />
cominceremo…<br />
Valeria Fontana<br />
Introduzione<br />
È così che è cominciata<br />
Èstrano, ma è con incoscienza, che inizia questa<br />
storia. L’incoscienza dei vent’anni. Chi non<br />
l’ha sperimentata? Non si sa assolutamente<br />
cosa si vuole dalla vita con precisione e le cose<br />
ti cadono, per così dire, addosso. Ho sempre amato girovagare,<br />
o meglio, non rimanere mai nello stesso posto<br />
troppo a lungo, soprattutto dentro casa, perché sapevo<br />
che là fuori c’era tutto un mondo ad aspettarmi. Ma il<br />
giorno che ho spedito il mio primo curriculum, diciamo<br />
pure, è stato per gioco. Sarà, ma il mito dell’assistente<br />
di volo è giovereccio e tarda a morire, pensavo, perciò,<br />
che non mi avrebbero mai presa. Ho scritto ad una compagnia<br />
aerea, sotto consiglio di un amico appena felicemente<br />
assunto, tutte quelle cose che non si può fare a<br />
meno di scrivere come: mi piace viaggiare, stare a contatto<br />
con la gente, vedere posti nuovi, fare parte di un<br />
gruppo… e pensare che sono tutte situazioni che a lungo<br />
andare creano dipendenza.<br />
11<br />
La risposta della compagnia aerea non tardò a venire.<br />
Erano gli anni d’oro, correva il 1998, ancora c’era la speranza<br />
di un lavoro stabile con il coronamento di un’utopia<br />
odierna, un contratto a tempo indeterminato, se proprio<br />
non eri un disastro. Le mie selezioni, peraltro, non<br />
furono nemmeno troppo brillanti. Avevo saputo da Totò,<br />
l’amico della dritta, dell’esistenza di questa benedetta<br />
compagnia di cui non conoscevo nemmeno bene il nome,<br />
figuriamoci la storia. Fu per questo, infatti, che durante<br />
l’ultima prova delle selezioni riuscii ad inorridire la<br />
commissione intera, con tanto di amministratore delegato,<br />
quando al Cabin Crew Manager che mi chiedeva chi<br />
fosse l’uomo sulla brochure del duty free, risposi candida:<br />
“I don’t know, sorry.” Era solo lui, Niky Lauda, il presidente<br />
fondatore della compagnia aerea, da cui il nome<br />
della stessa. Me lo fecero notare. Diciamo pure che l’orrore<br />
si dissipò presto perché la mia faccia tosta a quel<br />
punto superò le aspettative quando commentai:<br />
“Uuh...non l’avevo riconosciuto, non è venuto molto bene<br />
in questa foto!”.<br />
Ancora oggi penso che sia per questo che mi hanno voluta<br />
tra di loro, una che riesce a districarsi con tanto<br />
sangue freddo può affrontare qualsiasi passeggero. Fu<br />
per caso che mi venne l’uzzolo di partire, insomma, e da<br />
allora non mi sono più fermata. Bisogna pur dire che<br />
quando ci si lancia nella battaglia si devono sfoderare<br />
tutte le armi a propria disposizione, perciò seppur giovanissima,<br />
appena diciottenne, con a disposizione solo<br />
pistole ad acqua conveniva convincersi che fossero Beretta,<br />
per questo forse ho esagerato un po’, un’esperienza<br />
di due mesi all’estero era diventata un anno studio, il<br />
comunicare con coraggio e gesti era conoscere una lingua<br />
straniera più che fluentemente. ma poco importa<br />
perché poi le lingue si imparano bene, velocemente,<br />
quando si è sempre in giro per il mondo. Di veramente<br />
fluido, insomma, solo la voglia di farcela. Ed è la marcia<br />
in più perché poi è l’esperienza che fa una brava assistente<br />
di volo e lo so che è lungo da dire, ma per favore<br />
non chiamateci hostess, insisto, con questo termine in<br />
America si intendono le accompagnatrici serali, flight<br />
attendants è il termine appropriato. Da diciannove anni<br />
sono una di loro, la gente dell’aria è un po’ anche la mia<br />
famiglia. È così che sono partita...e non sono più riuscita<br />
a smettere.<br />
Gloria Bolognini
&<br />
LA VITA VISTA DA QUI<br />
Che strano mondo è l’aeroporto<br />
se lo guardi dritto ti sembra storto<br />
e per trovarne il giusto verso<br />
bisogna entrarci con lo sguardo perso.<br />
Chi ci lavora vive controcorrente<br />
a tutto il resto dell’altra gente.<br />
Di quella gente che incontra oramai da anni,<br />
della quale esaudisce richieste<br />
e comprende gli affanni.<br />
“Preferisce corridoio o finestrino?”<br />
E se non è inserito il pasto vegano…<br />
allora diventa tutto un grande casino!<br />
“Signori, rispettate la fila per cortesia”<br />
E così termina il turno<br />
ma in orario non si va mai via.<br />
E poi la pioggia, la nebbia, e la neve,<br />
e niente è più come si deve.<br />
Si lavora ad oltranza, ed è quasi festa,<br />
quando torna la quiete dopo della tempesta!<br />
Gli scenari, al di là di ciò che si pensa,<br />
sono uguali in tutti gli aeroporti,<br />
che siano Linate, Fiumicino o qui a Malpensa.<br />
Alla fine, chi ha scelto questo pazzo mondo<br />
è perché lo ama, anche se gli fa tirare il collo,<br />
e allora tutti al gate…<br />
inizia l’imbarco dell’ennesimo decollo!!!<br />
Alessia Pavoni<br />
12
A PARTIRE DA QUESTO NUMERO NASCE UNA NUOVA RUBRICA: MOVIES <strong>ON</strong> <strong>AIR</strong>!!!<br />
OGGI ABBIAMO SCELTO NOI PER VOI, MA DALLA PROSSIMA USCITA AVRETE LA POS-<br />
SIBILITA’ DI SEGNALARCI LE VOSTRE PREFERENZE, NOI SCEGLIEREMO UN FILM<br />
TRA LE VOSTRE PROPOSTE, LO GUARDEREMO E LO COMMENTEREMO PER VOI...<br />
IN QUESTO NUMERO: “CORPO E ANIMA”<br />
Regia e sceneggiatura: Ildikò Enyedi. Cast: Géza Morcsányi,<br />
Alexandra Borbély, Zoltán Schneider, Ervin Nagy,<br />
Tamás Jordán Fotografia: Máté Herbai. Montaggio:<br />
Károly Szalai. Durata: 116′ Orso d’oro a Berlino 2017.<br />
l film è la storia di un incontro, della costruzione di<br />
un amore.<br />
Lui è il direttore finanziario di un mattatoio ungherese,<br />
uomo di mezza età con un braccio paralizzato,<br />
che vive suo malgrado una quotidianità ripetitiva.<br />
Lei invece è una giovane dottoressa addetta al controllo<br />
qualità, neo assunta, graziosa ma dimessa, con una<br />
memoria sbalorditiva, probabilmente con una leggera<br />
forma di autismo, ossessiva nella precisione<br />
dei comportamenti.<br />
Di entrambi si intuisce appena la vita trascorsa, sembrano<br />
isolati dalla vita sociale, evitano ogni contatto<br />
vivo e vitale, lei anche i raggi del sole. Cenano soli: lui a<br />
volte in squallidi fast food, lei a casa, dove pulisce immediatamente<br />
ogni briciola che cade sul tavolo. Si cercano<br />
e si guardano senza toccarsi, la macchina da presa<br />
li inquadra dietro a porte, finestre, vetri.<br />
A far da cornice, l’edificio del macello dei bovini: interni<br />
freddi e bianchi, particolari crudi e violenti, il rosso del<br />
sangue delle carcasse sezionate, corpi che hanno<br />
smesso di vivere. Freddo e asettico anche lo spazio<br />
mensa, dove i protagonisti si incontrano la prima volta e<br />
poi ancora, quando si riconoscono simili e tentano, lui<br />
per primo, goffi tentativi di relazione.<br />
Ma Endre e Mària si incontrano ogni notte anche nei<br />
sogni che fanno, l’uno all’insaputa dell’altra. Fino allo<br />
13<br />
stratagemma che li metterà a conoscenza del sogno<br />
condiviso, luogo dove affiorano le emozioni più nascoste<br />
delle loro anime.<br />
Il luogo dei sogni, quello dove ci si prepara a ciò che<br />
accadrà, è un bosco innevato dove due cervi, maschio e<br />
femmina, corrono liberi. Nel silenzio ovattato, nel candore<br />
della neve, i due animali si cercano e si fuggono, si<br />
rincorrono e si sfiorano. Anche la luce, magica e filtrata<br />
dagli alberi, sembra abbracciarli, mentre col muso il<br />
cervo spinge dolcemente la femmina verso i licheni più<br />
freschi. Un contatto delicato, dolcissimo, da dove nasce<br />
il desiderio dell’incontro con l’altro anche nella realtà, il<br />
desiderio di lasciare le abitudini, le difese e rischiare<br />
anche la sofferenza del rifiuto.<br />
Come in una fiaba l’incantesimo deve essere rotto, il<br />
mostro (della solitudine e della paura di entrare in contatto<br />
con l’altro) dev’essere ucciso, la foresta di rovi<br />
dev’essere attraversata per poter risvegliare con un<br />
bacio la principessa che dorme, per poter risvegliare la<br />
propria sensualità, il desiderio di accogliere ed essere<br />
accolti. Dolorosamente, come gli eroi di una fiaba, anche<br />
Andre e Mària riescono a trasformare le chiusure, i<br />
sentimenti d’impotenza e i forti contrasti in apertura,<br />
forza e unione.<br />
E così lentamente li seguiamo mentre si avvicinano,<br />
impacciati e vigili, fragili e determinati, con il rosso del<br />
sangue che, questa volta, è quello di un corpo dove il<br />
cuore ricomincia a battere. E la macchina da presa,<br />
sempre così vicina ai particolari, anche ai loro volti<br />
nell’amplesso, ci guida emozionati verso un orizzonte<br />
più ampio, lo spazio dell’accoglienza. Di sé e dell’altro.
GIORNO 1<br />
Ore 21:30 di una giornata intensa.<br />
Sono affamato come un leone, timbro<br />
e mi catapulto in mensa. Il locale<br />
è asettico e quasi deserto.<br />
Cerco il menù del giorno per incuriosire<br />
il mio appetito, ma non lo<br />
trovo. In compenso mi imbatto in<br />
due listini prezzo, uno definito<br />
“generale”, l’altro “generale extra<br />
dipendenti sea”. Sono perplesso,<br />
ho l’impressione che per capire<br />
quanto pagherò dovrò fare operazioni<br />
complicatissime, perciò mi<br />
rassegno, prendo un vassoio e mi<br />
aggiro tra i banconi.<br />
Noto subito che il reparto dolci e<br />
centrifugati è chiuso. Ignoro formaggi<br />
e salumi e mi dirigo ai primi,<br />
dove mi attendono riso pallido, lasagne,<br />
trofie al sugo di “nonsochè”<br />
e una brodaglia verde, forse zucchine.<br />
Rinuncio e passo ai secondi:<br />
bistecche...impanate?, piselli e<br />
seppie alla deriva in un liquido<br />
denso e grigio, tranci di pesce ignoto.<br />
E pesce sia, con spinaci, una<br />
bottiglia d’acqua, un panino: 6 euro<br />
e 35 centesimi.<br />
Qualcuno mi chiama per nome, è<br />
un collega che mi invita al suo tavolo.<br />
Ci facciamo compagnia. Afferro<br />
la forchetta ma è sporca, la<br />
cambio e finalmente inizio a mangiare<br />
il mio pesce (che è più freddo<br />
delle posate) e gli spinaci (più<br />
sconditi che freddi). Tra un boccone<br />
e l’altro si chiacchiera e scopro<br />
che il mio commensale è intollerante<br />
al glutine, in effetti ha nel<br />
vassoio riso bianco, pane in cassetta<br />
e bresaola. “Sai”, mi dice,<br />
“oggi sono fortunato! Dopo una<br />
settimana d’attesa finalmente è<br />
arrivato il pane per celiaci. Mangiare<br />
qui è sempre un terno al lotto...settimana<br />
scorsa ho preso la<br />
zuppa, mi hanno garantito<br />
(verbalmente) che era di soli legumi<br />
ma ho scoperto, troppo tardi,<br />
che conteneva anche il farro, e sono<br />
stato malissimo!”<br />
Mi rendo conto che, oltre all’assenza<br />
del menù del giorno, manca anche<br />
l’elenco degli ingredienti di<br />
ogni singola pietanza. Pensare che<br />
esista un elenco degli allergeni è<br />
pura fantascienza. Questo è davvero<br />
grave.<br />
Alle 21:45 spunta all’orizzonte un<br />
ultimo avventore. Viene accolto da<br />
una voce stridula affatto incoraggiante<br />
“Hey tu! Stiamo chiudendo!<br />
Cosa vuoi?”<br />
Mi immedesimo e rabbrividisco.<br />
Per oggi ne ho abbastanza, mi dirigo<br />
verso casa e mi ripeto che<br />
“dopotutto, domani è un altro giorno”.<br />
14
GIORNO 2<br />
Ancora le 21:30.<br />
Timbro e scendo in mensa, un po’<br />
meno di corsa a dire il vero, dopo<br />
l’esperienza di ieri.<br />
Senza perdere tempo mi guardo<br />
attorno, del menù nessuna traccia.<br />
Nei banconi diverse pietanze, alcune<br />
sono le stesse del giorno precedente<br />
(riconosco ad esempio la<br />
ricotta al forno). Subito alla mente<br />
si affaccia la prima domanda: gli<br />
alimenti avanzati a fine giornata (le<br />
cosiddette eccedenze) non dovrebbero<br />
essere gettate o, nella migliore<br />
delle ipotesi, donate ad associazioni<br />
no profit, nel pieno rispetto<br />
della legge Gadda contro gli sprechi<br />
alimentari?<br />
Cosa ci fanno i pasti cucinati ieri<br />
tra quelli cucinati oggi? Qualcosa<br />
non torna.<br />
Evito accuratamente di riempire il<br />
vassoio con le vecchie proposte e<br />
mi concentro sulle nuove. Opto per<br />
gnocchi alla romana, salmone grigliato<br />
con carote (servite nello<br />
stesso piatto) e budino alla vaniglia.<br />
Il conto in cassa è ovviamente<br />
più salato: 8 euro e 50 centesimi.<br />
Stasera non sono fortunato , perciò<br />
mangio da solo. Il primo boccone è<br />
rivelatore, il cibo è freddo, ancora.<br />
15<br />
Anni fa ho seguito un corso HACCP<br />
e un’immagine mi è rimasta impressa<br />
nella memoria, riguarda le<br />
temperature di conservazione degli<br />
alimenti. Una ricerca veloce su<br />
Google ed è fatta, ve la ripropongo:<br />
conservazione ottimale dei piatti<br />
caldi tra 60°C e 65°C (n.b. il tempo<br />
che intercorre tra la preparazione<br />
ed il consumo non deve superare<br />
le 2 ore).<br />
L’occhio destro si strizza a microscopio,<br />
alla ricerca di colonie festose<br />
di batteri che danzano strafottenti<br />
nel mio piatto, mentre una<br />
sirena di allarme ulula silenziosa<br />
nella mia testa...pericolo.<br />
D’un tratto l’immobilità della mensa<br />
è attraversata da una voce:<br />
“Quanto manca?”, di rimando, “6<br />
minuti!”. Ma 6 minuti a che cosa,<br />
mi chiedo? Guardo l’orologio e sono<br />
quasi le 22. Poco dopo ancora:<br />
“Quanto manca?”…”2 minuti!”<br />
Sento crescere l’ansia da espulsione,<br />
raccolgo i miei averi e mi avvio<br />
all’uscita. Deposito il vassoio sul<br />
nastro trasportatore ma è spento,<br />
così come le luci in cucina. Vado in<br />
spogliatoio a cambiarmi e al ritorno<br />
sfilo nuovamente davanti alla mensa.<br />
Vedo in lontananza il mio vassoio,<br />
è ancora lì. Le luci si spengono.<br />
Tutti vanno a casa. Ed ecco<br />
l’ultima domanda: i miei piatti sporchi<br />
chi li lava?
GIORNO 3<br />
Ultimo giorno. Stesso orario. Riempio<br />
un piatto con un trancio di pizza<br />
secca e mi siedo. È tempo di<br />
fare delle riflessioni. Prendo il<br />
“Capitolato per il servizio di ristorazione<br />
collettiva interaziendale presso<br />
gli aeroporti di Milano Linate e<br />
Milano Malpensa T1 e T2” e comincio<br />
a leggere concentrato i vari articoli.<br />
Li seleziono per voi.<br />
1) I pasti dovranno essere prodotti<br />
conformi al menù riportato nell’offerta<br />
tecnica presentata dall’Appaltatore<br />
in sede di gara ed essere<br />
conformi alle tabelle dietetiche.<br />
ture prevalentemente in forno, l’impiego<br />
di un’ampia gamma di erbe<br />
aromatiche fresche, di legumi e<br />
cereali non parbolizzati, l’impiego<br />
prevalente di prodotti ortofrutticoli<br />
di stagione preferibilmente locali,<br />
la preparazione di almeno il 50% di<br />
contorni caldi con verdure fresche<br />
preparate nella stessa sede e per<br />
la restante parte surgelate e fresche<br />
di IV gamma (prive di conservanti<br />
e additivi). La stessa percentuale<br />
vale per minestroni e creme<br />
di verdura. Il puré di patate dovrà<br />
essere preparato con tuberi freschi.<br />
Qui mi fermo e prendo un bel<br />
respiro prima di proseguire. Sollevo<br />
lo sguardo dal foglio e percepisco<br />
ben poco attorno a me di ciò che<br />
ho letto finora. Ma continuiamo.<br />
6) Uso privilegiato delle carni in<br />
taglio intero anziché a fette, per<br />
mantenerne le caratteristiche di<br />
tenerezza e succosità.<br />
7) L’eliminazione dell’impiego di<br />
semilavorati di base come sughi<br />
pronti, fondi bruni, sughi d’arrosto,<br />
brodi di pesce, brodi con glutammato,<br />
besciamelle pronte, basi per<br />
nella cucina del Committente.<br />
2) Il servizio è rivolto primariamente<br />
ai dipendenti della Committente<br />
ma potrà essere esteso, previo benestare,<br />
ai dipendenti di Enti o Società<br />
operanti sugli aeroporti.<br />
3) Gli orari della distribuzione<br />
sull’aeroporto di Milano Malpensa<br />
sono: 10:45 - 15:00 e 17:45 -<br />
22:00, 7 giorni su 7 presso il T1,<br />
mentre 11:00 - 15:00 dal lunedì<br />
al venerdì presso il T2.<br />
4) I piatti proposti dovranno essere<br />
5) Il pasto dovrà essere realizzato<br />
con materie prime tali da poter proporre<br />
agli utenti piatti con caratteristiche<br />
di elevata salubrità come<br />
alimenti integrali o semintegrali, a<br />
ridotto contenuto di grassi saturi, a<br />
ridotto contenuto di sale, a ridotto<br />
contenuto di zucchero aggiunto. Si<br />
premia l’uso esclusivo di olio EVO<br />
di alta qualità, l’esecuzione di frit-<br />
16<br />
pizza, verdure carni e macedonie<br />
in scatola, preparati per dolci.<br />
8) Previsione di una buona rotazione<br />
dei piatti proposti. Lo stesso<br />
piatto e lo stesso contorno N<strong>ON</strong><br />
dovranno essere ripetuti nella stessa<br />
settimana. Accidenti, penso, e<br />
continuo.<br />
9) Su richiesta dovrà essere sempre<br />
previsto un menù specifico per<br />
celiaci. (Ripenso al collega incontrato<br />
il primo giorno, ricordate?)
10) La cottura di tutte le vivande<br />
dovrà avvenire lo stesso giorno<br />
della distribuzione. (Ma ogni giorno<br />
vengono riproposti gli alimenti<br />
avanzati il giorno precedente)<br />
11) Le paste che non richiedono<br />
particolari preparazioni devono<br />
essere cucinate in modo espresso<br />
con l’esclusione di ogni operazione<br />
di precottura.<br />
13) L’appaltatore dovrà affiggere,<br />
in modo idoneo e facilmente visibile,<br />
il menù giornaliero (mai trovato<br />
esposto alle ore 2130) unitamente<br />
alle tabelle di informazioni dietetiche<br />
(valorizzazione delle Kcal di<br />
tutti i piatti del menù giornaliero,<br />
indicazione di corretta alimentazione,<br />
indicazione degli allergeni secondo<br />
la normativa vigente). Queste<br />
tabelle, semplicemente, non<br />
sono mai esposte.<br />
banco dovranno essere attivati in<br />
tempo utile per garantire che la<br />
temperatura delle pietanze calde<br />
in distribuzione risulti superiore ai<br />
60°C. (Perché quindi i cibi caldi<br />
vengono serviti freddi?)<br />
16) I contorni dovranno essere serviti<br />
in piatti singoli. (Mi sono sempre<br />
stati serviti nello stesso piatto<br />
del secondo)<br />
12) E’ vietata ogni forma di riciclo.<br />
Qualora per circostanze eccezionali<br />
o per mancanza di interesse da<br />
parte delle Associazioni che si occupano<br />
della raccolta del cibo a<br />
scopi sociali (ricordate l’accenno<br />
alla Legge Gadda?) dovesse rivelarsi<br />
impossibile il recupero delle<br />
eccedenze alimentari a fini sociali,<br />
queste dovranno essere allontanate<br />
entro lo stesso giorno di preparazione.<br />
(Allora perché ogni giorno,<br />
mi chiedo ancora ed ancora, si trovano<br />
tra i piatti proposti anche gli<br />
avanzi del giorno precedente?<br />
Qualcuno dovrà rispondere di questo)<br />
Ma andiamo avanti.<br />
Salto un po’ e arrivo alle caratteristiche<br />
della distribuzione, mi concentro<br />
sui particolari più importanti.<br />
14) Il servizio dovrà essere effettuato<br />
esclusivamente con piatti di<br />
ceramica e posate in acciaio inox<br />
(ma sono esposte anche le posate<br />
in plastica) e i piatti che dovranno<br />
contenere pietanze calde dovranno<br />
essere preriscaldati ad una temperatura<br />
compresa tra i 40°C e i 50°<br />
C. (I piatti sono sempre tutti a temperatura<br />
ambiente)<br />
15) Gli elementi bagnomaria del<br />
17<br />
17) I vassoi dovranno essere privi<br />
di residui di acqua. ( Li ho sempre<br />
trovati bagnati, tanto che la tovaglietta<br />
di carta si è immediatamente<br />
appiccicata alla plastica, immagino<br />
sia successo anche a voi)<br />
La parte conclusiva si riferisce al<br />
“Personale” ed ai “Controlli e Prelievi”.<br />
Ve la risparmio.<br />
Qui mi fermo, penso di avervi raccontato<br />
parecchio.<br />
Per l’ultima volta poso il mio vassoio<br />
sul nastro trasportatore e vado<br />
a casa. A tutti voi dedico l’unico<br />
augurio possibile. Buon appetito.<br />
La Redazione
INCA :la più grande organizzazione<br />
per la tutela dei diritti individuali. Difende<br />
i diritti previdenziali sociali ed<br />
assistenziali dei lavoratori, pensionati,<br />
cittadini e degli immigrati, anche all'estero. Tra le<br />
principali attività:<br />
• pensioni e controllo dei contributi<br />
• ricongiunzione delle posizioni assicurative<br />
• assistenza per infortuni e/o malattie professionali<br />
• prestazioni diversamente abili, invalidi e inabili<br />
• naspi<br />
• trattamenti di famiglia (assegni familiari, autorizzazioni<br />
agli ANF), congedi parentali, maternità prestazioni<br />
diversamente abili, invalidi e inabili<br />
Nelle principali sedi , oltre alle normali aperture al<br />
pubblico è possibile essere ricevuti su appuntamento<br />
per gli iscritti alla CGIL o per coloro che si iscrivono.<br />
Tel. 0332-1956701<br />
mail: cdlmalpensa@cgil.lombardia.it<br />
Chiamateci per informazioni!!!<br />
CAAF servizio assistenza fiscale.<br />
• compilazione dichiarazioni dei redditi<br />
(730/Unico)<br />
• calcolo imposte comunali (IMU, Tasi)<br />
• compilazione e trasmissione telematica RED INPS/<br />
ICRIC/ICLAV/ACCAS-PS<br />
• compilazione dichiarazioni di successione e domande<br />
di voltura catastale<br />
• compilazione ISEE e pratiche di Bonus sociale energia<br />
e gas<br />
• servizio colf e badanti (assistenza ai cittadini che impiegano<br />
lavoratori domestici nelle pratiche di assunzione<br />
e cessazione del rapporto di lavoro, gestione<br />
buste paga, compilazione bollettini contributi Inps,<br />
calcolo TFR)<br />
• assistenza nel contenzioso tributario<br />
L’Ufficio cura i rapporti con le amministrazioni<br />
per:<br />
• permessi di soggiorno<br />
• ricongiungimenti<br />
• domande di cittadinanza<br />
• test di lingua italiana e pratiche diverse<br />
Nelle principali sedi, sempre su appuntamento.<br />
Siamo presenti da diversi anni presso<br />
Camera del Lavoro di Malpensa<br />
- Case Nuove - di Somma Lombardo,<br />
in via della Chiesa n.30<br />
18
ARIETE: Evitate assemblee<br />
e riunioni di qualsiasi<br />
genere. Non andateci, inventate<br />
scuse, o datevi<br />
per malati. Il tempo che vi<br />
avanzerà, usatelo per fare<br />
quello che continuavate a<br />
rimandare e che vi piace<br />
per davvero.<br />
LE<strong>ON</strong>E: E’ inutile che<br />
togliate dal collo il tesserino<br />
aereoportuale nel tragitto<br />
tra il posto di lavoro e<br />
il parcheggio. I passeggeri<br />
vi riconosceranno comunque.<br />
Sacrificatevi alle varie<br />
indicazioni con il solito<br />
frizzante “entusiasmo”.<br />
SAGITTARIO: Incontrate<br />
il vostro ex al banco checkin,<br />
felice con la sua bellissima<br />
famiglia. Iscrivetevi<br />
immediatamente ad un<br />
corso di yoga e stabilite le<br />
date per il cammino di<br />
Santiago di Compostela<br />
(consigliamo il percorso<br />
tradizionale).<br />
TORO: Per uno strano<br />
equivoco vi siete sposati e<br />
continuando sulla strada<br />
dei fraintendimenti vi siete<br />
pure separati. Nonostante<br />
sembri una triste storia,<br />
per fortuna tutto è bene<br />
quel che finisce bene.<br />
VERGINE: Ogni tanto<br />
prendete una pausa e fermatevi<br />
ad osservare le Alpi<br />
in lontananza. Spesso basta<br />
poco per ritrovare un<br />
po’ di pace…regalatevi un<br />
sorriso (con quello che<br />
avete pagato il dentista, mi<br />
sembra il minimo!!)<br />
CAPRICORNO: I pianeti<br />
girano a vostro favore, non<br />
siete mai fermi, nemmeno<br />
quando siete seduti. Avete<br />
tanta energia positiva, necessaria<br />
per illuminare il<br />
vostro mondo. Siete capaci<br />
di grandi cose. Cavalcate<br />
l’onda, buona vita!<br />
GEMELLI: Siete convinti di<br />
non poter uscire da questo<br />
periodo particolarmente impegnativo.<br />
Come diceva<br />
Confucio: “chi crede di farcela<br />
e chi crede di non farcela,<br />
di solito finiscono per<br />
aver entrambi ragione”.<br />
BILANCIA: “Tutto a posto<br />
ma niente è in ordine” è un<br />
po’ il vostro stile di vita. Con<br />
quella testa lì, sempre un<br />
po’ sospesa tra cielo e terra,<br />
non avreste potuto far altro<br />
che lavorare a Malpensa,<br />
l’aeroporto più pazzo del<br />
mondo.<br />
ACQUARIO: Fate da subito<br />
un elenco di 5 cose che non<br />
avete mai avuto il coraggio<br />
di fare. Poi fatele! Spesso ci<br />
costringiamo a vivere una<br />
vita che non avremmo mai<br />
desiderato per noi. OSARE è<br />
la vostra parola d’ordine.<br />
Volate alto!<br />
Di Emanuela Doggi<br />
Cancro: Vi piace troppo<br />
mangiare e bere, ma attenzione<br />
alla prova costume,<br />
che si rischia di arrivare<br />
impreparati. Le stelle consigliano<br />
alternative vantaggiose<br />
come una vacanza in<br />
montagna o tra le colline<br />
toscane.<br />
SCORPI<strong>ON</strong>E: I colleghi vi<br />
hanno regalato una gita<br />
fuori porta in pullman. Le<br />
stelle raccomandano cautela,<br />
il rischio è di tornare con<br />
un fido sul “groppone”. Dite<br />
no all’ennesima batteria di<br />
pentole (che poi, a voi, neppure<br />
servono!).<br />
PESCI: Avete tutto ma vi<br />
concentrate sempre su<br />
quello che vi manca. Siete<br />
Sognatori voi pesci, ma che<br />
magia quando passeggiate<br />
per i saloni enormi dell’aerostazione,<br />
affollati o meno,<br />
sembra sempre che vi troviate<br />
lì per caso…<br />
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