notiziario TORREFATTORI - Gruppo Triveneto Torrefattori di Caffè

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06 notiziario TORREFATTORI 07_2007 cadenza quasi settimanale, sono iniziate delle degustazioni di caffè mono origine abbinati al vino e qualche volta agli stuzzichini proposti dallo chef. Nata una decina di anni fa, l’enoteca Nanut è diventata un posto dove molti intenditori di vino amano tornare, per assaggiare gli ottimi vini offerti, per assaporare le tante specialità servite fredde (favolosi i formaggi!) e alcuni speciali piatti caldi, rigorosamente preparati espressi. La piccola sala interna, caratterizzata da un arredo semplice ma allo stesso tempo caldo ed accogliente, dalle caratteristiche pareti rosse e dalle lampade in stile maghrebino, rende l’ambiente intimo, ed esprime appieno la volontà del titolare di far sentire i clienti suoi veri e propri ospiti. Una delle caratteristiche di questa enoteca è la scelta di novità dei prodotti: più del 30% dei vini vengono cambiati ogni anno, per proporre sempre cose nuove, scoprire nuove case vinicole, con un occhio di riguardo a tutto quello che sta fuori dai nostri confini, seguendo un percorso di crescita e conoscenza degli avventori, stimo- lati così a sperimentare ed apprezzare una qualità mai scontata o commerciale. La scelta di sapori si è allargata a molte specialità: prodotti complementari al vino, come la cioccolata, o dedicati alla scoperta di sapori tipici, dagli olii alle marmellate, mostarde, aceti, pepi, verdure ripiene sottolio, sali. E poi il caffè, servito espresso durante il giorno e dopo i pasti, acquistato da uno specialista veronese dei caffè, e venduto a scaffale in particolari confezioni pregiate. Nasce proprio dalla volontà di Luca Nanut di scoprire nuove qualità che lo porta a sperimentare con vari esperti del settore, suoi clienti ed amici, nuove specialità di arabica e di robusta. E da qui hanno inizio le serate di degustazione organizzate assieme ad Andrej Godina, nelle quali si abbina in modo amabile il caffè al vino. Gli assaggi vengono organizzati partendo dal piano degustativo, mettendo assieme note aromatiche in comune tra il vino e il caffè, ad esempio le note aromatiche del cioccolato. I vini scelti sono spesso vini dolci, fortificati, come il madeira o il porto, ma sono stati sperimentati abbinamenti anche con dei bianchi e dei rossi secchi. Una delle ultime degustazioni abbinava ad un decaffeinato mono origine colombiano una bottiglia Magnum Riserva 1997 di Chianti (procedimento classico) della Ruffino, accompagnato da uno stuzzichino a base di prosciutto crudo. Personalmente ho partecipato alla degustazione del kopi luwak, caffè raro e prezioso, prodotto da chicchi che si trovano nelle feci dei Luwak, mammiferi notturni indonesiani. Considerato una vera prelibatezza, è stato abbinato ad un porto rosso, TAYLOR'S, Quinta de Vargellas, Vintage Port, Vendemmia 1987, imbottigliato nel 1989, 20,5%. Come dopo ogni degustazione, Andrej ha raccolto una scheda la valutazione per tutti coloro che hanno assaggiato il caffè e valutato l’abbinamento, e spedito dopo qualche giorno una mail riassuntiva: “Il gradimento medio degli intervenuti riguardo l'abbinamento è stato di 9/10... e questo la dice lunga
07_2007 sulla scelta, a mio parere, azzeccata del vino! La tazzina di kopi luwak lascia in bocca un retrogusto persistente, deciso (ma non troppo intenso) che ricorda un "amaro alle erbe"... al primo assaggio del porto, dopo il caffè, si ha una sensazione di addolcimento, si sente il grado alcolico elevato, il retrogusto del caffè lascia quindi posto alla piacevolezza e morbidezza del porto e, dopo qualche istante,... sorpresa... le sensazioni del kopi luwak riemergono, non più intense come prima ma piacevolmente integrate con quelle del porto...”. Saranno molte, in futuro, le degustazioni organizzate nella piccola enoteca a due passi dalla storica Piazza del Ponterosso. Verranno anche lanciati dei nuovi corsi, orientati più al gradimento del degustatore non professionista che non al tecnico del mestiere (a settembre si preannunciano due appuntamenti speciali dedicati ai vini di Borgogna e al marsala, che prevede l’apertura di una bottiglia datata 1930) e continuerà a consolidarsi il connubio vino-caffè, abbinamento settimanale davvero accattivante. ■ MOHAC, MOAK, MOKA: CITTÀ, TORREFAZIONE, CAFFÈ! di Giovanna Gelmi Come si dice Modica in Arabo? MOHAC! MOAK è oggi il nome della Torrefazione modicana per eccellenza e sinonimo di caffè a Modica, dove tutti i luoghi di consumo della nera pozione recano il suo stemma, simbolo di appartenenza al territorio e segno di grandissimo amore per lo stesso. “Tutti a Modica dovrebbero avere il Moak, perché è proprio di Modica!” Mi dice con piacere una ragazza, cameriera di un Agip, dove appena scesa da un Catania- Modica, provo la prima tazzina. Taccio e bevo: Ottimo! Non posso che adorarla: Dea del Caffè, Regina dell’ultima M, Mano del barista! No, dico: in un AGIP, per antonomasia luogo terroristico del gusto, mi viene servito un caffè con i fiocchi, sciropposo ed intenso, diverso dal mio modo di bere caffè ma comunque fatto a regola d’arte. Posso restare! Lo stupore di fronte alla Moak non si ferma qui, questo viaggio è destinato a riservarmi grandi sorprese. La promozione di caffè, cultura e territorio si sposano a Modica nella riuscitissima presentazione del Concorso Corto Moak e Concorso Letterario Moak, due rassegne dove l’arte del cortometraggio e dello scrivere trovano uno spazio interessante per esordienti, giovani o quasi, di fronte ad una giuria di tutto rispetto, quest’anno presieduta da Guido Conti, premio Campiello nel 1999 e per i corti da Pasquale Scimeca. “Il concorso nasce quasi per scherzo quando Sara Giunta è venuta nel mio ufficio per chiedermi di essere lo sponsor di un corso di scrittura creativa”- racconta Annalisa Spadola, che insieme al papà Giovanni ed al fratello Sandro, gestisce la Moak, azienda certificata ISO 9001 e ISO 14000, 5.000 metri quadrati di area produttiva, una filiale a Milano, 1.500 tonnellate di caffè tostato all’anno, 50 addetti diretti e 150 addetti nelle strutture collegate, presente in Italia, Europa, Nord America e Asia. Niente male se si pensa che agli inizi, 35 anni addietro, la Moak tostava 3 quintali e mezzo, su un'area di 40 metri quadrati con una tostatrice da 15kg! “L’idea mi è subito piaciuta- prosegue Annalisa - ma ho proposto che alla fine del corso venisse premiato il miglior racconto sul caffè.” Annalisa trasforma il corso in un concorso, uno sponsor in una piattaforma di rilievo nazionale. La famiglia Spadola dagli splendidi rilievi barocchi della sua Modica sa guardare lontano e lo fa anche attraverso queste iniziative che richiamano a Modica esponenti del mondo letterario, come Salvatore Ferlita, Gianni Bonina e Valeria Parrella e del mondo del cinema come Pasquale Scimeca, Sebastiano Gesù e Ignazio Agosta. Ogni anno arrivano alla Segreteria dei Concorsi, ormai alla sua sesta edizione per i racconti alla seconda per i corti, più di trecento inediti ed una cinquantina di cortometraggi sul caffè, da tutta l’Italia e cosa molto interessante anche da italiani residenti all’estero; anche ai tempi di internet il caffè rimane un elemento che fa sentire in Italia, in città, nel proprio quartiere, nella propria via, a casa! “Molti mi chiedono di trasformare il Concorso letterario Moak in un concorso per scrittori già editi ma io preferisco l’inedito – continua la Spadola – perché è notiziario TORREFATTORI 07 una soddisfazione sapere che chi inizia a scrivere trova una leva per pubblicare e continuare proprio grazie al Concorso Moak...” Sensibile, oltre che intelligente, Annalisa, e lo dimostra anche in pieno palco quando in occasione della premiazione, nella splendida cornice di Baia Samuele, ringrazia senza falso calore tutte le persone che ogni giorno lavorano in Moak e rendono possibile l’esistenza dell’azienda. segue a pag. 8
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