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Il Quartiere - Anno V - Numero III

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STORIA<br />

LA VERGINE DELLA MERCEDE E LA GRAZIA DI GUAYAQUIL<br />

UNA GUARIGIONE MIRACOLOSA DALLA FEBBRE GIALLA INDUSSE L’EMIGRANTE SANREMESE A ERIGERE LA PRIMA CHIESA DEL RIONE<br />

Andrea Gandolfo<br />

La storia della chiesa di<br />

San Martino a Sanremo<br />

è legata alle vicende della<br />

famiglia matuziana dei<br />

Parodi, il cui esponente<br />

Giovanni, detto “Jan”,<br />

era emigrato in Ecuador<br />

con la moglie Luigia<br />

Goeta in cerca di fortuna,<br />

stabilendosi nel 1888<br />

nel paese sudamericano,<br />

dove i due coniugi sanremesi<br />

avevano impiantato<br />

un’attività commerciale.<br />

Quando si trovavano<br />

nella città di Guayaquil,<br />

durante un afoso inverno<br />

tropicale del 1893, Giovanni<br />

Parodi fu colpito<br />

da un violento attacco di<br />

febbre gialla che lo ridusse<br />

in fin di vita, tanto che<br />

i medici accorsi subito al<br />

suo capezzale non nascosero<br />

la loro viva preoccupazione<br />

sulle condizioni<br />

disperate del paziente,<br />

al quale gli stessi dottori<br />

non diedero più di un<br />

giorno di vita.<br />

Profondamente sgomenta<br />

e affranta, la signora<br />

Parodi, che era<br />

una donna estremamente<br />

pia e devota, decise<br />

di recarsi presso la vicina<br />

cattedrale di Nostra<br />

Signora della Mercede,<br />

una madonna assai venerata<br />

nei paesi di cultura<br />

iberica e alla quale si<br />

suole attribuire il potere<br />

di proteggere gli schiavi<br />

e i prigionieri in genere;<br />

rivoltasi a Maria Vergine<br />

della Mercede, Luigia<br />

Goeta implorò la grazia<br />

per suo marito, pronunciando<br />

solenne voto che,<br />

al ritorno in patria, lei e il<br />

suo consorte si sarebbero<br />

fatti promotori dell’erezione<br />

di una chiesa dedicata<br />

alla Madonna della<br />

L’Iglesia de la Merced a Guayaquil<br />

Mercede nel loro rione<br />

d’origine, che era appunto<br />

quello di San Martino<br />

a Sanremo. Nella notte<br />

successiva all’accorata<br />

preghiera della signora<br />

Goeta, Giovanni Parodi<br />

si sentì miracolosamente<br />

molto meglio, tanto che<br />

quando, la mattina dopo,<br />

il medico curante giunse<br />

nella sua abitazione per<br />

constatare il decesso del<br />

paziente, trovò Giovanni<br />

perfettamente ristabilito<br />

e in ottime condizioni di<br />

salute.<br />

Rientrati in Italia intorno<br />

al 1900, i coniugi<br />

Parodi decisero di esaudire<br />

il voto fatto alla Madonna<br />

della Mercede in<br />

Ecuador e diedero incarico<br />

nel 1903 all’ingegnere<br />

nizzardo Giulio<br />

Franco Gilli, che aveva<br />

già eretto per il Parodi la<br />

Villa Mercede, di costruire<br />

una chiesa a fianco del<br />

parco della stessa villa,<br />

da mettere a disposizione<br />

dell’ormai numerosa<br />

popolazione del quartiere<br />

di San Martino, che<br />

lamentava da tempo la<br />

mancanza di un luogo<br />

di culto nel rione. <strong>Il</strong> nuovo<br />

edificio sacro, prospiciente<br />

corso Cavallotti e<br />

dedicato, come promesso<br />

a Guayaquil dalla signora<br />

Parodi, a Nostra Signora<br />

della Mercede, fu<br />

solennemente consacrato<br />

dal vescovo di Ventimiglia<br />

Ambrogio Daffra nel<br />

1903. Officiata nei primi<br />

anni come semplice cappella<br />

e affidata alle cure<br />

dei padri dell’Opera della<br />

Divina Provvidenza di<br />

don Luigi Orione, che vi<br />

celebravano una messa<br />

mattutina nei giorni feriali<br />

e le sacre funzioni la<br />

domenica, la chiesa, allo<br />

scopo di garantire alla<br />

popolazione del quartiere<br />

un più capillare servizio<br />

religioso, fu data in<br />

gestione negli anni Venti<br />

ai frati minori francescani,<br />

alla cui curia provinciale<br />

di Genova venne<br />

donata con regolare atto<br />

dai coniugi Parodi nel<br />

1935, rimanendo quindi<br />

affidata alla loro cura<br />

spirituale fino ai giorni<br />

nostri.<br />

Nel 1937, per via<br />

dell’incremento demografico<br />

del quartiere che<br />

aveva reso insufficiente<br />

la capienza della vecchia<br />

chiesa, all’unica navata<br />

centrale ne venne aggiunta<br />

un’altra aperta sul<br />

lato sinistro del fabbricato,<br />

progettata dall’architetto<br />

Silvio Gabbrielli<br />

e poi demolita alla metà<br />

degli anni Ottanta del secolo<br />

scorso allo scopo di<br />

ampliare ulteriormente<br />

l’edificio per renderlo più<br />

adeguato alle esigenze<br />

VIAGGIO ALLE ORIGINI DELLA DEVOZIONE DI JAN PARODI<br />

CORREVA L’ANNO 1903. CONCEPITA COME CAPPELLA CON UN’UNICA NAVATA CENTRALE, LA STRUTTURA FU IN SEGUITO AMPLIATA<br />

del numero sempre più<br />

alto di fedeli del quartiere.<br />

<strong>Il</strong> 31 ottobre 1938<br />

il vescovo di Ventimiglia<br />

Agostino Rousset aveva<br />

eretto la chiesa a parrocchia,<br />

affidata dallo stesso<br />

presule ai frati minori<br />

francescani, proprietari<br />

dell’edificio sacro, al<br />

quale fu trasferito, su autorizzazione<br />

della Congregazione<br />

concistoriale,<br />

il beneficio parrocchiale<br />

dalla chiesa di Santo<br />

Stefano, in modo tale da<br />

alleviare il disagio dei<br />

numerosi fedeli che avevano<br />

incontrato notevoli<br />

difficoltà a raggiungere<br />

le rispettive parrocchie<br />

per adempiere le pratiche<br />

religiose, e in particolare<br />

quelli del rione<br />

San Martino e della collina<br />

di Peiranze verso la<br />

chiesa di Santa Maria degli<br />

Angeli.<br />

Tra le opere d’arte<br />

presenti all’interno della<br />

chiesa si segnalano<br />

in particolare il dipinto<br />

Estasi di santa Rita da<br />

Cascia, realizzato da G.<br />

Tutte le foto presenti a pagina 6 e 7 sono tratte da Facebook (‘Parrocchia N.S. della Mercede Sanremo’)<br />

Rolando nel 1941 e collocato<br />

sopra l’altare sul<br />

lato destro della navata<br />

centrale, una statua<br />

in gesso della Madonna<br />

della Mercede, eseguita<br />

da un gruppo di artisti<br />

spagnoli di Barcellona e<br />

posta sopra l’altare maggiore,<br />

un grande Crocifisso<br />

ligneo, collocato sulla<br />

parete destra della navata<br />

centrale, un dipinto<br />

in cui è raffigurata Santa<br />

Elisabetta d’Ungheria,<br />

patrona dell’Ordine<br />

francescano secolare,<br />

una statua lignea di san<br />

Francesco d’Assisi, realizzata<br />

da Luigi Santifaller<br />

di Ortisei, due statue<br />

in legno raffiguranti rispettivamente<br />

San Giuseppe<br />

e Sant’Antonio da<br />

Padova, e quattordici caratteristici<br />

quadretti della<br />

Via Crucis.<br />

Inserzione a pagamento a cura di Giovanni Nezzo<br />

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