syndicom rivista N.12
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
Da molto tempo ci impegniamo per i diritti dei lavoratori della logistica, delle telecomunicazioni e dei media. Le buone condizioni di lavoro sono, e sono sempre state, il risultato di successi raggiunti insieme. Entra anche tu nel nostro movimento e crea il tuo futuro insieme a noi. L''unione fa la forza!
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<strong>syndicom</strong><br />
N. 12 Luglio-Agosto 2019<br />
<strong>rivista</strong><br />
I nostri<br />
colleghi<br />
robot
Pubblicità<br />
Corsi di perfezionamento<br />
per gli operatori<br />
del settore media<br />
Lavori nel settore mediatico, della comunicazione<br />
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da usare anche nel tempo libero. Helias<br />
è l’istituto di formazione comune dei sindacati<br />
<strong>syndicom</strong> e Syna nonché dell’associazione padronale<br />
dell’industria grafica Viscom. La direzione<br />
dell’istituto è in mano al reparto della formazione<br />
di <strong>syndicom</strong>.<br />
I nostri prossimi corsi<br />
Facebook e social media:<br />
opportunità per l’autopromozione (base)<br />
Idea Mapping come strumento di lavoro<br />
Facebook e social media:<br />
opportunità per l’autopromozione (workshop)<br />
9, 11, 16 e 18 settembre<br />
5 ottobre<br />
7, 9, 14 e 16 ottobre<br />
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Sommario<br />
4 Team vincenti<br />
5 Brevi ma utili<br />
6 Dalla parte degli altri<br />
7 L’ospite<br />
8 Dossier: colleghi robot<br />
16 Dalle professioni<br />
20 Garanzie per mytime 2.0<br />
22 Politica<br />
25 Diritto e diritti<br />
26 Idee<br />
27 Mille parole<br />
28 Eventi<br />
30 Un lavoro, una vita<br />
31 Cruciverba<br />
32 Inter-attivi<br />
Hej Siri! Ok Google!<br />
Ormai ci sembra normale chiedere informazioni<br />
al nostro telefonino o regolare la temperatura di<br />
casa a distanza. Tra qualche anno, ci parrà consueto<br />
avere un collega non umano, un robot<br />
intelligente capace di fare il nostro lavoro forse<br />
pure meglio di noi. Già oggi, i bus senza autista,<br />
i droni che consegnano pacchi e perfino i robot<br />
giornalisti ci stanno affiancando, come racconta<br />
il dossier di questo numero, interamente<br />
dedicato allo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale<br />
nei nostri settori.<br />
Se la loro evoluzione sarà rapida come in passato,<br />
presto avremo dei computer intelligenti<br />
quanto gli uomini, ma molto più veloci. Alcuni<br />
scienziati temono questo momento (detto<br />
«singolarità tecnologica»), perché a quel punto<br />
l’intelligenza artificiale potrebbe anche infischiarsene<br />
dei suoi creatori umani. Con gravi<br />
rischi per l’umanità. Speculazione teorica?<br />
Fantascienza apocalittica alla «Terminator»?<br />
Chissà.<br />
Intanto, come sindacato della digitalizzazione,<br />
dobbiamo vigilare affinché la politica imponga<br />
una digitalizzazione sociale, incentrata sul<br />
benessere dell’uomo. E poi chiedere una riduzione<br />
del tempo di lavoro e insistere sulla<br />
formazione. Perché, come afferma il professor<br />
Gambardella a pagina 22, le prossime generazioni<br />
dovranno sviluppare creatività, socialità,<br />
apertura mentale e senso critico. Cioè quelle<br />
caratteristiche tipicamente umane, che costituiscono<br />
l’intelligenza. Quella vera.<br />
4<br />
8<br />
22<br />
Giovanni Valerio, redattore <strong>syndicom</strong>
4<br />
Team vincenti<br />
Un CCL che vanta solo miglioramenti<br />
Christophe Demierre (53 anni)<br />
Ex meccanico di auto al garage della<br />
Posta, oggi è tecnico itinerante a Friburgo,<br />
ciò che consiste nel risolvere i<br />
problemi dell’insieme delle infrastrutture<br />
postali. Abita a Villargiroud (FR) ed<br />
è membro di <strong>syndicom</strong> (e del suo antenato<br />
Unione PTT) da ben 32 anni. È tuttora<br />
attivo, nella sezione di Ginevra.<br />
Ahmed Dakoumi (57 anni)<br />
Tecnico di riscaldamento, ventilazione,<br />
sanitari, elettricità, lavora dal 2011 alla<br />
Posta Immobili Management e Servizi<br />
SA (IMS) di Ginevra Montbrillant. Prima<br />
era responsabile del dipartimento elettricità<br />
di una clinica privata. Iscritto al<br />
sindacato da 32 anni, e da tre a <strong>syndicom</strong>,<br />
ne è il responsabile per la regione<br />
ginevrina.<br />
Christian Studer (49 anni)<br />
Tecnico itinerante per La Chaux-de-<br />
Fonds e Neuchâtel lavora da 29 anni<br />
alla Posta per IMS. È membro del sindacato<br />
da 29 anni. Da cinque presiede il<br />
comitato nazionale IMS.<br />
Testo: Sylvie Fischer<br />
Foto: François Graf<br />
Abbiamo raddrizzato<br />
la barra<br />
«La cosa più importante è che il nuovo<br />
Contratto Collettivo di Lavoro<br />
(CCL) non registra alcun peggioramento<br />
dello statuto degli impiegati.<br />
Al contrario, non abbiamo ottenuto<br />
che miglioramenti», afferma soddisfatto<br />
Christian Studer, che presiede<br />
la commissione delegata alla negoziazione<br />
del CCL di IMS. IMS, Posta<br />
Immobili Management e Servizi SA,<br />
è una società del gruppo La Posta<br />
con circa 1.500 dipendenti, specializzata<br />
nella gestione immobiliare degli<br />
edifici postali e di altri clienti.<br />
«La Posta voleva prorogare il CCL<br />
del 2017, noi invece volevamo dei<br />
miglioramenti poiché abbiamo perso<br />
molto», spiega Christophe Demierre.<br />
«I punti importanti per le trattative<br />
sono stati definiti con il personale,<br />
poi un sondaggio online ha permesso<br />
di determinarne l’effettiva importanza».<br />
La prima delle priorità è stata<br />
quella di instaurare un piano sociale<br />
per IMS: «Ne avremmo voluto uno<br />
come quello della Posta, ma questo<br />
contratto permette di ottenere in<br />
caso di licenziamento un’indennità<br />
proporzionale all’anzianità di servizio<br />
e all’età delle persone», continua.<br />
Ciò è stato accettato, così come anche<br />
il modulo salariale che permette<br />
un più grande aumento dei salari<br />
bassi.<br />
Una buona trattativa salariale ha<br />
permesso di ottenere un aumento<br />
non più sotto forma di gratifiche uniche,<br />
ma la cui ricezione fa adesso<br />
parte del salario. Soltanto alle persone<br />
evidentemente al di sotto della<br />
loro fascia salariale è stato dato un<br />
bonus unico di 500 franchi.<br />
Sarà aumentata l’indennità per i<br />
pasti e ai lavoratori itineranti verrà<br />
versato un forfait di 250 franchi,<br />
«un po’ più della metà di quello che<br />
chiedevamo». Un diritto al perfezionamento<br />
prevede il deferimento a<br />
un’istanza superiore in caso esso sia<br />
negato. Sono stati respinti i tre giorni<br />
di ferie supplementari richiesti per<br />
gli over 50 anni, mentre per tutti i<br />
collaboratori è stata introdotta una<br />
pausa pomeridiana aggiuntiva. Non è<br />
stato accettato per contro l’aumento<br />
dell’indennità di picchetto da 3,50 a<br />
5 franchi.<br />
Una delusione, come quella del<br />
riconoscimento al rincaro inferiore a<br />
quello della Posta. «Per questo bisogna<br />
che più lavoratori possibili si sindacalizzino».<br />
La loro vittoria mostra<br />
che ne vale la pena.
Brevi ma utili<br />
DMC, generoso piano sociale \ SecurePost, versamento unico \<br />
Congratulazioni! \ L’annuario in rete \ Con <strong>syndicom</strong> a Ferrara \<br />
Intelligenza artificiale a Lugano \ Contatti<br />
5<br />
DMC, generoso piano sociale<br />
I distributori di Direct Mail Company<br />
(DMC), una filiale della Posta, sono colpiti<br />
da importanti cambiamenti. Saranno<br />
infatti loro aggiunti 150 colleghi di Distriba<br />
SA, dopo l’acquisto di quest’ultima<br />
da parte di DMC. <strong>syndicom</strong> apprezza<br />
l’armonizzazione delle condizioni di<br />
lavoro, resta però aperta la questione<br />
del come questa armonizzazione sarà<br />
effettuata. Dal 2020, La Posta intende<br />
ridurre i giorni di distribuzione di DMC.<br />
Questa misura comporterà una diminuzione<br />
del tempo di lavoro per più di<br />
3mila distributori e quindi un peggioramento<br />
del loro salario. Di conseguenza,<br />
<strong>syndicom</strong> esige come misura attenuante<br />
un piano sociale generoso. Assemblee<br />
informative sono attualmente in<br />
corso in Svizzera tedesca e francese.<br />
SecurePost, versamento unico<br />
Dopo che SecurePost ha proposto un<br />
versamento di 200 e di 350 franchi supplementari<br />
in caso di realizzazione degli<br />
obiettivi, <strong>syndicom</strong> si è rivolto all’organo<br />
di conciliazione. Secondo gli indicatori<br />
economici, il loro raggiungimento risultava<br />
infatti difficile. Essendo i dipendenti<br />
dello stesso avviso, hanno rifiutato<br />
questa proposta. Raggiungendo un<br />
accordo su un versamento unico garantito<br />
di 450 franchi proporzionale al tasso<br />
di occupazione, <strong>syndicom</strong> ha dunque<br />
ottenuto, tramite mediazione, un miglioramento.<br />
In questo modo il versamento<br />
non è legato alle misure di<br />
risanamento, ma è attribuito senza condizioni<br />
a tutti gli impiegati sotto CCL.<br />
Con la proposta di SecurePost, sarebbero<br />
stati assegnati solo 200 franchi.<br />
Congratulazioni!<br />
Quattro colleghi di <strong>syndicom</strong> hanno ottenuto<br />
il diploma federale di segretario<br />
sindacale. Nella foto, da sinistra: Dietmar<br />
Helbig (San Gallo, Logistica), Azra<br />
Ganic (Zurigo, ICT), Adriano Troiano<br />
(Berna, Logistica) e Caroline Diethelm<br />
(Zurigo, servizi legali). In mezzo a loro,<br />
il presidente di <strong>syndicom</strong> Daniel Münger.<br />
Istituito nel 2010 e riconosciuto dalla<br />
Segreteria di stato per la formazione,<br />
la ricerca e l’innovazione (SEFRI), il<br />
corso fornisce nozioni giuridiche e per<br />
l’organizzazione di campagne. La formazione,<br />
presso Movendo, comprende<br />
dieci moduli obbligatori e nove giorni di<br />
approfondimento, per un totale di<br />
40 giorni.<br />
Info: valerie.boillat@movendo.ch<br />
L’annuario in rete<br />
Lo scorso anno il Consiglio svizzero<br />
della stampa ha esaminato più di cento<br />
ricorsi, estendendo il suo raggio<br />
d’azione anche ai media online e occupandosi<br />
di casi controversi (come la<br />
foto dei due bimbi siriani morti dopo un<br />
attacco ai gas tossici). Ne riferisce<br />
l’Annuario 2019, disponibile in rete in<br />
italiano, inglese, francese, tedesco e<br />
romancio, che contiene anche alcune<br />
riflessioni sui rapidi cambiamenti della<br />
professione. www.presserat.ch<br />
Con <strong>syndicom</strong> a Ferrara<br />
Dal 2007, la <strong>rivista</strong> “Internazionale” organizza<br />
a Ferrara un festival, con atelier,<br />
incontri e presentazioni di libri e<br />
film. La prossima edizione si terrà dal 4<br />
al 6 ottobre. <strong>syndicom</strong> offre agli iscritti<br />
del settore 3 (Stampa e media elettronici)<br />
la possibilità di parteciparvi a<br />
condizioni particolarmente interessanti.<br />
Info: nicola.morellato@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Intelligenza artificiale a Lugano<br />
Il 9 ottobre al LAC di Lugano, IDSIA e<br />
Fondazione IBSA organizzano un forum<br />
sul ruolo dell’Intelligenza artificiale (IA)<br />
nello scenario farmaceutico e biomedico.<br />
Tra gli interventi aperti al pubblico,<br />
il ricercatore IBM Alessandro Curioni<br />
parlerà del futuro delle scoperte grazie<br />
all’IA. Info: ibsafoundation.org<br />
Contatti<br />
Segretariato <strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano<br />
e-mail: info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno<br />
Orari: lu e gio 8.00-12.00<br />
ma-me-ve 13.30-17.30<br />
Tel. 058 817 19 61, Fax 058 817 19 66<br />
Gruppo Pensionati Ticino e Moesano<br />
http://ig.<strong>syndicom</strong>.ch/it/pensionati/<br />
gruppo-regionale.<br />
e-mail: ernesto.fenner@bluewin.ch<br />
Agenda<br />
Settembre<br />
19<br />
Visita alla miniera di Sessa<br />
Organizzata dal GI Pensionati Ticino e<br />
Moesano. Costo CHF 12.- per persona.<br />
Iscrizione obbligatoria entro il<br />
6 settembre a info@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
21<br />
Mondo al parco<br />
Lugano, Parco Ciani. Giornata dedicata<br />
alle ONG, associazioni e comunità di<br />
stranieri della Svizzera italiana.<br />
www.fosit.ch<br />
28<br />
Cl!ma di cambiamento<br />
Berna, Piazza federale, ore 13.00.<br />
Manifestazione nazionale per la<br />
giustizia climatica e una politica<br />
climatica ambiziosa.<br />
www.alleanza-clima.ch<br />
Ottobre<br />
4-6<br />
Festival di Internazionale<br />
A Ferrara, dibattiti, film e atelier con<br />
ospiti di tutto il mondo. Una delegazione<br />
di professionisti dei media di <strong>syndicom</strong><br />
segue la manifestazione.<br />
www.internazionale.it/festival<br />
9-13<br />
Film Festival Diritti Umani<br />
Lugano, Cinema Corso<br />
<strong>syndicom</strong> Ticino e Moesano invita i<br />
suoi soci a una proiezione cinematografica<br />
sul tema del lavoro.<br />
www.festivaldirittiumani.ch<br />
17<br />
Castagnata annuale GI<br />
Pensionati Ticino e Moesano<br />
Cureglia, Grotto ticinese.<br />
Iscrizioni entro il 4 ottobre a<br />
info@<strong>syndicom</strong>.ch o allo 058 817 18 18.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/agenda
6 Dalla parte<br />
Martina Müggler è responsabile Strategia e Innovazione di<br />
degli altri<br />
AutoPostale e membro della sua direzione. Dal 2014 ha diretto<br />
l’unità di Sviluppo della mobilità dell’azienda e portato a<br />
termine il progetto di navetta automatizzata (SmartShuttle).<br />
1<br />
Nel settembre 2017, Autopostale<br />
stilava un bilancio positivo dei due<br />
bus a guida automatizzata in circolazione<br />
a Sion. A che punto siamo oggi?<br />
Considerato l’enorme interesse, la<br />
città di Sion aveva chiesto ad Autopostale<br />
di prolungare il periodo di<br />
prova oltre la fine del 2017. Il 23 giugno<br />
2019 abbiamo dunque celebrato<br />
i tre anni del loro utilizzo. Nel frattempo,<br />
abbiamo aggiunto una linea<br />
alla stazione di Sion, integrato dei semafori<br />
sul percorso e trasportato circa<br />
50mila passeggeri. In generale, il<br />
giudizio dei clienti è molto positivo.<br />
2<br />
Qual è stato il budget necessario alla<br />
realizzazione di questo progetto?<br />
Si tratta di un partenariato fra Auto-<br />
Postale e altri enti (città di Sion, Canton<br />
Vallese, EPFL, costruttore navya<br />
ecc.)? Esattamente, chi paga cosa?<br />
Non possiamo comunicare le cifre del<br />
budget complessivo. Dapprima il progetto<br />
è stato finanziato tramite il fondo<br />
per l’innovazione della Posta<br />
(430 milioni in totale, ndr), ma in seguito<br />
sono subentrati la città di Sion<br />
e dei partner nel farsi carico dell’insieme<br />
dei costi (v. in pagina).<br />
3<br />
Alcune tratte attualmente servite da<br />
conducenti potranno essere sfruttate<br />
da questi bus autonomi?<br />
Le navette automatizzate sono una<br />
misura complementare ai bus convenzionali<br />
guidati dai nostri autisti.<br />
Esse assicurano la mobilità nell’ultimo<br />
chilometro. Non si tratta quindi<br />
di rimpiazzare delle linee esistenti.<br />
È un’offerta supplementare per quei<br />
posti dove le soluzioni di mobilità<br />
non esistono ancora o dove i bus convenzionali<br />
avrebbero, per esempio a<br />
causa della loro dimensione o dei<br />
problemi di accesso.<br />
4<br />
Ci si può immaginare che delle tratte<br />
difficili, per esempio in montagna,<br />
potrebbero presto essere servite<br />
tramite bus a guida automatizzata?<br />
Le navette sono ideali sulle corte distanze,<br />
ma attualmente la tecnologia<br />
non è ancora sufficientemente sviluppata<br />
per questo tipo di applicazioni.<br />
Dei tragitti troppo complicati o delle<br />
condizioni meteo difficili (neve, forti<br />
piogge) restano una sfida. Grandi<br />
progressi sono raggiunti grazie a progetti<br />
come quello di Sion, i cui percorsi<br />
utilizzati vengono resi vieppiù<br />
complessi.<br />
5<br />
Si può ipotizzare quando e dove tutto<br />
questo sarà un giorno possibile?<br />
Anche se stiamo facendo dei passi<br />
avanti con progetti simili a quello di<br />
Sion, la tecnologia deve essere ancora<br />
notevolmente sviluppata. Inoltre, la<br />
regolamentazione necessaria che permetterebbe<br />
un utilizzo regolare dei<br />
bus automatizzati, senza conducenti,<br />
non è ancora in vigore. Autopostale<br />
resta attivo in questo campo e conta<br />
di effettuare nuovi tentativi pilota su<br />
tragitti sempre più complessi in futuro,<br />
senza poterne ora dire di più.<br />
6<br />
Autopostale ha stimato il numero<br />
di autisti che potrebbero essere<br />
sostituiti da bus automatizzati?<br />
Non ci saranno sostituzioni di questo<br />
tipo. Al contrario: secondo le stime<br />
del Consiglio federale la richiesta di<br />
trasporti pubblici aumenterà del 51%<br />
entro il 2040. Autopostale avrà dunque<br />
bisogno di più conducenti. Solo<br />
l’apertura del tunnel ferroviario del<br />
Monte Ceneri, nel dicembre 2020,<br />
creerà una domanda considerevole di<br />
personale. Le navette automatizzate<br />
resteranno una misura complementare<br />
ai bus guidati dai nostri autisti.<br />
Testo: Sylvie Fischer<br />
Foto: AutoPostale
L’ospite<br />
La digitalizzazione è un fattore<br />
chiave per la diffusione a livello mondiale di<br />
nuove e spesso precarie forme di occupazione.<br />
Il lavoro e i servizi sono sempre più organizzati<br />
attraverso piattaforme digitali. Piattaforme<br />
come Uber non sono considerate dei datori di<br />
lavoro ed esternalizzano il più possibile tutti i rischi<br />
ai clienti e ai dipendenti della piattaforma.<br />
Lo sviluppo tecnologico continua a cambiare i<br />
contenuti e l’intensità del lavoro. Molti lavoratori<br />
sono sostituiti da robot o algoritmi. Nascono<br />
così nuovi lavori che richiedono qualifiche diverse.<br />
I requisiti richiesti ai dipendenti aumentano.<br />
La tecnologia odierna consente inoltre un monitoraggio<br />
sempre più sofisticato. Come se non<br />
bastasse, l’uso onnipresente di smartphone e<br />
notebook sta facendo scomparire i confini tra<br />
casa e lavoro. Ciò comporta una maggiore autonomia,<br />
ma può anche influire sulla salute.<br />
La digitalizzazione non si può fermare. Invece,<br />
stabilire in quali condizioni le piattaforme gestiscono<br />
la propria attività, quale monitoraggio è<br />
consentito, come registrare e controllare gli<br />
orari di lavoro; è possibile gestire tutto ciò, non<br />
si tratta di un fenomeno naturale. Ciò è noto<br />
anche a quegli ambienti che chiedono una riduzione<br />
della regolamentazione esistente (libera<br />
circolazione per Uber, liberalizzazione dell’orario<br />
di lavoro, ecc.). Si tratta di contrastare, chiamare<br />
per nome e combattere i pericoli dell’occupazione<br />
tramite piattaforme. Il mondo del lavoro si<br />
trova a un bivio. La digitalizzazione offre l’opportunità<br />
di liberarsi dal lavoro monotono e di<br />
permettere una flessibilità al servizio degli interessi<br />
dei dipendenti e delle aziende. Ciò richiede<br />
sindacati forti e più democrazia sul posto di lavoro.<br />
Le alternative sono l’erosione della tutela<br />
del diritto del lavoro, la perdita della sicurezza<br />
sociale e il totale monitoraggio da parte di una<br />
tecnologia che non è «arginata» da barriere<br />
giuridiche. L’innovazione consiste nell’utilizzare<br />
il progresso tecnologico in modo tale da essere<br />
utile a tutti e non solo a pochi.<br />
Un monitoraggio<br />
sempre più sofisticato<br />
Dopo una formazione come operatore<br />
sociale a Berna, Kurt Pärli ha studiato<br />
diritto a Friburgo. Ha lavorato come<br />
giurista e operatore sociale e ha svolto<br />
la sua tesi in diritto del lavoro all’università<br />
di San Gallo sotto la direzione<br />
del prof. Thomas Geiser. È stato ricercatore<br />
invitato all’università di Berkeley<br />
(California) e all’Istituto di diritto del lavoro<br />
a Londra. Dal febbraio 2016 insegna<br />
diritto privato sociale all’università di<br />
Basilea.<br />
7
Ci rubano il lavoro ad AutoPostale, nei call center e nei media.<br />
L’intelligenza artificiale controlla il mondo del lavoro.<br />
Noi la alimentiamo. Diventando il proletariato dei clic.<br />
GPT-2, l’intelligenza artificiale per il dominio del pianeta.<br />
Dossier 9<br />
robot
10 Dossier<br />
I colleghi di lamiera sono fra noi. Nelle fabbriche.<br />
Guidano gli autopostali. Scrivono i nostri<br />
articoli. E sono pronti a sostituire un milione<br />
di posti di lavoro. Gli stacchiamo la spina?<br />
No, meglio ancora: usiamoli per una vita e un<br />
lavoro migliore. Il digitale deve essere sociale.<br />
Testo: Sylvie Fischer, Oliver Fahrni<br />
Foto: Hélène Tobler<br />
Tra sedici anni l’Intelligenza artificiale (IA) prenderà il sopravvento<br />
sull’umanità. Lo sostengono le persone che vi<br />
stanno lavorando. Oppure dei veri pionieri in questo ambito,<br />
come ad esempio il docente MIT e imprenditore Ray<br />
Kurzweil, considerato un genio della tecnologia.<br />
Questa rivoluzione, si suppone, avverrà all’improvviso.<br />
Probabilmente a seguito di un’«esplosione d’intelligenza»,<br />
computer e robot ad autoapprendimento e intercomunicanti<br />
fra loro diventeranno di colpo talmente intelligenti<br />
da non aver più bisogno dell’uomo. E l’uomo da parte sua<br />
non comprenderà più cosa stia combinando l’IA.<br />
Tuttavia, esiste una piccola consolazione: questa «singolarità<br />
tecnologica» avrebbe in effetti già dovuto verificarsi,<br />
ma è stata più volte annullata. In compenso l’Intelligenza<br />
artificiale ha ora addirittura una propria chiesa,<br />
«Way of the Future», fondata dal pioniere delle nuove tecnologie<br />
Anthony Levandovski.<br />
A cosa servirà una preghiera di supplica all’IA, quando<br />
arriveranno le macchine mortali? Nel 2015, mille esperti<br />
della Silicon Valley hanno avvertito con una lettera aperta<br />
rivolta all’umanità che le macchine avrebbero potuto mettersi<br />
in proprio per far estinguere la specie umana. Un’idea<br />
pazza? La lettera portava le firme dell’astrofisico Stephen<br />
Hawking, di Steve Wozniak, cofondatore della Apple,<br />
dell’amministratore delegato di Tesla, Elon Musk, nonché<br />
di diverse personalità del calibro di Demis Hassabis,<br />
a capo di «Deep Mind», la divisione dedicata all’Intelligenza<br />
artificiale di Google. Non si trattava di una combriccola<br />
di luddisti. Loro sì, che se ne intendono.<br />
Il loro pianeta dei robot è inquietante e affascinante<br />
allo stesso tempo. Eppure dalla pubblicazione del romanzo<br />
«1984» di George Orwell sappiamo che le utopie negative<br />
servono a nascondere un’evoluzione che è già in corso,<br />
ma che viene ingannevolmente collocata nel futuro. Questo<br />
falsa il nostro sguardo sulla realtà.<br />
Il pianeta dei robot<br />
I robot sanno fare tanto perché noi glielo<br />
insegniamo. Ma ora vogliamo qualcosa<br />
in cambio. Per esempio più tempo libero.<br />
I robot sono tra di noi già da tempo. Non sono soltanto<br />
gentili come «Spot Mini», il cane robot in grado di aprire<br />
le porte, oppure i classici robot addetti alla produzione,<br />
dei quali quasi ogni anno ne vengono impiegati circa<br />
400mila. Noi viviamo e lavoriamo con robot sotto ogni forma.<br />
Con macchine linguistiche, droni, robot inservienti,<br />
strumenti di controllo, social media bots, ecc. Lavorano<br />
per noi e con noi. Oppure, e questo avviene sempre più<br />
spesso, esattamente al contrario: lavorano con noi (spesso<br />
senza che lo sappiamo) e noi per loro. Perché ad ogni clic<br />
alleniamo i loro algoritmi, la loro intelligenza artificiale.<br />
Li correggiamo costantemente e li alimentiamo con i dati<br />
di cui hanno bisogno per sostituirci. Siamo i loro proletari<br />
digitali. Solo che spesso non vogliamo crederci. Queste<br />
macchine di IA hanno suddiviso la nostra vita in zero e<br />
uno, ci hanno digitalizzato. Talvolta ci fa comodo, quando<br />
ad esempio un cellulare cinese in una rete francese dopo<br />
due SMS da Berna improvvisamente propone delle correzioni<br />
in svizzero tedesco. Ma cosa sanno di me Huawei e il<br />
mio operatore telefonico a Marsiglia?<br />
Le macchine intelligenti prendono sempre più decisioni<br />
al nostro posto. Ad esempio il robot d’investimento<br />
di PostFinance, che pensa di conoscermi meglio di me. I<br />
robot ci controllano e non sfugge loro quasi nulla, come<br />
stanno imparando sulla loro pelle gli addetti ai call center.<br />
Non passano inosservati nessuna loro esitazione, nessun<br />
rallentamento dell’attività, nessun impeto emotivo. E<br />
neppure gli errori. Non sono i superiori a intervenire, bensì<br />
l’IA: interrompe, rimprovera, fornisce istruzioni. La<br />
macchina è il capo.<br />
Tali tecniche vengono impiegate in sempre più ambiti<br />
professionali creando uno stress che richiede un intervento<br />
urgente da parte della medicina del lavoro. Il vero obiettivo<br />
di queste forme di IA consiste nell’assorbire così tante<br />
conoscenze e know-how dell’attività e comunicazione<br />
umana («manualità e linguaggio») da poter controllare,<br />
anticipare e imitare le persone. Così la macchina dovrà comunicare<br />
all’azionista: questo lavoro è razionalizzabile.<br />
Ma il robot è un pezzo di lamiera o silicio, non ha una volontà<br />
propria, nessuna personalità di sfruttamento. È programmato<br />
appositamente. Con software semplici ed esecutivi.<br />
Inoltre – questa è la caratteristica dell’Intelligenza<br />
artificiale –, con metacomandi come: cerca le possibilità<br />
per rendere il processo lavorativo X volte più efficiente,<br />
più economico e indipendente dall’uomo.<br />
Migliorare la vita e il lavoro grazie alla tecnologia<br />
Il robot e l’Intelligenza artificiale restano comunque solo<br />
il braccio armato del capitale nel rapporto di forza con il<br />
lavoro. Se gli azionisti e i loro manager scommettono sulla<br />
digitalizzazione con programmi di innovazione da miliardi,<br />
la logica elementare vuole che questo serva a raggiungere<br />
due obiettivi. In primo luogo vogliono competere<br />
sul mercato. E in secondo luogo il lavoro umano deve essere<br />
per quanto possibile eliminato o quantomeno radicalmente<br />
riorganizzato.<br />
Gli esperti<br />
mettono<br />
in guardia<br />
contro le<br />
macchine
Chiaramente ciò avviene in maniera scontata, come se<br />
non ci fosse nulla di nuovo sotto il sole. È molto inquietante<br />
affrontare le curve sulle strade di montagna del Vallese<br />
a bordo di un autopostale senza conducente. Ma no, assicura<br />
AutoPostale, non si tratta di prevenire gli scioperi, diminuire<br />
le assenze per malattia oppure addirittura ridurre<br />
il personale quando il gruppo svilupperà autobus che si<br />
guidano da soli. Eppure il progetto continua a essere portato<br />
avanti in grande stile. A Sion (vedi articolo a pagina 6)<br />
i veicoli di AutoPostale imparano ogni giorno a gestire<br />
sempre meglio le difficoltà del funzionamento senza conducente.<br />
L’autista dei Grigioni o della Val d’Anniviers che<br />
crede che solo una persona in carne e ossa sia in grado di<br />
condurre un autobus in tutta sicurezza attraverso zone di<br />
caduta massi e curve sull’orlo del precipizio, sottovaluta le<br />
potenzialità dell’Intelligenza artificiale. La sua spiccata<br />
etica professionale lo rende un involontario complice della<br />
sua stessa soppressione, quando insegnerà ai robot tutto<br />
ciò che ha appreso in tanti anni di lavoro. Come fanno<br />
ad esempio i due «accompagnatori» nello «Smart Shuttle»<br />
di Sion raffigurati con le braccia conserte nella nostra immagine<br />
(vedi articolo di Adriano Troiano a pagina 11).<br />
«I lavoratori non si rendono conto che<br />
l’automazione mette in pericolo i loro posti»<br />
Adriano Troiano è responsabile regionale<br />
al segretariato bernese di <strong>syndicom</strong><br />
e ha appena ottenuto il nuovo brevetto<br />
federale di segretario sindacale (vedere<br />
a p. 5). Il suo lavoro di diploma dal titolo<br />
«La logistica del futuro: droni e veicoli<br />
autonomi. I robot rimpiazzeranno presto<br />
gli esseri umani nella distribuzione<br />
di pacchi?» ha anche ricevuto un premio<br />
in quanto il più originale. I lavoratori<br />
che egli incontra come sindacalista hanno paura di questa<br />
evoluzione? «No, purtroppo no. Gli autisti di AutoPostale non<br />
credono che il loro lavoro possa essere sostituito in futuro<br />
con dei bus automatizzati. Pensano che ciò concernerà solo<br />
la prossima generazione. Si sottostima il fatto che i lavoratori<br />
dovrebbero formarsi per affrontare questo cambiamento già<br />
in atto. Basta vedere l’interesse che Galliker, una delle più importanti<br />
aziende di trasporto in Svizzera, mostra verso l’automatizzazione<br />
nella logistica. A me, invece, questa evoluzione<br />
fa un po’ paura. Ho visto un reportage su una fabbrica in Cina<br />
dove vi era un’unica persona incaricata del controllo. Tutto va<br />
molto più in fretta con l’automatizzazione della produzione e<br />
della consegna dei pacchi, e il capitalismo si rifiuterà di pagare<br />
le persone delle quali non ha più bisogno. Per questo motivo<br />
dobbiamo esigere da oggi una riduzione del tempo di lavoro<br />
senza riduzione di salario. Questa rivendicazione dovrebbe<br />
essere quella di tutti i sindacati, su un piano europeo».<br />
Perché ti sei interessato alla questione? «Avevo visto un reportage<br />
sulla consegna tramite droni utilizzati da Amazon e<br />
anche i video della Posta che distribuisce campioni di laboratorio<br />
attraverso questo mezzo. Così come per la città e<br />
l’agglomerato di Berna, dove sono consegnati giornalmente<br />
20mila pacchi, questa non può essere una soluzione generale.<br />
Per consegne specifiche, come viene fatto attualmente, i<br />
droni dovranno evolvere e svilupparsi ancora. Per il momento<br />
solo delle batterie più grosse permetterebbero il trasporto di<br />
carichi più pesanti, e questo è ora un problema. Le case connesse<br />
potrebbero anche predisporre degli accessi per i robot,<br />
rendendo così superflui i fattorini. Ad oggi, gli incidenti occorsi<br />
a droni in Svizzera e negli USA hanno un po’ raffreddato<br />
gli animi, e lo scandalo di AutoPostale ha ridotto i fondi disponibili.<br />
A tutto ciò si aggiunge l’insicurezza su che cosa si abbia<br />
diritto di fare o no legalmente».<br />
Questi esperimenti sono molto costosi. Non sarebbe meglio<br />
impiegare questi soldi nel mantenimento di un servizio pubblico<br />
efficiente? «Non si può frenare questa evoluzione, anche<br />
se da parte mia preferirei mantenere dei posti di lavoro.<br />
Temo una Posta a due velocità, con dei depositi automatici<br />
dove i clienti dovranno recarsi per ritirare la merce. Se desiderassero<br />
invece una consegna a domicilio, sarebbe più cara».
12 Dossier<br />
Lo stesso vale per i robot addetti alla consegna della<br />
Posta di Zurigo oppure per i droni addetti al recapito dei<br />
pacchi che dopo 3500 voli e alcuni incidenti restano per il<br />
momento a terra. Nessuno pensa che la Posta prima o poi<br />
trasporterà i suoi 138 milioni di pacchi tramite droni. Per<br />
il gigante giallo si tratta di testare tecniche, sondare (e allentare)<br />
leggi e regolamenti e acquisire la conoscenza logistica<br />
pratica dei suoi collaboratori sotto forma di IA.<br />
In questo modo stanno attualmente scomparendo intere<br />
professioni in molti rami economici. Soppressione<br />
del mio lavoro attraverso il mio lavoro. In soli dodici anni,<br />
è quanto sostengono i consulenti aziendali di McKinsey,<br />
in Svizzera saranno sacrificati da 1 a 1,2 milioni di posti di<br />
lavoro a seguito della digitalizzazione (vedi pagina 15).<br />
Che fare quindi? Dovremmo opporci? Si tratta di<br />
un’opzione difficile. Meglio usare le nostre capacità organizzative,<br />
il nostro potere negoziale e quello istituzionale<br />
per ottenere con la digitalizzazione un lavoro e una vita<br />
migliori. Tutto parte dal principio sindacale più semplice:<br />
volete che addestriamo le vostre macchine? Lo faremo<br />
solo in cambio di qualcosa.<br />
La produttività aumenta vertiginosamente. Benissimo.<br />
Riduciamo l’orario di lavoro. E di molto. In questo<br />
modo guadagniamo in qualità di vita e sviluppiamo la nostra<br />
creatività. Voi dite che le nostre qualifiche invecchiano<br />
rapidamente? Molto bene, istituiamo il diritto alla formazione<br />
e al perfezionamento permanente, all’apprendimento<br />
in età avanzata, ecc. Create tanti lavori precari su<br />
piattaforma e digitali? Okay, ma il precariato non va bene.<br />
Ogni lavoro deve essere regolato da un contratto di lavoro<br />
universale. Volete automatizzare? Bene, anche a noi alcuni<br />
lavori fanno schifo. Create tanti posti di lavoro migliori.<br />
Invece di lavoretti<br />
sulle piattaforme,<br />
perché non creare<br />
impieghi migliori?<br />
Ci sarebbe ancora molto da dire.<br />
Se si riuscisse a usare la digitalizzazione per una miglior<br />
ripartizione del benessere, non dovremmo alla fine<br />
incaricare il «meccanico turco». Questa piattaforma di<br />
Amazon si chiama veramente così (www.mturk.com),<br />
come il robot degli scacchi del 1769, che celava in realtà<br />
un giocatore in carne e ossa. Un nome eloquente. Il colosso<br />
Amazon che fa sgobbare i suoi dipendenti a pessime<br />
condizioni, offre ai committenti la possibilità di trovare<br />
proletari digitali a fronte di salari ancora peggiori. Si inizia,<br />
come si legge nelle condizioni commerciali, con «0,1<br />
centesimi per ogni lavoro».<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/tematiche/dossier/digitalizzazione-del-posto-di-lavoro
Dossier<br />
Un futuro di apparecchi xenofobi<br />
e algoritmi micidiali<br />
13<br />
Finora le multinazionali e gli Stati nutrivano<br />
poco interesse nei suoi confronti. Ora invece<br />
gli investimenti nell’intelligenza artificiale sono<br />
esplosi. Perché in ballo c’è l’egemonia mondiale.<br />
Testo: Oliver Fahrni<br />
Siete sicuri che l’articolo che state leggendo l’abbia scritto<br />
davvero un essere umano? Uno autentico, che si firma e al<br />
quale potete dire, come lo ha fatto una volta Peter Bichsel<br />
con me: «Fahrni, ma cosa stai farfugliando?».<br />
La verità è che no, questa certezza non ce l’avete più.<br />
Già nel 2016 il Washington Post ha pubblicato 850 articoli<br />
redatti da un «eliografo», ovvero da un «reporter robot».<br />
Praticamente un computer pilotato da un algoritmo di<br />
scrittura. Alcuni articoli trattavano dei giochi olimpici<br />
estivi a Rio. Trasformare risultati sportivi o quotazioni di<br />
borsa automaticamente in articoli è relativamente semplice.<br />
Il problema è che 500 articoli robot del Washington<br />
Post riguardavano anche le elezioni presidenziali americane.<br />
E nessuno se n’è accorto. Quelle storie hanno generato<br />
mezzo milione di clic.<br />
GPT-2: troppo pericoloso per questo mondo<br />
Tutto questo succedeva tre anni fa, cioè ai tempi dei dinosauri,<br />
considerando la nostra era digitale ultraveloce. «Intelligenza<br />
artificiale» (IA, analizzeremo più avanti questo<br />
termine) e i suoi strumenti per produrre contenuti artificiali<br />
diventano sempre più efficienti con ogni giorno che<br />
passa. In tutto il mondo migliaia di squadre lavorano a un<br />
ritmo elevato per creare nuovi «Content Creation Tools»,<br />
finanziati da colossi come Google (Alphabet), Amazon, Facebook,<br />
Microsoft, Apple, da banche e hedge fund. A febbraio<br />
2019 il think tank «OpenAI» ha annunciato di aver<br />
sviluppato un’intelligenza artificiale «talmente pericolosa»<br />
da non poterne svelare la formula. Infatti, ha affermato,<br />
ciò che passa sotto il nome di «GPT-2» potrebbe produrre<br />
contenuti totalmente ingannevoli, i cosiddetti deepfake,<br />
che non sarebbero più identificabili come un falso. Per<br />
dare un’idea: filmati che sembrano autentici nei quali il<br />
presidente americano Donald Trump decapita con le proprie<br />
mani gli oppositori politici. L’immagine e il suono ne<br />
provano l’autenticità. Se si dispone di un servizio informatico<br />
idoneo e algoritmi come GPT-2, si può far fare qualsiasi<br />
cosa a qualsiasi persona. Almeno a livello mediatico. E<br />
praticamente non potrà più essere smentito. Terrorismo<br />
informatico allo stato puro.<br />
A monte dell’intelligenza artificiale c’è la doppia intenzione<br />
di cancellare posti di lavoro attraverso l’automazione<br />
e di pilotare il comportamento degli esseri umani<br />
(in quanto consumatori e cittadini). È stata un’astuta<br />
mossa di marketing, «vendere» la macchina dell’intelligenza<br />
artificiale di «Open-AI» come «troppo pericolosa per<br />
questo mondo». Guarda caso il suo co-presidente è il miliardario<br />
tech Elon Musk (vetture Tesla, cosmonautica).<br />
Nel suo business, che vive di pazze scommesse sul futuro,<br />
il solo annuncio è già metà dell’opera. Ma è altrettanto<br />
chiaro che questo software sa davvero fare ciò che promette.<br />
Inventare comunicati, scrivere interi romanzi, produrre<br />
«realtà» artificiali in qualsiasi forma. E viene impiegato<br />
in maniera indiscutibile. Forse di già. (E viene probabilmente<br />
già impiegato. In maniera discutibile). Poche settimane<br />
fa il gruppo Microsoft ha investito un miliardo di<br />
dollari nella ricerca del think tank di Musk. Un miliardo?<br />
Ebbene sì, un miliardo.<br />
D’altronde la posta in gioco è il dominio del mondo.<br />
Chi controlla l’intelligenza artificiale realizza i suoi obiettivi,<br />
economici, politici, sociali. Entro due anni, così stimano<br />
i ricercatori, le multinazionali e alcuni Stati come la<br />
Cina avranno investito più di 50 miliardi di franchi nell’intelligenza<br />
artificiale. Quasi svegliatasi come di soprassalto,<br />
anche l’UE ha annunciato un programma da 20 miliardi.<br />
Non c’è da meravigliarsi: il McKinsey Global Institute<br />
stima che l’intelligenza artificiale generi presto tra i 9,5 e<br />
i 15,4 bilioni di dollari (migliaia di miliardi) d’affari. Un<br />
indizio ne è l’AI Index della Stanford University, un elenco<br />
delle pubblicazioni scientifiche sull’argomento. La Cina,<br />
che con i suoi colossi tecnologici come Huawei sta conquistando<br />
l’Europa, pubblica il 50% di risultati scientifici in<br />
Chi controlla l’IA<br />
realizza i suoi obiettivi,<br />
economici, politici o<br />
sociali che siano.
14<br />
Dossier<br />
più sulle macchine di autoapprendimento, su reti neuronali<br />
e percezione robotica rispetto ai ricercatori US.<br />
La Cina investe grosse somme anche in algoritmi di<br />
polizia, dunque nell’IA repressiva. Si dice che disponga di<br />
sistemi di sorveglianza in grado d’identificare un uomo<br />
fra 50mila persone. Almeno questo è quanto affermano i<br />
cinesi, puntualizzando che ciò è possibile solo perché i<br />
loro computer riescono a fare di più che riconoscere dei<br />
tratti facciali; gli algoritmi possono infatti per esempio<br />
identificare le persone grazie a degli schemi individuali di<br />
movimento.<br />
Batman è acqua passata<br />
Tecniche di sorveglianza del genere, camuffate come «lavoro<br />
preventivo di polizia», sono già usate in molte zone<br />
del mondo occidentale, anche dalla polizia svizzera.<br />
Quando apparecchi di sicurezza, come le telecamere di<br />
sorveglianza a Chicago o Brixton (Londra), lo sfruttamento<br />
dei social media quali Facebook e Twitter, profili sociali,<br />
eccetera, vengono tutti fatti confluire in sistemi di intelligenza<br />
artificiale, la libertà personale, i diritti umani e il<br />
sistema giuridico sono estremamente a rischio. Lo stato-poliziotto<br />
non è uno scenario futuristico, ma lo stanno<br />
costruendo di questi tempi. In maniera spesso non percepita,<br />
gli algoritmi comandano sempre più settori dell’economia<br />
e della nostra quotidianità. L’IA fa da consulente<br />
finanziario automatico in banca. I medici interpretano i<br />
risultati degli scanner tramite IA. La professione del contabile<br />
praticamente è già morta.<br />
Nel frattempo, molte grosse aziende reclutano il personale<br />
via Skype. Come per esempio la ditta sudcoreana<br />
Midas-IT, specialista in materia. Il suo robot non solo<br />
pone agli interessati un sacco di domande intime, ma ne<br />
analizza le risposte, la scelta delle parole, la posizione nella<br />
frase, osserva i movimenti degli occhi, il linguaggio del<br />
corpo, la concentrazione nonché i segnali di nervosismo.<br />
Poi confronta il tutto con l’enorme quantità di informazioni<br />
che aveva già raccolto precedentemente in rete sul<br />
candidato. Alla fine ne stila una classifica. Le stesse tecniche<br />
permeano sempre di più il mondo dei videoterminali<br />
di tutti i settori (vedi a pagina 15).<br />
Quanti dei vostri amici su Facebook o Twitter non sono<br />
neanche degli esseri umani? Praticamente ad oggi non è<br />
più possibile stimare quanto grande sia il numero dei<br />
chatbot e socialbot nel traffico dei social media che, in teoria,<br />
ricordiamoci, dovevano servire la comunicazione<br />
umana. Ma una cosa è certa: questo numero è alto. Così<br />
alto che questi bot adesso mettono addirittura a rischio la<br />
nuova professione degli influencer, il che di per sé non sarebbe<br />
nemmeno un dramma. Ma quest’accelerata si nota<br />
anche nei media tradizionali. Quasi tutte le importanti<br />
agenzie di stampa e le imprese mediatiche investono massicciamente<br />
nell’intelligenza artificiale, e sale la quota di<br />
testi automatici.<br />
A livello tecnico tutto ciò magari è anche affascinante.<br />
Ma se vogliamo fare una considerazione lucida, l’intelligenza<br />
artificiale è un concetto assai discutibile. Che cosa<br />
fanno queste macchine? Sicuramente non sono intelligenti<br />
come il cervello umano. Innanzitutto, sono enormi<br />
raccolte dati («GPT-2» è stato ingozzato con 40 Giga di testi<br />
scritti, per esempio presi dal Trono di spade). Da questi<br />
dati un algoritmo estrae, con connessioni e metodi statistici,<br />
quei comandi che la macchina dovrà eseguire (scrivere,<br />
pilotare, comunicare ecc.). Gli algoritmi possono essere<br />
concepiti in modo che imparino durante l’uso da<br />
parte dei clienti e del nuovo proletariato dei clic (cfr. pagina<br />
15) nonché nello scambio con altri apparecchi.<br />
Questa capacità di autoapprendimento è assai inquietante<br />
e fa paura a molti. Un esempio è quello del Microsoft-Bot<br />
«Tay» che all’improvviso ha cominciato a twittare<br />
un monte di frasi xenofobe naziste. Evidentemente il suo<br />
pubblico aveva allenato «bene» l’algoritmo Tay.<br />
L’intelligenza artificiale è piuttosto stupida<br />
La capacità di<br />
autoapprendimento<br />
è impressionante<br />
e fa paura a molti<br />
Il dossier <strong>syndicom</strong> sul tema:<br />
bit.ly/30qNygU<br />
Fotoreportage<br />
La fotografa freelance Hélène Tobler, che ha firmato questo<br />
reportage, ha vinto lo Swiss Press Photo nel 1995 e nel 2000,<br />
il Prix de la Fondation vaudoise pour la promotion et la création<br />
artistiques nel 1999 e lo Schweizer Pressefoto Award nel<br />
2000. Il suo interesse per la condizione umana e la sua curiosità<br />
l’hanno portata a occuparsi di soggetti molti diversi<br />
tra loro, nei quali il reportage fotografico si mescola alla ricerca<br />
estetica. Ha lavorato nell’ambiente delle persone con<br />
handicap, tra i medici svizzeri in Tanzania e Vietnam, sui luoghi<br />
della memoria, dei conflitti e dei dibattiti sociali. Inoltre<br />
ha seguito i giochi olimpici di Torino e Pechino.<br />
www.helene-tobler.ch
I robot e la digitalizzazione sono strumenti in mano agli azionisti per aumentare<br />
la produttività e distruggere posti di lavoro. A un lavoratore su tre saranno<br />
richieste competenze totalmente nuove. Ciò non è conseguenza dello sviluppo<br />
tecnologico, ma di una nuova organizzazione del capitalismo.<br />
15<br />
Lo fa il robot<br />
Numero dei robot industriali per 10000 lavoratori (2017)<br />
Corea del Sud<br />
Singapore<br />
Germania<br />
Giappone<br />
Svezia<br />
USA<br />
Italia<br />
Spagna<br />
Slovacchia<br />
Francia<br />
Svizzera<br />
Cina<br />
380000<br />
Attualmente, ogni anno<br />
vengono impiegati oltre<br />
380000 nuovi robot industriali,<br />
di cui un buon terzo solo in<br />
Cina (133000 nel 2018).<br />
Fonte: IFR World Robotics 2018<br />
322<br />
308<br />
240<br />
200<br />
190<br />
157<br />
151<br />
137<br />
129<br />
97<br />
710<br />
658<br />
Ne è colpito quasi un impiego su due<br />
Secondo le migliori stime dell’OCSE, a livello mondiale nel prossimo<br />
futuro verrà cancellato il 14% degli impieghi a causa della digitalizzazione<br />
e il 32% dei posti di lavoro cambierà in maniera significativa.<br />
14% 32%<br />
Fonte: OECD, The Future of Work, 2019<br />
Non è la tecnologia che ci fa diventare<br />
il proletariato dei clic.<br />
Le Blockchain sono l’ultima grande novità. Rivoluzioneranno<br />
il mondo intero, ancora una volta. Ma non come è accaduto<br />
con le criptovalute. Uno dei loro enormi nodi di<br />
controllo si trova in Mongolia. Una vera fattoria di computer,<br />
che consuma la corrente di una grande città. L’energia<br />
elettrica proviene da una centrale a carbone. Ecco<br />
come sono a volte le cose nel bel nuovo mondo digitale:<br />
reali e sporche.<br />
La digitalizzazione non è un concetto nuovo, lo conosciamo<br />
da tempo, proprio nei settori di <strong>syndicom</strong>. I robot<br />
non erano nuovi nemmeno per Leonardo. Internet ha festeggiato<br />
i suoi 50 anni. All’intelligenza artificiale ufficialmente<br />
si lavora dal 1965, ma in realtà già da molto prima.<br />
Sui social network si flirtava già negli Anni Ottanta.<br />
Nell’anno 825 era uscito, in arabo, un libro sugli algoritmi.<br />
La novità è che oggi tutto questo converge per diventare<br />
una cosa sola. Colossi mondiali come le GAFAM (Google,<br />
Amazon, Facebook, Apple, Microsoft) e migliaia di laboratori<br />
di ricerca stanno facendo enormi sforzi per<br />
creare dei computer autoapprendenti con capacità neuronali<br />
di network e unirli nelle deep learning platform, che<br />
interagiscono con altri computer per risolvere problemi<br />
complessi come per esempio le procedure di automazione<br />
dei robot. E per innalzare la loro intelligenza artificiale a<br />
livelli sempre più alti. Con gli umani comunicano attraverso<br />
un riconoscimento linguistico via chatbot o social bot<br />
e naturalmente via internet e social media.<br />
Così facendo si raggiungono obiettivi come automazione,<br />
robotizzazione, controllo totale (biometria, telematica,<br />
ecc.) e manipolazione del comportamento umano<br />
(vedi per esempio lo Human Brain Project dell’Unione Europea<br />
con le università svizzere), creazione artificiale di<br />
contenuti in ogni forma e molto altro. Le GAFAM si stanno<br />
giusto giusto costruendo un nuovo capitalismo digitale,<br />
tra l’altro in ampia misura con soldi fittizi, dove una massa<br />
di persone viene impiegata come crowdworker senza<br />
contratto, senza garanzie sociali e senza redditi sufficienti.<br />
Questo processo libera una forza madornale. E siccome<br />
viene deciso e perpetuato da un paio di azionisti e<br />
non dalla tecnologia, possiamo influenzarlo. A condizione<br />
di affinare e rafforzare la nostra consapevolezza riguardo<br />
a questa nuova economia.<br />
Oliver Fahrni<br />
1 milione di posti di lavoro spazzati via dalla digitalizzazione<br />
Secondo il leader di consulenza manageriale McKinsey, in Svizzera entro il<br />
2030 (dunque nei prossimi 12 anni) tra 1 e 1,2 milioni di lavoratori perderanno<br />
il proprio impiego a causa della digitalizzazione.<br />
Finanze Vendita Industria Amministrazione<br />
-30–40% -25–30% -25–30% -10–15%<br />
È incerto quanti<br />
troveranno un altro<br />
lavoro tra le nuove<br />
professioni create.<br />
I consulenti aziendali<br />
si aspettano un<br />
grosso incremento<br />
occupazionale nella<br />
sanità e nella<br />
scienza.<br />
Fonte: McKinsey 2018
16<br />
Dalle<br />
professioni<br />
nordsix<br />
Diplômée du CFP<br />
affichiste, designer<br />
Arts (Genève) et de<br />
éditorial, illustratrice,<br />
l’IAA (International<br />
spécialiste en signalétique<br />
et pour des<br />
Advertising Association),<br />
Silvia Francia<br />
identités de marques.<br />
a suivi une formation<br />
de technicienne<br />
a enseigné de 1993<br />
En parallèle, elle<br />
en publicité<br />
à 2002 comme<br />
au SAWI. Membre<br />
maître d’atelier à<br />
fondatrice du collectif<br />
d’indépendants<br />
appliqués de Genève<br />
l’Ecole des arts<br />
Fiona Ross est spécialiste dans la conception et la typographie<br />
Le Belvédère (atelier et, plus récemment,<br />
de caractères non latins, avec une formation en langues et un doctorat de création blvdr), elle a exercé à la<br />
en paléographie indienne (SOAS University of London). Elle travaille<br />
Silvia Francia travaille<br />
principalement intervenante invitée.<br />
HEAD comme<br />
à la fois comme consultante, conceptrice de caractères, auteure<br />
et conférencière ; ses récents travaux de création de caractères ont été<br />
dans le domaine Elle est aussi<br />
réalisés en collaboration avec Tim Holloway, John Hudson<br />
culturel comme experte aux examens<br />
et Neelakash<br />
de graphiste CFC.<br />
Kshetrimayum pour<br />
Silvia Francia<br />
des clients tels<br />
a été primée en 2006,<br />
qu’Anandabazar<br />
2007 et 2008 au<br />
Patrika, Adobe,<br />
Festival international<br />
Microsoft, Monotype,<br />
de Chaumont, et, en<br />
des caractères<br />
ainsi qu’avec<br />
2008, 2009 et 2010 au<br />
latins, grecs et<br />
les éditions Harvard<br />
concours «100 Beste<br />
cyrilliques.<br />
University Press<br />
Plakate »; elle a<br />
De 2008 à 2010, elle<br />
pour le projet « Murty<br />
remporté à plusieurs<br />
a travaillé pour la<br />
Classical Library<br />
reprises le Grand Prix<br />
compagnie Monotype,<br />
participant à<br />
of India» (collection<br />
présentant les<br />
création, catégorie<br />
la création de carac-<br />
romand de la<br />
grandes œuvres<br />
graphic-design,<br />
tères d’entreprise<br />
littéraires indiennes).<br />
ainsi que le 2e prix,<br />
pour des clients internationaux,<br />
et a éga-<br />
Fiona est professeure<br />
catégorie poster,<br />
de conception de<br />
du Joseph Binder<br />
lement contribué à<br />
caractères non latins<br />
Award en 2016.<br />
la réalisation de<br />
et conservatrice<br />
nouveaux caractères,<br />
de la collection de<br />
tels que la famille<br />
caractères non latins<br />
Ysobel (avec<br />
au Département<br />
Robin Nicholas),<br />
de typographie<br />
et Rotis II Sans.<br />
et de communication Tania Prill, graphiste,<br />
Alice Savoie<br />
graphique de l’Université<br />
de Reading<br />
a étudié la com-<br />
(Ecole nationale<br />
vit à Zurich. Elle<br />
enseigne à l’Ensba<br />
en Angleterre.<br />
munication visuelle<br />
supérieure des<br />
En 2014, Fiona est<br />
à la Haute Ecole<br />
beaux-arts de Lyon)<br />
récompensée du<br />
d’art de Brême<br />
et à l’Atelier national<br />
de recherche<br />
Prix SoTA (Society<br />
en Allemagne et à<br />
of Typographic Aficionados)<br />
et en 2018<br />
École d’art de Zurich.<br />
(Nancy). Elle est<br />
la ZHdK, Haute<br />
typographique<br />
par la Médaille<br />
Publications<br />
actuellement<br />
d’excellence du TDC<br />
récentes:<br />
(Type Directors Club).<br />
Unter dem Radar.<br />
et le Grand Prix<br />
Elle dirige actuellement<br />
un projet<br />
und Selbstpublika-<br />
Undergroundde<br />
recherche, financé<br />
tionen 1965-1975<br />
par le Leverhulme<br />
(«Sous radar.<br />
Trust, « Women in<br />
Underground- et<br />
type» à l’Université<br />
auto-publications<br />
de Reading en<br />
1965-1975 »)<br />
collaboration avec<br />
publié en 2016, en<br />
Alice Savoie.<br />
collaboration avec<br />
Jan-Frederik Bandel<br />
et Annette Gilbert,<br />
et Typografie<br />
als künstlerisches<br />
Ereignis («La<br />
typographie en tant<br />
que manifestation<br />
artistique»), publié<br />
en 2016, en<br />
collaboration avec<br />
Michael Glasmeier.<br />
Inscriptions<br />
www.journeetypo.info<br />
Lieu<br />
UNI Global Union<br />
8-10 Avenue Reverdil<br />
1260 Nyon<br />
Organisateurs officiels<br />
Tania Prill a reçu<br />
de nombreux prix<br />
internationaux,<br />
dont le Prix Jan<br />
nommée professeur<br />
de typographie à<br />
la Haute Ecole d’arts<br />
de Bremen.<br />
Tschichold de<br />
En 2010, elle est<br />
Allemagne.<br />
l’Office fédéral de<br />
la culture en 2007,<br />
le Designpreis<br />
der Bundesrepublik<br />
Deutschland en 2011,<br />
à trois reprises le Prix<br />
suisse du design<br />
de l’Office fédéral<br />
de la culture en<br />
Imprimé sur Algro Design Duo 160 g/m 2 par<br />
2014, 2008, 2007,<br />
du Type Directors<br />
Club, Tokyo en 2018.<br />
De 2004 à 2010,<br />
Tania Prill est professeure<br />
de «design<br />
en communication »<br />
à la Haute Ecole<br />
d’art et de design<br />
de Karlsruhe en<br />
17 e Journée romande<br />
de la typographie<br />
28 septembre 2019<br />
Nyon<br />
histoire de la typographie.<br />
Diplômée<br />
de l’Université de<br />
Reading (MA et<br />
PhD), elle a collaboré<br />
notamment<br />
avec les fonderies<br />
Monotype, Process<br />
Type Foundry,<br />
Frere-Jones Type.<br />
Elle développe<br />
également des<br />
systèmes multiscriptes,<br />
incluant<br />
post-doctorante<br />
à l’Université<br />
de Reading dans<br />
le cadre du projet<br />
« Women in Type »,<br />
dirigé par Fiona<br />
le caractère<br />
Ross. Elle a publié<br />
Faune en 2018,<br />
Centre national<br />
une commande du<br />
indépendante et<br />
chercheuse en<br />
en partenariat<br />
des arts plastiques<br />
avec l’Imprimerie<br />
nationale (Paris).<br />
caractères<br />
est créatrice de<br />
Alice Savoie<br />
Après des études<br />
d’histoire de l’art,<br />
Florence Marguerat travaille<br />
plusieurs années en tant<br />
que journaliste culturelle et<br />
collabore avec diverses<br />
institutions artistiques.<br />
Puis elle rejoint, en 2003,<br />
le Département de<br />
Communication visuelle de<br />
la HEAD – Genève.<br />
Maître d’enseignement,<br />
elle partage désormais<br />
son temps entre<br />
des cours théoriques<br />
en design et design<br />
graphique, un enseignement<br />
en atelier, l’accompagnement<br />
de projets de<br />
Bachelor et l’organisation<br />
de workshops pour<br />
son département.<br />
Parallèlement, elle poursuit<br />
des projets de rédaction<br />
et d’édition dans<br />
le domaine de la création<br />
contemporaine.<br />
Au fil des expériences,<br />
lectures et rencontres<br />
qui jalonnent son parcours,<br />
elle a affûté son<br />
regard dans le champ<br />
du design graphique et<br />
suit avec intérêt<br />
les transformations<br />
permanentes de ce dernier.<br />
Elle a reçu pour<br />
Certificate of typocette<br />
création un<br />
graphic excellence<br />
du TDC.<br />
Fiona Ross<br />
Silvia Francia<br />
Tania Prill<br />
Alice Savoie<br />
Depuis 2016,<br />
un nouveau Master<br />
Type Design est<br />
Mitch Paone.<br />
thèmes de prédilection<br />
de<br />
Modération<br />
Florence Marguerat<br />
proposé à l’ECAL/<br />
Exposition<br />
Master Type Design ECAL<br />
www.ecal.ch<br />
Ecole cantonale<br />
d’art de Lausanne.<br />
Ce programme<br />
s’organise autour<br />
d’une équipe<br />
de professionnels<br />
reconnus, suisses<br />
et étrangers,<br />
qu’ils soient dessinateurs<br />
de<br />
caractères (Bruno<br />
Maag, Matthieu<br />
Cortat, Chi-Long<br />
Trieu), graphistes<br />
(Julia Born, Marie<br />
Lusa, Wayne Daly)<br />
ou les deux à la<br />
fois (Kai Bernau,<br />
Radim Peško,<br />
François Rappo).<br />
Durant les deux<br />
ans que dure cette<br />
formation, les<br />
étudiants participent<br />
à des workshops<br />
réguliers, touchant<br />
à divers domaines<br />
liés à la lettre :<br />
lettrage, calligraphie,<br />
graphisme éditorial,<br />
gravure<br />
sur linoléum, sur<br />
pierre, ou avec<br />
un bras robotique.<br />
L’exposition<br />
présente les travaux<br />
réalisés par les<br />
étudiants de<br />
première année<br />
lors de l’un de<br />
ces workshops,<br />
en mai 2019.<br />
Il a été mené par<br />
Mitch Paone,<br />
partenaire et directeur<br />
artistique de<br />
l’agence créative DIA<br />
Studio (Brooklyn),<br />
lors du semestre<br />
de résidence qu’il<br />
a passé à<br />
La Becque (Vevey).<br />
Durant ce workshop,<br />
les étudiants<br />
ont été invités à<br />
expérimenter<br />
avec la typographie<br />
cinétique, le rythme,<br />
le mouvement,<br />
Donne di carattere<br />
Organizzata congiuntamente da <strong>syndicom</strong><br />
e dalla SGD Swiss Graphic<br />
Designers, la 17esima Giornata romanda<br />
della tipografia (GRT) avrà<br />
luogo il 28 settembre a Nyon e vedrà<br />
ancora una volta la partecipazione di<br />
relatori di alto livello. Quest’anno, in<br />
particolare, le donne, come Fiona<br />
Ross e Alice Savoie. Specialista dei<br />
caratteri non latini e insignita della<br />
prestigiosa medaglia TDC 2018, Fiona<br />
Ross dirige la ricerca «Women in type»<br />
all’Università di Reading in collaborazione<br />
con Alice Savoie, altra ospite della<br />
GRT 2019, docente anche a Lione e<br />
ricercatrice in Storia della tipografia.<br />
La grafica Tania Prill ha invece studiato<br />
comunicazione visiva all’Alta scuola<br />
d’arte di Zurigo e a quella di Brema<br />
dove insegna attualmente dopo aver<br />
ottenuto numerosi premi internazionali.<br />
La ginevrina Silvia Francia, fondatrice<br />
del collettivo di indipendenti Le<br />
Belvédère, lavora nell’ambito culturale<br />
in qualità di cartellonista e specialista<br />
in sviluppo di brand. La GRT sarà anche<br />
l’occasione di scoprire il workshop<br />
degli studenti del primo anno del<br />
Master Type Design dell’ECAL tenuto<br />
da Mitch Paone, direttore artistico<br />
dell’agenzia DIA Studio di Brook lyn.<br />
Melina Schröter<br />
Il manifesto ufficiale della 17esima Giornata romanda della tipografia. (© Nordsix)<br />
www.typoonline.ch<br />
Intelligenza artificiale<br />
tra etica e progresso<br />
L’intelligenza artificiale (IA) ha il potenziale<br />
per migliorare la nostra vita in<br />
molti modi. Ad esempio, tramite programmi<br />
di traduzione come Google<br />
Translate e DeepL. Oppure diagnosi<br />
mediche per salvare vite umane. I chatbot<br />
rispondono a domande sempre<br />
più complesse nel servizio clienti. L’IA<br />
viene utilizzata sempre più anche nelle<br />
automobili, ad esempio come assistenza<br />
al parcheggio o come regolatore<br />
di distanza. Nelle città «smart city»,<br />
l’IA assume il ruolo di fornire un’elevata<br />
qualità di vita con un consumo<br />
minimo di risorse collegando i dati relativi<br />
alla popolazione. Tuttavia, l’uso<br />
dell’IA comporta anche dei rischi. Ad<br />
esempio, il Consiglio consultivo «Trasformazione<br />
digitale» del Consiglio federale<br />
ha recentemente voluto aprire<br />
l’accesso delle casse malati a tutti i<br />
dati dei pazienti, un’attività che vale<br />
miliardi. Di rado una tale riunione ha<br />
rappresentato così tanto potere economico.<br />
Al di fuori dei rappresentanti<br />
dei sindacati, dei consumatori e della<br />
protezione dei dati. <strong>syndicom</strong> chiede<br />
pertanto al Consiglio federale di sostituire<br />
il Consiglio consultivo composto<br />
unilateralmente con un Consiglio digitale<br />
che gode di un ampio sostegno.<br />
Questo è l’unico modo per garantire<br />
che venga dato il necessario spazio anche<br />
all’etica. Perché l’uomo deve rimanere<br />
il sovrano della macchina.<br />
Giorgio Pardini è responsabile ITC e membro CD
«Per negoziare bisogna essere in due. Però Tamedia, azienda<br />
da 129,5 milioni di utili, non ha mai fatto un passo» Melina Schröter<br />
17<br />
La vittoria della solidarietà<br />
A più di un anno dal licenziamento, i 41 ex collaboratori del<br />
quotidiano romando Le Matin attendono ancora un piano sociale<br />
degno dal colosso Tamedia. Ma hanno vinto la prima battaglia.<br />
Un anno e venticinque giorni. Al momento<br />
di mandare in stampa questo<br />
numero, i 41 licenziati del Matin aspettano<br />
un piano sociale degno esattamente<br />
da un anno e venticinque giorni.<br />
Il 28 giugno 2018, Tamedia, il più<br />
grande editore della Svizzera, metteva<br />
alla porta giornalisti, fotografi, grafici,<br />
disegnatori, correttori e ancora membri<br />
del personale amministrativo che<br />
producevano ogni giorno il quotidiano<br />
arancione. 41 lavoratori in totale.<br />
Un anno dopo, il 28 giugno 2019 ha<br />
avuto luogo l’udienza finale del Tribunale<br />
arbitrale che deve risolvere il<br />
conflitto che oppone l’editore zurighese<br />
ai suoi vecchi collaboratori.<br />
Come si spiega che un’azienda da<br />
129,5 milioni di utili nel 2018 abbia<br />
potuto negare la propria responsabilità<br />
sociale per più di un anno? In che<br />
modo le trattative di questo piano sociale<br />
sono potute arrivare a questa<br />
dolorosa impasse per gli autoproclamatisi<br />
«41 del Matin», ai quali è stato<br />
negato di piangere la morte del loro<br />
giornale, del loro lavoro, e per alcuni<br />
del proprio mestiere? La risposta è<br />
semplice: per negoziare bisogna essere<br />
in due. Però Tamedia non ha mai veramente<br />
accettato di fare un passo verso<br />
i suoi ex collaboratori. Eppure le<br />
occasioni non sono mancate.<br />
Una serie di occasioni perdute<br />
Ci fu l’Ufficio di conciliazione adito<br />
dalle redazioni romande di Tamedia<br />
parecchi mesi prima dell’annuncio<br />
della fine del Matin, sostenute da <strong>syndicom</strong><br />
e impressum, poi la fase di consultazione<br />
che ha seguito i licenziamenti,<br />
la mediazione del Consiglio di<br />
Stato vodese e di quello ginevrino e infine<br />
naturalmente i negoziati per un<br />
piano sociale. Bilancio di questi lunghi<br />
mesi di lotta: zero posti salvati,<br />
nessuna allocazione supplementare<br />
per il sito lematin.ch, sopravvissuto al<br />
quotidiano cartaceo Le Matin e opposto<br />
a alla concorrenza della macchina<br />
per notizie di 20 minutes con solo 15<br />
collaboratori. Ma soprattutto: sempre<br />
nessun piano sociale per i licenziati<br />
del quotidiano.<br />
Tutt’altro che bambini viziati<br />
Eppure il Codice delle obbligazioni è<br />
chiaro. Obbliga i datori di lavoro svizzeri<br />
in caso di licenziamento collettivo<br />
a «condurre dei negoziati con i lavoratori<br />
per stabilire un piano sociale».<br />
Delle misure specifiche quindi, adattate<br />
a una situazione particolare. Ma, a<br />
titolo di trattativa, i 41 hanno avuto diritto<br />
a una fotocopia del piano che il<br />
gruppo zurighese applica a ciascuno<br />
dei suoi licenziamenti collettivi. Proposte<br />
simili sono d’altronde state firmate<br />
tre volte in seno ad altre entità<br />
del gruppo durante l’anno di lotta dei<br />
licenziati del Matin contro il loro ex<br />
datore di lavoro. Delle firme che Tamedia<br />
non si è lasciata scappare di<br />
comunicare fragorosamente al fine di<br />
far passare gli orfani del quotidiano<br />
arancio per dei bambini viziati che rifiutano<br />
un piano che altri hanno invece<br />
accettato.<br />
Determinazione contro inflessibilità<br />
Ma questa intransigenza e questa<br />
pressione non sono riuscite a spezzare<br />
la determinazione dei 41 nel rifiutare<br />
un piano sociale che giudicano indegno.<br />
Indegno rispetto al potere economico<br />
di Tamedia, agli anni – talvolta<br />
decenni – consacrati a far uscire il loro<br />
giornale 365 giorni all’anno, agli ultimi<br />
difficili mesi vissuti nell’incertezza,<br />
indegno infine in rapporto alla situazione<br />
del mercato del lavoro nel<br />
mondo della stampa. Un anno dopo la<br />
fine del Matin, meno di un quarto dei<br />
suoi licenziati ha ritrovato un lavoro,<br />
di cui la maggior parte in tutt’altro<br />
ambito. Gli altri si barcamenano tra<br />
disoccupazione, stage e missioni temporanee.<br />
Senza poter veramente<br />
immaginare il proprio avvenire professionale,<br />
l’assenza di un piano sociale<br />
complica seriamente la possibilità<br />
di un riorientamento.<br />
Tener viva la battaglia<br />
A tutt’oggi non sappiamo quale sarà il<br />
verdetto del Tribunale arbitrale. Ma i<br />
41 licenziati del Matin, sostenuti dalle<br />
altre redazioni romande del gruppo,<br />
hanno già conquistato la vittoria della<br />
solidarietà. Per più di un anno sono rimasti<br />
uniti e combattivi. Grazie alle<br />
reti sociali tramite le quali hanno<br />
mantenuto viva la loro battaglia e ai<br />
raduni organizzati più volte al mese<br />
davanti alla sede Tamedia a Losanna,<br />
hanno rifiutato di essere dimenticati.<br />
Aspettano oggi un verdetto il più favorevole<br />
possibile per potere, finalmente,<br />
voltare pagina.<br />
Melina Schröter<br />
Segretaria regionale stampa e<br />
media elettronici e membro dei<br />
«41 del Matin»<br />
Anche una spilletta può servire a ricordare che la battaglia non è finita. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
Il verdetto del Tribunale arbitrale sarà<br />
pubblicato su www.<strong>syndicom</strong>.ch
18<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Teoricamente, tutto è organizzato al meglio.<br />
Ma qual è l’effettiva situazione nelle aziende?» Angelo Zanetti<br />
Salute e sicurezza nell’industria<br />
grafica: a che punto siamo?<br />
Di salute e sicurezza sul posto di lavoro non si parla mai<br />
abbastanza. Con un sondaggio, <strong>syndicom</strong> vuol sapere<br />
concretamente cosa succede nelle aziende sottoposte al CCL.<br />
Responsabile della sicurezza e della<br />
salute sul posto di lavoro è il datore di<br />
lavoro. Così dice la legge. Nell’industria<br />
grafica, l’associazione padronale<br />
viscom ha messo a punto una «soluzione<br />
di settore» semplificata alla quale<br />
le aziende possono fare capo. I sindacati<br />
sono pure coinvolti. Questa<br />
«soluzione di settore» consiste nella<br />
preparazione e nella messa a disposizione<br />
delle direttive e di tutto il materiale<br />
necessario in materia di salute e<br />
sicurezza sul posto di lavoro. Inoltre<br />
fornisce la formazione alla persona di<br />
contatto (PERCO) che ogni azienda<br />
deve designare. Un lavoro burocratico<br />
e organizzativo importante che viene<br />
risparmiato alle aziende che vi aderiscono.<br />
Domande ancora senza risposta<br />
Dal punto di vista teorico tutto è organizzato<br />
al meglio. Non è però dato a sapere<br />
quale sia l’effettiva situazione<br />
nelle aziende sottoposte al CCL. Le informazioni<br />
vengono divulgate al personale?<br />
La PERCO è stata designata? Il<br />
materiale di protezione viene messo a<br />
disposizione? C’è un locale pausa?<br />
Un sondaggio che fa il punto<br />
Sono queste alcune delle domande<br />
contenute nel sondaggio che <strong>syndicom</strong><br />
ha lanciato a livello nazionale,<br />
per discutere eventualmente con viscom<br />
quali correttivi dovranno essere<br />
attuati nella «soluzione di settore». I<br />
moduli saranno distribuiti dai segretari<br />
regionali con il supporto importante<br />
delle fiduciarie e dei fiduciari<br />
nelle varie aziende. E l’invito è quindi<br />
di partecipare, anche alle altre attività<br />
della divisione. In seno al comitato nazionale<br />
ci sono ancora posti liberi.<br />
Angelo Zanetti<br />
Segretario centrale settore Media<br />
La corretta indicazione<br />
dell’uscita di sicurezza può<br />
essere di vitale importanza.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/industriagraficaestampadiimballaggi/<br />
Nuovo CCL Posta, trattative al via<br />
I preparativi erano già in corso da tempo, e ora ci siamo:<br />
il 19 agosto sono stati avviati con la Posta i negoziati per la<br />
parte obbligatoria del nuovo contratto collettivo di lavoro.<br />
Un CCL modello, che copre circa 35mila dipendenti degli ambiti<br />
del gruppo Posta CH, AutoPostale e PostFinance.<br />
Nel primo trimestre di quest’anno il<br />
settore della logistica di <strong>syndicom</strong> ha<br />
condotto un vasto sondaggio. Un dipendente<br />
della Posta su dieci vi ha partecipato.<br />
Adesso si conoscono le loro<br />
richieste: essi vorrebbero condizioni<br />
di lavoro sociali, un mondo del lavoro<br />
sano e un’equa retribuzione (per vedere<br />
i risultati dettagliati del sondaggio<br />
vai sul nostro sito a: www.<strong>syndicom</strong>.<br />
ch/cclposta). In una seconda fase i segretari<br />
e le segretarie regionali nonché<br />
le sezioni hanno approfondito questi<br />
risultati insieme ai nostri militanti. Da<br />
questo scambio è nato un catalogo di<br />
rivendicazioni che la delegazione alle<br />
trattative, presieduta dal responsabile<br />
di settore Matteo Antonini, porterà ai<br />
colloqui.<br />
In attesa di un passo in avanti<br />
In attesa dei negoziati, avviati il 19<br />
agosto (proprio nei giorni in cui questa<br />
<strong>rivista</strong> è andata in stampa), Matteo<br />
Antonini è fiducioso: «Le nostre rivendicazioni<br />
riflettono i diversi problemi<br />
e le varie sfide che i dipendenti postali<br />
devono affrontare ogni giorno. È<br />
nell’interesse della Posta accogliere le<br />
richieste dei lavoratori e offrire, in<br />
qualità di datore di lavoro moderno, la<br />
propria disponibilità a trovare eque<br />
soluzioni. Ci aspettiamo un grande<br />
passo in avanti».<br />
L’appoggio e la fiducia della base<br />
E così la delegazione alle trattative potrà<br />
presentarsi sicura il 30 settembre,<br />
quando per la prima volta verrà affrontata<br />
la parte normativa del CCL Posta<br />
CH. Un contratto collettivo considerato<br />
come un modello in Svizzera, che riguarda<br />
i circa 35mila dipendenti del<br />
gruppo, quindi anche AutoPostale e<br />
PostFinance. I negoziati con questi ultimi<br />
inizieranno intorno a gennaio<br />
2020, dopo che saranno state concluse<br />
le trattative per il CCL di Posta CH. La<br />
delegazione negoziale, composta anche<br />
da nostri militanti dei vari ambiti<br />
del gruppo, può esserne certa: gode<br />
del pieno appoggio e della fiducia della<br />
base.<br />
Il nostro augurio è che possano attingere<br />
a una fiducia riconfermata da<br />
una grande partecipazione e mobilitazione<br />
su cui focalizza la campagna di<br />
<strong>syndicom</strong> e che già a partire dall’autunno<br />
promette alcuni momenti culminanti.<br />
Matthias Loosli<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/cclposta
«Il processo creativo diventa più importante del prodotto<br />
stesso, fornito dai professionisti del settore» Michael Moser<br />
19<br />
Quando il percorso creativo<br />
conta più della meta finale<br />
Con l’impatto dell’intelligenza artificiale, il ruolo delle idee<br />
assume un valore ancora più grande. E decisivo per i lavoratori<br />
dell’industria grafica che sapranno puntare sulla formazione.<br />
A ogni aggiornamento del programma,<br />
l’intelligenza artificiale (IA) semplifica<br />
il lavoro nell’industria grafica.<br />
Processi come il ritocco o le combinazioni<br />
di immagini, che fino a pochi<br />
anni fa duravano ore, oggi richiedono<br />
solo pochi clic e il lavoro sempre più<br />
difficile viene svolto da algoritmi intelligenti.<br />
Spesso non si è nemmeno<br />
consapevoli del fatto che si tratta di intelligenza<br />
artificiale, ma il lavoro quotidiano<br />
è oramai impensabile senza il<br />
supporto dei programmi. Se si guarda<br />
Ancora una volta, l’industria grafica dovrà sapersi reinventare. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
a come funzionava il settore prima di<br />
Photoshop & Co, si comprende subito<br />
la portata del fenomeno. Chi vuole<br />
fare a meno di questi ausili, si rende<br />
subito conto che oggi questo non è più<br />
possibile. Di conseguenza, questo sviluppo<br />
non solo significa che è possibile<br />
fare sempre di più, ma anche che il<br />
lavoro può essere svolto sempre più rapidamente<br />
e da un numero sempre<br />
minore di persone. Si potrebbe quasi<br />
pensare che il settore intenda automatizzarsi<br />
fino a quando non sarà in grado<br />
di cavarsela senza personale. Questa<br />
sembra essere la strada che alcune<br />
aziende vogliono effettivamente intraprendere.<br />
Ma c’è anche un mercato<br />
più ampio (e molto più interessante e<br />
redditizio) per i clienti che non hanno<br />
semplicemente bisogno di un prodotto<br />
finito, sia esso stampato o digitale,<br />
ma che hanno bisogno del pensiero<br />
creativo delle persone dell’industria<br />
delle arti grafiche. Qui si sta reinventando<br />
l’industria grafica, senza che ce<br />
se ne renda conto. Il prodotto finale<br />
non è soltanto la prestazione del settore,<br />
ma conta sempre di più il percorso<br />
per arrivarci. Non a caso corsi come il<br />
Design Thinking nascono come funghi<br />
e grandi società di consulenza acquistano<br />
su larga scala agenzie pubblicitarie<br />
con menti creative.<br />
Il valore aggiunto della formazione<br />
Per <strong>syndicom</strong>, quale rappresentante<br />
di profili professionali nel settore<br />
dell’industria grafica, quest’evoluzione<br />
e l’aumento dell’intelligenza artificiale<br />
significa che anche la formazione<br />
deve continuare a svilupparsi. Per<br />
l’attuale revisione della descrizione<br />
del lavoro del poligrafo, ad esempio,<br />
questo significa che in futuro un poligrafo<br />
non solo dovrà essere in grado di<br />
implementare (questo lo fa sempre<br />
più l’IA) ma il valore aggiunto che creerà<br />
avrà luogo sempre di più sulla strada<br />
verso il prodotto. Se il settore riuscirà<br />
a commercializzare in modo<br />
intelligente e a mettere in conto ai<br />
clienti questi servizi, che sono forniti<br />
sul percorso verso il prodotto finale, il<br />
potenziale dell’industria grafica si<br />
moltiplicherà improvvisamente.<br />
Michael Moser<br />
Segretario centrale settore Media<br />
I corsi di formazione continua di <strong>syndicom</strong><br />
si trovano sul sito helias.ch<br />
Lena & Tobi, nemici<br />
del giornalismo?<br />
Stephanie Vonarburg è vicepresidente di <strong>syndicom</strong><br />
e responsabile settore Stampa e media elettronici<br />
I due algoritmi di KeystoneATS e Tamedia<br />
spesso vengono definiti giornalisti<br />
robot, col timore che rubino il lavoro<br />
ai professionisti. Anni fa sono state<br />
automatizzate le previsioni del tempo e<br />
alcuni dipendenti hanno assunto nuovi<br />
compiti oppure perso il posto. Ora<br />
entrambe le aziende assicurano che gli<br />
algoritmi non sostituiranno i giornalisti.<br />
Attraverso la generazione automatica<br />
di testi, Tamedia vuol offrire servizi<br />
redazionali aggiuntivi in economia e<br />
sport. L’ATS punta a questo aiuto quando<br />
c’è da elaborare una grossa quantità<br />
di dati in merito ai resoconti elettorali.<br />
I lavori preparatori sono impegnativi:<br />
gli elementi di testo e le strutture delle<br />
frasi vanno sviluppati prima. Anche in<br />
futuro, contestualizzazione e critica<br />
potranno essere fornite solo dagli umani.<br />
Perciò, la produzione automatizzata<br />
di contenuto non serve come programma<br />
di risparmio. Come sindacato<br />
non vogliamo combattere queste novità,<br />
ma chiediamo che l’introduzione<br />
avvenga nell’interesse degli operatori<br />
della stampa e del giornalismo: le redazioni<br />
devono essere informate e coinvolte.<br />
Nei confronti dei lettori va creata<br />
trasparenza indicando i contenuti automatizzati.<br />
Infine, lo sviluppo e l’applicazione<br />
vanno integrati nella formazione<br />
continua. Per evitare che Lena,<br />
Tobi & Co non si trasformino in nemici.
20<br />
Dalle<br />
professioni<br />
«Davvero non c’erano alternative al licenziamento?<br />
Davvero non c’erano altri piani di risparmio?» Nicola Morellato<br />
CdT, la reazione dei lavoratori<br />
Dopo la ristrutturazione, al Corriere del Ticino si sta costituendo<br />
un comitato di redazione. Perché in futuro non sia di nuovo il<br />
personale a pagare il conto di scelte manageriali poco avvedute.<br />
La nuova newsroom del Corriere del Ticino. (© CdT)<br />
Sette licenziamenti e due prepensionamenti.<br />
Finora non era mai accaduto<br />
nei 128 anni di storia del Corriere del<br />
Ticino. A fine maggio il quotidiano<br />
più longevo della Svizzera italiana ha<br />
annunciato una «ristrutturazione»<br />
vicina al licenziamento collettivo, che<br />
ha scioccato l’opinione pubblica e il<br />
mondo giornalistico, a un anno dal<br />
fallimento del Giornale del Popolo, altra<br />
testata storica del cantone. Il quotidiano<br />
appartiene al Gruppo Corriere<br />
del Ticino (che comprende anche<br />
Teleticino, Radio 3i, il sito ticinonews.<br />
ch, il settimanale gratuito Il Caffè e<br />
controlla il più grande Centro Stampa<br />
del Ticino, che stampa i settimanali<br />
gratuiti di Coop e Migros) e negli ultimi<br />
anni ha subìto, come altri, la contrazione<br />
del mercato pubblicitario.<br />
Nel comunicato del Consiglio di fondazione<br />
del gruppo si afferma che «gli<br />
editori svizzeri sono stati costretti a ridurre<br />
di quasi il 20% il corpo redazionale<br />
tra il 2011 e il 2016». Insomma,<br />
così fan tutti. Ma chi paga il conto anche<br />
di scelte manageriali poco avvedute<br />
è, come al solito, il personale. E così<br />
è stato fatto al Corriere. Licenziati un<br />
caporedattore padre di tre figli, due<br />
giornaliste che avevano ottenuto il<br />
tempo parziale dopo la maternità, una<br />
ricezionista, un’archivista a tempo<br />
parziale e una stagiaire a cui non sarà<br />
rinnovato il contratto. Complimenti<br />
per la scelta.<br />
Davvero non c’erano alternative tra<br />
i tanti giornalisti vicini al prepensionamento<br />
(circa una dozzina nei prossimi<br />
cinque anni), invece di scegliere<br />
padri di famiglia e madri a tempo parziale?<br />
Davvero non c’erano altri piani<br />
di risparmio tra le posizioni dirigenziali<br />
sovradimensionate rispetto alla<br />
redazione (una decina le persone che<br />
si fregiano del titolo di direttore su circa<br />
200 dipendenti del gruppo) oppure<br />
tra gli investimenti strutturali come la<br />
«newsroom»? Immediatamente, <strong>syndicom</strong><br />
ha chiesto la revoca dei licenziamenti<br />
e l’avvio di consultazioni per<br />
trovare misure alternative di risparmio.<br />
Ma il Consiglio d’amministrazione<br />
del Gruppo CdT ha negato la possibilità<br />
di entrare nel merito, chiudendo<br />
subito ogni porta al dialogo e al confronto.<br />
Tuttavia, nel frattempo i redattori<br />
del CdT hanno reagito sottoscrivendo<br />
una petizione per creare un<br />
comitato di redazione, con lo scopo di<br />
poter partecipare alle decisioni aziendali.<br />
Sia pure tra mille difficoltà e<br />
resistenze da parte di parte dei vertici,<br />
grazie alla pressione dell’opinione<br />
pubblica e all’appoggio esterno del<br />
sindacato, il dialogo sembra cominciare.<br />
Se avrà buon fine, l’audacia dimostrata<br />
dai colleghi della redazione<br />
potrebbe cambiare gli equilibri all’interno<br />
di tutto il gruppo. Qualora tutti i<br />
collaboratori del Gruppo CdT (compreso<br />
il Centro Stampa) decidessero<br />
infatti di organizzarsi in gruppi di rappresentanza,<br />
tramite la costituzione<br />
di commissioni del personale, otterrebbero<br />
finalmente adeguati strumenti<br />
per farsi ascoltare e rispettare.<br />
Evitando il ripetersi di quanto accaduto<br />
lo scorso maggio.<br />
Nicola Morellato<br />
Segretario regionale media Ticino<br />
Nuove garanzie<br />
per mytime 2.0<br />
Matteo Antonini è membro del Comitato direttivo<br />
e responsabile del settore Logistica<br />
Da settembre cambierà mytime 2.0, il<br />
sistema di registrazione del tempo di<br />
lavoro alla Posta per i postini addetti ai<br />
pacchi, e questo soltanto dopo un<br />
anno dalla sua introduzione. Il sistema<br />
cambierà anche di contenuto. Si<br />
tratta di un cambio di paradigma a favore<br />
dei dipendenti che, dopo oltre un<br />
decennio, potranno dimenticare concetti<br />
come giorni di riferimento, confronti<br />
con il superiore, calcoli delle<br />
stagioni, eccetera. <strong>syndicom</strong> è riuscito<br />
anche a ottenere garanzie importanti<br />
insieme a questo cambiamento, come<br />
la riduzione del rischio di esternalizzazione,<br />
una conduzione del personale<br />
non basata unicamente sulla produttività<br />
e sulla velocità nonché<br />
misure per alleggerire, in caso di bisogno,<br />
il personale con oltre 55 anni. L’esplosione<br />
del numero dei pacchi dovuta<br />
al commercio online e i nuovi<br />
prodotti postali come il «same day delivery»<br />
(ovvero, consegna lo stesso<br />
giorno dell’ordinazione) rappresentano<br />
una sfida importante per i dipendenti<br />
della Posta. mytime 2.0 vuole anche<br />
essere una risposta a questi<br />
cambiamenti. <strong>syndicom</strong> ha potuto negoziare<br />
dei pagamenti retroattivi che<br />
ammontano complessivamente a diversi<br />
milioni di franchi. Questo è stato<br />
possibile grazie a una forte mobilitazione<br />
della base e al fatto che centinaia<br />
di postini e di postine di tutta la Svizzera<br />
abbiano dato un chiaro mandato<br />
di negoziazione a <strong>syndicom</strong> e alla sua<br />
delegazione.<br />
Per consultare i dettagli, andare su<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/mytime
«Gli editori non vogliono fissare nessun salario minimo,<br />
nessuno sviluppo salariale, niente di niente» Marco Geissbühler<br />
21<br />
Trattative CCL dei media,<br />
ancora una situazione di stallo<br />
Da decenni, i salari e i compensi dei giornalisti sono in calo.<br />
Un contratto collettivo potrebbe cambiare lo stato delle cose.<br />
Ma gli editori stanno facendo opposizione.<br />
Anche i salari bassi non sono più una<br />
rarità nel giornalismo. In un sondaggio<br />
sui salari nel settore dei media<br />
condotto dalla Scuola universitaria<br />
professionale di Winterthur, il 16% degli<br />
intervistati ha dichiarato di guadagnare<br />
meno di 4mila franchi al mese.<br />
Per un lavoro a tempo pieno, nonostante<br />
la laurea. I giornalisti freelance<br />
percepiscono ancora meno. A seconda<br />
delle collaborazioni, non arrivano<br />
nemmeno a 3mila franchi mensili.<br />
La mancanza di un<br />
contratto collettivo<br />
rischia di trasformarsi<br />
in un’onda di protesta.<br />
(© Max Spring)<br />
Rendimenti da sogno, salari da incubo<br />
In generale, i salari del settore sono<br />
fermi. Anche i dipendenti di lunga<br />
data usufruiscono raramente di un aumento.<br />
Allo stesso tempo, la vita è diventata<br />
sempre più cara. I professionisti<br />
dei media hanno pertanto sempre<br />
meno soldi a disposizione. I giovani e<br />
le donne ne sono particolarmente colpiti.<br />
Eppure i soldi ci sarebbero. Tamedia,<br />
ad esempio, ha percepito un<br />
rendimento di oltre l’8% nel 2018 con<br />
i soli media a pagamento. Altri settori<br />
se lo possono solo sognare. A differenza<br />
della Svizzera romanda, nella Svizzera<br />
tedesca e in Ticino manca attualmente<br />
un contratto collettivo di lavoro<br />
(CCL) che determini salari e condizioni<br />
di lavoro. Da ottobre 2017, i sindacati<br />
dei media stanno negoziando con<br />
l’associazione degli editori. Nel frattempo<br />
è stato raggiunto un risultato,<br />
ma gli editori fanno opposizione sui<br />
salari: nessun salario minimo, nessuno<br />
sviluppo salariale, nessuna trattativa<br />
salariale a livello di editore, niente<br />
di niente. Sarebbe l’unico CCL in Svizzera<br />
che non regola i salari.<br />
I giornalisti chiedono compensi equi<br />
Lo sviluppo salariale nel settore dei<br />
media è ora motivo di preoccupazione<br />
anche per la Svizzera ufficiale. A inizio<br />
luglio la Commissione federale tripartita<br />
(composta da datori di lavoro, lavoratori<br />
e dalla Segreteria di Stato<br />
dell’economia) ha invitato editori e<br />
sindacati dei media a un colloquio. La<br />
Commissione si aspetta entro l’autunno<br />
una dichiarazione chiara da parte<br />
degli editori sulle loro opinioni<br />
sull’andamento dei salari nel settore.<br />
Dal canto loro, i giornalisti si sono già<br />
espressi in modo chiaro. In un sondaggio<br />
condotto da <strong>syndicom</strong>, al momento<br />
di andare in stampa l’85% ha<br />
respinto l’esito delle trattative, la maggior<br />
parte di loro perché non c’erano<br />
regole su salari minimi, onorari minimi<br />
o sviluppi salariali. Il sondaggio è<br />
ancora aperto fino a metà settembre.<br />
Marco Geissbühler<br />
Segretario regionale stampa e media<br />
elettronici Basilea<br />
Il sondaggio e le informazioni sul CCL dei<br />
media si trovano su: <strong>syndicom</strong>.ch/mediengav<br />
No alla concorrenza a<br />
spese del personale<br />
Sheila Winkler è segretaria centrale del<br />
settore Logistica<br />
Il canton Giura sta mettendo a concorso<br />
le concessioni cantonali delle linee<br />
di bus. Vari offerenti sia nazionali che<br />
esteri potranno far pervenire un’offerta<br />
entro fine novembre. Questo nasconde<br />
grossi rischi per i conducenti,<br />
nonostante i nuovi concessionari siano<br />
tenuti per legge ad assumere il personale<br />
alle condizioni d’uso nel settore.<br />
Infatti, solo in apparenza questa<br />
regola tutela i conducenti da offerenti<br />
che praticano il dumping.<br />
L’Ufficio federale dei trasporti<br />
(UFT) stabilisce un salario minimo di<br />
58.300 franchi. A questo salario è pressoché<br />
impossibile reperire personale<br />
qualificato. Inoltre, i conducenti delle<br />
aziende di trasporto incorporate negli<br />
anni hanno beneficiato di un’evoluzione<br />
salariale e i salari medi si collocano<br />
al di sopra del salario minimo<br />
UFT. Anche il mandante, in questo<br />
caso il cantone Giura, è libero di definire<br />
i criteri per la concessione. Quanto<br />
alle condizioni correnti nel settore<br />
però il cantone rimanda alla definizione<br />
dell’UFT, il che lo rende complice.<br />
Con una tale definizione di conformità<br />
agli usi nel settore, il cantone è<br />
pronto a mettere in conto un peggioramento<br />
delle condizioni di lavoro dei<br />
conducenti e quindi dei suoi stessi cittadini.<br />
I costi del personale rappresentano<br />
una grossa fetta dei costi produttivi.<br />
Ecco perché quando s’indice un<br />
concorso è molto importante definire<br />
i salari medi correnti. Altrimenti la<br />
concorrenza verrà fatta a spese del<br />
personale, il che equivale a un dumping<br />
salariale incentivato dallo Stato.<br />
www.<strong>syndicom</strong>.ch/stopaldumping
22<br />
«Giovani pensanti e critici<br />
Come fornire agli studenti la formazione necessaria per<br />
far fronte alle sfide della digitalizzazione? Quali strumenti<br />
sono utili per confrontarsi con l’intelligenza artificiale?<br />
Come dei non nativi digitali (come i docenti attuali) possono<br />
trasmettere il sapere a una generazione iperconnessa?<br />
Testo: Luca Maria Gambardella, direttore IDSIA, Istituto Dalle Molle di studi<br />
sull’Intelligenza artificiale (USI-SUPSI), Lugano<br />
Foto: IDSIA /Andrea Rizzoli<br />
Oggi vorrei parlare di noi e dei nostri<br />
figli, delle nuove generazioni e<br />
del domani che ci attende. Ho due<br />
figli, un ragazzo di 26 anni e una ragazza<br />
di 21. Per lavoro vedo studenti<br />
universitari e, quando mi invitano a<br />
parlare di digitalizzazione e del<br />
mondo che verrà, mi confronto con<br />
ragazzi delle scuole elementari, delle<br />
medie e dei licei. Da quello che<br />
ascolto e capisco una cosa è sicura;<br />
questa trasformazione digitale induce<br />
cambiamenti a molti livelli:<br />
economici, tecnologici e sociali.<br />
Il fenomeno riguarda anche aspetti<br />
relazionali e apre un dibattito legato<br />
alle competenze e alle conoscenze<br />
necessarie a contribuire allo sviluppo<br />
e al consolidamento di questa<br />
nuova era.<br />
Sviluppare creatività e socialità<br />
Partiamo dal tema degli analfabeti<br />
digitali: io per primo, ma in generale<br />
noi adulti, insomma tutti quelli<br />
nati quando sono nato io (ho 57<br />
anni) e sicuramente quelli che hanno<br />
più di 30 anni. Di base siamo presuntuosi,<br />
crediamo di aver capito<br />
cosa sia la digitalizzazione e vogliamo<br />
che i nostri figli non restino indietro.<br />
Come facciamo? Li mandiamo<br />
a fare corsi di programmazione<br />
a tre anni, di robotica a quattro, di<br />
videogiochi a cinque. Devo continuare?<br />
Chiaramente questa è una<br />
nostra lacuna, e vogliamo rifarci su<br />
di loro.<br />
L’adulto responsabile e digitale<br />
non deve farsi travolgere dalla preoccupazione<br />
che le nuove generazioni<br />
debbano sviluppare soprattutto<br />
capacità tecniche e tecnologiche.<br />
I ragazzi svilupperanno queste capacità<br />
in maniera naturale interagendo<br />
col mondo che li circonda/<br />
circonderà e durante gli studi. Noi<br />
adulti dobbiamo aiutarli a sviluppare<br />
(o continuare a sviluppare) creatività,<br />
socialità, apertura mentale e<br />
soprattutto senso critico unito con<br />
cultura classica e umanistica. La<br />
mancanza di queste competenze<br />
mi preoccupa più dell’incapacità di<br />
scrivere un codice informatico o<br />
configurare un computer. Per quello
per affrontare il digitale»<br />
23<br />
basterebbe poi seguire il nuovo Master<br />
di intelligenza artificiale all’USI<br />
di Lugano dove abbiamo anche attivato<br />
un corso di filosofia e intelligenza<br />
artificiale.<br />
Non delegare decisioni alle macchine<br />
Nel mondo che verrà saremo confrontati<br />
con macchine e robot intelligenti<br />
che ci proporranno soluzioni<br />
complesse partendo da molti dati e<br />
da ragionamenti sofisticati. Saremo<br />
pronti a gestire questo tipo di interlocutore<br />
artificiale? Non lo so, non<br />
son sicuro di questo. Oggi quello<br />
che noto è che un’opinione espressa<br />
da internet o da una macchina è talvolta<br />
più ascoltata di quella espressa<br />
da un essere umano. Diventare pigri<br />
e delegare le decisioni alle macchine<br />
ci porta nella direzione sbagliata.<br />
Per questo dobbiamo creare le<br />
condizioni per far crescere ragazzi<br />
pensanti e critici, dobbiamo aiutarli<br />
ad abituarsi a interagire col mondo<br />
digitale, evitando che vivano all’oscuro<br />
del mondo reale rinchiusi<br />
all’interno dei loro profili social e<br />
dei loro dispositivi tecnologici.<br />
Quindi resta cruciale la loro capacità<br />
di ragionare, di esprimere la loro<br />
individualità e la socialità, di agire<br />
in maniera responsabile ma anche<br />
di divertirsi in modo sano e di crescere<br />
in maniera armoniosa. Non<br />
dimentichiamoci allora la storia e la<br />
geografia, la filosofia e le lingue<br />
( incluso l’italiano, nel nostro caso).<br />
Elogio dell’ozio digitale<br />
I nostri ragazzi vanno inoltre incoraggiati<br />
ad avere un buon rapporto<br />
con se stessi e con la natura. In un<br />
liceo mi hanno chiesto quale pericolo<br />
vedessi per le nuove generazioni<br />
nell’era della digitalizzazione. Un<br />
grosso rischio è dato dall’incapacità<br />
di distinguere il tempo libero dal lavoro,<br />
fino al paradosso di trasformare<br />
(in alcuni casi) il proprio lavoro<br />
nel proprio hobby. Quando sento<br />
che ci sono persone che rispondono<br />
a email di lavoro 24 ore su 24, sette<br />
giorni su sette, e ne vanno orgogliosi,<br />
mi preoccupo e quindi incoraggio<br />
l’ozio, le passeggiate in montagna,<br />
i concerti e i momenti di<br />
socialità senza internet.<br />
In questo scenario, siamo un<br />
buon esempio per i nostri figli o siamo<br />
i primi a passare ore/sere/notti<br />
con lo smartphone in mano e poi<br />
urliamo loro di non farlo? Anche<br />
Pitagora diceva «Dà vita a dei buoni<br />
esempi: sarai esentato dallo scrivere<br />
delle buone regole».<br />
www.supsi.ch/idsia_en<br />
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24 Politica<br />
Appalti, ora tocca ai cantoni<br />
In occasione della revisione<br />
integrale della legge sugli<br />
appalti pubblici, i sindacati<br />
sono riusciti a evitare un certo<br />
numero di peggioramenti.<br />
Tocca adesso ai cantoni prendere<br />
le loro responsabilità.<br />
Testo: Luca Cirigliano, segretario<br />
centrale USS responsabile di diritto<br />
del lavoro<br />
Foto: Felix Imhof<br />
La legge federale sugli appalti pubblici<br />
(LAPub) è cruciale per i/le salariati/e<br />
in Svizzera. Se la revisione<br />
avesse preso una brutta piega, si sarebbe<br />
lasciato campo libero al dumping<br />
salariale e sociale. È quindi<br />
molto importante che i sindacati, in<br />
occasione di questa revisione della<br />
legge sugli appalti pubblici, siano riusciti<br />
a impedirne il deterioramento.<br />
In particolar modo risultava preoccupante<br />
la proposta di far cadere<br />
il principio del luogo di esecuzione,<br />
ciò che avrebbe comportato una forte<br />
crescita del dumping. Con la nuova<br />
LAPub, le Camere federali si sono<br />
allontanate dalla spirale infernale e<br />
disastrosa dei costi prediligendo la<br />
via verso una più alta e durevole<br />
qualità sociale: una bella vittoria per<br />
i sindacati! L’USS è soddisfatta anche<br />
del fatto che la cassa pensioni<br />
pubblica Publica non sarà sottomessa<br />
alla LAPub.<br />
Resta tuttavia ancora molto da<br />
fare, e tocca ora ai cantoni agire: sta<br />
infatti a loro introdurre delle nuove<br />
misure che permettano di lottare<br />
più efficacemente contro gli abusi e<br />
la precarizzazione: come le catene<br />
interminabili di subappalti, i fallimenti<br />
abusivi e il lavoro temporaneo.<br />
Il principio di luogo di esecuzione<br />
Il Parlamento ha deciso di mantenere<br />
il principio del luogo di esecuzione,<br />
che ha dato prova della sua efficacia.<br />
Ciò vuol dire che una ditta che<br />
si candida per ottenere un mandato<br />
pubblico deve rispettare i salari e le<br />
condizioni di lavoro del luogo dove<br />
sarà fornita la prestazione. Per<br />
esempio: una ditta ticinese che inoltra<br />
un’offerta per la costruzione di<br />
un grande capannone a Zurigo dovrà<br />
versare ai suoi dipendenti dei salari<br />
zurighesi. Se, come si stava delineando<br />
all’inizio delle discussioni,<br />
il Parlamento avesse adottato il<br />
principio del luogo di provenienza,<br />
le condizioni da applicare sarebbero<br />
state quelle del luogo dove la ditta<br />
ha la propria sede o dove è stabilita.<br />
La ditta ticinese avrebbe potuto<br />
quindi sottomettere un’offerta con<br />
dei salari ticinesi. Ma con un tale<br />
cambiamento di paradigma, gli offerenti<br />
dei cantoni con delle buone<br />
condizioni di lavoro sarebbero svantaggiati<br />
rispetto a quelli provenienti<br />
dai cantoni «a bassi salari». Per rimanere<br />
concorrenziali dovrebbero<br />
procedere attraverso il peggioramento<br />
delle condizioni di lavoro<br />
della propria impresa. Conclusione:<br />
il principio del luogo di provenienza<br />
della ditta innescherebbe una spirale<br />
al ribasso.<br />
Il principio del luogo di esecuzione<br />
risulta quindi cruciale per chi<br />
tiene a proteggere i salari e le condizioni<br />
di lavoro usuali per il luogo e il<br />
ramo settoriale. Il Parlamento ha<br />
deciso di dare la priorità al principio<br />
del luogo di esecuzione. I cantoni<br />
devono ora adattare il loro concordato<br />
intercantonale sugli appalti<br />
pubblici al fine di reintrodurre il<br />
principio del luogo di esecuzione.<br />
soprattutto nell’edilizia, non è raro<br />
che chi dirige i lavori non sappia neanche<br />
più chi esegua quale lavoro su<br />
quale cantiere e a quali condizioni,<br />
essendoci talmente tanti livelli di<br />
subappalto. Spesso, la Confederazione,<br />
i cantoni e i comuni non sono<br />
a conoscenza di chi per finire faccia<br />
quale lavoro. Ciò crea un terreno<br />
estremamente propizio agli scandali<br />
e agli abusi poiché la probabilità<br />
di scadere nel dumping salariale e<br />
sociale, ma anche dell’utilizzo del<br />
lavoro in nero, aumenta in maniera<br />
esponenziale a ogni livello supplementare<br />
di subappalto. Motivo in<br />
più per porre fine a questa pratica<br />
nefasta, quantomeno nell’ambito<br />
degli appalti pubblici.<br />
Limitare il lavoro temporaneo<br />
Nei cantoni, la legge deve anche prevedere<br />
l’obbligo di fornire dei documenti<br />
attendibili che attestino la<br />
conformità al contratto collettivo di<br />
lavoro (CCL) prima che un mandato<br />
sia aggiudicato a un’impresa attiva<br />
in un settore sottomesso a CCL.<br />
È anche importante che i cantoni<br />
limitino il ricorso al lavoro temporaneo<br />
(interinali) negli appalti<br />
pubblici. Ginevra ne è un esempio:<br />
sono attualmente in atto delle discussioni<br />
per includere nella legge il<br />
vecchio regolamento cantonale che<br />
prevede di limitare al 20% il tasso di<br />
lavoratori temporanei (interinali)<br />
impiegati negli appalti pubblici.<br />
Porre fine alle catene di subappalti<br />
Molti altri aspetti della protezione<br />
dei/delle salariati/e nell’ambito degli<br />
appalti pubblici sono di competenza<br />
cantonale. Tocca ora ai governi<br />
e parlamenti cantonali prendere<br />
l’iniziativa e adattare di conseguenza<br />
le leggi cantonali. Pertanto, la catena<br />
di subappalti deve essere limitata<br />
a un solo livello. Oggigiorno,<br />
(in francese) www.uss.ch/themes/travail/<br />
droit-du-travail/
Diritto e diritti<br />
25<br />
Buongiorno,<br />
lavoro come collaboratore esterno presso un’azienda.<br />
Fino ad oggi mi sono sempre recato in sede per ricevere gli<br />
incarichi quotidiani e iniziare la mia giornata lavorativa.<br />
Mi viene messa a disposizione una macchina aziendale<br />
per svolgere il lavoro. La registrazione dell’orario di lavoro<br />
avviene sempre presso la sede di lavoro.<br />
Adesso hanno annunciato alcuni cambiamenti. Vogliono installare<br />
una app sul cellulare per gli incarichi e una per registrare<br />
la durata del lavoro. Ma non trovo giusto che il datore<br />
di lavoro voglia utilizzare il mio telefonino per fini lavorativi.<br />
E non è che il datore di lavoro ha il totale controllo e<br />
sorveglianza sulla mia persona, se mi dà a disposizione un<br />
apparecchio lavorativo mobile con GPS per registrare la<br />
durata del lavoro e per elaborare gli incarichi?<br />
Che possibilità ho come dipendente di esercitare<br />
un’influenza sull’introduzione di un sistema di sorveglianza<br />
attraverso un apparecchio lavorativo mobile?<br />
Risponde il servizio giuridico <strong>syndicom</strong><br />
Se non è stato concordato nulla di<br />
diverso o non sono d’uso altre regole,<br />
il datore di lavoro deve fornire il materiale<br />
e gli apparecchi necessari per<br />
il lavoro. Se è il dipendente a metterli<br />
a disposizione, il datore di lavoro gli<br />
deve un indennizzo adeguato. Il tuo<br />
cellulare è un apparecchio privato<br />
dove sono salvati anche dati privati.<br />
Non hai l’obbligo di metterlo a disposizione<br />
del datore di lavoro, che dovrebbe<br />
fornirti ad esempio un tablet.<br />
Nei rapporti assoggettati alla legge<br />
sul lavoro sono vietati i sistemi di sorveglianza<br />
e controllo che vigilano sul<br />
comportamento dei lavoratori sul<br />
posto di lavoro. Se sistemi del genere<br />
si rendono necessari per altri motivi,<br />
come per esempio per motivi di sicurezza<br />
o di monitoraggio delle prestazioni,<br />
allora possono essere ammessi.<br />
Ma sono sempre da impostare in<br />
modo da non compromettere la salute<br />
e la libertà di movimento dei<br />
dipendenti e devono essere proporzionali.<br />
Allo stesso tempo devono<br />
garantire al meglio la tutela della persona<br />
e della salute del dipendente.<br />
Per esempio, è ammessa la registrazione<br />
del percorso di veicoli aziendali<br />
per motivi di sicurezza, di pianificazione<br />
o organizzazione del lavoro.<br />
Tuttavia, non è ammessa una sorveglianza<br />
totale in tempo reale. Generalmente<br />
vale la regola che il datore<br />
di lavoro deve precedentemente informare<br />
i lavoratori sull’impiego di<br />
sistemi di sorveglianza.<br />
Puoi consultare la rappresentanza dei<br />
lavoratori della tua azienda che gode<br />
dei diritti di partecipazione in materia<br />
di previdenza sanitaria. L’introduzione<br />
di sistemi di sorveglianza e controllo<br />
ricade anche nell’ambito della<br />
prevenzione sanitaria. Dunque puoi<br />
fare qualcosa attraverso la rappresentanza<br />
dei lavoratori.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/puntodiritto
26<br />
Rubriche<br />
Idee<br />
Perfezionamento, si riparte<br />
Nel primo semestre del 2019, i corsi<br />
di perfezionamento Helias hanno<br />
ottenuto un ottimo riscontro: sono<br />
infatti stati confermati nove corsi<br />
sulle quattordici proposte presenti<br />
nel programma. Il riscontro dei partecipanti<br />
e l’interesse per l’offerta<br />
dei corsi sono stati più che positivi e<br />
di questo siamo molto soddisfatti.<br />
Ora, approfittando dell’ultimo<br />
sole e delle meritate ferie, perché<br />
non pensare al proprio perfezionamento<br />
professionale e agli obiettivi<br />
per il semestre autunnale?<br />
Il secondo semestre offre infatti<br />
una vasta scelta tra i sette corsi in<br />
programma e i venti corsi disponibili<br />
su richiesta. A settembre si inizierà<br />
con «Facebook e social media:<br />
opportunità per l’autopromozione»<br />
proposto dal docente Alessandro<br />
Bianchi. Il corso è utile sia per gli indipendenti,<br />
che per chi deve gestire<br />
la comunicazione presso l’azienda<br />
nella quale è impiegato.<br />
Il corso «Idea Mapping come<br />
strumento di lavoro», proposto da<br />
Patrizia Pfenninger. Si tratta di un<br />
modo visivo e costruttivo di prendere<br />
appunti: una libera associazione<br />
di idee per non perderle, per strutturare<br />
i pensieri e offrire un nuovo approccio<br />
creativo da applicare nel lavoro<br />
quotidiano, utile sia per quanto<br />
concerne la gestione del lavoro e la<br />
programmazione, che per la sua<br />
progettazione. L’esperto di nuovi<br />
media Jona «Pixel» Mantovan propone<br />
il corso «Aumenta la tua realtà.<br />
Pimp your reality», una novità<br />
per i corsi Helias: le iscrizioni si<br />
chiudono il 5 ottobre. Ricordiamo<br />
infine di consultare la lista dei corsi<br />
su richiesta ed effettuare la propria<br />
iscrizione da subito, in modo da poter<br />
accordare le date di inizio. Il<br />
team di Helias augura a tutti di trascorrere<br />
ancora splendide giornate<br />
di sole e un buon inizio del semestre<br />
autunnale! (Linda Eidenbenz)<br />
La lista dei corsi Helias e i formulari di<br />
iscrizione si trovano su www.helias.ch<br />
TRACCE<br />
MAURO BIANI<br />
LA BANALITÀ DEL MA<br />
Ditelo con una vignetta<br />
«Perché se tu sei come me, io poi chi<br />
sono?». Tutto, nel libro La banalità<br />
del ma gira attorno a questa domanda.<br />
L’illustratore e vignettista Mauro<br />
Biani, dopo Chi semina racconta.<br />
Sussidiario di resistenza sociale<br />
(2012) e Tracce migranti. Vignette<br />
clandestine e grafica antirazzista<br />
(2016) ha deciso di raccogliere le vignette<br />
che raccontano la situazione<br />
umana, sociale e politica degli ultimi<br />
anni, sviscerando, grazie alla sua<br />
matita, la progressiva disumanizzazione,<br />
in Italia, ma anche nel resto<br />
d’Europa. Con estrema lucidità Biani<br />
racconta di statistiche, di lessico,<br />
di esclusione senza freni, dell’impossibilità<br />
di avere un nome, una<br />
vita, perché uno dice «non sono razzista,<br />
ma» e l’altro invece è nero, migrante,<br />
rom, zingaro, immigrato,<br />
clandestino, ma non è mai una persona.<br />
Così, come si evince dal titolo,<br />
l’autore si ispira ad Hannah Arendt<br />
e alla sua Banalità del male. Le sue<br />
vignette questa banalità ce la presentano,<br />
prepotentemente: quel «ho<br />
obbedito agli ordini» che Eichmann<br />
aveva pronunciato durante il processo,<br />
oggi si trasforma in altre frasi,<br />
non meno terribili, dette da uomini,<br />
citando Arendt, «non perversi né sadici,<br />
bensì terribilmente normali».<br />
Uno spunto di riflessione potente,<br />
novanta vignette capaci non tanto di<br />
denunciare una situazione, quanto<br />
di far riflettere le persone e commuoverle,<br />
proprio nel senso più originario<br />
del «muoversi insieme». E<br />
questo muoversi insieme è anche<br />
uno degli obiettivi della casa editrice<br />
People, che si è posta l’obiettivo<br />
di raccontare il cambiamento nella<br />
società in modo da dare una chiave<br />
di lettura per il tempo che viviamo,<br />
attraverso testi «pop», ma allo stesso<br />
tempo assolutamente rigorosi dal<br />
punto di vista scientifico.<br />
(Stella N’Djouku).<br />
Mauro Biani, La banalità del ma, People,<br />
www.peoplepub.it<br />
© Casa della letteratura<br />
Una Casa della letteratura<br />
anche per la lingua italiana<br />
Perché una Casa della letteratura<br />
per la lingua italiana a Lugano?<br />
Mentre la Svizzera tedesca da tempo<br />
dispone di cinque case della letteratura<br />
(a Basilea, Zurigo, Lenzburg,<br />
Stans e la Bodmanhaus am Bodensee)<br />
e la Romandia ne conta una (a<br />
Ginevra), la Svizzera italiana ancora<br />
non aveva un luogo dedicato allo<br />
scambio letterario. Proprio alla minoranza<br />
italofona e proprio nella regione<br />
in cui la promozione della lingua<br />
è più sentita mancava finora<br />
una struttura atta a favorire la lettura<br />
e l’accesso alla cultura scritta.<br />
Esiste sì un’ottima rete di biblioteche<br />
pubbliche, ma non una Casa<br />
della letteratura, che – come evidenziato<br />
da Isabelle Chassot, direttrice<br />
dell’Ufficio federale della cultura –<br />
ha un altro mandato rispetto alle<br />
«case del libro». Soprattutto a Sud<br />
delle Alpi: va infatti ricordato che,<br />
accanto al Ticino, anche il Grigioni<br />
italiano lotta per la difesa e la promozione<br />
della sua lingua. Nel 2016<br />
l’associazione Autrici e autori della<br />
Svizzera (AdS) ha iniziato a riflettere<br />
sulla fattibilità di realizzare una<br />
simile struttura e ha elaborato il<br />
progetto. È stata trovata una sede<br />
adeguata all’interno di villa Saroli a<br />
Lugano, sono stati reperiti i fondi<br />
necessari all’attività e si è costituita<br />
un’associazione autonoma. La Casa<br />
è ora realtà. Chi già legge volentieri,<br />
chi scrive e chi traduce, ma anche<br />
chi vuole semplicemente avvicinarsi<br />
ai libri dispone oggi di un luogo dedicato,<br />
con un programma di eventi<br />
e incontri. Tra i prossimi appuntamenti,<br />
il 14 settembre alle ore 11.00<br />
Stefano Campana, docente universitario<br />
a Siena, parlerà dei danni al<br />
patrimonio archeologico provocati<br />
dall’Isis in Iraq. In cartellone anche<br />
un ricordo del poeta Giovanni Orelli<br />
(il 17 ottobre) e alcuni interessanti<br />
dialoghi tra autori e traduttori.<br />
(Elena Spoerl)<br />
Il programma completo degli incontri è sul<br />
sito www.casadellaletteratura.ch
1000 parole<br />
La matita di Ruedi Widmer<br />
27
28 Eventi 14 giugno 2019<br />
Una data storica per la Svizzera. Diverse centinaia di migliaia di donne hanno<br />
partecipato allo sciopero delle donne, la più grande manifestazione politica<br />
della storia recente. Un segnale chiaro per chiedere rapidamente la parità.<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
5<br />
6
1. Salario. Tempo. Rispetto. Questo lo slogan della giornata,<br />
qui a Zurigo. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
2. Bandiere al vento anche a Berna. (© <strong>syndicom</strong>)<br />
3. Donne di tutte le età in corteo a Losanna (© <strong>syndicom</strong>)<br />
4. A Bellinzona, poco prima del corteo che ha mobilitato 10mila persone:<br />
cifre da record per la capitale ticinese (© <strong>syndicom</strong>)<br />
5. La voce delle donne si è fatta sentire a Palazzo federale (© <strong>syndicom</strong>)<br />
6. Le rivendicazioni a Ginevra (© Demir Sönmez)<br />
7. A Basilea si sono radunate 40mila persone (© Frantisek Matous)<br />
8. A Losanna, sono scese in piazza anche le donne giornaliste (© <strong>syndicom</strong>)<br />
9. In Ticino, la giornata è iniziata a Lugano in Piazza Riforma con<br />
testimonianze di donne (© Ursula Rampoldi)<br />
10. A Baden, la protesta dei giornalisti del gruppo Dornbusch Medien<br />
(© <strong>syndicom</strong>)<br />
11. La folla in viola a Lucerna (© <strong>syndicom</strong>)<br />
29<br />
7<br />
8<br />
9<br />
10<br />
11
30<br />
Un lavoro,<br />
una vita<br />
Regula Fallegger: «da subito ho iniziato<br />
a lottare contro le ingiustizie»<br />
Nata nel 1971, Regula Fallegger ha cominciato<br />
a lavorare come addetta al<br />
recapito mattutino presso la Presto<br />
Presse-Vertriebs SA dopo la nascita del<br />
primo figlio. Ormai madre di quattro figli,<br />
lavora per la stessa azienda da ben<br />
17 anni. Originaria del Canton Obvaldo,<br />
si è impegnata anche come membro<br />
<strong>syndicom</strong> e membro della CoPe (commissione<br />
del personale). Ad agosto<br />
ha cambiato lavoro. Ora, come già<br />
vent’anni fa, ha ripreso a lavorare<br />
presso il servizio di assistenza e cura a<br />
domicilio. Alla Presto continua a lavorare<br />
su chiamata, in modo tale da poter<br />
rimanere nella CoPe e continuare a<br />
lottare contro un peggioramento delle<br />
condizioni di lavoro.<br />
Testo: Basil Weingartner<br />
Foto: Alexander Egger<br />
La goccia che ha fatto<br />
traboccare il vaso<br />
Nella vita mi sono dovuta accorgere<br />
ben presto che bisognava lottare.<br />
Sono cresciuta in una fattoria di<br />
montagna con i miei genitori e sette<br />
fratelli e sorelle. Ci siamo spezzati la<br />
schiena ogni giorno. E lo faccio ancora<br />
oggi. Per ben dodici anni non ho<br />
avuto una sola domenica libera.<br />
Più di seicento domeniche di fila mi<br />
sono alzata di notte per andare a distribuire<br />
giornali. Una volta cominciavo<br />
il mio giro alle due e mezza di<br />
notte per finire verso le otto. Mi<br />
piaceva il silenzio della notte. Da un<br />
anno i giri invecec cominciano soltanto<br />
alle quattro. Questo perché è<br />
stato chiuso il centro stampa di Ringier<br />
ad Adligenswil. Da allora i giornali<br />
arrivano da molto lontano e di<br />
conseguenza giungono nella regione<br />
più tardi. Per i dipendenti questo è<br />
un problema. Infatti, da allora i giornali<br />
vanno distribuiti a un ritmo più<br />
veloce. Adesso un giro dura soltanto<br />
90 minuti, e l’impiego lavorativo dei<br />
dipendenti dunque quasi non rende<br />
più. Per questo da allora sto facendo<br />
solo turni durante la settimana. La<br />
diminuzione di ore lavorative è stata<br />
solo uno dei tanti peggioramenti avvenuti<br />
nei 17 anni in cui ho lavorato<br />
per la Presto Presse-Vertriebs SA.<br />
Presto distribuisce giornali di diverse<br />
case editrici ai privati. Noi lavoratori<br />
lo facciamo su loro incarico con la<br />
nostra macchina privata. Una volta ci<br />
pagavano anche il tragitto per arrivare<br />
al magazzino, ma questo indennizzo<br />
chilometrico è stato cancellato.<br />
Ho cominciato subito a impegnarmi<br />
contro queste ingiustizie. Sono una<br />
dei cinque rappresentanti della<br />
CoPe, che rappresenta oltre mille addetti<br />
al recapito di giornali di tutta la<br />
Svizzera interna. È difficile organizzare<br />
sindacalmente i dipendenti. Anche<br />
perché Presto si rifiuta di far conoscere<br />
la CoPe e la sua attività ai<br />
lavoratori. E siccome ognuno ha i<br />
suoi propri giri, tra dipendenti praticamente<br />
al lavoro non ci vediamo<br />
mai. La goccia che ha fatto traboccare<br />
il vaso è stato il recente annuncio<br />
che sarebbe stata cancellata la domenica<br />
nella Svizzera centrale. Per questo<br />
serviranno meno addetti al recapito<br />
domenicale. 350 dipendenti<br />
hanno ricevuto o un licenziamento o<br />
una disdetta per modifica di contratto.<br />
Ciò nonostante, la Presto SA si è<br />
rifiutata di far tenere degli eventi informativi<br />
per i dipendenti e di rispondere<br />
alle nostre domande. Io<br />
non ero direttamente coinvolta, ma<br />
sentivo di voler e dover lottare per gli<br />
altri. Glielo devo. Così abbiamo contattato<br />
<strong>syndicom</strong> dove sono iscritti<br />
molti di noi. Insieme abbiamo avviato<br />
delle trattative e abbiamo presentato<br />
le nostre rivendicazioni alla direzione,<br />
la quale fu piuttosto sbalordita.<br />
In seguito, siamo riusciti a ottenere<br />
dei rimborsi per chi era stato licenziato<br />
e dei probabili miglioramenti<br />
contrattuali per chi ha potuto<br />
conservare il posto. Sarebbero i primi<br />
miglioramenti da decenni, dopo<br />
quattro ritocchi contrattuali attuati<br />
finora sempre a scapito di noi dipendenti.<br />
<strong>syndicom</strong>.ch/it/divisioni/recapitomattutino-e-degli-stampati
Impressum<br />
Redazione: Sylvie Fischer, Giovanni Valerio<br />
Tel. 058 817 18 18, redazione@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Traduzioni: Barbara Iori, Alleva-Translations,<br />
Petra Demarchi<br />
Illustrazioni: Katja Leudolph<br />
Foto senza copyright: © zVg<br />
Layout e correzione: Stämpfli SA, Berna<br />
Stampa: Stämpfli SA, Wölflistrasse 1, 3001 Berna<br />
Notifica cambi di indirizzo: <strong>syndicom</strong>, Adressverwaltung,<br />
Monbijoustrasse 33, CP, 3001 Berna<br />
Tel. 058 817 18 18, Fax 058 817 18 17<br />
Inserzioni: priska.zuercher@<strong>syndicom</strong>.ch<br />
Abbonamenti: info@<strong>syndicom</strong>.com<br />
Gratis per i soci. Per gli altri: Fr. 50.– (estero: 70.–)<br />
Editore: <strong>syndicom</strong> – sindacato dei media<br />
e della comunicazione, Monbijoustrasse 33,<br />
CP, 3001 Berna<br />
La <strong>rivista</strong> <strong>syndicom</strong> esce sei volte l’anno.<br />
Il prossimo numero uscirà il 25 ottobre 2019<br />
Chiusura redazionale: 30 settembre 2019<br />
31<br />
Il cruciverba di <strong>syndicom</strong><br />
In palio una tessera Hotelcard. La soluzione<br />
sarà pubblicata sul prossimo<br />
numero insieme al nome del vincitore.<br />
Non è previsto alcuno scambio di corrispondenza<br />
sul concorso. Sono escluse<br />
le vie legali. Inviare la soluzione entro<br />
il 20 settembre a <strong>syndicom</strong>,<br />
via Genzana 2, 6900 Massagno.<br />
La soluzione del cruciverba dello scorso<br />
numero è PARITÀ. La vincitrice è Silvia<br />
Malaguti di Savosa, a cui va il premio di<br />
una tessera Hotelcard. Congratulazioni!<br />
Pubblicità<br />
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Spese mensili di fatturazione CHF 2.50 offerte<br />
Ordinate la vostra richiesta di carta al nostro ufficio<br />
+41 (0)58 817 18 18 - mail@<strong>syndicom</strong>.ch
32<br />
Dopo lo<br />
sciopero<br />
Per raggiungere la parità, che cosa<br />
deve cambiare subito nelle aziende?<br />
Tiziana Conte, giornalista<br />
freelance e organizzatrice<br />
di eventi culturali<br />
Lottare contro la pratica del precariato<br />
sempre più diffusa anche nelle<br />
aziende pubbliche, che crea condizioni<br />
non eque, che mortifica e<br />
infragilisce le persone e la loro qualità<br />
di vita, che mina profondamente<br />
la dignità delle lavoratrici e dei<br />
lavoratori.<br />
Laurence Bedeau,<br />
grafica al Matin dimanche<br />
Bisognerebbe con urgenza dare<br />
più visibilità alle donne nei<br />
giornali di Tamedia. E anche<br />
maggior parità salariale.<br />
Nicole Sabatier, assistente<br />
tecnica presso Swisscom<br />
Favorire l’accesso delle ragazze<br />
agli studi tecnici. La mia capa<br />
dirige un team di soli uomini,<br />
ma il suo esempio mostra che è<br />
possibile.<br />
Julie Kummer,<br />
giornalista a 24 Heures<br />
Avere le prove dell’effettiva<br />
parità salariale poiché<br />
ne dubitiamo, ben sapendo<br />
che alcune donne sono<br />
meno ben pagate rispetto<br />
ai nostri colleghi uomini.<br />
Mariem Fiadjigbe, collaboratrice UPC<br />
La diffusione delle nuove tecnologie<br />
come l’intelligenza artificiale si dovrebbe<br />
fare con le donne. Per quanto riguarda<br />
l’apprendimento automatico, penso<br />
che sia essenziale che i sistemi non<br />
insegnino solo agli uomini ma anche alle<br />
dunne. Anche in questo campo abbiamo<br />
bisogno di diversità.<br />
Barbara Roelli, giornalista<br />
Che i media riportino quotidianamente<br />
il lavoro, le opinioni<br />
e le conoscenze delle<br />
donne, come degli uomini.<br />
Sono convinta che il rispetto<br />
della parità nell’informazione<br />
possa avere un impatto<br />
positivo e duraturo nella<br />
società tutta.<br />
Jasmin Weirauch,<br />
libraia presso<br />
Lüthy Balmer Stockerli<br />
Che 14 giugno! Sfruttiamo<br />
questo slancio per promuovere<br />
i nostri temi: parità<br />
salariale, orari di lavoro<br />
adeguati e mantenimento<br />
del pensionamento a 64 anni<br />
per le donne. Una nota<br />
positiva: i molti giovani che<br />
ci hanno accompagnato.<br />
Continuiamo la lotta!<br />
Angela Parisi, impiegata La Posta<br />
Eliminare l’impiego a tempo parziale, che<br />
non è più una necessità per molte donne<br />
ma spesso una pretesa del datore di<br />
lavoro. Con il part time, ci ritroviamo con<br />
stipendi insufficienti. Intanto, ci viene<br />
richiesta sempre più flessibilità ma senza<br />
una regolarità dei turni, il che ci impedisce<br />
di trovare un secondo impiego e di<br />
conciliare famiglia e lavoro.<br />
Susanne Keller, Customer Service<br />
International, Post CH AG<br />
Ai miei tempi, una donna poteva<br />
essere felice di fare una formazione.<br />
Allora, l’apprendistato di commercio<br />
era importante ma ora non basta<br />
più. Formiamo i nostri figli affinché<br />
abbiano pari opportunità indipendentemente<br />
dal loro sesso.<br />
Marianne von Dach Nicolay,<br />
postina a PostMail Ginevra<br />
Che si rispetti prioritariamente il<br />
tasso di occupazione dei colleghi<br />
che sono a tempo parziale.