RIFLESSIONI E VISSUTI IN TEMPO DI CORONAVIRUS
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RIFLESSIONI E VISSUTI
IN TEMPO DI CORONAVIRUS
Come state vivendo questo periodo di quarantena?
Credete che da questa singolare esperienza
possa esserci qualcosa da imparare?
Cosa state imparando voi?
Intorno a metà febbraio si comprende che un virus, il quale sembrava limitato alla sola Cina, è
purtroppo arrivato anche in Italia settentrionale. Sono giorni concitati, in cui si susseguono le notizie
di varie aree del nord che risultano sempre più interessate dal contagio. Da quel momento inizia
qualcosa a cui nessuno era preparato neanche nell’immaginazione. Queste zone vengono chiuse nel
tentativo di arrestare il contagio e contemporaneamente vengono diffusi i numeri delle persone
contagiate, dei ricoverati e dei primi decessi.
Quello che ricordo è la grande confusione di notizie, anche sui social network, che hanno iniziato a
pervadere la nostra quotidianità, segnando con preoccupazione una scalata di eventi che poi ci ha
coinvolto tutti inesorabilmente…
…Con l’aumentare della gravità della situazione e delle difficoltà negli ospedali, il 9 marzo il
Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, decreta la chiusura totale di tutte le attività non essenziali,
dopo aver già chiuso nella settimana precedente tutte le scuole di ogni ordine e grado. Abbiamo
assistito ad eventi inediti, di portata storica. In tutte le famiglie si respirava la preoccupazione e si
assisteva con sgomento al notiziario e alle raccomandazioni emanate dal Ministero della Salute. Ad
un certo punto anche mio padre è dovuto rimanere in casa, mentre mia madre ha continuato a
lavorare in ospedale. Quando tornava ci raccomandava di distanziarci da lei e si è separata dalla vita
famigliare…
...Quello che mi ha colpito di questi giorni sono state le numerose manifestazioni di orgoglio e
comunanza che rimbalzavano sui social network e nei notiziari. Bambini che appendevano disegni
di arcobaleni, persone che improvvisavano concerti dai balconi rionali delle città deserte e tante
bandiere tricolori a ricordarci con orgoglio che avremmo potuto superare quei terribili
momenti. Questi segnali di incoraggiamento hanno dato la speranza a tutti e, piano piano, anche
giorni inusuali ci sono sembrati più lievi. Anche seguire le lezioni a distanza è sembrato più normale,
come se sopravvenisse un’abitudine consueta. Certo, la preoccupazione per l’esame di stato c’è
sempre, ma alla fine questa versione inedita sarà la riprova che anche nei momenti peggiori si può
riuscire tirando fuori il meglio di noi. Piuttosto quello che ho vissuto con maggiore nostalgia è stato
passare le festività senza la consueta riunione di famiglia con i pranzi tutti insieme. Anche se
comprendevo le ovvie ragioni, un leggero senso di malinconia l’ho avvertito nonostante le continue
telefonate alla nonna ed ai famigliari e gli innumerevoli scambi di auguri su WhatsApp.
Penso molto a quello che sarà dopo, soprattutto perché finisce un ciclo scolastico e non ho ancora
deciso quali saranno le mie scelte future. Questa situazione incerta contribuisce ai miei dubbi. Non
ho potuto concludere l’esame di guida pratica ed anche tutto il resto mi sembra essere sospeso.
Vorrei che questi tempi passassero veloci e tornassimo nella normale routine.
(Studente, 18 anni)
Salve prof! In questo periodo che sembra non passare mai, mi sono trovata a riflettere su parecchie
cose. Ci sono stati giorni terribili in cui mi tornavano alla mente ricordi di persone care che non ci
sono più e altri in cui prevaleva la preoccupazione per ciò che dovrò affrontare in futuro. Ma la cosa
di cui ovviamente sentivo più la mancanza era il rapporto che avevo con le persone all'esterno. Ho
capito che passare del tempo con gli amici vale molto più di una videochiamata o un messaggio, ma
era l'unico mezzo che avevamo per comunicare tra noi. Quindi finisco con il dire che la cosa positiva
(e forse anche l'unica) di questa quarantena è stata capire chi veramente ritengo importante nella
mia vita.
(Studentessa, 16 anni)
Quali sono le cose importanti della vita? Prima della quarantena le cose importanti per me erano:
andare all’agraria per il progetto, giocare a calcetto, studiare, fare una passeggiata. Adesso che sono
rimasto a casa capisco che la libertà è molto importante. Ora che non posso andare a scuola capisco
quanto sia importante stare con i compagni e le compagne. Mi spiace anche non vedere i cugini. E
penso che chi sta male debba essere aiutato.
(Studente, 18 anni)
Vi ricordate quando due mesi fa andavamo a scuola? Vi ricordate quando facevamo feste con gli
amici? Vi ricordate quando potevamo andare a trovare i nostri cari e non lo facevamo perché non
avevamo tempo? Soprattutto ve la ricordate una vita normale? Oggi dopo due mesi passati in casa
ho deciso di riflettere su tutto ciò che prima di questo piccolo nemico potevamo fare e non facevamo
perché non avevamo “tempo” e ora che questo “tempo” ce lo abbiamo non possiamo fare…
Piango tutti i giorni perché mi manca mio papà, mia sorella e i miei nonni che sono soli e distanti da
me; sono triste soprattutto perché non posso fare niente per loro, se non chiamarli e dirgli quanto
mi mancano.
Chi poteva pensare due mesi fa che ci saremmo ritrovati a stare rinchiusi dentro casa per tutto
questo tempo, come dei prigionieri fragili e indifesi. Chi poteva pensare che un familiare all’interno
di una casa di riposo, considerata un luogo sicuro e felice, potesse morire senza nemmeno avere un
abbraccio, un bacio, una carezza e qualcuno accanto a stringergli la mano. Di certo nessuno, e dico
nessuno, pensava che ci sarebbe stata una pandemia nel 2020, perché siamo nel nuovo millennio e
queste cose non succedono più. Invece succedono, e succedono proprio perché siamo diventati una
società in cui i valori della vita, dell’amore e della solidarietà quasi non esistevano più. Ci voleva
tutto questo per capire e apprezzare questi valori? Penso proprio di sì, perché solo quando si tocca
il fondo si capiscono certe cose…
…In questo periodo così difficile abbiamo visto persone che tutti i giorni alle 18 mettevano musica
e cantavano tutte insieme dai balconi, abbiamo visto persone donare migliaia di euro per aiutare la
sanità del nostro paese e soprattutto abbiamo visto medici, infermieri e forze dell’ordine fare orari
assurdi senza mai tornare a casa e purtroppo abbiamo visto anche alcuni di loro che non ce l’hanno
fatta. Nella mia esperienza, che è niente in confronto a tutto il dolore provato dalle famiglie di
persone affette da COVID-19 e decedute a causa di questo piccolo nemico invisibile, posso dire che
all’inizio ero triste, arrabbiata, preoccupata per il futuro, ma, dopo tutto questo tempo passato a
casa, mi fa quasi strano il pensiero che forse a breve potremo riavere un briciolo della nostra libertà.
Grazie a tutta questa situazione ho capito che si deve dare più importanza alle piccole cose e alle
persone che amiamo, perché la vita è una e, virus o no, in qualsiasi momento possono lasciarci. Per
questo la prima cosa che farò quando potrò finalmente varcare la soglia di casa sarà andare da
queste persone per dirgli quanto gli voglio bene e quanto sono importanti per me. Spero che anche
tutta la gente che pensa che questo virus sia solo un’invenzione e continua a trasgredire le regole
possa rendersi conto che sta sbagliando e, invece di polemizzare, possa aiutare tutte quelle persone
rimaste senza lavoro e senza cibo, con magari dei figli a casa. Dobbiamo essere tutti uniti perché
insieme ce la possiamo fare, è solo questione di “tempo”!!!!
(Studentessa, 17 anni)
Elenco delle cose che sto imparando:
· sto riprendendo seriamente la lettura
· sto riflettendo molto sulle scelte da prendere una volta usciti, soprattutto per quanto riguarda
l'università
· sto passando più tempo con la mia famiglia
· sto imparando a non dare per scontati tutti i rapporti sociali che mi stimolavano e riempivano
molto le mie giornate
· mi sto concentrando molto di più sulle mie passioni, ossia la musica e nello specifico la chitarra.
(Studente, 18 anni)
Sono quasi due mesi che sono chiusa in casa a causa del coronavirus. Non pensavo di potercela fare
senza impazzire ed invece devo dire che stare a casa, vicino alla mia famiglia, mi ha fatto capire
ancora di più che, se hai persone vicino a te che ti amano per quella che sei e non ti giudicano, tutto
è più semplice. Le giornate mi sono volate, ho iniziato a percepire le piccole cose che solitamente in
una vita “normale” vengono date per scontate, come un semplice sorriso, una risata, una battuta,
che ti cambiano la giornata. Inizialmente è stata dura, sapendo che per molto tempo non avrei
potuto rivedere i miei amici, i miei compagni di classe, ma soprattutto i miei nonni, che sono per me
l’essenziale, quella parte che mi rende migliore la vita. Sono ormai due mesi che non li vedo; ogni
giorno li chiamo per sapere come stanno, se hanno passato una bella giornata oppure no. Non vedo
l’ora di rivederli, anche se non potrò abbracciarli. Questa situazione mi mette molta paura e
angoscia, perché la sola idea di poter perdere qualcuno a me caro mi mette i brividi.
(Studentessa, 18 anni)
Siamo in una situazione molto difficile. È da due mesi che non andiamo più a scuola… All’inizio
sembrava una cosa fantastica; restare qualche settimana a casa per alcuni di noi poteva sembrare
una cosa positiva: settimane di relax, settimane di solo play, niente stress e molto altro. Poi però ci
siamo resi conto che le scuole continuavano a rimanere chiuse, non potevamo più uscire con i nostri
amici, dovevamo stare solamente chiusi in casa e uscire solo ed esclusivamente per motivi ben
precisi. Niente più calcio, o altre attività sportive. Ci siamo tenuti in contatto solo grazie al computer
e al cellulare da casa nostra. Certo, abbiamo più tempo da dedicare a noi stessi, migliorarci nello
sport che pratichiamo, stare con la famiglia, iniziare qualche serie TV o film, giocare a un videogame,
ma dopo un po’ non ne possiamo più di restare tutto il giorno nel letto… Ci manca la vita di tutti i
giorni, ci manca poter fare battute con gli amici o parlare di una partita in Champions League del
martedì o mercoledì sera o magari parlare di ragazze viste e/o conosciute da poco tempo. Anche
perché siamo ancora giovani e questa privazione della nostra libertà è un male. Sì siamo molto
fortunati, perché con i telefoni possiamo collegarci e parlare con le persone alle quali vogliamo bene,
però non è la stessa cosa. Ci mancano molto anche la scuola e i nostri professori. È bello poter stare
collegati online, anche se è un po’ strano dato che i nostri compagni non sono qui con noi. Speriamo
che tutto ciò finisca prima possibile e di poter ritornare alla normalità.
(Studente, 18 anni)
In questo periodo di pandemia ho riflettuto molto. Mi sto rendendo conto di quanto mi manca
uscire, andare alle feste, andare a ballare e stare con i miei amici e con le altre persone a me molto
care. Sto anche apprezzando il fatto che con la mia famiglia ho un buon rapporto, che prima davo
per scontato. Ho capito che ci sono persone che pensano di comandare la Terra mentre è la Terra
che comanda le persone e si riprende ciò che è suo e per questo va rispettata. Mi auguro che tutto
questo finisca come se fosse un semplice sogno.
(Studente, 17 anni)
In questi giorni di quarantena sto pensando molto poiché è una delle poche cose che mi sono
rimaste da fare in casa, visto che tra scuola, allenamenti e uscite varie ero abituato a stare tutti i
giorni fuori casa.
Sto riscoprendo i valori della famiglia, il bello di vedere un film con mia madre o di giocare con mio
fratello, cose che fino a qualche tempo fa erano quasi impossibili dato che a casa mancavo sempre.
Purtroppo però a casa ho soltanto mamma e mio fratello, il resto della famiglia, papà compreso, è
a Napoli e non li vedo dal 23 febbraio, e, nonostante io sia abituato a stare spesso da solo senza
sentire mancanze eccessive, dopo quasi tre mesi devo ammettere che mi mancano e non vedo l’ora
di tornare a Napoli e riabbracciare i miei “congiunti”.
Ho capito il peso di certe persone nella mia vita, quanto esse siano veramente importanti: mi
mancano persone che non avrei mai immaginato potessero mancarmi e non sento da settimane
persone con le quali prima stavo insieme ogni giorno. Forse è proprio nei momenti di solitudine che
si vede chi ti vuole bene davvero.
Mi manca Napoli, la mia città natale, una città magica, che amo a tal punto da essermela tatuata sul
braccio e che ormai non vedo da fin troppo tempo; mi manca perdermi per i vicoli, mi manca la pizza
(quella buona), mi manca il mare, mi manca il Vesuvio, mi mancano le passeggiate sul lungomare…
…In questi quasi tre mesi ho scoperto che non mi manca il tempo, ma la voglia. Sono tre mesi che
ho la scrivania in disordine e non l’ho ancora rimessa a posto. Ero abituato ad allenarmi tutti i giorni,
weekend compreso, per due o tre volte al giorno; ora non mi alleno dal 15 marzo. Eppure di tempo
ne ho avuto. Però non ho più una routine che mi permetta di gestire il tempo, ho gli orari sballati,
vado a dormire alle 6 di mattina e mi capita di svegliarmi anche a mezzogiorno; durante le lezioni
certe volte quasi mi addormento. Non posso continuare ad avere questo stile di vita, non vedo l’ora
che si ritorni alla normalità. Non avrei mai pensato di dirlo ma mi manca la scuola, mi manca
svegliarmi alle 6 di mattina per prendere il pullman ed andare a passare sei ore seduto in classe. Mi
manca la classe, l’ansia prima delle verifiche, le litigate e gli scherzi tra compagni. Mi dispiace
infinitamente di non fare gli esami scritti; e sarò ancora più dispiaciuto quando mio figlio avrà la mia
età e non gli potrò raccontare della gita del quinto, dell’ansia prima dell’esame, della vacanza con i
compagni di classe e di tutte le altre cose “normali” che normalmente si raccontano ai propri figli.
Io non esco dal 14 marzo e spero nel buonsenso degli italiani in questa fase 2: mi auguro che si
comportino bene e che seguano tutte le indicazioni date dal Governo perché è un attimo a far
ricircolare il virus e ricominciare da capo. Lo spero per rispetto mio, per rispetto di tutti gli italiani
che hanno rispettato le delimitazioni della quarantena e per i quasi 30.000 defunti che hanno perso
la vita per colpa della pandemia.
(Studente, 17 anni)
Io durante questa quarantena ho riscoperto molte cose. Ad essere sincero, un po’ mi manca anche
la scuola, perché la scuola vera è quella in aula e non davanti al telefono. Quando siamo a scuola
facciamo progetti, ci vediamo di persona con i professori e con gli amici, mentre invece, stando
chiusi in casa, tutte queste cose ci sono state tolte. Però questo periodo ha anche lati positivi: per
esempio ho imparato a gestire meglio il mio tempo libero e ho potuto apprezzare il valore della
famiglia standoci molto tempo assieme in tutti questi giorni. Ecco, questa è una semplice lettera che
ho voluto scrivere per descrive quello che mi sta dando la quarantena.
(Studente, 19 anni)
Durante questa quarantena ho imparato che i valori della famiglia sono importanti. Prima mio padre
non lo vedevo quasi mai per via del lavoro, però capisco che per mantenere la famiglia è l'unico
modo, mentre ora che lo vedo tutti i giorni andiamo molto d'accordo e ho scoperto che abbiamo
molte cose in comune che non pensavo esistessero. Lo stesso è successo con mia sorella, con la
quale litigavo sempre quando eravamo più ragazzini. Mi sto anche rendendo conto di volere
veramente bene alle persone della mia famiglia: mi mancano i nonni, gli zii e i miei cuginetti che
hanno dai 2 ai 4 anni.
Anche il calcio mi manca tanto: ora posso solo allenarmi quasi ogni giorno per cercare di migliorarmi
in vista del momento in cui potrò scendere di nuovo in campo alla fine di questa quarantena.
Nonostante le partite mi manchino tanto, capisco che sarebbe un rischio troppo grande riiniziarle
in questo momento, quindi aspetto che arrivi il momento giusto in cui sarà possibile giocare di
nuovo.
Durante questa quarantena mia mamma mi ha insegnato a cucinare qualcosina, anche se io non
sono mai stato un appassionato di cucina. Anche mio padre mi ha insegnato a fare qualche lavoro
di manutenzione, ma anche questo tipo di attività non è il mio forte.
Spero solo che le persone abbiano un minimo di buon senso perché questa situazione non fa bene
a nessuno.
Arrivederci prof. Grazie per avermi ascoltato. Alla prossima.
(Studente, 18 anni)
Descrivere le mie sensazioni e quello che penso in questi giorni non è facile, ma voglio provarci.
All’inizio noi giovani eravamo quasi contenti della chiusura delle scuole, “Un po’ di vacanza e di
riposo ci voleva” era la frase che si sentiva, ma non potevamo aspettarci che sarebbe andata a finire
così. Sono passati poi questi due mesi, in cui io sono stata sempre a casa, come tutti gli italiani
naturalmente. In questo periodo ho avuto molto tempo: tempo per capire molte cose che prima
non riuscivo a capire, tempo per riposarmi, per fare ordine nella mia vita, per cambiare e per
ritrovare me stessa; ma anche troppo tempo: troppo tempo per stare lontano dalle persone che
amo, troppo tempo per stare in casa, troppo tempo per sentirmi sola. Poi però ho capito che non
sono sola, non lo sono mai stata; i miei amici e le persone care mi hanno chiamato ed io ho chiamato
loro, abbiamo scambiato chiacchiere, notizie, sensazioni e scherzi, abbiamo ricordato insieme i
momenti belli, quelli che non scorderai mai, che ti rimarranno sempre nel cuore, quei momenti in
cui eri felice e in cui gli altri erano felici con te…
…Questo periodo, benché brutto e noioso, è servito all’ambiente, che prima era soffocato da noi,
dal nostro egoismo, dal nostro menefreghismo. Secondo me in questo periodo l’ambiente ha voluto
farci capire che va avanti anche senza di noi, che noi non siamo indispensabili, anzi che noi non
facciamo altro che rovinare le cose belle e spettacolari che Dio ci ha donato e che continua a donarci.
Io personalmente in questo periodo sono riuscita a fare ordine, a capire che tutte le cose che prima
davo per scontate in realtà sono cose importanti e belle e che io non sono indispensabile per il
pianeta ma è il pianeta ad essere indispensabile per me.
Spero che tutto questo finisca prima possibile, così da poter riabbracciare le persone che amo e
l’Italia, ma spero anche che quando usciremo da questo periodo di prova saremo uomini diversi,
persone più responsabili, più attente e meno egocentriche, più felici di spendersi per gli altri; spero
che questo periodo ci abbia cambiato dentro, ci abbia reso persone diverse, persone migliori. Spero
che Dio ci abbia reso persone migliori.
(Studentessa, 15 anni)
L’emergenza da Covid-19 ha stravolto la vita di tutti noi, ha cambiato la nostra quotidianità e
rovinato i progetti che avevamo per il futuro. Per di più ha provocato la morte di molta gente
innocente, soprattutto di persone anziane, che hanno portato avanti questo paese e che forse in
molti casi non hanno neanche potuto godersi la propria pensione e la propria vecchiaia. Oltre agli
anziani sono morti poi vari medici, che hanno fatto di tutto per combattere il virus, e anche alcuni
giovani. Nessuno poteva aspettarsi che potesse succedere una cosa del genere e che da un giorno
all’altro saremmo potuti essere obbligati a stare chiusi in casa per colpa di un virus. Non
immaginavamo di poter essere costretti a stare lontano dai propri affetti né di poter avere il terrore
di toccare le persone. C’è un grande mistero all’origine di questo virus e mi è difficile comprenderlo,
ma sono speranzosa di vedere al più presto la fine di tutto ciò.
Stando a casa e non potendo fare tante cose che facevamo prima, abbiamo l’occasione di impararne
altre e di prende consapevolezza di diverse cose sulle quali prima non ci eravamo soffermati
abbastanza. Ecco ciò che io ho compreso in questo tempo. Innanzitutto mi sono resa conto che la
convivenza 24h su 24 con la propria famiglia non è proprio una passeggiata, soprattutto per le
persone che, come me, erano abituate ad uscire e vedere persone diverse…
…Ho imparato ad apprezzare il valore delle piccole cose, che fino ad ora davamo per scontate, come
dare un abbraccio, un bacio, una coccola al proprio fidanzato o alle amiche. Ho imparato a
distinguere chi sono i veri amici, cioè quelli che ti rimangono vicini. Mi sono accorta che la bellezza
di una semplice passeggiata si apprezza meglio proprio quando non la si può fare più. Ho capito di
non avere tanta pazienza e che con mio fratello ce ne vuole molta. Ho la sensazione di aver
dimenticato tutto ciò che avevo imparato in un mese di guide, quindi temo che non riuscirò a
prendere presto la patente. Ho iniziato ad ascoltare il telegiornale. Mi sono soffermata ad ammirare
quanto è bello il mondo quando l’uomo non la distrugge. Ho scoperto quanto sia bello andare a
scuola (non avrei mai pensato di dirlo). Ho potuto dedicare del tempo a riflettere su quali siano le
cose davvero importanti nella vita. Ho imparato a fare i dolci (anche se ogni tanto li brucio). Ho avuto
modo di apprezzare lo stare di più in famiglia, nonostante le difficoltà, e la possibilità di scoprire
cose che non sapevo. Ho sperimentato che, a stare chiusi in casa, il cibo non fa altro che
perseguitarti. Ho imparato che è bello andare a lavorare (mentre prima spesso non ne avevo voglia).
Ho imparato a memoria ogni angolo della casa. Papà mi ha insegnato a dipingere. Ho preso
coscienza del fatto che ci vorrà molto tempo prima che tutto ritorni com’era prima.
(Studentessa, 19 anni)
La primavera si è fatta strada nella nostra quotidianità: l'aria calda, il sole, i pioppi solitamente così
fastidiosi che oggi sembrano quasi una rinascita, il profumo della natura ormai pura e non più
contaminata da macchine e industrie, gli animali che scorrazzano felici non solo nei boschi ma anche
nelle grandi città ci regalano uno spettacolo così bello, ma che possiamo ammirare solamente da
dietro le finestre di casa nostra e non in prima persona.
Vicino a noi non ci sono i nostri amici, i/le nostri/e fidanzati/e, ma solamente i nostri genitori. I nostri
genitori, che diamo per scontati, con i quali non vogliamo stare per più di poche ore altrimenti
“scocciano”, con i quali quasi non condividiamo neanche un piatto di pasta a pranzo, con i quali non
andiamo d'accordo perché magari non ci fanno uscire, sono i soli con i quali condividere questo
tempo ed è una cosa bellissima nonostante le nostre convinzioni. Questa quarantena sicuramente
è un’occasione per capire molte cose, un’occasione per fare cose che rimandavamo da tanto, per
sperimentare cose nuove, per assaporare in modo diverso la libertà; sì la libertà, una cosa ormai
molto lontana dalla nostra quotidianità, una cosa che ci è stata tolta da un insignificante virus, che
però è così potente da aver portato lontano da noi parenti, amici, infermieri e medici che hanno
sempre e solo cercato di proteggerci. Libertà, amicizia, amore: parole così belle, piene di significato,
che però comprendiamo a pieno solo ora che siamo obbligati a stare lontano da tutti e da tutto,
trovandoci a vivere una realtà strana, incomprensibile…
…La domanda che ci fanno o che facciamo spesso è: “Come va questa quarantena? Cosa hai capito
da tutto ciò?” Beh la mia risposta alla prima domanda è sempre la stessa: “Tutto ok, ormai è quasi
abitudine”, ma mi soffermo ogni volta alla domanda “Cosa hai capito?”... Io ho capito che la parola
“amore” e la parola “amicizia”, al giorno d'oggi, vengono prese molto alla leggera, un semplice “ti
amo” viene messo ormai in qualsiasi frase e ormai si chiama “Amore” o “Tesoro” anche qualcuno
che non ci è poi così simpatico, ma in realtà hanno un significato enorme. Ho capito che non si è mai
troppo grandi per sognare ad occhi aperti il primo incontro dopo mesi con quella persona che si ama
veramente, che non è troppo tardi per far sapere cosa pensi alla tua migliore amica, che non è
troppo tardi per chiedere scusa se hai sbagliato qualcosa, che non è troppo tardi per cambiare il tuo
carattere o la tua opinione su qualcuno o su qualcosa. Insomma, ho capito che nulla è SCONTATO.
Mi manca il mio fidanzato, mi mancano gli amici, mi mancano gli incontri al parco per una
chiacchiera. Mi manca la realtà che fino a due mesi fa avevo e davo per scontata. Mi manca l'autobus
all'uscita da scuola, mi mancano le colazioni al bar della Consolazione quando si entrava un’ora più
tardi, mi mancano le assemblee (un'altra cosa che senza quarantena non avrei mai capito). E
soprattutto, mi mancherà sempre il ricordo più importante, IL QUINTO ANNO, l’anno più bello, che
si ricorda per tutta la vita, l’anno in cui si è tutti più uniti in vista dell'esame e la sera prima dell'esame
si sta tutti insieme a cantare e a fare festa per affrontare la paura. Mi mancherà l'ultima gita. Mi
mancherà il TRAGUARDO di questi cinque anni che sono volati come un battito di ciglia.
(Studentessa, 19 anni)
Penso che in questo momento sia inutile piangersi addosso, che non abbia senso insultare chi esce
o chi non paga le tasse; credo che tutti noi dovremmo concentrarci per un momento su noi stessi e
sulle cose belle che il mondo ci offre.
Purtroppo viviamo in una società che ci costringe a correre, correre dietro alle mode, ai vestiti di
marca, al motorino, all’ultimo modello di smartphone, solo per farci accettare. Corriamo, ma senza
guardarci intorno, senza capire bene cosa stiamo facendo; e quello che facciamo spesso non ha una
spiegazione. Non ci chiediamo mai il perché. Stiamo diventando dei robot. Tutti corrono fisicamente
e mentalmente. Ma tutto ad un tratto ci ritroviamo in un mondo fermo, dove il tempo non passa
mai. È vero, anche a me sembra che il tempo non passi mai, ma ho scoperto che a volte ho bisogno
di stare da sola, che è bello non avere fretta e avere del tempo libero nel quale pensi di non fare
niente ma non è così.
Amo la musica; tutti camminiamo con le cuffie per strada, ma quante volte abbiamo ascoltato una
canzone veramente? Io penso mai prima d’ora. Sdraiarsi sul letto, o sul prato in giardino, con le
cuffie nelle orecchie e ascoltare le parole di quella canzone che cantavi ma senza sapere in realtà di
cosa parlava, senza capire…
…Quante volte ci siamo lamentati del brutto tempo? Sempre. Ma non ci siamo mai fermati a
guardare il cielo tempestato di nuvole grigie; beh è uno spettacolo, un gioco di luci e ombre che solo
la natura ci può donare. E quanto è bello sentire l’odore della pioggia, l’odore dell’erba bagnata? E
quanto è bello vedere le gocce, che si posano sui vetri delle finestre, scendere che sembrano quasi
gareggiare a chi arriva prima.
E la primavera? Quanto è bella la primavera? Non l’avevamo mai ammirata così tanto. Vedere le
foglie nascere sugli alberi, le prime rose, le prime margherite. Quant’è bello sentire il canto degli
uccelli invece che il rumore delle automobili?
Ho anche scoperto che nei meandri più remoti della galleria del mio cellulare ci sono delle foto che
sono più che belle; c’erano dei momenti che avevo anche rimosso e invece sono dei ricordi
importanti. Solo un mese fa erano delle foto normali, che magari non mi piacevano perché ero
venuta male, ma, racchiusi in quelle foto in cui sono venuta male, ci sono tanti ricordi, belli e brutti.
Prima ho detto che stavamo diventando dei robot, e paradossalmente, in questo periodo orrendo
per il mondo, possiamo tornare ad essere umani, a dimostrare affetti, emozioni, paure e debolezze.
Usciti da questo periodo vorrei che tutti riuscissero a fare quello che vogliono: se si vogliono
dichiarare a un ragazzo o a una ragazza lo devono fare, se vogliono abbracciare qualcuno lo devono
fare, perché noi adolescenti, ma credo anche gli adulti, abbiamo sempre visto la morte come una
cosa lontana, che non ci riguardava, ma adesso ci riguarda, molti stanno perdendo nonni, genitori,
zii, fratelli… questo vuol dire che noi non siamo immuni e ci deve insegnare a vivere bene, ad essere
felici, a non perdere tempo, a non fermarci a fare cose stupide e superficiali, a dimostrare affetto e
amore e a guardarci attorno, perché, anche se abbiamo da fare e siamo di fretta, prendiamoci un
minuto, alziamo lo sguardo e guardiamo il cielo, ci migliorerà la giornata.
(Studentessa, 17 anni)
Forse questo è il momento più difficile che abbiamo mai dovuto affrontare nella nostra vita. È
proprio in questi momenti che ci troviamo a pensare, a fare riflessioni e a vedere le cose in modo
diverso da come le avevamo viste fino a un mese fa.
Avevamo raggiunto un tale livello di frenesia, di stress, di corse fuori da ogni limite, credevamo di
essere invincibili e inarrestabili, i padroni del mondo, quelli che potevano fare e disfare a proprio
piacimento; poi, un giorno, questo nemico invisibile ci ha costretti a fermarci. In un attimo ci siamo
resi conto che le nostre convinzioni erano totalmente sbagliate; siamo diventati in un momento
fragili, impauriti, impotenti. Abbiamo cominciato a riflettere sulla nostra vita, sui valori importanti,
sul rispetto verso gli altri, sul valore della famiglia, sull’importanza delle parole e dei gesti verso chi
amiamo.
Mi mancano i miei amici, mi manca abbracciarli, ridere con loro. Mai avrei pensato di dover dire che
mi manca la scuola, mi mancano i rapporti tra le persone, il condividere il bello e il brutto. Mi manca
uscire liberamente, poter fare senza problemi ciò che ho sempre fatto…
…Abbiamo dato per scontate troppe cose: gli abbracci, i baci, le pacche sulle spalle, la vicinanza con
gli amici, il parlarsi nell’orecchio. Cose semplici, ma che ci rendevano felici. Non è la stessa cosa
relazionarsi attraverso un computer, anche se oggi riusciamo ad essere vicini solo grazie alla
tecnologia.
Prego Dio che tutto possa finire al più presto per tornare alla nostra normalità e alle nostre vite.
Prego Dio di non vedere e non sentire più immagini e notizie di quei poveri e indifesi anziani, morti
nelle case di riposo, soli, impauriti, senza la famiglia vicino, senza qualcuno che a tener loro la mano,
senza un funerale dignitoso durante il quale ricordarli e onorarli. Prego Dio che, con il suo perdono
e il suo amore, ci dia un’altra possibilità di poter vivere dando importanza a ciò che conta e
ritrovando i giusti valori verso gli altri, verso il mondo e verso la vita.
(Studente, 17 anni)
Tornare dai cento giorni e dover iniziare la quarantena il 10 marzo mi ha sconvolto non poco. Sono
abituato a star molto fuori casa, perché mi dà l’idea di libertà: girare libero, con la macchina o a
piedi, per stare con gli amici, mi fa sentirmi libero, non prigioniero. Rimanere chiuso in casa mi ha
quindi fatto salire subito una grandissima idea di noia, per la sensazione di non poter spendere al
meglio il mio tempo, anche se sono consapevole che è importante rimanere a casa per il mio bene
e soprattutto per quello degli altri. Da un po' di anni faccio anche parte di un’associazione di
volontariato che aiuta nelle parrocchie con l’Oratorio per bambini e ragazzi e che con i ragazzi più
grandi, delle medie e superiori, organizza campi di lavoro per aiutare una Missione in Perù e Bolivia,
dove vivono dei nostri amici: quindi oltre che dalla scuola, la mia settimana è occupata quasi
interamente da lavori o attività per i bambini e per i poveri. Ovviamente, in quarantena, anche
queste attività sono state ridotte quasi a zero, con mio grande dispiacere…
…Ho potuto apprezzare però anche degli aspetti positivi di questo periodo un po' fermo: prima di
tutto, una vita meno frenetica, nella quale impari a gustare le piccole cose quotidiane, corri di meno,
dormi di più, ti riposi, chiami gli amici lontani anche solo per fare due chiacchiere, impari cose che
avresti sempre voluto fare ma ti mancava il tempo. Ad esempio, ho imparato a fare i liquori:
limoncello, vov e sambuca, per ora; così, oltre ad assaggiarne un goccino ogni tanto dopo i pasti per
verificare se sono buoni, li potrò vendere per raccogliere fondi da inviare nella missione in Perù con
l’Associazione di cui sono volontario. In questo periodo, ho anche imparato a potare le viti e a fare
l’orto; mi piacciono molto i lavori agricoli, ma durante l’anno, con la scuola e le attività in parrocchia,
il tempo non è mai tantissimo e, soprattutto per l’orto, servono tempo e un po' di lavoro quotidiano.
Anche il vino e i prodotti della terra che ricaverò da questa nuova attività vorrei utilizzarli, oltre che
per la mia famiglia e per i miei amici, anche per fare una vendita per aiutare chi ha più bisogno…
…Un altro aspetto positivo, o almeno così lo vedo io, è l’aver capito ancora più a fondo quanto mi
piaccia non perdere tempo e spenderlo soprattutto per gli altri: nei legami con le persone che ora
fisicamente non vedo ma che so che ci sono sempre per me, nel lavorare insieme agli amici gratis
per i poveri, nel preparare giochi canti e attività per far divertire i bambini. La distanza mi pesa,
perché sono abituato al contatto con le persone, ad andare a trovare i bambini a casa, a stare a cena
con le loro famiglie, a giocare con loro a pallone, però questa quarantena mi ha fatto capire che non
lo facevo per abitudine ma perché mi piace veramente, e di questo sono contento.
Il 16 luglio sarei dovuto partire con altri ragazzi per la Missione in Perù che aiutiamo con il mio
gruppo di amici: ho già il biglietto aereo, ma ora non so, chissà, può essere che dovrò rimandare. Mi
dispiace molto ma, visto che è un sogno che ho da un paio di anni, vorrei viverlo nel migliore dei
modi possibili, quindi, se si dovrà rimandare per poter fare tutti i preparativi al meglio e insieme ai
ragazzi e alle persone care, sono fiducioso che sia la cosa giusta.
Quindi, alla fine, penso che vivere in tempo di Coronavirus sia vivere pensando prima alla salute e
al benessere di tutti, non solo al nostro, che è la forma di Carità più alta, sacrificare i propri interessi
per gli altri, anche chi non conosciamo; e sono fiducioso che anche il tempo che dovremo ancora
passare in casa e la noia che magari a volte arriverà saranno niente al confronto della gioia di quando
potremo di nuovo essere liberi di muoverci e di aiutare le persone.
(Studente, 20 anni)
Sinceramente non mi sarei mai aspettata di trovarmi in una situazione del genere. Inizialmente ero
contenta di rimanere a casa alcune settimane, così mi sarei riposata, poi però mi sono resa conto
che la situazione era più grave di quello che immaginavo.
Questa quarantena mi sta facendo apprezzare molte cose che prima ritenevo scontate, ad esempio
gli abbracci, le chiacchierate con gli amici, le uscite... Cose che per molto tempo ci sarà vietato fare.
In questo periodo sto riflettendo molto sulle cose importanti della vita, ma non vedo l’ora di poter
tornare alla normalità.
(Studentessa, 15 anni)
In questo periodo di quarantena mi sono dedicata a me stessa. Come prima cosa ho riordinato la
mia camera, che era abbastanza in disordine. Poi sono passata a riordinare il mio cuore, capendo
quali siano le persone che mi stanno realmente vicine; questa può sembrare una cosa banale per
alcuni, ma per me non lo è, perché penso che alla mia età sia importante iniziare a crearsi un futuro
e, se vicino non hai delle persone vere, non si può cominciare a fare nulla. Mi sono anche resa conto
del valore di tanti piccoli gesti, che adesso non sono possibili data la situazione e dei quali sento la
mancanza. Per finire, ho cercato di riordinare la mia mente: sono sempre stata una persona a cui
piace avere il controllo sulle cose, a volte pure in modo esagerato, e questo generalmente mi porta
ad organizzare tutto nei minimi dettagli, ma in questo periodo ho capito che certe volte è bene
lasciar correre senza organizzazione e controllo, perché tanto può sempre esserci un imprevisto che
non si poteva immaginare. C’è poi anche qualcosa su cui in questo momento davvero non riesco a
fare chiarezza ed è cosa fare della mia vita e quindi quale strada intraprendere alla fine della scuola
superiore; sto pensato ad alcune università, ma, contrariamente a tutto il resto, sono molto indecisa
su questo…diciamo che sto cercando di capire quale tra le mie passioni sia quella più vera!
Spero che i chiarimenti che mi sto facendo possano essermi utili per guidare le mie scelte anche
dopo la quarantena, per ora non posso fare altro che impegnarmi a conviverci!
(Studentessa, 17 anni)
Il 2020 per me doveva essere un anno pieno di emozioni e ricordi, visto che sono arrivata a un
traguardo molto importante cioè quello della maturità. Non credevo di affrontarlo con questa
difficoltà emotiva, dovuta al fatto che in pochi giorni tutti noi studenti ci siamo dovuti barricare in
casa, rinunciando ad ogni tipo di divertimento, privandoci della nostra vita sociale, della possibilità
di uscire con gli amici, partecipare alla tanto attesa gita scolastica dell’ultimo anno, festeggiare i 100
giorni alla maturità e andare a scuola passando una semplice giornata buffa con i compagni.
Questa quarantena ci ha fatto capire che non esistono confini nel mondo perché tutti noi siamo
connessi, che la libertà non ha prezzo e che gli amici sono una cosa fondamentale! Inoltre ha
valorizzato ulteriormente le piccole cose che si tendeva a dare per scontate e la bellezza di tutto ciò
che ci circonda, facendoci davvero comprendere che in realtà nulla è scontato!
In questo periodo difficile è molto importante sostenersi l’un l’altro, soprattutto nella propria
famiglia, perché dove c’è amore, c’è anche forza e volontà di lottare. In questi giorni pensavo alle
storie che mi raccontavano i miei nonni quando c’era la guerra ed erano costretti a fare grossi
sacrifici; ora penso che anche noi avremo qualcosa di importante da raccontare ai nostri figli, perché
questa pandemia rimarrà impressa nei nostri cuori. E quando tutto questo sarà un brutto ricordo, ci
ritroveremo più forti e ci stringeremo tutti quanti in un abbraccio profondo.
(Studentessa, 18 anni)
In questo periodo ci è stata negata la possibilità di uscire liberamente come facevamo un tempo,
potendo effettuare spostamenti solo per necessità, urgenza e per questioni lavorative. Dunque
siamo stati alienati da tutto ciò che il mondo donava noi ogni giorno e che forse non apprezzavamo
più di tanto. In realtà però tutto questo mi ha aiutato a riscoprire momenti a cui non davo il giusto
peso, convinta di poterli rivivere sempre, in modo un po’ superficiale.
In particolare, in questo periodo ho riflettuto su me stessa, sui miei punti di forza e su ciò che invece
potrei migliorare. Ho imparato che non è tutto dovuto, ma è necessario conquistare ciò che più
vogliamo. Ho cercato di dare più attenzioni alle persone a cui voglio bene veramente e con le quali
sono felice di condividere i più bei momenti. Ho appreso che non tutte le persone che ci stanno
intorno in realtà ci vogliono bene, quindi bisogna solo saper capire dove vorremmo andare e se
quelle persone sono veramente fondamentali per il nostro percorso. Ho rivalutato attività
quotidiane che facevo in modo superficiale come ad esempio dare un abbraccio, fare una
passeggiata, leggere e passare del tempo con persone con cui ne trascorrevo poco. Ho appreso che
internet è un mezzo che limita il contatto umano che c’è sempre stato tra le persone, ma riesce a
connetterne in tempo reale molte altre che non hanno possibilità di vedersi quotidianamente. Ho
capito che la fiducia va, ancor prima che essere richiesta, guadagnata e soprattutto mantenuta nel
tempo.
(Studentessa, 19 anni)
Questa quarantena mi ha portata soprattutto a pensare: ho pensato al mio futuro, al mio presente
ed al mio passato. Mi ha portata a pormi delle domande che prima non mi sarei mai posta e, grazie
ad esse, ho capito di cosa ho veramente bisogno e di cosa potrei fare a meno. Mi ha portata ad una
discussione con il mio fidanzato, ma anch'essa mi ha fatto capire che le sue braccia sono le uniche
che mi fanno sentire protetta. Mi ha portata a fare gesti altruisti nei confronti dei miei amici e della
mia famiglia, gesti non scontati, che non molti di noi conoscono. Mi ha portata a riflettere su cosa
sia giusto e cosa sia sbagliato. Mi ha fatto capire che sono una cittadina rispettosa sia nei miei
confronti che in quelli degli altri, in quanto ho sempre rispettato tutte le norme di sicurezza. Mi ha
aperto gli occhi su quello che conta veramente. E sa che ho scoperto? Che quello che mi manca di
più, della mia normalità sono le piccole cose: una chiacchierata con gli amici, una pizza con papà,
una passeggiata da sola con le cuffiette, il pranzo coi compagni di classe quando abbiamo il rientro
a scuola, la sigaretta della ricreazione, un film con il mio ragazzo, il giovedì sera con la mia migliore
amica... Questa quarantena ci ha portati a chiudere gli occhi e sognare quello che prima era
scontato.
(Studentessa, 18 anni)
Durante questo periodo di pandemia, siamo tutti dovuti rimanere a casa per proteggere noi stessi
e chi ci circonda da un nemico invisibile, il Coronavirus. In questi mesi ho potuto apprezzare tante
cose che prima non sapevo apprezzare. Ho riscoperto cosa significhi amare la scuola. Ho
sperimentato quanto gli amici siano importanti in momenti così significativi. Mi sono potuta
soffermare ad ammirare quanto la natura sia bella. Mi sono resa conto di quanto sia importante ciò
che i nostri padri fondatori hanno voluto assicurarci: la libertà. Ho compreso l’importanza degli
affetti. Ho apprezzato il lavoro dei medici che ogni giorno aiutano molte persone a guarire.
Alla fine di tutto ciò, sapremo che il nostro rimanere a casa avrà dato i suoi frutti, quindi ricordiamoci
sempre FORZA ITALIA!!!! ANDRÀ TUTTO BENE!!!
(Studentessa, 18 anni)
Il Coronavirus mi ha fatto capire molte cose della vita, soprattutto come si tenda a sprecare il proprio
tempo in cavolate anziché passarlo con i propri cari, mentre in situazioni come questa, avendo molto
più tempo, si avverte in modo molto più forte il desiderio di stare con i propri affetti e si comprende
quanto siano importanti. Mi ha fatto rivalutare la mia cognizione del tempo, facendomi rendere
conto di come prima lo sprecassi.
Mi ha fatto provare come ci si senta a stare lontani dalle persone a cui si tiene di più e come ci si
possa emozionare rivedendole. Mi ha fatto ragionare anche sulla tendenza che si può avere,
indistintamente dall’età, a prendere consapevolezza di certe cose solo dopo aver toccato il fondo.
(Studente, 17 anni)
Inizialmente i giorni della quarantena sono stati per me un qualcosa di invivibile, di inaccettabile e
di ingiusto; ho visto cadere davanti ai miei occhi tutte quelle piccole ma grandissime cose che mi ero
costruita per avere il futuro che volevo, senza poi avere una giustificazione al tutto e al perché stava
succedendo. Tutto questo però in effetti mi ha portata a delle riflessioni nei giorni a seguire, per
comprendere se forse tutto questo me lo meritavo o ce lo meritavamo.
Ho capito che basta un attimo per cambiare tutto e, per questo, la cosa più importante che mi ha
insegnato la quarantena è che non devo dare più nulla per scontato, che devo dare più valore ad
ogni singolo momento della giornata e che devo anche apprezzare di più quello che la vita mi mette
davanti. Non devo più lamentarmi della mia piena e noiosa quotidianità, perché sostanzialmente è
quello di cui ho bisogno, di non fermarmi mai. Ho sentito molto la mancanza dei miei affetti, a partire
dalla nonna, che spesso non avevo voglia di andare a trovare, fino al fidanzato, che magari per
abitudine non valorizzavo abbastanza; sono riuscita a capire che devo dimostrare di più quello che
provo e amare veramente. Ancora prima di questo però, ho riscoperto i miei bisogni, mi sono resa
conto che dovrei cominciare a criticarmi meno per tutto quello che faccio, a non pentirmi delle
scelte prese e di ciò di cui mi sono privata…
…A questo punto, ho capito che devo soltanto rimboccarmi le maniche e ricostruire pian piano tutto
quello che l’isolamento ha un po’ deteriorato. Ho riscoperto quanto possa essere bello abbracciarsi,
darsi la mano, un bacio, parlare con un’amica, uscire a camminare, ballare, lavorare, fare tardi la
notte, andare a scuola, stare dalla nonna, prendere il pullman e, sostanzialmente, essere liberi. Non
vedo l’ora di tornare alla mia vita normale.
Credo che in queste situazioni, non importa chi tu sia, siamo tutti sulla stessa barca. Tutti dobbiamo
apprezzare di più, ricordando semplicemente quanto eravamo felici prima di tutto questo. Forse sì,
tutti avevamo un po’ bisogno di un lockdown.
(Studentessa, 19 anni)
"Pandemia", una parola che fino a pochi mesi fa aveva un significato per tutti noi lontano e quasi
incomprensibile; ad oggi capiamo perfettamente che cosa possa comportare e quali difficoltà sia
capace di far vivere. Il mio pensiero va infatti a tutte le persone morte, ma anche al personale
sanitario, che ci difende da questo avversario troppo difficile da fronteggiare, persone di cui ci siamo
sempre un po' troppo dimenticati e che, solo in momenti difficili come questi, diventano punti
cardine della società, una società che si è sviluppata seguendo dei principi "capitalistici", anche se
in verità è solo un modo meno brutto per definirli egoistici e superficiali…
…Per anni abbiamo sempre pensato di essere superiori a tutto, che tutto ciò che conosciamo, la
natura ad esempio, sia sotto il nostro controllo, perché ci piace pensarlo, ci fa sentire forti... La verità
è che siamo niente, che basta perdere le nostre abitudini quotidiane e ci sentiamo alienati,
impotenti e incapaci di agire. Come possiamo essere così dipendenti dal tenerci occupati? Da cosa
dobbiamo scappare, da cosa dobbiamo rifugiarci durante i nostri giorni di "quotidianità"? Io non lo
so…
Mi rendo conto che la situazione è molto difficile, ma devo anche dire che nella mia casa io sto bene,
che lo stare in famiglia mi rende felice e che questo periodo ha reso la mia famiglia più unita:
ridiamo, giochiamo, litighiamo e parliamo... Sì parliamo, ed è una tra le cose che mi mancava di più
di tutte, il confronto. Sono cose che la quotidianità ti porta via, perché siamo troppo occupati a
lavorare, a studiare, a fare sport... È bene chiedersi quindi se questo Coronavirus sia del tutto una
disgrazia, o magari possa essere anche una chance per le famiglie e per la società civile. Io credo che
in parte lo sia, noto un'umanità nelle persone, un rispetto delle regole (chi più e chi meno) che prima
d'ora non avevo mai visto, una relativa vicinanza delle istituzioni ai cittadini... Tutte cose che da
italiano, ma soprattutto da uomo, mi rendono fiero.
Sono quindi dell'opinione che sì, ne usciremo presto, ma il bello sarà in come ne usciremo, non solo
con un vaccino, ma anche con nuove consapevolezze di un'umanità più solida, un'umanità più
"UMANA".
(Studente, 18 anni)
Durante questa quarantena siamo stati costretti a stare a casa e questo sicuramente ci ha permesso
di scoprire e apprezzare cose nuove. Io, ad esempio, ho imparato a riconoscere gli amici veri, quelli
che mi mancano davvero. Ho anche imparato ad apprezzare di più lo stare insieme alla mia famiglia:
vivevamo giornate sempre di corsa e non ci rendevamo conto di cosa ci stessimo perdendo.
Mi sono resa conto che ci sono aspetti della mia vita pre-quarantena che mi mancano davvero ed
altri che invece a fine quarantena eliminerò sicuramente, in quanto, dopo averci riflettuto, li
considero forse pure un po' negativi per il mio vivere bene.
Ho ricominciato a leggere libri mai terminati e ho riscoperto la bellezza di mettersi sul letto a leggere
un libro. Ho imparato anche ad apprezzare l'importanza e il valore di un abbraccio o di un bacio, che
in questo periodo sono vietati.
Credo che questa quarantena abbia fatto molto bene a tutti, ma soprattutto a me.
Arrivederci prof!!
(Studentessa, 18 anni)
Grazie a tutti gli studenti
che hanno voluto condividere questo tempo di quarantena