Fitainforma giugno 2020

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FITA VENETO La capacità di fare rete è e sarà la nostra forza in questo periodo Il presidente regionale Mauro Dalla Villa analizza l’azione federativa sviluppatasi durante il blocco e anticipa alcuni progetti nel segno della concreta collaborazione Nella speranza che tutto quanto abbiamo vissuto in questi ultimi mesi possa presto diventare solo un brutto ricordo, con il presidente di FITA Veneto, Mauro Dalla Villa, facciamo il punto della situazione: con uno sguardo agli ultimi, difficili mesi, ma soprattutto guardando avanti, alla ripartenza delle attività teatrali sancita dal 15 <strong>giugno</strong>. Una ripartenza che - non si può nascondere - porta con sé tanto entusiasmo, ma anche più di qualche incertezza. Quello appena trascorso è stato un periodo strano e complicato. Fita Veneto come lo ha vissuto? Come tutti, abbiamo dovuto interrompere bruscamente ogni genere di attività: sia quelle quotidiane di gestione della segreteria, della biblioteca e della videoteca, sia quelle artistiche, in primis il festival nazionale Maschera d’Oro, bloccato praticamente a metà del suo percorso insieme a tutte le attività collegate, a partire dal concorso di critica teatrale riservata agli studenti, purtroppo con serie difficoltà a tenersi in contatto con tutti i soggetti coinvolti. Tra l’altro, come si sa, il blocco è durato ben più di quanto si poteva prevedere e la ripresa è avvenuta con modalità molto diversificate per attività. Che linea d’azione avete scelto durante il lockdown? Abbiamo scelto responsabilità e misura: non volevamo aggiungerci alla schiera delle comunicazioni che ci hanno bombardato in questi mesi, certo spesso utili e importanti, ma non di rado legate anche all’emotività scatenata dal momento, peraltro comprensibile. Come Fita Veneto, quindi, abbiamo ritenuto opportuno da un lato diffondere le sole comunicazioni ufficiali e rilevanti per i nostri associati; dall’altro, sul piano artistico, abbiamo appoggiato le occasioni creative proposte alle compagnie, in particolare sostenendo due iniziative lanciate da FITA nazionale, che anche qui in Veneto hanno trovato un’ottima risposta: mi 12
Abbiamo selezionato notizie utili e idee creative riferisco al bel podcast Radio Pinocchio, al quale abbiamo partecipato con le voci degli attori Virgilio Mattiello e Isabella Trevisi, e al progetto La Fita Racconta, dedicato a fiabe, racconti e contributi per la didattica, che ha avuto un notevolissimo successo e a cui ci si può iscrivere tuttora. Ora si torna al teatro dal vivo. Da Fita nazionale c’è un forte richiamo affinché le istituzioni territoriali si ricordino del teatro amatoriale. In Veneto qual è la situazione? A livello nazionale questa sollecitazione nei confronti del territorio è senz’altro utile, ma nella nostra regione va declinata in maniera differente. Da noi, infatti, FITA è attiva e ampiamente riconosciuta dalle istituzioni e dagli enti locali, dalla Regione fino al Comune più piccolo e decentrato. Quindi siete abbastanza fiduciosi sulla possibilità di vedere una ripresa del teatro nel territorio? Il nostro obiettivo è questo, naturalmente con le possibilità che ci saranno concesse dalle disposizioni; ma siamo convinti che qualcosa potremo fare anche in questa stagione così complessa, che vedrà inevitabilmente dei cambiamenti nel fare teatro e nell’assistervi. Come FITA, quindi, siamo e saremo al fianco delle nostre associazioni che vorranno organizzare qualcosa. Ma faremo anche di più... Vale a dire? Posso anticipare che stiamo studiando con la Regione del Veneto e con la sezione veneta dell’Unione nazionale delle Pro Loco italiane (Unpli) la realizzazione di alcuni cartelloni per quest’estate che, a livello regionale, raccolgano il maggior numero possibile di località, così da proporre comunque una stagione diffusa di cultura e teatro amatoriale. Una bella notizia che arriverebbe in questo momento di incertezza, con un riavvio del teatro che si teme rimanga più che altro sulla carta. Quindi lei è ottimista? Direi di sì, ma sono anche realista. Mi rendo conto che gli amministratori del territorio vengono da un periodo in cui comprensibilmente si sono concentrati su problemi molto complessi e da affrontare senza esperienze simili alle spalle; una situazione che ha fatto mettere in secondo piano qualsiasi altra cosa, comprese la cultura e l’aggregazione. Ma ora mi fa ben sperare il fatto di incontrare molti amministratori che si dichiarano pronti a cercare di fare qualcosa in questo senso. Quindi, pur non avendo tutte le risposte, se uniamo questa volontà alla tanta voglia di tornare sul palco delle nostre associazioni, credo che molto si potrà fare, approfittando del periodo estivo, che ci consente di utilizzare spazi adatti a rispettare con maggiore facilità le norme di sicurezza. E un ruolo essenziale credo giocherà la capacità di fare squadra... Nel senso di collaborare per distribuire il peso di quanto richiesto dalle norme? È facendo sinergia anche con altre organizzazioni che, secondo me, possiamo aiutarci tutti per una ripartenza concreta. Se una compagnia deve pensare da sola a ogni cosa - all’aspetto artistico, organizzativo, logistico - l’impegno può essere tale da farla rinunciare. Se invece, per esempio sai che lo spazio ti viene messo a disposizione dal Comune, che la Pro Loco si occupa dell’accoglienza del pubblico e così via, ecco che il peso si ripartisce e tutto diventa più gestibile. FITA in questo senso ha uno dei suoi punti di forza, perché sia a livello regionale che nazionale ha in essere una straordinaria rete di contatti, una conoscenza del territorio e una diffusione capillare che sono a disposizione dei nostri soci. Il valore aggiunto di essere associati alla più grande organizzazione nazionale del teatro amatoriale italiano sta anche in questo: ovunque mi porti il mio fare teatro so che là ci sono un comitato regionale o provinciale o una compagnia FITA a cui mi posso rivolgere e che mi può dare una mano, e se anche non la conosco è come se la conoscessi, perché facciamo entrambi parte della FITA. È la forza della nostra federazione. Quali sono le preoccupazioni che le compagnie esprimono di più in questo periodo? Diciamo che quelle più comuni riguardano la gestione del pubblico ma anche e soprattutto la disciplina del distanziamento nell’attività di palcoscenico. Chi fa monologhi problemi di distanziamento non ne ha, ma per chi mette in scena spettacoli con tanti attori il problema c’è. Per gli allestimenti in essere, quindi, occorrerà agire con qualche piccola modifica e qualche compromesso, dove possibile: e si capisce che le difficoltà ci saranno e non saranno da poco; ma sono fiducioso che qualcosa si potrà fare, anche perché l’alternativa è non fare nulla o proporre solo monologhi o poco altro per diverso tempo. Per le nuove produzioni, invece, credo ci si dovrà orientare verso un repertorio diverso, che preveda la presenza di meno attori e che non abbia la necessità assoluta del contatto fisico, tutti aspetti che certo appartengono al teatro, ma che al momento non sono ammessi. Quindi, la possibilità di fare teatro ci sarà, ma sapendo di dover accettare, per ora, un teatro diverso. E siccome il teatro non è il calcio... Già, ma vogliamo essere fiduciosi che anche per il teatro si arrivi a trovare soluzioni praticabili, che tengano conto della sua specificità. E quanto al pubblico e al timore che non torni? L’estate sarà un banco di prova, da cui certamente impareremo molto. La stagione al chiuso preoccupa, è chiaro. Il pubblico oggi ha paura e questo sarà uno degli scogli da superare: al di là del garantire la giusta distanza, occorrerà capire se il pubblico avrà voglia di tornare a frequentare i luoghi in cui si fanno teatro e cultura. È un grande interrogativo, tra l’altro per le conseguenze economiche che potrà avere sulle nostre compagnie, che Ovunque ci porti il nostro fare teatro, FITA c’è Al lavoro con Regione e Unpli se pure operano senza fini di lucro hanno comunque delle spese e fanno investimenti che devono riuscire a coprire. Autunno, il pensiero torna alla Maschera d’Oro... Riprenderemo sicuramente, ma al momento non abbiamo sufficienti certezze su come farlo: stiamo valutando la possibilità di riprendere il festival a ottobre-novembre per portare a compimento la stagione di quest’anno, ma il vero nodo è come gestire il contingentamento del pubblico e degli abbonati. Se non sarà possibile questa prima opzione, vedremo verosimilmente di integrare l’edizione di quest’anno al prossimo anno, sempre che abbonati e spettatori abbiamo la bontà di tornare non appena sarà possibile farlo. Diversamente, chiunque lo vorrà potrà chiedere il rimborso. La pandemia ha fatto saltare anche le elezioni in casa FITA. Programmi? Abbiamo in agenda l’approvazione del bilancio e il rinnovo delle cariche a tutti i livelli, nazionale, regionali e provinciali. Puntiamo a operare non in videoconferenza ma in presenza, perché crediamo nella partecipazione, nel confronto e nel dialogo e crediamo che l’online li limiti in qualche modo. Chiederemo l’opinione delle compagnie e vedremo come agire di conseguenza. 13
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