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Fitainforma giugno 2020

Nuovo numero per il periodico del Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori. Un numero speciale nel quale compagnie e dirigenti dell'organizzazione raccontano il lockdown e guardano al prossimo futuro.

Nuovo numero per il periodico del Comitato Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori. Un numero speciale nel quale compagnie e dirigenti dell'organizzazione raccontano il lockdown e guardano al prossimo futuro.

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fitainforma<br />

ANNO XXXIII - N. 2<br />

<strong>giugno</strong> <strong>2020</strong><br />

IL TEATRO<br />

IN LOCKDOWN


03<br />

04<br />

12<br />

14<br />

18<br />

20<br />

indice<br />

Editoriale<br />

FOCUS Il teatro in lockdown<br />

Intervista a compagnie FITA Veneto<br />

Intervista / Mauro Dalla Villa<br />

Presidente FITA Veneto<br />

Territorio ed emergenza Covid<br />

La parola ai Comitati provinciali<br />

Intervista / Aldo Zordan<br />

Vicepresidente FITA nazionale<br />

Cultura<br />

Alla scoperta di Georg Büchner<br />

fitainforma<br />

Bimestrale<br />

del Comitato Regionale Veneto<br />

della Federazione Italiana<br />

Teatro Amatori<br />

ANNO XXXIII<br />

<strong>giugno</strong> <strong>2020</strong><br />

Registrazione Tribunale<br />

di Vicenza n. 570<br />

del 13 novembre 1987<br />

Direttore responsabile<br />

ANDREA MASON<br />

Direzione e redazione<br />

Stradella delle Barche, 7<br />

36100 VICENZA<br />

te. 0444 324907<br />

fitaveneto@fitaveneto.org<br />

www.fitaveneto.org<br />

12<br />

Responsabile editoriale<br />

MAURO DALLA VILLA<br />

Caporedattore<br />

Alessandra Agosti<br />

Grafica<br />

Stefano Rossi<br />

Segreteria<br />

Cristina Cavriani<br />

Giuliano Dei Zotti<br />

Maria Pia Lenzi<br />

14<br />

18<br />

04 20<br />

2


EDITORIALE<br />

Noi ci siamo, ma ora serve<br />

ancora più impegno<br />

da enti e istituzioni<br />

Se non fosse stata una vera tragedia, pensando<br />

alle tante immagini sconcertanti viste e<br />

soprattutto a quanti, anche tra le persone a noi<br />

care, se ne sono andati senza la possibilità di un<br />

saluto o un abbraccio, potremmo immaginare<br />

di esserci trovati protagonisti di un assurdo<br />

spettacolo.<br />

La realtà ci dice, invece, che abbiamo trascorso<br />

mesi tra i più impensabili per innumerevoli<br />

motivi. Mesi che hanno sconvolto e condizionato<br />

le nostre abitudini, anche quelle più banali come<br />

un caffè o due chiacchiere.<br />

E ovviamente ciò ha avuto (e non<br />

nascondiamocelo continuerà ad avere) pesanti<br />

ripercussioni anche sul nostro fare teatro,<br />

aggregazione, cultura.<br />

Sospesi spettacoli, rassegne, prove e<br />

soprattutto ogni genere di attività che<br />

comportasse vicinanza con altre persone.<br />

Al di là di tutte le conseguenze, anche di ordine<br />

economico, che questa fase dell’emergenza<br />

Covid ha causato, crediamo che la più difficile<br />

da recuperare sarà proprio la possibilità (più che<br />

la voglia, che probabilmente è ancora maggiore<br />

di prima) di ritornare a frequentarci come<br />

eravamo abituati a fare. Anche, certamente, per<br />

partecipare e per fare il teatro.<br />

Dal 15 <strong>giugno</strong> possiamo riprendere le attività di<br />

spettacolo, ma con modalità e regole diverse e<br />

che certamente limitano in buona parte ciò che<br />

fare teatro significa. Teatro è comunicazione,<br />

corporeità, azione, movimento, passione e tanto<br />

altro che le attuali norme sul distanziamento<br />

impediscono di realizzare.<br />

È tuttavia necessario attivarci tutti, anche<br />

con maggiore energia di prima, per ripartire<br />

al meglio. Ovviamente con le sicurezze<br />

che le regole ci impongono, ma ripartire.<br />

Probabilmente dovremo selezionare i repertori,<br />

modificare scelte registiche o azioni sceniche,<br />

ma credo che riusciremo ad essere pronti.<br />

Quello che non potremo fare da soli, però, sarà<br />

sopperire alle minori risorse su cui contare a<br />

causa delle mancate attività e soprattutto dei<br />

maggiori costi da sostenere per quelle che<br />

faremo in futuro.<br />

Siamo consapevoli che fronteggiare<br />

l’emergenza ha richiesto sforzi e risorse<br />

straordinari, ma crediamo anche necessario,<br />

proprio per un ritorno alla quotidianità, che<br />

si debbano rendere realizzabili tutte quelle<br />

iniziative di cultura e quindi anche di teatro di<br />

cui il nostro territorio necessita.<br />

È pertanto il momento che dalle tante parole<br />

sentite in questi mesi si passi a fatti concreti<br />

e intendiamo azioni che consentano la<br />

sopravvivenza dell’attività delle nostre associate<br />

e delle migliaia di iscritti.<br />

Serve il sostegno pubblico di enti e istituzioni,<br />

affinchè cultura non sia solo una parola, ma sia<br />

un’azione efficace.<br />

Non sono sufficienti le risorse per i soli enti<br />

nazionali, ma anche e ancora di più per tutte<br />

le realtà che nel territorio hanno sempre<br />

assicurato, con la loro capillare presenza,<br />

un’efficace azione di diffusione.<br />

Le nostre compagnie sono consapevoli del loro<br />

importante ruolo, ma si aspettano, soprattutto<br />

in questo momento, di essere sostenute<br />

per continuare a svolgere la loro attività nei<br />

confronti dell’enorme pubblico che in ogni<br />

stagione riescono ad attrarre.<br />

Buon teatro a tutti, più che mai.<br />

Mauro Dalla Villa<br />

Presidente FITA Veneto<br />

3


FOCUS<br />

IL TEATRO<br />

IN LOCKDOWN


AUTOISOLAMENTO<br />

Le fragilità<br />

strutturali<br />

e l’identità<br />

artistica<br />

che tende<br />

a disseccare<br />

“Per fortuna non avevamo<br />

spettacoli in programma nel<br />

periodo dell’auto-isolamento<br />

- spiega Andrea Bertollo della<br />

padovana La Cittadella Del<br />

Musical - stavamo però lavorando<br />

a un nuovo allestimento<br />

tratto da The great show man,<br />

musical incentrato sulla vita<br />

dello statunitense Phineas<br />

Taylor Barnum, fondatore di<br />

un circo specializzato<br />

in fenomeni da baraccone.<br />

Il problema ora è<br />

capire quando sarà effettivamente<br />

possibile<br />

mettere in scena i frutti del<br />

nostro lavoro. La situazione<br />

è resa incerta anche dal fatto<br />

che quelle compagnie che,<br />

solitamente, si appoggiavano<br />

per le prove a sale comunali<br />

non sanno come e quando sarà<br />

possibile riprendere. Abbiamo<br />

tentato l’opzione delle prove<br />

in videochat ma, se può essere<br />

un’opzione percorribile in casi<br />

di emergenza nel teatro tradizionale,<br />

è impraticabile per chi<br />

fa musical: ci sono insormontabili<br />

problemi audio legati alla<br />

eco che si produce e che non<br />

servizio di Filippo Bordignon<br />

L’auto-isolamento imposto a diversi gradi tra fine febbraio e <strong>giugno</strong> di quest’anno ha smosso<br />

sentimenti contrastanti nella popolazione, contribuendo ad amplificare tensioni sociali pregresse<br />

e a far emergere in alcune persone consapevolezze inedite prima del Covid-19. Il mondo del<br />

teatro ha pagato, sta pagando e pagherà per mesi le conseguenze di un blocco che, oltre ad aver<br />

annullato gli spettacoli, i laboratori e gli eventi fissati nel periodo del lockdown, ha rivelato alcune<br />

fragilità strutturali. C’è di più: l’attore ha sperimentato sulla propria pelle come, in assenza di un<br />

pubblico in carne e ossa, la sua stessa identità artistica tende a disseccare con grande rapidità. Se<br />

infatti il musicista può registrare il prodotto del proprio ingegno, diffonderlo sul web e avvalersi<br />

con facilità di servizi online per commercializzarlo, non si può dire lo stesso dell’attore o del<br />

regista. Gli innumerevoli episodi di dirette streaming da parte di attori intenti a recitare o leggere<br />

testi teatrali o letterari sono stati percepiti dal pubblico come episodi estemporanei, in attesa<br />

dell’agognata riapertura dei teatri. Perché il teatro, non si scappa, è un atto creativo incontrovertibilmente<br />

“fisico”, sia per chi lo propone che per chi lo fruisce.<br />

Ma come hanno vissuto questi mesi le compagnie FITA del Veneto? Lo abbiamo chiesto ai rappresentanti<br />

di alcune di loro.<br />

Ecco la voce delle compagnie<br />

per raccontare questo periodo<br />

permette di provare in maniera<br />

efficace. Il teatro è un’arte<br />

meravigliosa ma, durante la<br />

pandemia, era evidente che le<br />

istituzioni avrebbero tutelato<br />

altre attività oggettivamente<br />

più essenziali. Sarebbe stato<br />

opportuno, però, prevedere<br />

un aiuto economico anche piccolo,<br />

per far sentire la propria<br />

presenza”.<br />

“In questi mesi siamo<br />

stati in balia dell’incertezza,<br />

una condizione<br />

lamentata chiaramente<br />

anche da Fita - precisa<br />

Nicoletta Bauce, presidente<br />

dei Brutti ma Buoni di Padova<br />

-. Questa mancanza di una precisa<br />

pianificazione e di una stra-<br />

continua a pagina 6<br />

5


IL TEATRO IN LOCKDOWN<br />

continua da pagina 5<br />

tegia per il futuro prossimo dai<br />

‘piani alti’ ha determinato uno<br />

scoraggiamento, un atteggiamento<br />

titubante in molte persone.<br />

Come vorrei percepire<br />

negli attori della compagnia la<br />

stessa frenesia che avvertivo<br />

prima del lockdown! In questo<br />

periodo ne abbiamo sentite di<br />

ogni genere: a un certo punto<br />

si era persino paventata la<br />

possibilità di farci recitare con<br />

la mascherina e a distanza di<br />

sicurezza l’uno dall’altro. Indicazioni<br />

innaturali e ovviamente<br />

impossibili da applicare.<br />

Difficile prevedere cosa accadrà<br />

nei prossimi mesi: di certo<br />

gli sketch coi quali tanti attori<br />

si sono prodigati attraverso il<br />

web nell’ultimo periodo possono<br />

essere considerati solo<br />

come il tentativo di reagire a<br />

un vuoto che certo non potrà<br />

essere colmato da tale modalità.<br />

La mia speranza è di riprendere<br />

al più presto le prove<br />

per la nostra nuova commedia,<br />

Co ze massa…. ze massa, che<br />

avrebbe dovuto debuttare a<br />

maggio”.<br />

“Attualmente la ripresa del<br />

settore non è cosa immaginabile<br />

- evidenzia Brunella Burattin,<br />

presidente della compagnia<br />

Sottosopra di Curtarolo<br />

(Padova) – perché le problematiche<br />

sono molteplici ed<br />

è irrealistico attendere aiuti<br />

dall’alto che con tutta probabilità,<br />

se saranno previsti, riguarderanno<br />

le realtà teatrali dei<br />

professionisti. Non ci resta che<br />

stare in ascolto e capire cosa<br />

si prospetterà nelle prossime<br />

settimane. Questo evento<br />

inatteso ci sta cambiando tutti<br />

e forse ha cambiato il concetto<br />

di normalità; non è improbabile<br />

perciò che, nel futuro prossimo,<br />

sarà diverso anche il modo<br />

di godere del teatro. Il<br />

web però, inteso come<br />

luogo virtuale,non potrà<br />

mai sostituire lo<br />

spettacolo dal vivo: il<br />

teatro sì fa, per definizione,<br />

insieme al pubblico, attraverso<br />

le sue emozioni, i suoi sguardi,<br />

le sue reazioni. La domanda<br />

è piuttosto: il pubblico vorrà<br />

venire a teatro? Mi auguro<br />

che questo distanziamento<br />

sociale non diventerà un distanziamento<br />

mentale. Però<br />

sono fiduciosa poiché, a ben<br />

guardare, la gente è tornata<br />

ad affollare i bar. Nel frattempo<br />

noi non dobbiamo restare<br />

con le mani in mano ma capire<br />

come tradurre le misure sanitarie<br />

previste a livello ministeriale,<br />

misure che, per realtà<br />

dimensionate come la nostra,<br />

sono difficilissime da applicare.<br />

Ecco, le istituzioni, magari a<br />

livello Comunale, dovrebbero<br />

aiutarci per sgravare questo<br />

tipo di spese, ricordando che<br />

l’amatoriale significa spesso un<br />

importante presidio culturale<br />

per il territorio. Un particolare<br />

sforzo organizzativo dovrebbe<br />

pervenire da realtà associative<br />

come Fita, incrementando la<br />

rete che la costituisce per favorire<br />

una progettualità comune<br />

e un maggior dialogo con<br />

organizzatori e istituzioni”.<br />

“La cosa più spiacevole di questo<br />

periodo - afferma Massimo<br />

Mazzetti, regista e presidente<br />

della compagnia I 7 Moli Ars<br />

et Bonum di Polesella (Rovigo)<br />

- è non esserci potuti trovare<br />

tra attori, anche solo per<br />

fare gruppo. La prima ‘tegola<br />

sulla testa’ ci arrivò<br />

in realtà già l’estate<br />

scorsa, quando dovemmo lasciare<br />

la location gratuita che<br />

avevamo adibito a magazzino<br />

per materiali e scenografie,<br />

costringendoci così a trovarne<br />

una nuova ma a pagamento.<br />

Quest’anno poi il Covid-19 ha<br />

fatto saltare tre date padovane<br />

della nostra commedia dialettale<br />

Amore, amore, a more tanta<br />

zente. Ci siamo perciò ritrovati<br />

‘sotto zero’, con la spada di<br />

Damocle dell’affitto da pagare<br />

da una parte e l’impossibilità di<br />

esibirci per ammortizzare questa<br />

spesa dall’altra. Nei mesi<br />

di ottobre-novembre avremo<br />

calendarizzato la nostra rassegna<br />

Teatrallegro, giunta nel<br />

2019 alla trentesima edizione;<br />

ma per settembre è prevista<br />

una recrudescenza del virus<br />

e quindi è possibile che slitti<br />

nella primavera 2021. Viviamo<br />

momenti di grande indecisione:<br />

tra le idee al vaglio in questi<br />

giorni c’è quella di proporre<br />

al Comune una rassegna estiva<br />

all’aperto con tre o quattro<br />

compagnie. Soprattutto vorremmo<br />

iniziare a lavorare su<br />

una nuova commedia, da proporre<br />

magari a novembre, ma<br />

è tutto da vedere”.


già diffuse all’estero ma da noi<br />

in terribile ritardo”.<br />

“Nei mesi dell’isolamento<br />

non abbiamo<br />

ovviamente fatto granché<br />

- racconta Giorgio Libanore, regista<br />

e presidente di Proposta<br />

Teatro Collettivo di Arquà Polesine<br />

(Rovigo) - tranne piccoli<br />

interventi in streaming e qualche<br />

lettura di favole. Volevamo<br />

tentare qualcosa di più organico,<br />

prendendo uno spettacolo<br />

con le caratteristiche del<br />

radiodramma e conferendogli<br />

una struttura registica, ma ora<br />

che il lockdown è finito non<br />

ha più molto senso. Adesso<br />

stiamo riflettendo sul ‘dopo’;<br />

oltre a proporre spettacoli organizziamo<br />

rassegne di teatro<br />

e quello sarà un grosso problema.<br />

Potremo farlo all’aperto<br />

per carità, ma bisogna capire<br />

cosa si può fare sotto il profilo<br />

organizzativo, rendendosi necessario<br />

il rispetto del distanziamento,<br />

delle prenotazioni<br />

e delle normative ideate negli<br />

ultimi anni che, per gli spettacoli<br />

all’aperto, erano già restrittive<br />

di per sé. Stiamo pensando<br />

di puntare a rassegne<br />

in cui si giochi su monologhi<br />

o reading, facili da adattare<br />

all’esigenza del distanziamento.<br />

Fortunatamente, poi, abbiamo<br />

in repertorio spettacoli<br />

come Strazzeossi… ferovecio! e<br />

Donne in guerra che posseggono<br />

una struttura meno classica<br />

e più vicina al reading”.<br />

a passare indenni attraverso<br />

questo periodo è anche grazie<br />

al proprietario della location<br />

che affittiamo per le prove e<br />

che ha accettato la dilazione<br />

dell’affitto. Nel frattempo abbiamo<br />

cercato di mantenere<br />

vivo il rapporto col nostro pubblico<br />

trasmettendo sui social<br />

delle letture audio dedicate ai<br />

bambini. Evidenzio però che<br />

non credo al teatro sul video:<br />

il valore aggiunto di quest’arte<br />

risiede infatti nella presenza,<br />

nel contatto del e col pubblico.<br />

Oggi è troppo presto per capire<br />

come si evolverà la situazione:<br />

ciò che ci fa ben sperare<br />

è che altre attività hanno già<br />

ripreso riscontrando un andamento<br />

quasi uguale a prima. E<br />

se pure, nell’emergenza, non<br />

possiamo rimproverare al Governo<br />

di aver dato priorità ad<br />

altri settori rispetto a quello<br />

della cultura/spettacolo, ora<br />

è necessario fornirci linee guida<br />

chiare, affinché Comuni e<br />

associazioni capiscano come<br />

muoversi. E chissà che questa<br />

pandemia non abbia incentivato<br />

modalità di fruizione teatrale<br />

alternative, come quelle nei<br />

locali o nelle abitazioni private,<br />

“Allo stato delle cose non possediamo<br />

particolari strategie<br />

o aspettative - incalza invece<br />

Alberto Moscatelli, direttore<br />

artistico della compagnia<br />

trevigiana TeatroRoncade -<br />

attendiamo semplicemente<br />

che finiscano le restrizioni. Di<br />

buono c’è che il teatro non è il<br />

nostro lavoro, è più una necessità<br />

interiore. Il peggio tocca<br />

e toccherà ovviamente ai professionisti.<br />

Quel che ci manca è<br />

la pratica teatrale; a settembre<br />

cominceremo l’attività di formazione,<br />

mentre per gli spettacoli<br />

veri e propri la questione<br />

è intricata. Quel che non capisco<br />

è perché si siano riavviati<br />

gli allenamenti calcistici mentre<br />

per il teatro si richieda la<br />

distanza sulla scena. Quel che<br />

dovremo comprendere è, soprattutto,<br />

se gli organizzatori<br />

riusciranno a destreggiarsi anche<br />

economicamente garantendo<br />

il distanziamento per il<br />

pubblico. Tocca attendere senza<br />

forzare la mano: possiamo<br />

avere le idee più lungimiranti<br />

del mondo, ma dobbiamo cocontinua<br />

a pagina 8<br />

“Il lockdown - sottolinea Ilaria<br />

Martinelli, segretaria della<br />

compagnia trevigiana Stabile<br />

del Leonardo - ha significato<br />

l’annullamento di due<br />

spettacoli: Il servo di<br />

scena e Sartor par femene.<br />

Se riusciremo<br />

7


IL TEATRO IN LOCKDOWN<br />

continua da pagina 7<br />

munque attenerci alle leggi<br />

governative. Di una cosa sono<br />

sicuro: non cambierò la regia<br />

degli spettacoli in base a delle<br />

normative, poiché significherebbe<br />

snaturare lo spirito stesso<br />

del teatro”.<br />

La crisi degli ultimi<br />

tempi diviene un pungolo<br />

per la creatività<br />

nel caso della compagnia<br />

Arte Povera di<br />

Mogliano (Treviso): “Eravamo<br />

in un momento decisamente<br />

florido - afferma il regista<br />

Francesco Boschiero - avendo<br />

debuttato da poco con la<br />

commedia di Georges Feydeau<br />

La pulce nell’orecchio. Nonostante<br />

il grande dispiacere per<br />

l’annullamento delle repliche<br />

previste in marzo e aprile non<br />

dobbiamo dimenticare che<br />

questa per noi resta una passione:<br />

il dispiacere maggiore<br />

è semmai per i professionisti.<br />

Ovvio che anche noi dobbiamo<br />

sostenere, come associazione,<br />

le varie spese economiche<br />

della nostra attività ma siamo<br />

fiduciosi che si possa riaprire<br />

con gli spettacoli per lo meno<br />

in autunno. Avevo cominciato<br />

ad affrontare il Riccardo<br />

III di Shakespeare prima del<br />

lockdown; proprio in questi<br />

giorni ho ripreso a lavorare al<br />

casting, a luglio ci metteremo<br />

a tavolino per la pianificazione<br />

e a settembre inizieranno, mi<br />

auguro, le prove. Questo Covid-19<br />

ci ha costretti a rivedere<br />

il teatro nel suo significato più<br />

arcaico, riportandolo a essere<br />

pura emozione. Per l’estate,<br />

dunque, bisognerà ricercarlo<br />

probabilmente al di fuori della<br />

struttura teatrale stessa, nei<br />

parchi o in qualsiasi luogo deciderà<br />

d’insediarsi. È anche vero<br />

che l’arte fa sempre di ogni<br />

limitazione un punto di forza<br />

e ci saranno forse, anche in<br />

questo caso, delle realtà bellissime<br />

che nasceranno proprio<br />

attraverso i limiti ai quali siamo<br />

soggetti. Abbiamo cominciato<br />

un laboratorio su La tempesta<br />

di Shakespeare, che si atterrà<br />

nella sua rappresentazione alle<br />

normative richieste: il pubblico<br />

ne fruirà da dentro le proprie<br />

automobili e le luci saranno<br />

proprio i fari dei veicoli”.<br />

“Nell’ambito della rassegna da<br />

noi organizzata, prevista tra<br />

novembre e il marzo scorso,<br />

sono saltate le ultime quattro<br />

date, compreso il debutto della<br />

commedia a cui lavoravamo<br />

da un anno e cioè Alla larga dai<br />

guai di Derek Benfield - constata<br />

Alberto Maretto, presidente<br />

e attore degli Amici Del<br />

Teatro di Pianiga (Venezia)<br />

-. L’intenzione è ovviamente<br />

recuperare gli appuntamenti<br />

persi, il<br />

problema è come. Sarà prevista<br />

la mascherina anche per gli<br />

attori? Dovremo dimezzare la<br />

capienza in teatro per assicurare<br />

il distanziamento? Il rischio è<br />

di non coprire le spese. E poi,<br />

soprattutto, mi chiedo: il pubblico<br />

verrà a teatro pensando<br />

magari di essere ancora a rischio<br />

Covid-19? La ripartenza<br />

la vedo dura. Siamo in attesa.<br />

La volontà di ricominciare c’è.<br />

Dalla metà di <strong>giugno</strong> dovremmo<br />

ripartire con le prove; utilizzando<br />

però una sala comunale,<br />

stiamo capendo quali siano i<br />

termini imposti per la sanificazione<br />

dei locali. Nel frattempo<br />

ci siamo arrangiati con lo streaming,<br />

il cui principale inciampo,<br />

oltre a sacrificare la parte gestuale,<br />

è quella del ritorno della<br />

voce, che inficia il ritmo tra<br />

una battuta e la successiva. Nel<br />

frattempo stanno emergendo<br />

sempre più fortemente alcuni


concorsi virtuali dedicati al teatro<br />

amatoriale. Mi riferisco a<br />

esempio al napoletano Portici<br />

In Teatro, giunto quest’anno<br />

alla sua sesta edizione. È questo<br />

un modo nuovo per vincere<br />

il lockdown, visualizzando e<br />

votando da casa i filmati delle<br />

compagnie iscritte (noi siamo<br />

l’unica compagnia veneta). Ovviamente<br />

questa modalità non<br />

potrà mai sostituire i concorsi<br />

come tradizionalmente intesi:<br />

il suo vero scopo, più che la<br />

vincita dei premi, è di determinare<br />

un interscambio su ciò<br />

che a livello nazionale si sta<br />

facendo in ogni regione, favorendo,<br />

chissà, qualche impensabile<br />

forma di collaborazione<br />

o interscambio tra realtà geograficamente<br />

lontane”.<br />

“Potremmo essere stati<br />

l’ultima compagnia<br />

amatoriale a recitare<br />

in Veneto prima del<br />

lockdown - ipotizza Tiziano Callegari<br />

de La Goldoniana di San<br />

Stino di Livenza (Venezia) - e<br />

precisamente il 23 febbraio al<br />

Momo di Mestre con Una delle<br />

ultime sere di carnovale del Goldoni;<br />

anche in quel caso fummo<br />

supportati dagli spettatori,<br />

ma non fu uno dei tutto esaurito<br />

cui è abituato il Momo.<br />

Circolava già una specie di titubanza<br />

per quella che sembrava<br />

una chiusura imminente a livello<br />

nazionale. Durante l’autoisolamento<br />

abbiamo cercato<br />

di mantenere il contatto con<br />

il nostro pubblico caricando su<br />

Youtube otto dei dieci spettacoli<br />

che possediamo in versione<br />

filmata. Quello che ha registrato<br />

il maggior numero di<br />

visualizzazione è stato, guarda<br />

un po’, I pettegolezzi delle donne.<br />

Ora noi della compagnia ci<br />

dobbiamo trovare per pianificare;<br />

sarà difficile far tornare<br />

il mondo del teatro a com’era<br />

fino a quattro mesi fa. Stiamo<br />

cercando di capire se organizzeremo<br />

la nostra consueta rassegna<br />

a San Stino di Livenza tra<br />

ottobre e novembre”.<br />

“L’emergenza Covid-19<br />

ha cancellato tanta<br />

roba; alcune situazioni<br />

in particolare ci hanno<br />

dato dei problemi davvero<br />

spinosi - precisa Giovanni<br />

Giusto, direttore della compagnia<br />

di San Donà di Piave<br />

(Venezia) Teatro Dei Pazzi -<br />

poiché oltre a mettere in scena<br />

spettacoli teatrali la nostra<br />

associazione organizza anche<br />

eventi, e ci siamo trovati con<br />

una serie di rassegne cancellate<br />

magari a tre date dal termine<br />

e con abbonamenti già venduti.<br />

Fortunatamente i Comuni<br />

sono stati così sensibili da non<br />

cancellare questi eventi, consentendo<br />

di recuperarli nei<br />

mesi di ottobre, novembre, dicembre.<br />

Inizialmente eravamo<br />

contenti per questa soluzione;<br />

poi abbiamo capito che sarà<br />

una mezza fregatura. In primis<br />

perché quando a settembre si<br />

andranno a riprogrammare le<br />

date perse il calendario sarà<br />

comunque in parte occupato<br />

dalle date autunnali e invernali<br />

già calendarizzate. E per quanto<br />

riguarda l’organizzazione<br />

delle rassegne invernali <strong>2020</strong>-<br />

2021 ci si chiede: quando negli<br />

assessorati preposti torneranno<br />

i fondi per l’anno nuovo? La<br />

paura è che per il 2021 toccherà<br />

posticipare tutto all’estate.<br />

Per il resto ci stiamo inventando<br />

degli appuntamenti estivi<br />

in linea con normative ancora<br />

non chiarissime (soprattutto<br />

per noi operatori): punteremo<br />

su poesia, racconti e musica.<br />

Sono già ricominciate le prove.<br />

Attualmente stiamo lavorando<br />

a una produzione vicina al<br />

racconto-musicale sul tema<br />

dell’orgoglio, un sentimento<br />

che, la nostra storia di emigranti<br />

lo testimonia a dovere,<br />

ha sempre distinto il Veneto”.<br />

“Tra marzo e <strong>giugno</strong><br />

abbiamo bruciato ben<br />

otto repliche - constata<br />

Daniele Marchesini,<br />

presidente e regista per<br />

La Moscheta di Colognola ai<br />

Colli (Verona) - sembra che a<br />

luglio si ripartirà, abbiamo già<br />

alcune date fissate e questo ci<br />

rincuora. Stavamo lavorando<br />

a del materiale nuovo ma ora<br />

dobbiamo metterlo in standby<br />

e concentrarci sul recupero<br />

degli appuntamenti persi. È<br />

stato un periodo strano e difficile:<br />

penso che si parlerà, da<br />

adesso in avanti, di un ‘prima’<br />

e un ‘dopo’ Covid-19. Una nostra<br />

attrice, tra l’altro, risultò<br />

positiva al tampone; niente di<br />

grave, fortunatamente, oltre<br />

a una febbricola protrattasi<br />

per settimane, ma comunque<br />

un piccolo spavento. Gli ultimi<br />

mesi sono stati, come non mai,<br />

densi di ogni genere di teoria<br />

con la quale le persone hancontinua<br />

a pagina 10<br />

9


IL TEATRO IN LOCKDOWN<br />

continua da pagina 9<br />

no colmato i social network…<br />

a mio avviso però non credo<br />

si produrranno le rivoluzioni<br />

sociali e culturali che in molti<br />

hanno ipotizzato. A breve, nel<br />

bene e nel male, mi sa che tornerà<br />

tutto come prima”.<br />

“Per quanto riguarda la<br />

nostra rassegna Estate<br />

Teatrale Cavaionese,<br />

che quest’anno compirà<br />

23 anni, il Comune sta predisponendo<br />

una nuova location,<br />

uno spazio molto grande che<br />

ci consentirà probabilmente di<br />

poterla svolgere rispettando<br />

le normative - spiega Igino Dalle<br />

Vedove, direttore artistico<br />

della rassegna e capocomico<br />

per Amici del Teatro Cavaionese<br />

- Teatro dell’Attorchio<br />

(Verona) -. Abbiamo sentito<br />

le compagnie in cartellone e<br />

quasi tutte hanno spettacoli<br />

che permettono il distanziamento<br />

richiesto sul palco. Solo<br />

poche hanno dovuto dire di no<br />

poiché, per la natura corale dei<br />

loro lavori, se ne snaturerebbe<br />

la struttura. Quando è scoppiata<br />

la pandemia, con la compagnia<br />

eravamo al lavoro su una<br />

nuova commedia, Va tutto ben<br />

basta che i paga di Loredana<br />

Cont. Sfortunatamente le prove<br />

si svolgevano nella palestra<br />

di una scuola elementare che<br />

ora è invalicabile: il Comune,<br />

però, probabilmente ci metterà<br />

a disposizione uno spazio<br />

all’aperto dove le regole da rispettare<br />

sono un po’ più morbide.<br />

Oltre alla difficoltà di riprogrammare<br />

le date cancellate<br />

dal lockdown c’è la titubanza<br />

di alcuni attori di contrarre il<br />

virus durante gli spettacoli. C’è<br />

chi ha deciso che sarà sul palco<br />

solo se autorizzato a tenere la<br />

mascherina e altri che invece<br />

vogliono attendere direttamente<br />

il vaccino, preoccupati<br />

dalla fragilità della propria salute.<br />

Non aiuta poi il fatto che<br />

il pubblico dell’amatoriale sia<br />

composto per un buon 80% da<br />

persone sopra i sessant’anni<br />

che vengono considerate perciò<br />

a rischio”.<br />

Negrar (Verona): “Abbiamo<br />

chiesto e ottenuto<br />

dal Comune uno<br />

spazio all’aperto per<br />

effettuare le prove rispettando<br />

le indicazioni di distanziamento<br />

- evidenzia Franco Antolini<br />

-. A febbraio il lockdown<br />

ha bloccato la preparazione di<br />

una mia nuova commedia, Fermata<br />

Tavernele, che ora contiamo<br />

di far debuttare almeno in<br />

autunno. Per fortuna abbiamo<br />

in repertorio due monologhi<br />

che proporremo così nei mesi<br />

estivi, andando a soddisfare le<br />

richieste delle normative anti-<br />

Covid e in aggiunta abbattendo<br />

i costi”.<br />

“Tra marzo e maggio ci sono<br />

saltati ben otto spettacoli -<br />

conferma Maurizio Cerato,<br />

presidente della vicentina La<br />

Trappola -. Una grossa botta,<br />

non solo per le repliche<br />

mancate ma<br />

per il periodo di riorganizzazione<br />

della nostra attività che<br />

sta conseguendo al lockdown.<br />

Già a marzo però ci siamo ingegnati<br />

a provare mediante la<br />

Situazione simile a quella precedente,<br />

per El Gavetin di


app Zoom e da <strong>giugno</strong> abbiamo<br />

ripreso le prove sul palco,<br />

pur tenendo conto di tutte le<br />

dovute precauzioni. Stiamo<br />

lavorando al nuovo spettacolo<br />

Antenore - L’alba di un popolo<br />

che, probabilmente, debutterà<br />

tra autunno e inverno. Il teatro,<br />

naturalmente, è parola,<br />

contatto e dunque, in questa<br />

situazione, ci sentiamo molto<br />

limitati. Ciò che più ci pesa è<br />

però la mancanza del pubblico,<br />

il suo calore durante gli spettacoli,<br />

un fattore determinante<br />

per innescare quell’adrenalina<br />

utile a dare il meglio di sé. Nel<br />

frattempo viviamo in preda a<br />

questo enorme punto di domanda:<br />

non sappiamo quando<br />

si tornerà alla normalità.<br />

Gli esperti dicono che dovremo<br />

attendere un vaccino. Ma<br />

quando sarà pronto? Temo<br />

che, fino ad allora, il pubblico si<br />

dimostrerà assai cauto rispetto<br />

agli spettacoli teatrali, poiché<br />

c’è questa strisciante paura di<br />

poter contrarre il virus”.<br />

In totale controtendenza la leonicena<br />

L’Archibugio: “Per noi<br />

non è stato assolutamente un<br />

momento di pausa, anzi - spiega<br />

il direttore artistico Giovanni<br />

Florio -. Dopo uno sconcerto<br />

iniziale e il dispiacere di aver<br />

perso sei repliche in meno di<br />

due mesi, ci siamo rimboccati<br />

le mani tentando di capire<br />

come sfruttare questo imprevisto<br />

a nostro favore. Abbiamo<br />

compreso che i canali social<br />

avrebbero potuto veicolare la<br />

nostra recitazione al di fuori<br />

del palco. Abbiamo perciò lavorato<br />

collettivamente a due<br />

web series, L’Oroscopo<br />

dell’Alchimista<br />

e Influenza di Pupa, che hanno<br />

ottenuto un riscontro positivo<br />

da parte del nostro pubblico<br />

abituale e, anzi, ci hanno permesso<br />

di arrivare a tante nuove<br />

persone. Ovviamente non<br />

vediamo l’ora di tornare sul<br />

palcoscenico vero, ma queste<br />

esperienze sono state utili per<br />

proseguire con la recitazione<br />

e approcciarci a strumenti per<br />

noi inediti. Abbiamo sperimentato<br />

anche una modalità<br />

di scrittura per noi desueta:<br />

solitamente le sceneggiature<br />

erano scritte da me, ma questa<br />

volta si è trattato di un lavoro a<br />

più mani, una nuova maniera di<br />

raccogliere e plasmare insieme<br />

le idee mediante documenti<br />

condivisi sul web”.<br />

“Oltre alle repliche, il<br />

lockdown ci ha bruciato<br />

due debutti - testimonia<br />

il regista de Il Covolo<br />

di Longare (Vicenza), Alberto<br />

Trevisan - e cioè Se fossi lei,<br />

una serie di monologhi incentrati<br />

sul mondo femminile, e<br />

lo spettacolo per famiglie La<br />

rivincita dei tre moschettieri.<br />

Adesso abbiamo sfruttato la<br />

app Zoom per tener vivo il<br />

copione e provare a distanza.<br />

Sono anche iniziate le prove, in<br />

forma “domestica”, al fine di riproporre<br />

i nostri spettacoli secondo<br />

un modus Covid-free e<br />

dunque tenendo conto anche<br />

del distanziamento tra attori.<br />

Secondo me la pandemia ha<br />

cambiato e cambierà per molto<br />

tempo le regole del gioco e<br />

siamo chiamati tutti a tenerne<br />

conto.<br />

Anche la coreografia più innocente<br />

dovrà passare sotto il vaglio<br />

di quelle normative che ci<br />

vogliono ad almeno un metro<br />

di distanza l’uno dall’altro”.<br />

“Avremmo dovuto debuttare il<br />

28 marzo al Teatro Busnelli con<br />

il nostro L’antikuario, riadattamento<br />

de La famiglia dell’antiquario<br />

di Goldoni - racconta<br />

Davide Berna de La Calandra<br />

di Dueville (Vicenza) -. È stato<br />

un parto difficile per il quale mi<br />

sono occupato della riscrittura<br />

e della regia, coadiuvato per<br />

quest’ultima da Bruno Salgarollo.<br />

Eravamo desiderosi di andare<br />

in scena, perché si tratta<br />

di un lavoro diverso dal solito.<br />

Ci piaceva l’idea di metterci in<br />

gioco alleggerendo il lavoro di<br />

Goldoni mediante un linguaggio<br />

contemporaneo e fatti<br />

pescati dall’attualità. Abbiamo<br />

evitato perciò l’approccio classico,<br />

facendone una parodia. Si<br />

è scelto di osare anche rispetto<br />

a scenografie, musiche e<br />

costumi (risultato di<br />

una partnership con<br />

l’istituto Scotton di Breganze).<br />

Le prove ricominceranno<br />

a settembre e confidiamo di<br />

debuttare poco prima di fine<br />

anno all’interno della rassegna<br />

Radici, sempre al Busnelli. Nel<br />

frattempo ho messo mano a<br />

Le Beatrici di Stefano Benni,<br />

selezionandone quattro - cinque<br />

monologhi e creando un<br />

filo conduttore che li unisse.<br />

Molto probabilmente presenteremo<br />

quest’ultima fatica a<br />

fine agosto al Busnelli Giardino<br />

Magico, sempre a Dueville”.<br />

Fita Veneto ringrazia tutte<br />

le compagnie partecipanti<br />

a questa interessante<br />

panoramica, che ci ha permesso<br />

di “tastare il polso” della nostra<br />

realtà teatrale.<br />

11


FITA VENETO<br />

La capacità di fare rete<br />

è e sarà la nostra forza<br />

in questo periodo<br />

Il presidente<br />

regionale<br />

Mauro Dalla Villa<br />

analizza l’azione<br />

federativa<br />

sviluppatasi<br />

durante il blocco<br />

e anticipa<br />

alcuni progetti<br />

nel segno<br />

della concreta<br />

collaborazione<br />

Nella speranza che tutto quanto<br />

abbiamo vissuto in questi ultimi<br />

mesi possa presto diventare<br />

solo un brutto ricordo, con<br />

il presidente di FITA Veneto,<br />

Mauro Dalla Villa, facciamo<br />

il punto della situazione: con<br />

uno sguardo agli ultimi, difficili<br />

mesi, ma soprattutto guardando<br />

avanti, alla ripartenza delle<br />

attività teatrali sancita dal 15<br />

<strong>giugno</strong>. Una ripartenza che - non<br />

si può nascondere - porta con sé<br />

tanto entusiasmo, ma anche più<br />

di qualche incertezza.<br />

Quello appena trascorso<br />

è stato un periodo strano<br />

e complicato. Fita Veneto<br />

come lo ha vissuto?<br />

Come tutti, abbiamo dovuto<br />

interrompere bruscamente<br />

ogni genere di attività: sia<br />

quelle quotidiane di gestione<br />

della segreteria, della<br />

biblioteca e della videoteca,<br />

sia quelle artistiche, in primis<br />

il festival nazionale Maschera<br />

d’Oro, bloccato praticamente a<br />

metà del suo percorso insieme<br />

a tutte le attività collegate, a<br />

partire dal concorso di critica<br />

teatrale riservata agli studenti,<br />

purtroppo con serie difficoltà<br />

a tenersi in contatto con<br />

tutti i soggetti coinvolti. Tra<br />

l’altro, come si sa, il blocco è<br />

durato ben più di quanto si<br />

poteva prevedere e la ripresa è<br />

avvenuta con modalità molto<br />

diversificate per attività.<br />

Che linea d’azione avete<br />

scelto durante il lockdown?<br />

Abbiamo scelto responsabilità<br />

e misura: non volevamo<br />

aggiungerci alla schiera<br />

delle comunicazioni che ci<br />

hanno bombardato in questi<br />

mesi, certo spesso utili e<br />

importanti, ma non di rado<br />

legate anche all’emotività<br />

scatenata dal momento,<br />

peraltro comprensibile.<br />

Come Fita Veneto, quindi,<br />

abbiamo ritenuto opportuno<br />

da un lato diffondere le<br />

sole comunicazioni ufficiali e<br />

rilevanti per i nostri associati;<br />

dall’altro, sul piano artistico,<br />

abbiamo appoggiato le<br />

occasioni creative proposte<br />

alle compagnie, in particolare<br />

sostenendo due iniziative<br />

lanciate da FITA nazionale, che<br />

anche qui in Veneto hanno<br />

trovato un’ottima risposta: mi<br />

12


Abbiamo selezionato notizie utili e idee creative<br />

riferisco al bel podcast Radio<br />

Pinocchio, al quale abbiamo<br />

partecipato con le voci degli<br />

attori Virgilio Mattiello e<br />

Isabella Trevisi, e al progetto<br />

La Fita Racconta, dedicato a<br />

fiabe, racconti e contributi per<br />

la didattica, che ha avuto un<br />

notevolissimo successo e a cui<br />

ci si può iscrivere tuttora.<br />

Ora si torna al teatro dal<br />

vivo. Da Fita nazionale c’è<br />

un forte richiamo affinché<br />

le istituzioni territoriali<br />

si ricordino del teatro<br />

amatoriale. In Veneto qual è<br />

la situazione?<br />

A livello nazionale questa<br />

sollecitazione nei confronti<br />

del territorio<br />

è senz’altro<br />

utile, ma nella<br />

nostra regione<br />

va declinata<br />

in maniera<br />

differente. Da noi, infatti,<br />

FITA è attiva e ampiamente<br />

riconosciuta dalle istituzioni e<br />

dagli enti locali, dalla Regione<br />

fino al Comune più piccolo e<br />

decentrato.<br />

Quindi siete abbastanza<br />

fiduciosi sulla possibilità<br />

di vedere una ripresa del<br />

teatro nel territorio?<br />

Il nostro obiettivo è questo,<br />

naturalmente con le possibilità<br />

che ci saranno concesse<br />

dalle disposizioni; ma siamo<br />

convinti che qualcosa<br />

potremo fare anche in questa<br />

stagione così complessa, che<br />

vedrà inevitabilmente dei<br />

cambiamenti nel fare teatro<br />

e nell’assistervi. Come FITA,<br />

quindi, siamo e saremo al<br />

fianco delle nostre associazioni<br />

che vorranno organizzare<br />

qualcosa.<br />

Ma faremo anche di più...<br />

Vale a dire?<br />

Posso anticipare che stiamo<br />

studiando con la Regione<br />

del Veneto e con la sezione<br />

veneta dell’Unione nazionale<br />

delle Pro Loco italiane (Unpli)<br />

la realizzazione di alcuni<br />

cartelloni per quest’estate che,<br />

a livello regionale, raccolgano<br />

il maggior numero possibile<br />

di località, così da proporre<br />

comunque una stagione<br />

diffusa di cultura e teatro<br />

amatoriale.<br />

Una bella notizia che<br />

arriverebbe in questo<br />

momento di incertezza, con<br />

un riavvio del teatro che si<br />

teme rimanga più che altro<br />

sulla carta. Quindi lei è<br />

ottimista?<br />

Direi di sì, ma sono anche<br />

realista. Mi rendo conto che gli<br />

amministratori del territorio<br />

vengono da un periodo in cui<br />

comprensibilmente si sono<br />

concentrati su problemi molto<br />

complessi e da affrontare<br />

senza esperienze simili alle<br />

spalle; una situazione che ha<br />

fatto mettere in secondo piano<br />

qualsiasi altra cosa, comprese<br />

la cultura e l’aggregazione.<br />

Ma ora mi fa ben sperare<br />

il fatto di incontrare molti<br />

amministratori che si<br />

dichiarano pronti a cercare di<br />

fare qualcosa in questo senso.<br />

Quindi, pur non avendo tutte<br />

le risposte, se uniamo questa<br />

volontà alla tanta voglia di<br />

tornare sul palco delle nostre<br />

associazioni, credo che molto<br />

si potrà fare, approfittando del<br />

periodo estivo, che ci consente<br />

di utilizzare spazi adatti a<br />

rispettare con maggiore<br />

facilità le norme di sicurezza.<br />

E un ruolo essenziale credo<br />

giocherà la capacità di fare<br />

squadra...<br />

Nel senso di collaborare per<br />

distribuire il peso di quanto<br />

richiesto dalle norme?<br />

È facendo sinergia anche<br />

con altre organizzazioni che,<br />

secondo me, possiamo aiutarci<br />

tutti per una ripartenza<br />

concreta. Se una compagnia<br />

deve pensare da sola a ogni<br />

cosa - all’aspetto artistico,<br />

organizzativo, logistico -<br />

l’impegno può essere tale da<br />

farla rinunciare. Se invece,<br />

per esempio sai che lo spazio<br />

ti viene messo a disposizione<br />

dal Comune, che la Pro Loco<br />

si occupa dell’accoglienza del<br />

pubblico e così via, ecco che<br />

il peso si ripartisce e tutto<br />

diventa più gestibile. FITA<br />

in questo senso ha uno dei<br />

suoi punti di forza, perché<br />

sia a livello regionale che<br />

nazionale ha in essere una<br />

straordinaria rete di contatti,<br />

una conoscenza del territorio<br />

e una diffusione capillare che<br />

sono a disposizione dei nostri<br />

soci. Il valore aggiunto di<br />

essere associati alla più grande<br />

organizzazione nazionale del<br />

teatro amatoriale italiano sta<br />

anche in questo: ovunque mi<br />

porti il mio fare teatro so che là<br />

ci sono un comitato regionale<br />

o provinciale o una compagnia<br />

FITA a cui mi posso rivolgere<br />

e che mi può dare una mano,<br />

e se anche non la conosco è<br />

come se la conoscessi, perché<br />

facciamo entrambi parte della<br />

FITA. È la forza della nostra<br />

federazione.<br />

Quali sono le preoccupazioni<br />

che le compagnie esprimono<br />

di più in questo periodo?<br />

Diciamo che quelle più<br />

comuni riguardano la gestione<br />

del pubblico ma anche e<br />

soprattutto la disciplina del<br />

distanziamento nell’attività di<br />

palcoscenico. Chi fa monologhi<br />

problemi di distanziamento<br />

non ne ha, ma per chi mette<br />

in scena spettacoli con tanti<br />

attori il problema c’è. Per gli<br />

allestimenti in essere, quindi,<br />

occorrerà agire con qualche<br />

piccola modifica e qualche<br />

compromesso, dove possibile:<br />

e si capisce che le difficoltà<br />

ci saranno e non saranno da<br />

poco; ma sono fiducioso che<br />

qualcosa si potrà fare, anche<br />

perché l’alternativa è non<br />

fare nulla o proporre solo<br />

monologhi o poco altro per<br />

diverso tempo.<br />

Per le nuove produzioni,<br />

invece, credo ci si dovrà<br />

orientare verso un repertorio<br />

diverso, che preveda la<br />

presenza di meno attori e che<br />

non abbia la necessità assoluta<br />

del contatto fisico, tutti aspetti<br />

che certo appartengono al<br />

teatro, ma che al momento<br />

non sono ammessi. Quindi,<br />

la possibilità di fare teatro ci<br />

sarà, ma sapendo di dover<br />

accettare, per ora, un teatro<br />

diverso.<br />

E siccome il teatro non è il<br />

calcio...<br />

Già, ma vogliamo essere<br />

fiduciosi che anche per il teatro<br />

si arrivi a trovare soluzioni<br />

praticabili, che tengano conto<br />

della sua specificità.<br />

E quanto al pubblico e al<br />

timore che non torni?<br />

L’estate sarà un banco di prova,<br />

da cui certamente impareremo<br />

molto. La stagione al chiuso<br />

preoccupa, è chiaro. Il pubblico<br />

oggi ha paura e questo sarà<br />

uno degli scogli da superare:<br />

al di là del garantire la giusta<br />

distanza, occorrerà capire se il<br />

pubblico avrà voglia di tornare<br />

a frequentare i luoghi in cui<br />

si fanno teatro e cultura. È<br />

un grande interrogativo, tra<br />

l’altro per le conseguenze<br />

economiche che potrà avere<br />

sulle nostre compagnie, che<br />

Ovunque ci porti il nostro fare teatro, FITA c’è<br />

Al lavoro con Regione e Unpli<br />

se pure operano senza fini di<br />

lucro hanno comunque delle<br />

spese e fanno investimenti che<br />

devono riuscire a coprire.<br />

Autunno, il pensiero torna<br />

alla Maschera d’Oro...<br />

Riprenderemo sicuramente,<br />

ma al momento non abbiamo<br />

sufficienti certezze su come<br />

farlo: stiamo valutando la<br />

possibilità di riprendere il<br />

festival a ottobre-novembre<br />

per portare a compimento la<br />

stagione di quest’anno, ma<br />

il vero nodo è come gestire<br />

il contingentamento del<br />

pubblico e degli abbonati.<br />

Se non sarà possibile questa<br />

prima opzione, vedremo<br />

verosimilmente di integrare<br />

l’edizione di quest’anno<br />

al prossimo anno, sempre<br />

che abbonati e spettatori<br />

abbiamo la bontà di tornare<br />

non appena sarà possibile<br />

farlo. Diversamente, chiunque<br />

lo vorrà potrà chiedere il<br />

rimborso.<br />

La pandemia ha fatto saltare<br />

anche le elezioni in casa<br />

FITA. Programmi?<br />

Abbiamo in agenda<br />

l’approvazione del bilancio e<br />

il rinnovo delle cariche a tutti<br />

i livelli, nazionale, regionali e<br />

provinciali. Puntiamo a operare<br />

non in videoconferenza ma<br />

in presenza, perché crediamo<br />

nella partecipazione, nel<br />

confronto e nel dialogo e<br />

crediamo che l’online li limiti<br />

in qualche modo. Chiederemo<br />

l’opinione delle compagnie<br />

e vedremo come agire di<br />

conseguenza.<br />

13


FOCUS TERRITORIO<br />

Con i Comitati provinciali<br />

verso la ripartenza<br />

tra fiducia e perplessità<br />

QUI ROVIGO<br />

Riprendiamo da dove<br />

ci eravamo interrotti<br />

(sognando la normalità)<br />

Molte compagnie non si sono<br />

fermate neppure durante il<br />

lockdown, troppo forte la passione<br />

per il teatro e la voglia di<br />

stare insieme. E allora via alle<br />

prove a distanza sulle piattaforme<br />

on line, ma anche a letture<br />

e performance su Facebook,<br />

per non perdere il contatto con<br />

gli spettatori. Ma ora le compagnie<br />

amatoriali del Polesine<br />

sono pronte a ripartire, nella<br />

convinzione che anche il pubblico<br />

che da sempre le segue con<br />

affetto abbia un grande desiderio<br />

di ricominciare a frequentare<br />

gli spettacoli dal vivo.<br />

La data del 15 <strong>giugno</strong> è simbolicamente<br />

una rinascita anche<br />

per la nostra attività. Bisognerà<br />

capire in che modo, ma una<br />

cosa è certa: il teatro amatoriale<br />

è pronto a ritornare nelle<br />

piazze e ovunque ci sia possibilità<br />

di fare spettacolo e dare<br />

il nostro contributo. Siamo a<br />

disposizione di enti e istituzioni<br />

per programmare insieme il ritorno<br />

alla normalità.<br />

L’emergenza Covid-19 ha interrotto<br />

di colpo un fitto calendario<br />

di eventi che, dopo la<br />

tradizionale rassegna “Incontriamoci<br />

a teatro” al Teatro<br />

Duomo, avrebbe dovuto animare<br />

la primavera. Tra questi,<br />

un progetto a cui Fita Rovigo<br />

teneva moltissimo: una rassegna<br />

di cinque spettacoli in carcere<br />

e nelle case di riposo.<br />

Ma il Direttivo provinciale non<br />

molla. Per quanto possibile, si<br />

cercherà di recuperare i progetti<br />

annullati, magari reinventandoli,<br />

e di lanciare idee agli<br />

enti locali. Intanto, in accordo<br />

con la Provincia, stiamo preparando<br />

una serie di performance<br />

teatrali da proporre all’inizio<br />

dell’autunno.<br />

Durante il lockdown Fita Rovigo<br />

ha mantenuto i contatti<br />

con gli associati, condividendo<br />

preoccupazioni e riflessioni ma,<br />

soprattutto, per non spezzare<br />

quel filo che da sempre unisce<br />

le 25 compagnie polesane e<br />

che le rende molto affiatate. A<br />

breve ci sarà la prima riunione<br />

in presenza, accolta con entusiasmo<br />

dai gruppi, che nel frattempo<br />

hanno continuato a leggere<br />

copioni, formarsi, “fare”<br />

teatro anche se in un modo<br />

diverso. Si pensi, ad esempio, a<br />

La Tartaruga di Lendinara, che<br />

ha proseguito on line le sue tradizionali<br />

prove del martedì; o<br />

a El Canfin di Baricetta, che ha<br />

avviato una serie di letture su<br />

Facebook, anche con un D’Annunzio<br />

proposto dall’attore e<br />

regista Armando Carrara; o alla<br />

compagnia Buoni & Cattivi di<br />

Castelmassa, che ha proposto<br />

tre rappresentazioni in diretta<br />

streaming, chiudendo il 1° maggio<br />

con un mini concerto dedicato<br />

alla Festa del lavoro.<br />

Insomma, le vie del teatro sono<br />

infinite. Ma ora c’è tanta voglia<br />

di normalità.<br />

Roberta Benedetto<br />

Presidente FITA Rovigo<br />

14


FOCUS TERRITORIO<br />

QUI TREVISO<br />

Formazione al primo posto...<br />

ma non attraverso il video<br />

Al lavoro su tutti i fronti<br />

Il recente periodo di fermo forzato<br />

ha segnato, purtroppo, anche<br />

uno stop delle attività che<br />

il Comitato di Treviso aveva immaginato<br />

per questa primavera,<br />

prima tra tutte la formazione.<br />

Erano pronti, infatti, alcuni<br />

corsi di formazione che volevamo<br />

lanciare e che abbiamo dovuto<br />

sospendere. L’alternativa<br />

di svolgerli on line non ci è parsa<br />

interessante: se è vero che<br />

essi sarebbero stati compatibili<br />

con tale modalità di fruizione,<br />

altrettanto certa sarebbe stata<br />

la scarsa partecipazione emotiva<br />

che ne sarebbe scaturita, in<br />

un periodo in cui tutto è passato<br />

al digitale (con risultati, a<br />

volte, decisamente discutibili).<br />

La stessa linea di pensiero è<br />

stata tenuta nel momento in<br />

cui dovevamo decidere se presentare<br />

o meno, attraverso i<br />

nostri canali di comunicazione,<br />

spettacoli teatrali delle nostre<br />

compagnie e il direttivo è stato<br />

fermamente convinto nell’affermare<br />

la propria identità di<br />

organismo portatore di spettacolo<br />

dal vivo, lasciando quindi<br />

alle compagnie il più ampio<br />

spazio di azione, nei casi in cui<br />

forte era il desiderio di presentarsi<br />

on line.<br />

Con la ripresa dell’attività il Comitato<br />

vuole continuare sulla linea<br />

tenuta negli anni. In primis<br />

la volontà è quella di portare a<br />

termine tutti gli appuntamenti<br />

federativi che sono necessari<br />

al buon funzionamento del<br />

Comitato e della Federazione<br />

(pensiamo all’approvazione del<br />

bilancio e all’aiuto per le compagnie<br />

che devono terminare il<br />

processo di adeguamento alle<br />

normative sul Terzo Settore)<br />

per poi passare alle attività di<br />

tipo formativo sospese in primavera;<br />

il progetto afFI(a)TAti nostro<br />

fiore all’occhiello a cui non<br />

vogliamo rinunciare e la nostra<br />

storica rassegna, da presentare<br />

magari nel 2021 anziché a fine<br />

<strong>2020</strong>. Forte è la speranza che le<br />

regole di distanziamento sociale<br />

vadano via via ad alleggerirsi,<br />

in modo tale da poter sfruttare<br />

tutte le potenzialità dei nostri<br />

bei teatri. Incrociamo le dita, infine,<br />

per la possibilità di riuscire<br />

ad organizzare una rassegna di<br />

“tarda estate” a settembre: sarebbe<br />

il modo migliore di riappropriarsi<br />

dello spazio teatrale,<br />

dando al contempo un bel<br />

segnale alle nostre compagnie<br />

prima della ripartenza della<br />

stagione autunnale/invernale.<br />

Sappiamo che tante di loro hanno<br />

in cantiere nuovi progetti di<br />

spettacolo e non vediamo l’ora<br />

di poterli vedere sulla scena.<br />

Mattia Zorzetto<br />

Presidente FITA Treviso<br />

Dalle compagnie energia e preoccupazione<br />

QUI VENEZIA<br />

In contatto con le compagnie<br />

e con il nostro pubblico<br />

Pronti a tornare sul palco<br />

La chiusura degli spazi teatrali<br />

ha interrotto bruscamente due<br />

stagioni targate FITA Venezia:<br />

“Divertiamoci a teatro”, giunta<br />

alla 25ª edizione, organizzata<br />

in collaborazione con il Settore<br />

Cultura del Comune di Venezia<br />

e ospitata nel restaurato Teatro<br />

Momo di Mestre; e “Teatrando<br />

a Venezia”, ospitata nel<br />

prestigioso spazio del Teatro a<br />

L’Avogaria.<br />

Cinque le recite cancellate, due<br />

al Momo e tre all’Avogaria; a<br />

farne le spese quattro compagini<br />

FITA: La Bautta di Venezia,<br />

La Bottega di Concordia Sagittaria,<br />

Arte Povera di Mogliano<br />

Veneto e la Compagnia Altobello<br />

di Mestre.<br />

Da subito il Comitato si è attivato<br />

per mantenere i contatti<br />

non solo con le compagnie che<br />

vedevano annullate le loro recite,<br />

ma con tutte le compagnie<br />

della provincia, che a marzo sarebbero<br />

state chiamate all’appuntamento<br />

dell’approvazione<br />

del bilancio e successivamente<br />

all’assemblea per per il rinnovo<br />

delle cariche provinciali.<br />

Si è pensato anche ai 109 abbonati<br />

della Stagione del Momo:<br />

tutti sono stati contattati una<br />

prima volta per avvisarli della<br />

sospensione dei due spettacoli<br />

di marzo (si sperava che tutto<br />

potesse risolversi entro maggio),<br />

una seconda volta per metterli<br />

al corrente della possibilità<br />

di recuperare gli spettacoli al<br />

normalizzarsi della situazione.<br />

Alle compagnie sono stati inoltrati<br />

i comunicati emessi da Fita<br />

nazionale e da Fita Veneto, con<br />

l’invito a tenersi aggiornati,<br />

consultando il sito nazionale.<br />

Le compagnie hanno rivelato<br />

un’ammirevole capacità di reazione<br />

all’imprevisto - chiamiamolo<br />

pure tragico - stop, mettendo<br />

nei canali opportuni non<br />

solo video dei propri spettacoli,<br />

ma filmati realizzati ad hoc, volti<br />

a sdrammatizzare l’innaturale<br />

situazione che vede attori e<br />

pubblico costretti a stare lontani,<br />

impossibilitati a condividere<br />

l’emozionante momento della<br />

recita.<br />

Nonostante le prolungate misure<br />

draconiane di isolamento e le<br />

incerte prospettive per il futuro<br />

(il numero limitato di spettatori<br />

e le rigide, pur opportune, misure<br />

di sicurezza non saranno<br />

certo a favore di una rapida<br />

ripresa) dalle compagnie arrivano<br />

segnali positivi e, proprio<br />

in occasione di questo numero<br />

di <strong>Fitainforma</strong>, il Comitato ha<br />

constatato la ferma volontà di<br />

ripresa che si concretizzerà attraverso<br />

progetti a breve che,<br />

tenendo conto di tutte le misure<br />

di prevenzione, riporteranno<br />

gli attori di Fita Venezia ad esibirsi<br />

nei prossimi mesi estivi.<br />

Viva il Teatro, dunque. Viva<br />

quella magica alchimia che, distillando<br />

suoni, gesti e colori,<br />

attrae l’umanità dai secoli più<br />

lontani ad oggi.<br />

Gianni Visentin<br />

Presidente FITA Venezia<br />

QUI PADOVA<br />

L’incertezza non aiuta<br />

Sarà importante<br />

condividere idee e forze<br />

Non vi nascondo la mia<br />

riluttanza a scrivere queste<br />

poche righe. Non mi piace<br />

scrivere del “niente”, e in questo<br />

periodo di clausura forzata solo<br />

del niente possiamo parlare. Non<br />

si è fatto teatro (badate bene ho<br />

scritto teatro e non spettacolo)<br />

e non lo si è nemmeno potuto<br />

programmare. Le chiusure<br />

giustamente imposte dalle<br />

norme di profilassi e l’incertezza<br />

che ci ha accompagnati e<br />

che ci accompagnerà hanno<br />

interrotto bruscamente tutte<br />

le attività in essere e quelle di<br />

prossima realizzazione ed hanno<br />

sicuramente destabilizzato<br />

il tran-tran al quale ci<br />

eravamo abituati. Inoltre, le<br />

regolamentazioni a cui sono<br />

sottoposti gli spettacoli dal<br />

vivo rendono impossibile per<br />

noi programmare anche solo le<br />

prove.<br />

Mi faccio convinto che si possa<br />

ripartire per la fine dell’autunno<br />

o per il prossimo anno, anche<br />

se, personalmente, ho ancora<br />

la mente confusa e frastornata<br />

dalle mille idee possibili per<br />

realizzare la ripresa e credo<br />

che anche voi, nello sconforto<br />

del momento, siate nella<br />

stessa mia condizione. Così,<br />

se vogliamo ricominciare a<br />

far teatro, dobbiamo fermare<br />

la nostra smania di ideazione<br />

e concentrarci su pochi<br />

punti, semplici e di possibile<br />

realizzazione. Sono certo che<br />

nulla o poco ci potrà venire<br />

dagli enti pubblici e ancor meno,<br />

forse, dai privati, al momento<br />

pressati da più drammatici<br />

problemi.<br />

Quindi, questo il mio augurio per<br />

la ripartenza: sarà importante<br />

che si mettano a confronto tutte<br />

le nostre idee e si scelgano le<br />

più fattibili, unendo le forze per<br />

realizzarle.<br />

Enrico Ventura<br />

Presidente FITA Padova<br />

15


FOCUS TERRITORIO<br />

QUI VERONA<br />

Presto la ripresa del corso<br />

di recitazione e in cantiere<br />

due workshop “musicali”<br />

Il Comitato Provinciale di Verona<br />

sta vivendo un anno travagliato,<br />

non solo a causa del Covid<br />

ma anche perché ha dovuto<br />

subire alcune repentine modifiche<br />

nella sua struttura. Nonostante<br />

le difficoltà sta comunque<br />

continuando a lavorare.<br />

A settembre, sempre che sia<br />

consentito, riprenderà il corso<br />

“Andiamo a recitare”. La sua realizzazione<br />

rappresenta un’occasione<br />

molto importante per<br />

FITA Verona, visto che concretizza<br />

la prima collaborazione tra<br />

la nostra Federazione e gli enti<br />

pubblici veronesi, essendo nato<br />

grazie alla sinergia con la Prima<br />

Circoscrizione Centro Storico<br />

di Verona. Si tratta di una bella<br />

opportunità per i giovani: dieci<br />

incontri totalmente gratuiti<br />

con la docenza di Diego Carli,<br />

affermato attore e regista veronese.<br />

Come noto, purtroppo,<br />

dopo due lezioni lo si è dovuto<br />

interrompere per l’emergenza<br />

sanitaria: la sua ripresa, quindi,<br />

per noi è una priorità.<br />

Il nostro Comitato, spronato<br />

dai soci veronesi, vuole spingere<br />

sulla formazione. Ci siamo<br />

chiesti quali corsi potrebbero<br />

essere più utili e abbiamo deciso<br />

di proporne due. Visto che il<br />

ricorso alla musica, strumentale,<br />

cantata o come sottofondo,<br />

è diventato parte fondamentale<br />

di moltissime produzioni,<br />

abbiamo ideato due workshop:<br />

uno sull’utilizzo del mixer, l’altro<br />

sulla tecnica vocale.<br />

Il workshop dedicato al mixer<br />

avrà la finalità di insegnare ai<br />

partecipanti le basi dell’impiego<br />

di questo strumento tecnologico,<br />

necessario, ma che nasconde<br />

alcune insidie: conoscerlo è<br />

senza dubbio il primo passo per<br />

risolvere gli eventuali problemi<br />

che si possono presentare.<br />

Il workshop di tecnica vocale,<br />

invece, sarà articolato in due incontri.<br />

Il primo riguarderà la respirazione,<br />

l’utilizzo della voce,<br />

la sua emissione e l’igiene vocale.<br />

La voce è il mezzo con cui si<br />

esprime l’attore, per questo bisogna<br />

imparare a farne uso nel<br />

migliore dei modi e a preservarne<br />

la salute. Il secondo incontro<br />

sarà invece rivolto a tutti coloro<br />

che hanno bisogno di lavorare<br />

su una o più canzoni per la messa<br />

in scena di uno spettacolo.<br />

Cantare non è semplice e, soprattutto,<br />

è importante che si<br />

riesca a mantenere l’espressività<br />

anche durante la canzone.<br />

L’impegno da profondere per la<br />

realizzazione di questi progetti<br />

è molto, ma è anche forte il<br />

desiderio di ricominciare: ci auguriamo<br />

tutti che ci aspetti un<br />

anno di teatro.<br />

Comitato FITA Verona<br />

Formazione tra le priorità della ripartenza<br />

QUI VICENZA<br />

Attività online e social<br />

potenziata nel lockdown<br />

Rassegne in preparazione<br />

Difficile sintetizzare questi tre<br />

mesi passati, che ci hanno proiettato<br />

in una dimensione mai<br />

vista prima d’ora, a combattere<br />

una guerra contro una malattia<br />

sconosciuta.<br />

Dopo un primo mese di smarrimento<br />

e di attesa, in cui abbiamo<br />

bloccato tutte le iniziative<br />

in atto e in programma,<br />

chiudendo ovviamente la sede<br />

provinciale e lo spazio d’incontro<br />

Fita Point, ci siamo dovuti<br />

inventare un nuovo modo di<br />

approcciarci con le compagnie,<br />

tra videoconferenze e contatti<br />

attraverso i social.<br />

Abbiamo aumentato le comunicazioni<br />

via mail con i nostri<br />

soci, poi abbiamo aperto una<br />

pagina whatsapp inserendo i<br />

presidenti delle 60 compagnie<br />

associate oltre ai segretari e ai<br />

responsabili della comunicazione.<br />

Questa modalità di interagire<br />

è stato uno strumento importante,<br />

che ci ha permesso di<br />

conoscere ancora di più i nostri<br />

soci e aprire con loro un dialogo<br />

costruttivo. In contemporanea<br />

abbiamo realizzato una serie di<br />

dirette Facebook settimanali<br />

in collaborazione con Daniele<br />

Pastori, attore e conduttore<br />

radiofonico all’interno di un<br />

programma denominato “Chi<br />

è di Scena”: un’ora e mezza di<br />

scambio di opinioni a cui sono<br />

state invitate le nostre compagnie<br />

e i nostri soci. I temi trattati<br />

hanno spaziato da argomenti<br />

quali “Il Teatro come strumento<br />

di comunicazione”, “Il Teatro<br />

come strumento educativo”, “Il<br />

Teatro e la scuola” o “Il Musical”<br />

e una diretta con il Comitato<br />

Federale Veneto che ha visto<br />

la partecipazione dei presidenti<br />

provinciali.<br />

Abbiamo realizzato una serie di<br />

video, pubblicati nei social: fra<br />

tutti un saluto delle compagnie<br />

vicentine al nostro pubblico.<br />

In videoconferenza abbiamo<br />

anche effettuato varie riunioni<br />

del Comitati provinciale e abbiamo<br />

organizzato l’assemblea<br />

ordinaria dei soci per l’approvazione<br />

del bilancio 2019, incontro<br />

molto partecipato e sentito<br />

dalle nostre compagnie.<br />

Questo durante la quarantena.<br />

Per il futuro? Sono saltate tutte<br />

le programmazioni, ma nel<br />

periodo di isolamento sociale<br />

abbiamo messo in atto alcune<br />

iniziative quali la preparazione<br />

della rassegna Teatro Popolare<br />

Veneto, arrivata alla 25ª edizione,<br />

in collaborazione con i Comuni<br />

del Vicentino e il sostegno<br />

della Provincia. Abbiamo anche<br />

confermato la rassegna autunnale<br />

organizzata dal Comune<br />

di Chiuppano in collaborazione<br />

con Fita Vicenza e abbiamo in<br />

previsione una manifestazione<br />

estiva… ma di questo daremo<br />

notizia quando saremo certi<br />

della sua realizzazione.<br />

Giovanni Clemente<br />

Presidente FITA Vicenza<br />

16


COMITATO REGIONALE VENETO<br />

Stradella delle Barche, 7 - 36100 Vicenza<br />

Tel. 0444 324907<br />

fitaveneto@fitaveneto.org<br />

www.fitaveneto.org<br />

Comitato di Padova<br />

Via Gradenigo, 10 - 35121 Padova<br />

c/o Centro Servizi per il Volontariato<br />

Tel. 049 8686849<br />

fitapadova@libero.it<br />

Comitato di Rovigo<br />

Viale Marconi, 5 - 45100 Rovigo<br />

Cell. 349 4297231<br />

fitarovigo@gmail.com<br />

Comitato di Treviso<br />

Sede operativa Via Calmaggiore 10/4<br />

(Palazzo del Podestà) - 31100 Treviso<br />

Cell. 334 7177900<br />

info@fitatreviso.org<br />

www.fitatreviso.org<br />

Comitato di Venezia<br />

Cannaregio, 483/B - 30121 Venezia<br />

Tel. 041 0993768 - Cell. 340 5570051<br />

fitavenezia@libero.it<br />

Comitato di Verona<br />

Via Santa Chiara, 7/B - 37129 Verona<br />

Cell. 328 2263682<br />

verona.fita@gmail.com<br />

Comitato di Vicenza<br />

Stradella delle Barche, 7/a - 36100 Vicenza<br />

Tel. 0444 323837<br />

fitavicenza@libero.it<br />

I «numeri» di Fita Veneto<br />

Conta al proprio interno:<br />

- 1 Comitato regionale<br />

- 6 Comitati Provinciali<br />

- 235 compagnie<br />

- 4.578 soci<br />

Organizza il Festival Nazionale Maschera d’Oro<br />

Partecipa all’organizzazione del Premio Faber Teatro<br />

Promuove direttamente o tramite le compagnie associate<br />

più di un centinaio di manifestazioni annue<br />

Le compagnie associate effettuano più di 5.000 spettacoli<br />

annui, molti dei quali rivolti al mondo della scuola, alla<br />

solidarietà e in luoghi dove solitamente è esclusa l’attività<br />

professionistica<br />

Coinvolge più di 1.600.000 spettatori<br />

Per gli studenti delle scuole superiori organizza il concorso<br />

di critica “La Scuola e il Teatro” e il premio per laboratori<br />

teatrali “Teatro dalla Scuola”<br />

Organizza stages, seminari, incontri, corsi di formazione<br />

Pubblica il trimestrale online <strong>Fitainforma</strong> e il volume annuale<br />

Fitainscena con il repertorio delle compagnie<br />

Svolge un servizio di editoria specifica teatrale e gestisce<br />

una biblioteca di testi e una videoteca<br />

Gestisce il sito internet www.fitaveneto.org<br />

e una pagina Facebook<br />

Invia la newsletter Fita Veneto News


FITA: fra stimoli d’arte<br />

e rappresentanza<br />

nell’emergenza Covid<br />

Il veneto Aldo Zordan è<br />

vicepresidente nazionale della<br />

Federazione Italiana Teatro<br />

Amatori, oltre ad essere<br />

il presidente del Festival<br />

“Maschera d’Oro”, la cui 32ª<br />

edizione è stata sospesa per<br />

il lockdown dopo il terzo dei<br />

sette spettacoli in finale.<br />

Cominciamo dal bonus dato<br />

alle compagnie iscritte nel<br />

<strong>2020</strong>. Di che cosa si tratta?<br />

Le compagnie già tesserate o<br />

che si iscriveranno nel corso<br />

del <strong>2020</strong> non pagheranno la<br />

quota fissa di 95 euro quando<br />

si reiscriveranno nel 2021,<br />

ma soltanto quella relativa al<br />

tesseramento dei soci.<br />

Come Direttivo di FITA<br />

nazionale volevamo essere<br />

concretamente vicini ai soci<br />

e abbiamo preso questa<br />

decisione certo non semplice,<br />

visto che il prossimo anno<br />

determinerà una mancata<br />

entrata pari a un terzo del<br />

bilancio. Ma in una situazione<br />

eccezionale come questa<br />

abbiamo voluto intervenire<br />

con altrettanta forza e siamo<br />

convinti di questa scelta, resa<br />

possibile anche grazie alla<br />

sensibilità dell’assicurazione<br />

e dei Comitati regionali, che<br />

hanno rinunciato a una parte<br />

dei loro contributi.<br />

In questi mesi lo avete fatto<br />

su diversi fronti...<br />

Malgrado il fermo della<br />

pandemia abbiamo continuato<br />

a lavorare. Sul piano artistico,<br />

abbiamo proposto diverse<br />

iniziative, come il podcast<br />

audio “Radio Pinocchio”,<br />

dedicato al capolavoro di<br />

Aldo Zordan, veneto alla vicepresidenza nazionale<br />

della Federazione Italiana Teatro Amatori, illustra<br />

le azioni che sono state intraprese durante questi<br />

difficili mesi del blocco delle attività, mirate sia a<br />

mantenere vivo lo spirito del teatro, sia a portare<br />

avanti le istanze della grande realtà amatoriale<br />

Collodi e realizzato con le<br />

voci di nostri attori da tutta<br />

Italia e in collaborazione con<br />

l’Associazione Pedagogisti<br />

ed Educatori Italiani (APEI), e<br />

come “La Fita racconta”, una<br />

grande videoteca di fiabe,<br />

storie, leggende e anche<br />

contributi utili per la didattica,<br />

che ha avuto una straordinaria<br />

risposta da parte delle<br />

compagnie ed è tuttora aperto<br />

a chi voglia partecipare.<br />

E sul piano della<br />

rappresentanza?<br />

Abbiamo agito sia<br />

autonomamente, sia d’intesa<br />

con altre realtà primarie<br />

dello spettacolo dal vivo<br />

come l’Agis. Con il massimo<br />

rispetto e la più sincera<br />

solidarietà nei confronti dei<br />

professionisti del settore, che<br />

in questa situazione hanno<br />

pagato un costo altissimo,<br />

abbiamo sostenuto le istanze<br />

delle nostre compagnie e lo<br />

abbiamo fatto anche sul fronte<br />

economico, perché l’agire<br />

senza fini di lucro non significa<br />

che non ci sia un’esposizione<br />

finanziaria: allestimenti<br />

e spettacoli richiedono<br />

spese e investimenti, sulla<br />

cui possibilità di copertura<br />

peseranno sia il blocco<br />

dell’attività durante il<br />

lockdown, sia le oggettive<br />

difficoltà di ripresa nei<br />

prossimi mesi. Come FITA,<br />

quindi, abbiamo segnalato le<br />

lacune di ordinanze e decreti<br />

che troppo spesso non hanno<br />

considerato il teatro (e il valore<br />

essenziale del sistema-cultura<br />

nel bilancio nazionale) e hanno<br />

dimostrato di non conoscerlo,<br />

abbiamo lanciato proposte<br />

concrete e abbiamo tenuto<br />

costantemente informate<br />

le nostre compagnie,<br />

condividendo ogni iniziativa<br />

e offrendo chiarimenti sulle<br />

novità normative via via che<br />

venivano emesse. Credo che<br />

nella drammaticità di questo<br />

momento, che mai avremmo<br />

voluto vivere, FITA abbia<br />

dimostrato che cosa significa<br />

davvero “associazionismo”.<br />

FITA ha anche sollecitato<br />

l’attenzione del territorio.<br />

Perché?<br />

Le istituzioni territoriali, da<br />

sempre, sono i referenti<br />

principali di comitati e<br />

compagnie: basti pensare<br />

al Veneto, in cui nel tempo<br />

abbiamo costruito un rapporto<br />

di grande collaborazione<br />

con gli amministratori, dalla<br />

Regione a Province e Comuni.<br />

L’invito che FITA nazionale<br />

ha rivolto a tutti gli enti, le<br />

istituzioni e gli organizzatori<br />

locali è appunto di ricordare<br />

e sostenere il ruolo sociale e<br />

culturale rivestito dal nostro<br />

teatro e la sua possibilità di<br />

essere ovunque, anche nei<br />

centri più piccoli e periferici,<br />

per riavvicinare il pubblico<br />

18


La pandemia da Covid-19<br />

ha stoppato la 32ª edizione<br />

del Festival Nazionale “Maschera<br />

d’Oro” - in programma<br />

dall’8 febbraio al 28<br />

marzo al Teatro San Marco<br />

di Vicenza - a tre spettacoli<br />

dall’inizio, lasciandone al<br />

palo altri quattro dei sette<br />

arrivati in finale dopo una<br />

selezione molto serrata,<br />

che aveva coinvolto una<br />

settantina di formazioni<br />

provenienti da tredici regioni<br />

e quasi sessanta località,<br />

condotta in prima battuta<br />

da una commissione<br />

di esperti e infine determinata<br />

da Roberto Cuppone,<br />

docente all’Università di<br />

Genova oltre che autore,<br />

attore e regista.<br />

Il pubblico, dunque, era riuscito<br />

ad applaudire i primi<br />

tre gruppi in cartellone:<br />

Lo Scrigno di Vicenza in 7<br />

minuti di Stefano Massini,<br />

regia di Amer Sinno (8 febbraio);<br />

Filodrammatica di<br />

Per la Maschera d’Oro<br />

impegno per la ripresa<br />

Laives (Bolzano) ne Il marito<br />

di mio figlio di Daniele Falleri,<br />

regia di Roby De Tomas<br />

(15 febbraio); e Teatrodrao &<br />

TeaTroTre di Ancona in Equus<br />

di Peter Shaffer, regia di Davide<br />

Giovagnetti (22 febbraio).<br />

Sipario chiuso, invece, per Il<br />

Dialogo di Cimitile (Napoli)<br />

in Napoli milionaria di Eduardo<br />

De Filippo, regia di Ciro<br />

Ruoppo (29 febbraio); I Pinguini<br />

di Firenze in La colpa è<br />

del giardino di Edward Albee,<br />

regia di Pietro Venè (7 marzo);<br />

Compagnia dell’Orso di Lonigo<br />

(Vicenza) in Le Chat Noir,<br />

scritto e diretto da Paolo Marchetto<br />

(14 marzo); e La Corte<br />

dei Folli di Fossano (Cuneo)<br />

in Nel nome del padre di Luigi<br />

Lunari, regia di Stefano Sandroni<br />

(21 marzo); e così pure,<br />

naturalmente, per Il Satiro di<br />

Treviso, atteso fuori concorso<br />

alla serata finale con il suo<br />

pluripremiato A Republica dei<br />

mati, testo e regia di Roberto<br />

Cuppone con Gigi Mardegan<br />

sulla scena.<br />

Alla “Maschera d’Oro” è abbinato<br />

anche il Premio “Faber<br />

Teatro”, promosso da Confartigianato<br />

Imprese Vicenza<br />

e giunto quest’anno alla 26ª<br />

edizione, che mette in palio la<br />

possibilità di esibirsi per una<br />

sera sullo storico palcoscenico<br />

dell’Olimpico di Vicenza,<br />

teatro coperto più antico del<br />

mondo. Sospesa anche l’assegnazione<br />

del Premio “Renato<br />

Salvato”, destinato a chi si<br />

metta in luce per la diffusione<br />

della cultura teatrale. E<br />

stop anche per il Premio “La<br />

Scuola e il Teatro”, realizzato<br />

d’intesa con l’Assessorato alla<br />

Formazione del Comune di Vicenza<br />

e riservato agli studenti<br />

delle scuole superiori.<br />

e iniziare a riproporre quei<br />

momenti di aggregazione che<br />

sono indispensabili per ogni<br />

comunità.<br />

Il blocco ha fatto slittare<br />

anche il rinnovo cariche. E<br />

per la nuova normativa del<br />

Terzo Settore?<br />

Il rinnovo avverrà online,<br />

attraverso un portale<br />

certificato, quasi certamente<br />

fra settembre e ottobre a<br />

seconda della data delle<br />

elezioni regionali e comunali.<br />

Per il Terzo Settore, è<br />

importante che, malgrado la<br />

scadenza sia stata prorogata<br />

al 31 ottobre, le compagnie<br />

provvedano al più presto<br />

alla modifica degli statuti e<br />

all’iscrizione nel registro delle<br />

APS per avere immediati<br />

vantaggi.<br />

Veniamo alla Maschera<br />

d’Oro. Qual è la situazione?<br />

Prima di tutto, desidero<br />

ringraziare il pubblico, gli<br />

abbonati e le compagnie, che<br />

ci hanno espresso solidarietà<br />

e ci hanno dato forza. Stiamo<br />

verificando la fattibilità di<br />

riprendere in autunno e<br />

faremo il massimo in questo<br />

senso. Se così non sarà, nel<br />

2021 porteremo in concorso<br />

le compagnie che non si sono<br />

potute esibire per il lockdown<br />

e aggiungeremo altri spettacoli<br />

scelti appositamente: sarebbe<br />

un festival un po’ diverso, ma<br />

la Maschera d’Oro è sempre e<br />

comunque un festival speciale.<br />

Radio Pinocchio: nel podcast anche due voci venete<br />

Nella foto sopra, Virgilio Mattiello e Isabella Trevisi, che hanno<br />

prestato la propria voce nella quinta puntata del podcast, che è<br />

tuttora disponibile su YouTube<br />

Sono già oltre cento le clip scelte per l’iniziativa<br />

La FITA racconta..., videoteca online pensata<br />

per la gioia dei bambini dalla FITA, che ha<br />

chiamato a raccolta i propri iscritti per questa<br />

specialissima “missione fantasia”. Inviate da<br />

tesserati di tutta Italia, le clip sono sottoposte<br />

al vaglio della Commissione artistica della<br />

Federazione e sono messe a disposizione<br />

gratuitamente nel canale YouTube Fita Teatro e<br />

nella pagina dedicata www.fitateatro.eu; tutti<br />

i giorni alle 18, inoltre, sulla pagina Facebook<br />

nazionale (con condivisioni anche su quella<br />

regionale veneta) sono lanciate gustose e<br />

colorate coppie di video, “pillole di fiaba” di una<br />

decina di minuti in tutto. La partecipazione è<br />

gratuita e rimane aperta a chi lo desideri: bando<br />

su www.fitateatro.it.<br />

Pensato per i bambini e le famiglie ma anche<br />

come supporto pedagogico per gli insegnanti<br />

e gli educatori, Radio Pinocchio è un podcast<br />

firmato dalla FITA nazionale d’intesa con<br />

l’Associazione Pedagogisti ed Educatori Italiani<br />

(APEI). Articolato in nove puntate, disponibili su<br />

YouTube e messe in onda settimanalmente (il<br />

venerdì alle 10) attraverso Facebook, il racconto<br />

è partito dal capolavoro di Collodi, proposto<br />

nella versione originale del 1883, affidata alla<br />

sola voce di narratori e narratrici tesserati FITA<br />

provenienti da diverse regioni (per il Veneto<br />

hanno partecipato Isabella Trevisi e Virgilio<br />

Mattiello della “Benvenuto Cellini” di Padova),<br />

con in più approfondimenti e stimoli all’ascolto<br />

attivo a cura di due pedagogisti dell’APEI,<br />

Matteo Corbucci e Silvia Augusti, attivi nel<br />

progetto nazionale di Pedagogia dell’emergenza<br />

dell’associazione.<br />

La Fita racconta... Oltre 100 clip (e iscrizioni aperte)<br />

Il logo de La FITA racconta... e la pagina dedicata alle clip<br />

19


CULTURA<br />

BÜCHNER<br />

INCOMPIUTO


cenda del poeta Jakob Michael<br />

Reinhold Lenz, introduce<br />

il tema della pazzia che troverà<br />

il suo massimo compimento<br />

nel già citato Woyzeck.<br />

A pochi mesi di distanza viene<br />

partorita invece una commedia,<br />

Leonce e Lena, impregnata<br />

di ingegnose parodie, motteggi<br />

e giochi di parole, che la<br />

rendono una delle più convincenti<br />

nate in seno alla Germania<br />

ottocentesca.<br />

Nel 1836, laureatosi, diviene<br />

istitutore privato e soggiorna<br />

a Zurigo. Inizia a lavorare alla<br />

sua opera maggiore, quel<br />

Woyzeck rimasto incompiuto,<br />

almeno per quanto riguarda<br />

la sistemazione definitiva delle<br />

scene. Lo scritto, oggi disponibile<br />

in uscite editoriali<br />

che ne rispettano maggiormente<br />

filologia e traduzione<br />

se paragonate alla prima versione<br />

delle Opere postume<br />

datata 1850, è basato su una<br />

cronaca nera d’una quindicina<br />

d’anni addietro: tale Johann<br />

Christian Woyzeck assassinò,<br />

preda di stati allucinatori, l’ex<br />

amante Joahnna Christiane<br />

Woost e, dopo tre anni di processo,<br />

venne giustiziato sulla<br />

pubblica piazza di Lipsia.<br />

Dramma snello nella fogliazione<br />

ma denso per risultato<br />

stilistico, il Woyzeck si conferma<br />

ancor oggi un bizzarro<br />

esemplare di espressionismo<br />

ante-litteram, infarcito di citazioni<br />

shakespeariane che però<br />

non contribuiscono a stemperare<br />

un’atmosfera trasandata<br />

e un’esposizione della realtà<br />

(con la sua lotta impari tra poteri<br />

forti e popolo) massimamente<br />

teorizzata quasi un secolo<br />

più tardi da Bertolt Bredi<br />

Filippo Bordignon<br />

Strappato a ventiquattro anni,<br />

nel 1837, da una vita che<br />

lasciava presagire successi pari<br />

forse a quelli conseguito dal<br />

sommo Johann Wolfgang von<br />

Goethe, il tedesco Georg<br />

Büchner venne presto dimenticato<br />

per una manciata di decenni,<br />

salvo subire una sensibile<br />

rivalutazione nella prima<br />

parte del Novecento. Da allora<br />

in avanti la sua figura, pur<br />

nella brevità del lascito artistico,<br />

ha calzato i panni del personaggio<br />

di culto, ispirando<br />

con una manciata di drammi e<br />

una commedia non solo il<br />

mondo del teatro ma anche<br />

quello della poesia, del cinema<br />

e della musica.<br />

Il titolo più celebre nella<br />

drammaturgia büchneriana è<br />

di certo l’incompiuto Woyzeck,<br />

parabola discendente di<br />

un soldato che, accecato dalla<br />

gelosia, uccide la sua amante.<br />

Tra le trasposizioni più celebri<br />

va ricordato il Wozzeck (1921)<br />

del compositore austriaco Alban<br />

Berg, opera lirica che, nonostante<br />

i richiami all’opera<br />

italiana di derivazione pucciniana,<br />

si caratterizza per una<br />

straniante disinvoltura dell’armonia<br />

tonale ispirata all’approccio<br />

dodecafonico tipico<br />

nell’Europa Classica del periodo.<br />

Il Woyzeck per la regia di<br />

Werner Herzog (1979) si rivela<br />

invece una spettacolare<br />

prova di cinema d’autore,<br />

complice anche l’adrenalinica<br />

interpretazione di Klaus Kinski<br />

nei panni del folle protagonista.<br />

Nel 2000 se ne ricava<br />

persino una versione musical<br />

fortemente influenzata<br />

dall’espressionismo tedesco e<br />

dal minimalismo statunitense,<br />

grazie al genio del drammaturgo<br />

Robert Wilson e alle<br />

musiche originali del cantautore<br />

Tom Waits (il quale due<br />

anni più tardi ne ricaverà un<br />

claustrofobico album a titolo<br />

Blood money). L’interesse per<br />

il soggetto approda ai lidi del<br />

fumetto, come testimoniato<br />

dal pennino “gotico” del veneziano<br />

Dino Battaglia (1923-<br />

1983) in un albo ripubblicato<br />

nel 2019 per Npe Editore.<br />

George Büchner nasce il 17<br />

ottobre 1813 in un paese nei<br />

pressi di Darmstadt e cresce<br />

in una famiglia dell’alta borghesia:<br />

il padre Ernst Carl<br />

Büchner è uno stimato medico<br />

chirurgo, sicché infanzia e<br />

prima giovinezza si svolgono<br />

tra scuole private e circoli letterari,<br />

per poi approdare a<br />

due passioni coltivate con pari<br />

serietà: la scrittura e le<br />

scienze naturali (per le quali<br />

“Noi siamo<br />

sempre in scena<br />

anche se alla fine<br />

veniamo pugnalati<br />

per davvero”<br />

da La morte di Danton<br />

resta memorabile il suo saggio<br />

Sul sistema nervoso delle<br />

carpe di tipo barbi, lodato da<br />

docenti e critica specializzata<br />

del tempo). Ma c’è un’altra<br />

fiamma che brucia nel petto<br />

del ragazzo: la situazione politica<br />

della Germania e Paesi limitrofi.<br />

Nel 1833, trasferitosi<br />

per ragioni di studi universitari<br />

a Gießen, in Assia, dà alle<br />

stampe l’opuscolo Il Messaggero<br />

Assiano, scritto a quattro<br />

mani con l’amico Friedrich<br />

Ludwig Weidig: il testo lo bolla<br />

come un papabile cospiratore<br />

ma fortunatamente<br />

Büchner, a seguito dell’infruttuosa<br />

perquisizione del proprio<br />

alloggio e di un blando<br />

interrogatorio, scampa all’arresto.<br />

Nel 1835 viene però dichiarato<br />

ricercato e fugge a<br />

Strasburgo. L’anno successivo<br />

trova nuova dimora in Svizzera,<br />

a Zurigo. Gli ultimi tre anni<br />

di vita, dal 1835 al 1837, testimoniano<br />

l’esplosione della<br />

sua vena creativa: il primo lavoro<br />

documentabile è il dramma<br />

in quattro atti La morte di<br />

Danton - Immagini drammatiche<br />

del Terrore in Francia<br />

(1835). Nel Danton, l’autore è<br />

nel pieno fervore della sua fase<br />

politica: influenzato dagli<br />

studi sulla Rivoluzione Francese<br />

e infiammato dall’oppressione<br />

tedesca nei confronti<br />

della Polonia, egli racconta,<br />

avvalendosi di pesanti citazioni<br />

tratte da testi sul periodo<br />

storico in analisi, l’ultimo periodo<br />

del celebre politico e rivoluzionario<br />

francese, usando<br />

un linguaggio diretto e poetico<br />

al contempo, un colore che<br />

verrà compreso pienamente<br />

con l’imminente nascita del<br />

Naturalismo e, ancor più, con<br />

l’avvento del nuovo secolo.<br />

Pubblicate le traduzioni in tedesco<br />

della Lucretia Borgia e<br />

Maria Tudor di Victor Hugo, il<br />

1835 prosegue ispiratissimo<br />

attraverso Lenz, novella ritrovata<br />

dopo la morte dell’autore<br />

che, trattando la triste vi-<br />

21


Dimenticato per una manciata di decenni, salvo subire una<br />

sensibile rivalutazione nella prima parte del Novecento. Da allora<br />

in avanti la sua figura, pur nella brevità del lascito artistico, ha<br />

calzato i panni del personaggio di culto, ispirando con una<br />

manciata di drammi e una commedia non solo il mondo del<br />

teatro ma anche quello della poesia, del cinema e della musica<br />

cht.<br />

La vicenda sia apre senza<br />

troppe spiegazioni in campagna;<br />

la natura che circonda il<br />

protagonista gli appare minacciosa:<br />

il suo già provato<br />

stato psichico lo porta a percepire<br />

una presenza invisibile<br />

che presume sia quella di un<br />

massone. Colui che non ha<br />

parola all’interno della Società<br />

ha dunque, apparentemente,<br />

gli strumenti per percepire<br />

la propria situazione di fragilità<br />

e pericolo all’interno di essa.<br />

La terra sembra risuonare<br />

vuota, sotto i piedi del malcapitato,<br />

che si sente condannato<br />

a una vita senza amore o<br />

speranza di comprensione. Il<br />

registro dialogico attinge profondamente<br />

dalla poesia in<br />

una formula abilmente coniugata<br />

alla scrittura teatrale e<br />

perciò decisamente asciutta.<br />

Tenendo conto dell’ambiente<br />

borghese e degli studi universitari<br />

in cui è cresciuto e si è<br />

forgiato Büchner, egli non assorbe<br />

influssi classici: l’esempio<br />

degli antichi non condiziona<br />

la sua penna, a favore di<br />

un’originalità tagliente e scevra<br />

da evidenti manierismi. La<br />

compassione per i ceti sociali<br />

più bassi passa anche attraverso<br />

l’impiego di canzoncine<br />

del popolo, filastrocche e storielle<br />

riadattate e incastonate<br />

nell’opera a regola d’arte. Riscontriamo<br />

però alcune eccezioni<br />

d’alta caratura, come nel<br />

caso della storia che Marie,<br />

amante di Woyzeck, racconta<br />

ad alcuni bambini per “allietarli”.<br />

Si tratta, per assurdo, di<br />

una manciata di righe in cui<br />

una bambina visita il sole e la<br />

luna, li trova disabitati e, tornata<br />

sulla Terra, la trova deserta<br />

e comincia a piangere.<br />

Quello che può sembrare un<br />

racconto di bieco nichilismo è<br />

una parafrasi dal romanzo<br />

Matrimonio, morte e nozze<br />

dell'avvocato dei poveri F. St.<br />

Siebenkas dello scrittore Jean<br />

Paul, in cui Cristo appare in<br />

sogno a un uomo rivelandogli<br />

l’inesistenza del Padre e la<br />

conseguente vacuità di tutto<br />

il creato. La disumanizzazione<br />

dell’essere umano, incarnata<br />

nelle terribili figure dei garzoni<br />

ubriachi in osteria, del dottore<br />

interessato solo a leggere<br />

l’esistenza dell’uomo attraverso<br />

la lente della scienza e<br />

del capitano ipocondriaco,<br />

acuiscono i toni disperati (e<br />

dunque assolutamente umani)<br />

di Woyzeck e Marie: quest’ultima,<br />

tra una considerazione<br />

vanesia e l’altra, ha<br />

sprazzi di sgomento da lasciar<br />

raggelati (“Mi caccerei un coltello<br />

nel petto ma a che vale?<br />

Tanto finisce tutto al diavolo,<br />

uomini e donne”). Ogni situazione<br />

è argomentata attraverso<br />

gli occhi di un essere<br />

umano sconfitto in partenza,<br />

tanto che persino il cielo nella<br />

sua infinità è inteso come “un<br />

muro grigiastro” dove “verrebbe<br />

voglia di piantarci un<br />

uncino e impiccarcisi”. Ad assassinio<br />

compiuto la tensione<br />

giunge all’acme allorquando il<br />

folle getta il coltello insanguinato<br />

in uno stagno vicino ma<br />

poi, morso dal dubbio che<br />

qualcuno ritrovi l’arma del delitto,<br />

tenta vanamente di ripescarlo.<br />

La chiusura, forse<br />

provvisoria, è nondimeno efficace<br />

e brutale, venendo affidata<br />

alle parole di un usciere<br />

giudiziario il quale, palesando<br />

indirettamente la spietata burocratizzazione<br />

di ogni atto<br />

concernente la vita degli uomini,<br />

taglia corto definendo<br />

l’omicidio “un assassinio che<br />

più bello non si può”.<br />

A febbraio del 1837, in diciassette<br />

giorni, una febbre tifoidea<br />

strappa Büchner alla vita:<br />

sul letto di morte, stringendo<br />

le mani dell’amata fidanzata<br />

Minna Jaeglé, alterna visioni<br />

bibliche a pensieri sul senso<br />

delle rivoluzioni nella società<br />

contemporanea.<br />

Oltre a quanto sopra introdotto,<br />

poco altro è sopravvissuto<br />

alla morte dello scrittore.<br />

Si sa di un dramma ispirato<br />

alla vita del nostro poeta Pietro<br />

Aretino, ma un incendio<br />

nella casa paterna e la distruzione<br />

del ricco scambio epistolare<br />

con la Jaeglé a opera<br />

della stessa non permettono<br />

di derivare maggiori informazioni.<br />

Restano l’ingegno e forse<br />

il genio di un giovane uomo<br />

che il destino falciò nel vivo<br />

della propria primavera artistica.<br />

La speculazione della<br />

critica letteraria e teatrale ha<br />

messo in moto gli ingranaggi<br />

della beatificazione postuma,<br />

attribuendo a Büchner meriti<br />

che gli sono comunque indubbiamente<br />

tributabili.<br />

Ma è proprio l’incompiutezza<br />

di alcuni suoi scritti, l’origine,<br />

in parte, di uno stile talvolta<br />

secco e sbrigativo, un concepire<br />

il discorso dialogico per<br />

prassi aforistiche degne in alcuni<br />

casi dello Shakespeare<br />

più livido. L’incisività del linguaggio,<br />

più che l’originalità<br />

dei temi, vanta una qualità<br />

tragica senza mai divenire enfatica.<br />

Raccontando un mondo antiromantico<br />

con il trasporto<br />

controllato del vero scrittore,<br />

infine, egli si pose al di fuori<br />

delle scuole letterarie tedesche<br />

di Jena e di Heidelberg,<br />

accennando soluzioni approfondite<br />

nei decenni successivi<br />

alla sua scomparsa da autori<br />

che ne hanno poi riconosciuto<br />

la primaria posizione culturale<br />

in ambito europeo e oltre.<br />

22


IL NUOVO MODO<br />

DI LEGGERE<br />

FITAINFORMA<br />

Dal primo numero del <strong>2020</strong> è cambiato<br />

il modo di leggere la rivista di Fita Veneto, con<br />

un formato nuovo che coniuga le riviste di un tempo<br />

con l’attualità e la potenza di Internet. Il giornale<br />

infatti si può sfogliare online quasi come fosse<br />

reale, ma chi volesse potrà anche scaricarne una<br />

copia completa in formato pdf, oppure stamparlo<br />

tutto o solo una parte. Inoltre, questo metodo di<br />

pubblicazione permette anche di usufruire di<br />

comodità pratiche, come ad esempio inserire<br />

link all’interno della rivista (l’indice con un<br />

click può portarvi direttamente all’argomento<br />

che avete scelto di leggere) o anche esterno,<br />

per consultazioni in Rete.<br />

Ma non finisce qui.<br />

All’interno delle pagine “virtuali” possono<br />

essere inseriti anche alcuni video<br />

visionabili direttamente<br />

senza chiudere il giornale. Infine,<br />

le pagine (e gli articoli, ovviamente) si<br />

possono ingrandire o ridurre a<br />

proprio piacimento per meglio<br />

godere della lettura. Il tutto<br />

sia dal pc di casa o dell’ufficio,<br />

sia dal nostro smartphone o<br />

tablet, essendo la rivista<br />

ottimizzata anche<br />

per la lettura su questi<br />

nuovi dispositivi.<br />

Insomma...<br />

Buona lettura!

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