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TRAKS MAGAZINE 035

Ecco il nuovo numero TRAKS MAGAZINE. In copertina gli UMMO e inoltre interviste ad Aneurisma, Tangram, Giorgia Giacometti, Kalafi, Prelude to Desire, Giuseppe D'Alonzo, Maddalena Conni, Elena Sanchi, Nico, Francesco Tirelli, Rocco, Francesco Aubry

Ecco il nuovo numero TRAKS MAGAZINE. In copertina gli UMMO e inoltre interviste ad Aneurisma, Tangram, Giorgia Giacometti, Kalafi, Prelude to Desire, Giuseppe D'Alonzo, Maddalena Conni, Elena Sanchi, Nico, Francesco Tirelli, Rocco, Francesco Aubry

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GIUSEPPE D’ALONZO

Sempre innamorato della musica, il chitarrista ha pubblicato “Strane

forme di complicità”, il nuovo album

Ci puoi presentare chi è Giuseppe

D’Alonzo?

Sono da sempre innamorato della

musica, chitarrista per estrazione

ho un passato di cover band ma

coltivo sin da ragazzo la passione

per la scrittura di canzoni. Nel

2014 ho fondato i Crabby’s, band

con cui ho pubblicato i singoli

L’uomo di Ieri e I was born yesterday.

Amo da sempre la musica

rock blues, ho esordito nel 2016

con il mio primo ep indipendente

Bad Past, in lingua inglese. A seguire

ho pubblicato Realize (2017)

e Mistake (2018) e Tornerà, nel

2019, è stato il mio primo album

in Italiano. Amo l’arte in ogni sua

declinazione, la mia maggiore inclinazione

è naturalmente musicale

ma sono molto attratto anche

dalle arti grafiche.

Sono anche appassionato di viaggi,

ho viaggiato molto e spero di

poter continuare, sono una fonte

inesauribile di ispirazione.

“Strane forme di complicità” è

il tuo ultimo disco. Ci racconti

ispirazioni e premesse del lavoro?

Il cd è un viaggio onirico attraverso

il mondo dei sogni. Tratta temi

sempre in modo allegorico, quali

le dipendenze, l’amore, le fragilità,

la morte passando per momenti di

maggiore lucidità in cui si affrontano

temi di attualità con un pizzico

di ironia. La legge viene vestita

da donna e descritta come un

essere ormai fragile, terrorizzato

dal fardello che ormai non riesce

più a sorreggere, la nostra libertà

“…Sacro è il terrore di lei che è garante

per te della tua libertà…” La

sensibilità viene eletta ad eroina e

accostata ai tanti “fragili eroi” che

combattono per l’integrità, l’etica

e l’amore ormai da troppo tempo

calpestati o banalizzati. Molti

elementi vengono presi in prestito

per restituire all’ascoltatore un

viaggio fedele nell’immaginario

dei sogni. Ci sono nuvole animate,

ci sono draghi e conti dalle

facili allusioni politiche, castelli,

labirinti , fumi che ci confondono,

ma soprattutto ci sono esseri

viventi dalle sembianze umane

con la testa a forma di display che

proietta un hashtag a simbolo della

completa omologazione a cui

stiamo approdando. Ma cosa sono

i sogni se non una dipendenza necessaria

e funzionale alla nostra

sobrietà? È un percorso che parte

dal primo brano “Sober” in cui si

viene subito proiettati in questo

universo onirico e psichedelico,

prosegue atterrando su un pianeta

terra ormai abbandonato in cui

questi zombie/ hashtag vanno in

ricognizione e termina con “in the

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