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I protagonisti raccontano - anniversario 20 anni ERF

Se deve indicare una priorità nell’ampia scala di valori che costituisce il ‘cuore’ di Emilia Romagna Festival, a 20 anni dalla sua prima edizione, Massimo Mercelli indica senza esitazione il futuro.

Se deve indicare una priorità nell’ampia scala di valori che costituisce il ‘cuore’ di Emilia Romagna Festival, a 20 anni dalla sua prima edizione, Massimo Mercelli indica senza esitazione il futuro.

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SILVIA COLASANTI | NUOVE PARTITE

SILVIACOLASANTI

Esiste una ricca scena di nuovi autori, di compositori

che, in Italia come nel resto del mondo, scrivono

partiture contemporanee, pagine di musica

che vengono commissionate da grandi istituzioni

culturali.

Tra queste, l’Emilia Romagna Festival, sin dalle prime

edizioni, ha deciso di focalizzare la propria attenzione

su talenti giovani, offrendo la presenza in un cartellone

al fianco dei protagonisti riconosciuti del suono

mondiale.

Un ruolo decisivo, e non sempre agevole da svolgere,

quello delle ‘commissioni’, ma necessario per definire

gli orizzonti futuri di questo linguaggio artistico. Così

è stato nel luglio 2015 quando la compositrice Silvia

Colasanti ha presentato al Teatro Arena di Castel San

Pietro Terme la premiere di ‘Partita’, opera per flauto

e archi, che ha inaugurato l’edizione 2015 del Festival

Signora Colasanti, il ruolo dei festival, per la promozione

della musica contemporanea, appare insostituibile…

“I festival sono oggi i posti dove vive la musica

contemporanea, dove delinea, immagina il suo futuro;

senza di loro non ci sarebbe scrittura perché sono loro,

soprattutto, a commissionare nuove partiture. E forse

è questa la differenza tra una normale, per quanto

prestigiosa, rassegna e un ‘festival’, il suo essere

luogo non solo di rappresentazione della bellezza del

passato, ma avere una capacità visionaria”

Questo avviene all’Emilia Romagna Festival

“Certo, l’intento del Direttore Artistico Massimo

Mercelli è chiaro. Ampliare la letteratura concertistica,

aggiungere nuovi capitoli, arricchire un patrimonio

che è parte dell’identità stessa dell’arte in Italia. E

questo è possibile solo offrendo spazio a nuovi autori,

attraverso le commissioni. Così si alimenta una

produzione culturale altrimenti destinata a non avere

più rilievo”

A lei, nel 2015 è stata commissionata ‘Partita’

“Si, in ‘Partita’ tutto gravita intorno alle relazioni che

dobbiamo instaurare con il passato glorioso della

musica. Mi affascina sottolineare connessioni,

esplorare ambiti, evidenziare oggi la capacità

delle pagine più note, delle strutture classiche di

entrare in dialogo con il ‘nuovo’. La ‘partita’ alla

quale fa riferimento il titolo scelto per questa

commissione, è quella forma barocca che

comprende una successione di danze stilizzate.

Una dichiarazione d’amore, sin dal titolo per

una ‘letteratura’ fondante per il mio mestiere di

compositrice”

Una commissione importante nella cui stesura

ha sicuramente avuto un ruolo centrale la figura

dell’esecutore

“‘Partita’ è stata pensata per l’esecuzione da

parte di Massimo Mercelli e dell’Orchestra de

I Solisti Aquilani, che per quella edizione era la

formazione ‘residente’ del Festival. Con loro

lo straordinario virtuoso del pianoforte Ramin

Bahrami, al quale erano stati affidati due Concerti

Brandeburghesi. Bach ha così ‘dialogato’ con il

mio lavoro”

Come si è sviluppata, in questo caso, la sua

scrittura?

“Ho voluto rivolgere uno sguardo contemporaneo

a Bach, inserendo un mio personale vocabolario

nella solida tradizione della ‘partita’, rispettando

i canoni perfetti della ritmica barocca. Quello

che volevo trasmettere al pubblico, e spero di

esserci riuscita, è la straordinaria vicinanza di

un maestro immenso come Bach alla nostra

sensibilità. Questa è, a mio avviso, la strada che

deve intraprendere la nuova generazione di

compositori. Sperimentare, in completa libertà,

cercando la maniera per avvicinare il pubblico

alle partiture contemporanee, facendole entrare

nella consuetudine dell’ascolto”

In questo i Festival hanno una funzione importante

“Naturalmente, perché sono territori di confronto

e, soprattutto, mi viene da dire, nei casi migliori,

come per l’Emilia Romagna Festival, dei veri

‘marchi di fabbrica’ che garantiscono allo

spettatore la qualità delle proposte, facilitando

così l’attenzione per i nuovi repertori” ■

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