Leseprobe_Cadernos 3
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Architettura teatrale e spazio scenico<br />
‹pianta a campana› proposta dai Galli Bibiena e in particolare da Francesco, Giuseppe<br />
e Antonio.9 Questa configurazione è derivata da un motivo molto preciso: la<br />
volontà, da parte degli architetti e scenografi che la hanno applicata, di migliorare<br />
la visibilità per gli spettatori, aprendo la curva dei palchetti nella parte terminale<br />
più vicina al boccascena. Purtroppo questa posizione non sempre è stata compresa<br />
e alcuni intellettuali del tempo hanno frainteso questa figura come se fosse un<br />
tentativo di migliorare l’acustica, facendo riferimento alla campana come struttura<br />
per amplificare la diffusione del suono.10 Fra questi Francesco Algarotti che l’ha<br />
criticata nel capitolo dedicato alla costruzione dei teatri nel suo Saggio:<br />
«A far sì che in un teatro, per grande ch’ei fosse, vi si potesse, ciò non ostante,<br />
comodamente udire, hanno ancora avvisato taluni, che molto vi facesse<br />
la figura interna di esso teatro. Per isciogliere un tal problema sonosi di<br />
molto lambiccati il cervello. Ma senza dare gran travaglio alla Geometria<br />
hanno finalmente prescelto fra tutte le figure quella della campana, che<br />
piace loro di chiamar fonica. La bocca della campana risponde alla imboccatura<br />
della scena; e il palchetto di mezzo viene ad esser posto colà, donde<br />
nella campana è sospeso il battaglio. Quale sia il fondamento di così raffinata<br />
invenzione, è facile a vedersi; la similitudine cioè, o l’analogia, che<br />
immaginarono doversi trovare tra il suono reso dalla campana e la figura<br />
della campana medesima che il rende. Ma egli è anche facile a conoscere<br />
quale sia la saldezza di simile fondamento. La figura concava della campana<br />
con quelle sue labbra che mettono all’infuori, è attissima a spandere per<br />
ogni verso il suono del battaglio, che percuote in su quelle labbra medesime.<br />
E sospesa ch’ella sia d’alto, mette facilmente in agitazione il mare d’a-<br />
9 Francesco Bibiena disegna con pianta a campana il Teatro a Praga per Costanza e Fortezza e<br />
realizza il Teatro Filarmonico di Verona negli anni tra il 1715 e il 1731; Giuseppe Bibiena progetta<br />
e costruisce con la stessa pianta il Teatro nel palazzo del Margravio, Markgräfliches Opernhaus di<br />
Bayreuth nel 1748, il Kleines Hoftheater a Dresda tra il 1749 e il 1753; Antonio Bibiena progetta<br />
il Teatro di via della Pergola per l’Accademia degli Immobili di Firenze nel 1754, crea il nuovo<br />
Teatro Pubblico di Bologna, ora Comunale, negli anni dal 1755 al 1763, il Secondo Teatro Onigo<br />
di Treviso nel 1765 e il Teatro Scientifico per l’Accademia di Mantova tra il 1761 e il 1769, oltre<br />
al Teatro dei Quattro Cavalieri di Pavia negli anni 1771–1773; anche Carlo Sicinio Galli Bibiena<br />
applica la forma a campana nel suo progetto per il Teatro di Salvaterra a Lisbona nel 1753. Cfr. I<br />
Bibiena una famiglia europea, a cura di Jadranka Bentini e Deanna Lenzi. Venezia: Marsilio, 2000.<br />
10 Patrizio Barbieri: «The Acoustics of Italian Opera Houses and Auditoriums (ca. 1450–1900)»,<br />
Recercare. Rivista per lo studio e la pratica della musica antica 10 (1998), pp. 263-328: 285. Si veda anche<br />
Antonio Favaro: L’acustica applicata alla costruzione delle sale per spettacoli e pubbliche adunanze.<br />
Torino: Camilla e Bertolero, 1882. – Maria Ida Biggi: «Le questioni acustiche affrontate nei<br />
progetti per il Teatro La Fenice nel 1790», 31° Convegno Nazionale dell’Associazione Italiana di<br />
Acustica, a cura di Davide Bonsi, Antonino Di Bella, Alessandro Peretti e Paolo Romagnoli.<br />
Padova: AIA, 2004, pp. 5-11.<br />
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