Leseprobe_Cadernos 3
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Architettura teatrale e spazio scenico<br />
commissione giudicatrice, rappresenta un interessante esempio e confronto delle<br />
diverse opinioni derivanti dalle varie soluzioni proposte.15<br />
Il percorso che, dalle esperienze barocche, porta fino alle soluzioni architettoniche<br />
neoclassiche della fine del secolo, può essere verificato attraverso molti<br />
esempi che identificano il modello uniformato di struttura e stile che si diffonde<br />
nell’intera Europa, dal Portogallo, da Parigi a Vienna fino alla Russia imperiale,<br />
attraverso l’Italia settentrionale e si diversifica soltanto in alcuni pochi esempi più<br />
innovativi in area tedesca. I campioni sarebbero tantissimi, impossibile citarli tutti.<br />
Di certo tutti i maggiori architetti costruttori del Settecento si sono occupati di<br />
architettura teatrale e hanno progettato edifici per lo spettacolo: Filippo Juvarra<br />
disegna il Teatro Ottoboni a Roma nel 1708 circa e prepara un progetto per il Teatro<br />
Regio di Torino, che è poi riprogettato e realizzato da Benedetto Alfieri nel<br />
1740; Giovanni Antonio Medrano il Teatro San Carlo di Napoli nel 1737; Luigi<br />
Vanvitelli disegna e costruisce il Teatro della Reggia di Caserta tra il 1756 e il 1768;<br />
Cosimo Morelli è progettista di molti teatri nello Stato Pontificio, del Lauro Rossi<br />
di Macerata nel 1780, del Teatro di Fermo nel 1790, del Pergolesi di Jesi nel 1790, di<br />
quello dei Cavalieri di Imola nel 1785; Giuseppe Piermarini disegna il neoclassico<br />
Teatro alla Scala nel 1778; Giannantonio Selva La Fenice di Venezia nel 1792 e il<br />
Verdi di Trieste nel 1801; Karl Friedrich Schinkel il Teatro Berliner Schauspielhaus<br />
tra il 1810 e il 1818 circa.<br />
Si può descrivere la costruzione dei teatri realizzata negli ultimi anni del Settecento<br />
con le parole che Pietro Gonzaga, scenografo e architetto veneto, attivo in<br />
Russia dal 1792 al 1830, utilizza per descrivere le più importanti teorie in fatto di<br />
architettura teatrale, in un corposo opuscolo intitolato Osservazioni sulla costruzione<br />
dei teatri da parte di uno scenografo, edito a San Pietroburgo nel 1817. Qui Gonzaga ha<br />
riassunto molto bene la prassi teatrale in Italia, partendo da una lunga esperienza<br />
nei maggiori teatri, primo fra tutti la Scala di Milano, dove è stato attivo per più di<br />
dieci anni, dal 1779 al 1792, poi nei teatri imperiali di San Pietroburgo, e ha trattato<br />
l’argomento come un intellettuale che propone soluzioni pratiche e funzionali ai<br />
problemi. Per fare questo Gonzaga diviene prezioso testimone della sua epoca, cita<br />
e interpreta, oltre agli Enciclopedisti, a Gabriel Martin Dumont16 e ai Fisiologistes<br />
francesi, come Gabrielle Émilie Chatelet,17 scrittrice amica di Voltaire, e Claude<br />
Nicolas Le Cat,18 i trattatisti che avevano stabilito precisi legami tra l’arte del costruire<br />
e la musica, primo fra tutti Vitruvio, che aveva individuato indispensabili<br />
connessioni per l’architetto con le arti e le scienze basate sul numero e la propor-<br />
15 Maria Ida Biggi: Il concorso per La Fenice di Venezia 1789–1790. Venezia: Marsilio, 1997.<br />
16 Gabriel Martin Dumont: Parallèle de plans des plus belles salles de spectacle d’Italie et d France: avec<br />
détails de machines théatrales. Parigi: Rue des Arcis, 1774.<br />
17 Gabrielle Émilie Chatelet: Institution de physique. Parigi: Prault fils, 1740.<br />
18 Claude Nicolas Le Cat: Traité des sens. Parigi: G. Cavelier, 1742.<br />
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