Leseprobe_Cadernos 3
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Maria Ida Biggi<br />
zione, come la musica e la prospettiva, poi l’architetto Charles Etienne Briseux,19<br />
il musicista René Ouvrard20 e padre Louis Bertrand Castel,21 matematico gesuita e<br />
teorico dei colori. Inoltre Gonzaga ammette di aver avuto il grande vantaggio di<br />
occuparsi di architettura teatrale, e quindi esprime il proprio debito a Pierre Patte<br />
e al suo Essai sur l’Architetcture Theatrale,22 pubblicato a Parigi nel 1782, poi tradotto<br />
da Paolo Landriani e pubblicato a cura di Giulio Ferrario, a Milano, nel 1830.23<br />
Questo testo è in effetti una sorta di bibbia dell’architettura teatrale del secondo<br />
Settecento, tutti vi hanno fatto riferimento, tanto che Paolo Landriani nell’introduzione<br />
ha ammesso di averlo tradotto e pubblicato in Italia perché non se ne<br />
trovava più una copia. Si tratta infatti del testo più conosciuto e apprezzato, che<br />
ha esercitato una enorme influenza a livello di definizione di un modello di teatro<br />
che sarà applicato, a partire da Parigi e dalla Francia, in tutta Europa. Gonzaga<br />
ritiene di poter aggiungere alcune osservazioni personali a proposito della teoria<br />
dei suoni e soprattutto della relazione tra l’edificio e i diversi generi di spettacolo,<br />
che a suo avviso non è stata approfondita da Patte. In particolare, ha insistito sulla<br />
necessità di mettere in relazione ogni determinato tipo di spettacolo con l’edificio<br />
che lo deve contenere; di conseguenza ha descritto la forma del teatro più adatta ai<br />
diversi generi spettacolari: ad esempio, nel caso dello spettacolo cosiddetto ‹opera<br />
in musica›, dal suo punto di vista lo spettacolo ‹uditivo visuale› che più ha bisogno<br />
di un corrispondente spazio architettonico, ha sostenuto e proposto la costruzione<br />
di un edificio ampio e complesso nella distribuzione degli spazi e soprattutto ricco<br />
di servizi utili alla produzione di uno spettacolo complicato e voluminoso come<br />
l’opera.<br />
Ha affrontato poi gli aspetti determinanti dell’edificio teatrale, primo fra tutti<br />
l’apparenza esteriore e il suo inserimento nel tessuto urbanistico; ha risolto il problema<br />
consigliando l’affaccio su una piazza ampia abbastanza da permettere la vista<br />
dell’edificio da lontano, offrendo così vantaggi per la monumentalità e la presenza<br />
simbolica che questa parte del teatro assume rispetto alla città e ha suggerito di<br />
nascondere la parte che contiene il palcoscenico e i servizi, inserendola in un parco,<br />
poiché, a suo parere, un teatro per l’opera in musica richiede grandi spazi di servi-<br />
19 Charles Etienne Briseux: Traité du beau essentiel dans les arts appliqué particuliérement a l’architecture.<br />
Parigi: chez l’Auteur, 1752.<br />
20 René Ouvrard: Architecture Harmonique ou l’application de la doctrine des proportions de la musique à<br />
l’architecture. Parigi: s.typ., 1679.<br />
21 Louis Bertrand Castel: Optique des couleures. Parigi: chez Briasson, 1740.<br />
22 Pierre Patte: Essai sur l’architecture théatrale, ou de l’ordonnance la plus avantageuse à une salle de<br />
spectacles, relativement aux principles de l’optique et de l’acoustique: avec un examen des principaux<br />
théâtres de l’Europe et une analyse des écrits les plus importans sur cette matiere. Parigi: Moutard, 1782.<br />
23 Pierre Patte: Storia e descrizione de’ principali teatri antichi e moderni, corredata di tavole col saggio<br />
sull’architettura teatrale di Mr. Patte illustrato con erudite osservazioni del chiarissimo architetto e pittore<br />
scenico Paolo Landriani, a cura di Giulio Ferrario. Milano: Tipografia Ferrario, 1830.<br />
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