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STORIA
TOUR VIRTUALE LA GRANDE BELLEZZA DI “VILLA ORMOND”
L'EX RESIDENZA INVERNALE DELLA FAMIGLIA SVIZZERA È UN GIOIELLO ARCHITETTONICO E NATURALISTICO: LA NOSTRA GUIDA
di Andrea Gandolfo
Le vicende della villa,
situata in corso
Cavallotti e circondata
da un vasto parco,
prendono avvio nel
1875, quando il facoltoso
imprenditore svizzero
Michel L ouis
Ormond, produttore
di sigari e amante delle
arti, acquistò Villa
Rambaldi, un piccolo
edificio costruito da
Giovenale Gastaldi senior
e attorniato da un
terreno coltivato ad
agrumi e ulivi, per trascorrervi
i mesi invernali
insieme alla moglie
Marie Marguerite
Renet. Pochi anni dopo
il loro trasferimento
a Sanremo, però, Villa
Rambaldi rimase gravemente
danneggiata
dal terremoto del 23
febbraio 1887. Il rovinoso
sisma offrì peraltro
al signor Ormond
l'occasione per impegnarsi
attivamente nel
prestare assistenza alle
popolazioni colpite,
tanto da meritare la
Croce di Cavaliere
L'impianto classico, lineare ed elegante di Villa Ormond
d e l l ' O r d i n e
Mauriziano, conferitagli
dal re Umberto I,
mentre il figlio Francis
ricevette in premio per
la sua indefessa opera a
favore dei terremotati
un attestato di pubblica
benemerenza dal ministro
dell'Interno.
Constatati gli ingenti
danni subiti da
Villa Rambaldi, gli
Ormond decisero allora
di costruire una nuova
dimora, trasferendosi
nel frattempo nell
a v i c i n a V i l l a
Magnolie, meglio nota
a l l o r a c o m e Vi l l a
Dufour. Il progetto del
nuovo edificio, affidato
all'architetto ginevrino
Emile Réverdin, che
travasò la sua formazione
parigina in un impianto
classico e lineare,
fu curato personalmente
dai coniugi
Ormond, che si avvalsero
delle loro vaste conoscenze
in campo artistico
e architettonico.
Dopo quindici mesi
di febbrile attività, la
nuova villa venne ufficialmente
inaugurata il
1° giugno 1890 in una
posizione sopraelevata
a cornice dell'ampio
giardino modellato secondo
la progettualità
francese della seconda
metà dell'Ottocento,
c h e c o m p o r t ò
l'eliminazione dei terrazzamenti
liguri e degli
agrumeti per far posto
ad una fitta rete di
viali con le piante esotiche
collocate accanto
ad ulivi e agrumi. Il
progetto del parco riprende
una struttura a
“stanze” con ambienti
vegetali particolarmente
definiti: palmeto,
zona dei cedri, antico
uliveto, sequenza di
Ficus e maestoso scenario
centrale ispirato
al tema del giardino
all'italiana. In base al
progetto di Réverdin e
degli Ormond, fu realizzata
una costruzione
estesa in lunghezza, dotata
di un piano rialzato
prospiciente su un
ampio piazzale raggiunto
da una serie di
viali e scalinate che si dipartono
a raggiera dal
parco.
L'edificio risulta attraversato
da un'ampia
terrazza aperta ai lati
da due logge di gusto rinascimentale
e da un
monumentale pronao
s i t u a t o a l l ' a l t e z z a
dell'ingresso.
Altrettanto fastoso
era anche l'interno con
ricco arredamento costituito
da mobilia in stile
fiorentino e soffitti in
legno policromo a cassettoni
ad ornamento
Il busto in bronzo in memoria del re del Montenegro Nicola I
Un tripudio di specie rare e curiose provenienti da tutto il mondo
Il parco si sviluppa su due ettari di aiuole e prati ricchi di specie esotiche e autoctone
dei vasti saloni. In una
grande sala fu inoltre sistemato
un camino proveniente
dal castello
d e i D o r i a d i
Dolceacqua, mentre le
decorazioni delle pareti
vennero affidate dagli
Ormond a celebri
pittori ginevrini, le tappezzerie
furono realizzate
a Genova e Lione,
copiando antiche matrici,
e le stoffe tessute
in un laboratorio di
Parigi.
La villa fu costruita
con pietre asportate da
una cava di Tolone e ornata
con pregiati vetri
istoriati giunti dalla manifattura
di Saint-
Gobain. All'interno della
sua nuova abitazion
e , M i c h e l L o u i s
Ormond sistemò anche
un'importante collezione
di quadri, argenti
e altri oggetti antichi
che provenivano in
parte dalla vendita dei
Demidoff a Firenze.
Nuova sede in Via Lamarmora 47
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