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Stiamo dando il meglio di noi?
La responsabilità ai tempi del coronavirus
Responsabilità. Una parola che sentiamo spesso ultimamente e
di cui forse troppo poco ci chiediamo il significato più profondo.
Ma è il 2020, c’è una pandemia ancora in corso e qualche
riflessione merita di essere fatta.
Che cosa significa realmente essere responsabili? Dove si pone
il confine tra ciò che davvero non possiamo controllare e la giustificazione
di ciò che abbiamo volontariamente scelto di non
tenere sotto controllo?
In questo periodo più che mai il tema della responsabilità è
qualcosa di molto discusso e, ci si augura, qualcosa di molto
pensato. Ad opinione di molti è un concetto scontato con cui
siamo abituati a scontrarci fin da piccoli e, proprio per questo,
è uno dei capisaldi della vita di ciascuno di noi.
Purtroppo siamo costretti però ad ammettere di essere circondati
da esempi di mancanza di responsabilità. Tante sono le istituzioni
che in questo critico e delicato momento storico stanno
ponendo ancora una volta i propri interessi davanti alla tutela
dell’intera comunità.
Una categoria che sta pienamente dimostrando di essere manchevole
di responsabilità attualmente è quella dei mass-media,
che non perde occasione di aumentare la propria audience
sfruttando il mezzo dell’allarmismo. Il terrorismo mediatico è
qualcosa a cui siamo sottoposti ormai giorno dopo giorno e
che spesso viene sottovalutato nonostante le sue conseguenze
possano essere molto gravi. Psicologicamente, infatti, il fatto
di ricevere costantemente notizie costruite in modo tale da far
leva su sentimenti di ansia e terrore può risultare a lungo termine
estremamente stressante e deleterio. Diffondere il panico
tra i cittadini può solo portare a far perdere loro la lucidità
nell’agire, così come metterli di fronte a tante - troppe - opinioni
differenti e confuse in merito alla situazione che stanno vivendo.
Un pubblico consapevole ha la possibilità di comportarsi
in maniera razionale, un pubblico terrorizzato può solo agire in
modo impulsivo ed irragionevole.
Un altro esempio di irresponsabilità è rappresentato in questo
momento dalla politica che è riuscita a strumentalizzare anche
la pandemia per ottenere consensi.
La responsabilità, dunque, non
sembra essere un concetto poi
così consolidato. Ma almeno i
cittadini, nel loro piccolo, stanno
dimostrando di avere coscienza e
buonsenso?
Nonostante molta sia l’importanza
data al salvaguardare se stessi
e chi si ha intorno, la verità è che
ancora poca ne viene data alla tutela
della società nel suo insieme
e dunque alla collettività, sentita
ancora come qualcosa a sé stante
rispetto alla vita individuale del
singolo. Se da un lato dunque, di
questi tempi, sono molte le precauzioni
prese al fine di non ledere alla propria salute e a quella
dei propri cari, molte di meno sono quelle finalizzate a proteggere
dall’epidemia anche le migliaia di persone che come noi
fanno parte di questa società.
Molto sottovalutata è anche l’importanza della diffusione di
una corretta informazione - perché non ha doveri solo chi comunica
una notizia ma anche chi la riceve. A fronte del tantissimo
materiale reperibile online è responsabilità di ciascuno
informarsi in merito all’attendibilità delle fonti prima di contribuire
a diffondere voci che potrebbero essere false, inaccurate,
fuorvianti, scatenando così ulteriore panico e disordine.
In merito a questa questione, un ruolo cruciale risulta essere ancora
una volta quello dei social network, patria della deresponsabilizzazione
e della disinformazione. Sui social network infatti
spesso si tende a “sparare a zero“ consapevoli del fatto che non
vi sarà alcuna ripercussione su ciò che verrà comunicato.
E così con troppa leggerezza, sottovalutando molte questioni,
non adottando abbastanza cautele - un po’ per inconsapevolezza,
un po’ per superficialità - si lascia ancora troppo al caso.
Quindi se ci chiedessimo se stiamo dando il meglio di noi quale
sarebbe la risposta? Probabilmente che potremmo fare di meglio,
che potremmo essere più critici nei confronti delle nostre
azioni, che potremmo valutare meglio le conseguenze delle
nostre scelte, che potremmo essere più consapevoli delle responsabilità
che abbiamo.
Come la fisica e la matematica ci dimostrano con l’effetto
farfalla, piccole azioni possono contribuire a generare grandi
cambiamenti e un battito d'ali di una farfalla può provocare un
uragano dall'altra parte del mondo.
Impariamo ad essere coscienti delle nostre scelte anche quando
ci sembra che le cose vadano male non per colpa nostra
perché, come disse Martin Luther King, “può darsi non siate
responsabili per la situazione in cui vi trovate, ma lo diventerete
se non farete nulla per cambiarla”.
Martina Cogni
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