Dialogo, Musica, Effetti: il Suono nell'Audiovisivo
di Simone Corelli, Stefano Mainetti, Gilberto Martinelli Il volume tratta in modo approfondito il suono nell’audiovisivo nei suoi aspetti tecnici ed espressivi, principalmente per film e documentari. I tre autori, noti professionisti del settore, affrontano sia i lati produttivi che postproduttivi, fino all'ascolto dello spettatore, trattando anche la musica per film. Il saggio è impreziosito da una dettagliata cronologia sull'avanzamento scientifico e tecnologico correlato al suono, e da grafiche e fotografie originali. E' un'opera per esperti ma anche per appassionati e studenti di cinema. La prefazione è di Claudio Strinati. Lambda Edizioni, 2021
di Simone Corelli, Stefano Mainetti, Gilberto Martinelli
Il volume tratta in modo approfondito il suono nell’audiovisivo nei suoi aspetti tecnici ed espressivi,
principalmente per film e documentari. I tre autori, noti professionisti del settore, affrontano sia i lati produttivi che postproduttivi, fino all'ascolto dello spettatore, trattando anche la musica per film. Il
saggio è impreziosito da una dettagliata cronologia sull'avanzamento scientifico e tecnologico correlato al suono, e da grafiche e fotografie originali. E' un'opera per esperti ma anche per appassionati e studenti di cinema. La prefazione è di Claudio Strinati.
Lambda Edizioni, 2021
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Capitolo 2
Supporti, codifiche e formati sonori per l’audiovisivo
Esistono formati sonori dedicati al cinema su pellicola,
quindi ormai superati ma di interesse storico, al cinema
digitale ed infine alla fruizione casalinga o addirittura
mobile, mentre per quanto riguarda i supporti e le
modalità di consegna possiamo distinguere quelli fisici
analogici (dischi grammofonici, pellicola, nastri et cetera)
e digitali (come hard disc, DVD, Blu-ray), oppure
la ricezione broadcast (la classica televisione, principalmente),
e infine il VOD, oVideo On Demand attraverso
Internet, metodo premiato da un successo crescente,
che ci pare inarrestabile.
2.1 Sistemi per il Cinematografo
La notevole quantità di formati che il cinema ha sviluppato
nei circa 100 anni di storia sono qui presentati in
una selezione limitata a quelli più diffusi o interessanti
per il sonoro:
Vitaphone: Tale sistema, monofonico, nacque nel 1926
sostenuto dalla Warner Brothers. I dischi da 16
pollici stampati su un solo lato e letti dal centro
verso l’esterno garantivano non più di 10 minuti di
durata, sufficienti quindi per rulli da 1’000 piedi.
La riproduzione sonora doveva essere avviata
simultaneamente alla proiezione della pellicola.
L’amplificazione, come per tutti i sistemi più importanti
dell’epoca, sfruttava la tecnologia valvolare
e la diffusione era garantita da un sistema ad alta
efficienza.
Un momento di particolare successo del Vitaphone
si ebbe col celebre film “The Jazz Singer” (1927) di
Alan Crosland.
Problemi pratici di distribuzione, usura, sincronismo
(il disco poteva saltare un solco, ad esempio) e
difficoltà di editing ne decretarono la rapida scomparsa
dopo il 1931 a favore del suono su pellicola.
[Approfondimenti storici e tecnici a pag. 27]
DeForest Phonofilm: Si tratta di un sistema a densità
variabile ideato da Lee de Forest, probabilmente
61
sulla base del lavoro di Elias E. Ries, dell’ingegnere
finlandese Eric Magnus Campbell Tigerstedt e del
gruppo Tri-Ergon; venne presentato al pubblico nel
1923. La pista sonora ottica occupa uno stretto
spazio a sinistra, tra le perforazioni e l’immagine.
Fox Movietone: Come per il Phonofilm consta di colonna
ottica monofonica a densità variabile incisa
sulla stessa pellicola che contiene l’immagine e posta
tra questa e la perforazione sinistra. La nascita
del sistema risale al 1924 principalmente a seguito
del lavoro di Theodore Willard Case sul Phonofilm
con Lee de Forest. Il 23 Luglio 1926 il Movietone
venne acquisito dalla Fox ed utilizzato con successo
fino al 1931 (per le news fino al 1939).
La posizione del sonoro sulla pellicola venne fissata
in anticipo di 20 fotogrammi 1 rispetto alla relativa
immagine da Case nel 1925 e questa decisione
mise fuori gioco il Phonofilm che invece lo aveva
in ritardo, rendendolo incompatibile coi nuovi
proiettori.
Pagine dimostrative
a bassa qualità "Dialoghi, Musica, Effetti:
il Suono nell'Audiovisivo"
si Corelli, Mainetti, Martinelli
Lambda Edizioni 2021
La tecnologià della densità variabile in generale inizio
a scomparire negli anni ’40 a favore dei sistemi
ad area variabile.
Tobis Klangfilm: Si tratta di un sistema europeo a densità
variabile nato alla fine degli anni ’20 sulla base
del lavoro svolto dieci anni prima dalla Tri-Ergon
(vedasi [20]). Concorrente del Movietone, vide
collaborare Siemens & Halske, AEG ed il sindacato
europeo per il cinema sonoro (Ton Bild Syndicat,
Tobis appunto).
1 La questione della distanza tra suono e relativo fotogramma
non è semplice: spesso nei testi non è chiaro se si misuri la distanza
da centro fotogramma visivo a inizio del relativo suono, oppure al
centro del relativo suono, magari inserendo nel conteggio entrambi
i fotogrammi iniziale e finale, inoltre vanno distinte la distanza in
stampa da quella della testa di lettura sul proiettore (ossia la lunghezza
del riccio) teorica e quella praticata per compensare la distanza dei
diffusori dal pubblico in sale grandi. La pratica moderna quasi sempre
coincide con quanto prevede Dolby invece di seguire lo standard
SMPTE 40-2002, ed è riassunta nella nostra figura a pagina 67.