Riserva Naturale Grotte di Aisone
La Riserva naturale Grotte di Aisone è stata istituita nel 2019 dalla Regione Piemonte, che l’ha affidata alla gestione dell’Ente Aree Protette Alpi Marittime. L’area, nonostante i soli 26 ettari di superficie, è di rilevante interesse naturalistico e per questo era già compresa nei confini della Zona di Protezione Speciale “Alte Valli Maira e Stura”.
La Riserva naturale Grotte di Aisone è stata istituita nel 2019 dalla Regione Piemonte, che l’ha affidata alla gestione dell’Ente Aree Protette Alpi Marittime.
L’area, nonostante i soli 26 ettari di superficie, è di rilevante interesse naturalistico e per questo era già compresa nei confini della Zona di Protezione Speciale “Alte Valli Maira e Stura”.
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Impaginazione: volume1visualdesign.eu – Stampa: Tipografia Jollygraf, Villanova M.vì, 2021<br />
LE AREE PROTETTE DELLE ALPI MARITTIME<br />
L’Ente <strong>di</strong> Gestione delle Aree Protette delle Alpi Marittime, creato dalla<br />
Regione Piemonte nel 2016, coor<strong>di</strong>na le attività <strong>di</strong> due Parchi e otto Riserve<br />
naturali, che nell’insieme occupano una superficie <strong>di</strong> circa 40.000 ettari<br />
all’interno <strong>di</strong> <strong>di</strong>ciassette Comuni. Ne fanno parte:<br />
Parco naturale Alpi Marittime<br />
Comuni: <strong>Aisone</strong>, Entracque, Roaschia,<br />
Val<strong>di</strong>eri, Vernante<br />
Superficie totale: 28.360 ettari<br />
Parco naturale Marguareis<br />
Comuni: Briga Alta, Chiusa Pesio, Ormea<br />
Superficie totale: 7.833 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale Benevagienna<br />
Comuni: Benevagienna<br />
Superficie totale: 438 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale Ciciu del Villar<br />
Comuni: Villar San Costanzo<br />
Superficie totale: 61 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale <strong>di</strong> Crava-Morozzo<br />
Comuni: Mondovì, Morozzo, Rocca de’ Bal<strong>di</strong><br />
Superficie totale: 292 ettari<br />
Ente <strong>di</strong> gestione Aree Protette<br />
delle Alpi Marittime<br />
tel. +39 0171 976800<br />
info@areeprotettealpimarittime.it<br />
www.areeprotettealpimarittime.it<br />
<strong>Riserva</strong> <strong>Naturale</strong> <strong>Grotte</strong> <strong>di</strong> <strong>Aisone</strong><br />
info@areeprotettealpimarittime.it<br />
www.grotte<strong>di</strong>aisone.areeprotettealpimarittime.it<br />
<strong>Riserva</strong> naturale <strong>Grotte</strong> <strong>di</strong> <strong>Aisone</strong><br />
Comuni: <strong>Aisone</strong><br />
Superficie totale: 26 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale <strong>Grotte</strong> del Ban<strong>di</strong>to<br />
Comuni: Roaschia<br />
Superficie totale: 9 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale <strong>Grotte</strong> <strong>di</strong> Bossea<br />
Comuni: Frabosa Soprana<br />
Superficie totale: 613 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale Sorgenti del Belbo<br />
Comuni: Camerana, Montezemolo, Saliceto<br />
Superficie totale: 447 ettari<br />
<strong>Riserva</strong> naturale Rocca<br />
San Giovanni-Saben<br />
Comuni: Val<strong>di</strong>eri<br />
Superficie totale: 233 ettari<br />
les barsiaio:<br />
un mondo a sé<br />
La <strong>Riserva</strong> naturale <strong>Grotte</strong> <strong>di</strong> <strong>Aisone</strong> è stata istituita nel 2019<br />
dalla Regione Piemonte, che l’ha affidata alla gestione dell’Ente<br />
Aree Protette Alpi Marittime.<br />
L’area, nonostante i soli 26 ettari <strong>di</strong> superficie, è <strong>di</strong> rilevante<br />
interesse naturalistico e per questo era già compresa nei confini<br />
della Zona <strong>di</strong> Protezione Speciale “Alte Valli Maira e Stura”.<br />
Caratterizzano il territorio della piccola <strong>Riserva</strong><br />
naturale campi terrazzati, incolti, aree boscate,<br />
pareti rocciose. Ma il vero tratto <strong>di</strong>stintivo<br />
è rappresentato da grotte poco profonde,<br />
localmente in<strong>di</strong>cate come les barsiaio, che si<br />
aprono all’interno <strong>di</strong> una movimentata fascia<br />
<strong>di</strong> rocce calcaree e calcescisti.<br />
Questi anfratti, insieme a guglie e pinnacoli che li contornano,<br />
creano un paesaggio singolare. Alcune <strong>Grotte</strong>, aperte in posizione<br />
dominante sul vicino fondovalle, furono abitate sin dal Neolitico.<br />
Occupate stagionalmente, costituiscono la testimonianza più antica<br />
della presenza umana nella Valle Stura.<br />
Il versante assolato e la presenza <strong>di</strong> acqua, seppur limitata, hanno<br />
favorito in tempi storici le tipiche coltivazioni delle Alpi meri<strong>di</strong>onali:<br />
segale, lenticchia, patata, canapa. Quest’ultima, utilizzata per<br />
fabbricare corde e tessuti, durante la lavorazione veniva fatta macerare<br />
in acqua sorgiva, raccolta in vasche (localmente nais) tuttora visibili<br />
presso alcune grotte. Comune nell’area era anche la coltivazione<br />
della vite. Cronache del ‘700, raccontano che dall’uva raccolta si<br />
otteneva una produzione <strong>di</strong> oltre 34.000 litri <strong>di</strong> vino. Vitigni <strong>di</strong> vari<br />
tipi sono stati impiegati fino all’inizio del secolo scorso, poi gli impianti<br />
sono stati via via abbandonati, anche a causa degli esiti non positivi<br />
<strong>di</strong> alcune sperimentazioni <strong>di</strong> reimpianto, l’ultima della quali risalente<br />
agli inizi del 2000. Resti <strong>di</strong> filari sono tutt’ora visibili.<br />
sito archeologico<br />
del Neolitico<br />
La valli <strong>di</strong> questo settore delle Alpi fin dalla Preistoria hanno<br />
fatto parte <strong>di</strong> un articolato sistema <strong>di</strong> circolazione e<br />
scambi. L’in<strong>di</strong>viduazione al <strong>di</strong> là della catena spartiacque<br />
(attuale territorio francese) <strong>di</strong> siti in altura frequentati già<br />
nel Neolitico, è testimonianza della presenza dell’uomo<br />
anche a quote relativamente elevate, con finalità <strong>di</strong> controllo<br />
delle vie <strong>di</strong> percorrenza durante la stagione più favorevole<br />
all’attraversamento dei valichi. È questo il contesto in cui si<br />
colloca l’origine del sito archeologico all’interno della <strong>Riserva</strong>,<br />
scoperto a metà del ‘900.<br />
Tra le grotte vi è quella che gli archeologi<br />
hanno denominato “riparo sotto roccia 10”,<br />
che allo stato delle conoscenze attuali è il<br />
più antico sito neolitico nelle Alpi Occidentali<br />
meri<strong>di</strong>onali. Posto a un’altitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> 884<br />
metri, è esposto a sud e presenta un facile<br />
accesso alle risorse idriche <strong>di</strong> fondovalle.<br />
Le più recenti indagini archeologiche, condotte nel 1994, hanno<br />
permesso <strong>di</strong> delineare un quadro coerente, utile a comprendere<br />
meglio i dati <strong>di</strong> scavi precedenti. È stato possibile riconoscere<br />
le tracce <strong>di</strong> una sistemazione a scopo abitativo all’interno<br />
del riparo: piani <strong>di</strong> calpestio, impronte <strong>di</strong> buche per l’inserimento<br />
nel terreno <strong>di</strong> pali lignei e aree a fuoco.<br />
4<br />
5<br />
2<br />
1<br />
Le datazioni C14 e i materiali archeologici rinvenuti collocano<br />
la frequentazione del riparo all’inizio del V millennio a.C.,<br />
in una prima fase della cultura dei Vasi a Bocca Quadrata,<br />
con aspetti comuni agli inse<strong>di</strong>amenti in grotta della Liguria<br />
(in particolare del Finalese). Più tar<strong>di</strong>, alla fine del V millennio a.C.,<br />
gruppi umani provenienti da Oltralpe occupano nuovamente l’area,<br />
a testimonianza <strong>di</strong> un’apertura delle Alpi occidentali a percorsi<br />
e scambi riferiti a lunghe <strong>di</strong>stanze, motivata anche dalla<br />
circolazione della pietra verde lungo la dorsale alpina.<br />
natura e archeologia<br />
<strong>Grotte</strong> <strong>di</strong> <strong>Aisone</strong><br />
un rifugio<br />
per numerose specie<br />
animali e vegetali<br />
3<br />
Le pareti rocciose della <strong>Riserva</strong> ospitano una piccola colonia<br />
<strong>di</strong> taccole. Una presenza non comune in ambiente alpino perché<br />
il piccolo corvide, protagonista de “L’Anello <strong>di</strong> Re Salomone”<br />
dell’etologo Konrad Lorenz, pre<strong>di</strong>lige ambienti rupestri a più<br />
bassa quota, boschi non troppo fitti e aree urbane. Legata a<br />
quest’ambiente <strong>di</strong> falesie è anche la ron<strong>di</strong>ne montana.<br />
La <strong>Riserva</strong> fa parte dell’area <strong>di</strong> presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi rapaci tra cui,<br />
oltre i comuni gheppio e poiana, l’aquila, il falco pellegrino e il<br />
gufo reale. La Valle Stura è tra le più importanti rotte migratorie<br />
attraverso le Alpi per il lungo viaggio verso sud dall’Europa centrale<br />
e settentrionale: per questo in primavera e soprattutto a fine estate e<br />
inizio autunno alzando gli occhi al cielo è frequente l’osservazione <strong>di</strong><br />
stormi <strong>di</strong> falchi pecchiaioli, <strong>di</strong> esemplari <strong>di</strong> bianconi, nibbi, insieme<br />
a cicogne e altre specie che con l’ambiente alpino hanno ben poco<br />
a che fare. Capiterà senz’altro, camminando nella <strong>Riserva</strong>, <strong>di</strong> scorgere<br />
tra gli arbusti l’averla piccola o il saltimpalo, <strong>di</strong> sentire il richiamo<br />
dell’upupa o il tambureggiare dei picchi rosso maggiore e verde.<br />
Nelle mezze stagioni si possono osservare camosci, caprioli e<br />
cervi, mentre ai visitatori più attenti non sfuggirà la presenza<br />
<strong>di</strong> impronte e fatte (escrementi) <strong>di</strong> animali più elusivi come il lupo,<br />
il tasso, la faina e la martora.<br />
La frequentazione umana stagionale è confermata dalle<br />
ricerche archeozoologiche, che documentano come la caccia fosse<br />
la principale strategia <strong>di</strong> sussistenza: i resti animali analizzati sono<br />
<strong>di</strong> specie selvatiche quali caprioli, cervi, stambecchi e soprattutto<br />
orso bruno. Gli strumenti in pietra scheggiata e i manufatti in osso<br />
rinvenuti testimoniano un’intensa attività <strong>di</strong> trasformazione della<br />
materia dura animale. Punte <strong>di</strong> freccia, schegge e lamelle in quarzo<br />
opaco e ialino documentano lo sfruttamento <strong>di</strong> filoni quarziferi<br />
del massiccio dell’Argentera (Vallone <strong>di</strong> Palla).<br />
In un altro anfratto delle pareti, prossimo al “riparo 10”, è stata<br />
rinvenuta una sepoltura infantile, che pur in assenza <strong>di</strong> elementi<br />
<strong>di</strong> corredo, è <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> una frequentazione delle grotte a<br />
scopo funerario e cultuale.<br />
6<br />
La flora è tra gli elementi <strong>di</strong> maggior rilievo della piccola area<br />
protetta. Numerose le specie <strong>di</strong> orchidee, tra cui la preziosa<br />
Ophris x albertiana, raro ibrido tra O. apifera e O. fuciflora. Altre<br />
perle botaniche sono le endemite Alyssum ligusticum, Phyteuma<br />
villarsii e Saxifraga callosa (<strong>di</strong>ffusa negli ambienti me<strong>di</strong>terranei e<br />
non comune nelle Alpi). Significativa la presenza della felce delle<br />
grotte A<strong>di</strong>antum capillus-veneris e della stipa pennata. Questa<br />
pianta, abbondante in loco come la ginestra e la clematide vitalba,<br />
veniva utilizzata nella preistoria per la fabbricazione <strong>di</strong> corde.
i<br />
Carta a cura <strong>di</strong>: <strong>di</strong>egoviada.com<br />
R i<br />
0<br />
n e<br />
o B o r b o<br />
Case Piron<br />
1031<br />
km<br />
1<br />
s<br />
a<br />
n<br />
o u<br />
L<br />
R<br />
Non prendete nulla,<br />
tranne foto.<br />
Località Occhie<br />
Non lasciate 900 nulla,<br />
tranne impronte.<br />
Non portate via nulla,<br />
tranne ricor<strong>di</strong>.<br />
Vina<strong>di</strong>o - Francia<br />
La Comba<br />
900<br />
Gravers<br />
843<br />
<strong>Riserva</strong> naturale<br />
<strong>Grotte</strong> <strong>di</strong> <strong>Aisone</strong><br />
4<br />
3<br />
1<br />
2<br />
SS 21<br />
V A L<br />
L E S T<br />
S t<br />
u r<br />
a d i D e m<br />
o<br />
n t<br />
e<br />
840<br />
U<br />
<strong>Aisone</strong><br />
R A<br />
Vina<strong>di</strong>o<br />
834<br />
SP 337<br />
850<br />
Taverna<br />
delle <strong>Grotte</strong><br />
Centro Visita<br />
Cuneo<br />
Cuneo<br />
la taverna<br />
delle grotte<br />
La Taverna delle <strong>Grotte</strong> è un locale a<strong>di</strong>bito a bar e negozio dove<br />
è possibile gustare e acquistare prodotti locali. Oltre a ciò è anche<br />
uno spazio per informarsi sulle peculiarità delle <strong>Riserva</strong> naturale e<br />
sul sito archeologico, cui sono de<strong>di</strong>cati gli allestimenti interni della<br />
Taverna, che comprendono pannelli, vetrine con copie <strong>di</strong> reperti e<br />
la ricostruzione del “riparo 10” nel quale gli archeologi hanno<br />
rilevato tracce <strong>di</strong> un inse<strong>di</strong>amento <strong>di</strong> 7000 anni fa.<br />
Informazioni: tel. 338 7981957.<br />
11<br />
12<br />
Legenda<br />
Sentiero delle <strong>Grotte</strong><br />
Senso <strong>di</strong> percorrenza consigliato<br />
1<br />
2<br />
3<br />
4<br />
Grotta Barmo Murá<br />
Grotta Barmo des Barsiaio<br />
Grotta Barmo Chocho<br />
Grotta Barmo Rouso<br />
7<br />
Pannello informativo<br />
da visitare<br />
Centro visita/Taverna delle <strong>Grotte</strong><br />
nei <strong>di</strong>ntorni<br />
Il monumento più interessante <strong>di</strong> <strong>Aisone</strong> è il bel campanile romanico<br />
<strong>di</strong> cinque piani, in pietra, a base quadrata. È l’unico elemento superstite<br />
dell’antica chiesa eretta nel XIII secolo dai monaci benedettini e<br />
<strong>di</strong>strutta dalle armate francesi e spagnole nel 1744. L’e<strong>di</strong>ficio attuale,<br />
intitolato alla Natività <strong>di</strong> Maria Santissima, conserva un prezioso<br />
fonte battesimale datato 1491 con inciso il motto dei Savoia: fert.<br />
In località Morra è notevole un acquedotto con arcate in pietra.<br />
La struttura fu costruita tra il 1800 e il 1838 da un privato per<br />
irrigare la zona con le acque del rio della Valletta.<br />
Pregevole è la cappella campestre <strong>di</strong> Santa Croce per la presenza<br />
<strong>di</strong> un affresco me<strong>di</strong>oevale della Crocefissione.<br />
Pinet<br />
Per la visita della <strong>Riserva</strong>, l’Ente <strong>di</strong> Gestione<br />
delle Aree Protette Alpi Marittime,<br />
recuperando e collegando antichi percorsi,<br />
ha tracciato il “Sentiero delle <strong>Grotte</strong>”.<br />
L’itinerario, segnalato e attrezzato con<br />
pannelli, attraversa l’area protetta toccando<br />
i punti <strong>di</strong> maggiore interesse.<br />
il sentiero delle grotte<br />
In alternativa alla semplice andata e ritorno lungo lo stesso<br />
tracciato, è stato ripristinato un collegamento con la frazione Piron<br />
che permette <strong>di</strong> compiere un anello. La salita è ripida ma breve<br />
e permette <strong>di</strong> avere un quadro più completo delle caratteristiche<br />
ambientali e paesaggistiche della <strong>Riserva</strong> naturale.<br />
L’inizio del sentiero è in corrispondenza della Taverna delle <strong>Grotte</strong>.<br />
Partenza: <strong>Aisone</strong> 840 m<br />
Quota massima: Casali Piron 1036 m<br />
Dislivello: 250 m<br />
Sviluppo: 5 km<br />
Tempo <strong>di</strong> percorrenza: 2 ore<br />
Difficoltà: escursionistico<br />
8 9<br />
All’interno e nelle imme<strong>di</strong>ate vicinanze<br />
dell’abitato compaiono qua e là dei cervi in<br />
fusione <strong>di</strong> alluminio spazzolato, a <strong>di</strong>mensione<br />
naturale, realizzati dallo scultore Paolo<br />
Garassino all’interno del percorso d’arte<br />
contemporanea VIAPAC.<br />
Il vicinissimo comune <strong>di</strong> Vina<strong>di</strong>o ospita un’imponente sistema<br />
<strong>di</strong> fortificazioni ottocentesche. All’interno del complesso militare,<br />
fatto costruire da Carlo Alberto <strong>di</strong> Savoia, è presente l’esposizione<br />
“Montagna in movimento”. Realizzata con allestimenti<br />
multime<strong>di</strong>ali, descrive le Alpi meri<strong>di</strong>onali attraverso lo spazio e<br />
il tempo. All’interno dei locali si visita anche la mostra permanente<br />
“Messaggeri alati”, de<strong>di</strong>cata alla storia della colombaia militare<br />
del forte, attiva dalla fine del 1800 al 1944.<br />
Per chi ama camminare è consigliabile una gita nel Vallone<br />
della Valletta, ameno angolo del Parco delle Alpi Marittime.<br />
Mete dell’escursione possono essere i laghi della Valletta, inferiore e<br />
superiore. Per raggiungere quello più in alto, a quota 2245, servono<br />
circa 3 ore <strong>di</strong> cammino dalla località Pinet (1400 m), a cui si arriva,<br />
con mezzo adeguato, tramite una strada parzialmente sterrata che<br />
parte dall’ex militare in prossimità del Centro sci <strong>di</strong> fondo.<br />
L’accesso è regolamentato, per ottenere l’autorizzazione al transito<br />
è necessaria la compilazione <strong>di</strong> un modulo scaricabile dal sito<br />
www.comune.aisone.cn.it<br />
13<br />
La <strong>Riserva</strong> in breve<br />
Istituzione: 2019.<br />
Superficie: 26 ettari.<br />
Comuni interessati: <strong>Aisone</strong>.<br />
Motivazioni: tutela e valorizzazione bio<strong>di</strong>versità e sito archeologico.<br />
Fauna: taccola, ron<strong>di</strong>ne montana, falco pellegrino, capriolo, cervo,<br />
Flora: Ophris x albertiana, Alyssum ligusticum, Phyteuma villarsii<br />
e Saxifraga callosa.<br />
Accoglienza: Taverna delle <strong>Grotte</strong>.<br />
Itinerari: percorso escursionistico attrezzato con pannelli<br />
e segnaletica.<br />
Periodo visita: tutto l’anno, consigliate la primavera<br />
per la fioritura <strong>di</strong> orchidee, e l’autunno.<br />
Regole da osservare<br />
Divieto <strong>di</strong> abbandonare il sentiero, cani al guinzaglio, non <strong>di</strong>sturbare<br />
la fauna. All’interno delle <strong>Grotte</strong> è vietata ogni attività <strong>di</strong> scavo.<br />
Come si arriva<br />
In auto<br />
Da Cuneo si raggiunge Borgo San Dalmazzo (8 km) e si prosegue<br />
con la SS21 per il Colle della Maddalena che risale tutta la Valle<br />
Stura <strong>di</strong> Demonte passando per <strong>Aisone</strong> (33 km).<br />
In bus<br />
Serve <strong>Aisone</strong> la linea 63 Cuneo-Vina<strong>di</strong>o del Trasporto Pubblico<br />
Locale (TPL) extraurbano Provincia <strong>di</strong> Cuneo. Gli orari sono<br />
<strong>di</strong>sponibili su www.grandabus.it o sull’App “GrandaBus”.<br />
In copertina: Una delle <strong>Grotte</strong> della <strong>Riserva</strong> (Foto N. Villani).<br />
L’ambiente della <strong>Riserva</strong> (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
Orchidea bruciacchiata (Neotinea ustulata) (Foto A. Rivelli).<br />
Cervo (Cervo elaphus) al bramito (Foto R. Sordello).<br />
Ricostruzione <strong>di</strong> un focolare domestico (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
Il riparo sotto roccia 10 (Foto N. Villani).<br />
Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) (Foto M. Giordano).<br />
Baita con tetto <strong>di</strong> paglia a La Comba (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
Le <strong>Grotte</strong> e Case Piron (Foto N. Villani).<br />
Uno dei cervi opera dello scultore Garassino (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
L’acquedotto <strong>di</strong> località Morra (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
L’ingresso della Taverna delle <strong>Grotte</strong> (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
Particolare degli allestimenti della Taverna delle <strong>Grotte</strong> (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).<br />
Escursionisti sul sentiero delle <strong>Grotte</strong> (Foto G. Bernar<strong>di</strong>).