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HUMANITAS Gradenigo Magazine, luglio 2018

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STORIA E

SALUTE

Il “nuovo” Gradenigo apre così in via Porro 2 nel

gennaio del 1904 e dà ulteriore linfa a quel legame

col territorio che a oltre cent’anni di distanza lo

rende ancora un punto di riferimento imprescindibile

per moltissimi torinesi.

La Prima guerra mondiale lo militarizza (accoglie

soldati feriti e infermi) mentre la Seconda guerra

mondiale lo distrugge, con un bombardamento

aereo che il 13 luglio 1943 ne blocca l’attività.

Tra i due conflitti si posiziona, nel 1917, la partenza

del professor Gradenigo per Napoli (nominato

direttore della cattedra di Oiatria) e, dieci anni

più tardi, la scomparsa dello stesso. “Voglio che

il mio Ospedale venga conservato come di specialità

otorinolaringoiatrica – si legge nel suo testamento

–, che porti il nome di Ospedale Gradenigo

e che alla sua direzione rimangano le Figlie della

Carità che con tanta bontà, amore e intelligenza

lo reggono dal 1900 in poi”.

Dato fatto. Esattamente settant’anni fa, nel 1948,

è ancora una suora, Vittorina Clerici, ad avviare

la rinascita dell’Ospedale: ambulatori, laboratori

e chiesa vengono ricostruiti, un’ampia e moderna

sala operatoria va a fare il paio con il nuovo piano

sopraelevato di via Porro. Un documento del 30

novembre 1952 descrive il Gradenigo come una

struttura “di 80 letti divisi in camerette da 1 - 2 - 3

al massimo sei letti, che cura ammalati di ORL,

Oculistica e Chirurgia generale”, dove “gli ammalati

vengono volentieri a farsi curare perché con

la carità solita a ogni Figlia della Carità trovano

un ambiente familiare che fa loro dimenticare la

pena della lontananza dalle loro case”.

Continua a pagina 28...

Humanitas Gradenigo Magazine - N.1

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