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Leseprobe_Casalini

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NOMI DI BATTESIMO<br />

21<br />

Mio nonno aveva inspiegabilmente due nomi, Ottavio all’anagrafe, Silvio<br />

al Fonte, mentre il nonno di mia nuora si chiamava Armando, così<br />

come un suo fratello! Dimenticanza? Contavano le braccia mica i nomi.<br />

Al tempo degli infelici neonati lasciati nella ‘ruota’ degli innocenti,<br />

molto spesso il cognome restava Innocenti, Degl’Innocenti, Esposti, Degli<br />

Esposti, che da secoli sono normalissimi cognomi ricorrenti e non richiamano<br />

certo alla mente la ruota, ma capitava anche che qualche incaricato<br />

all’anagrafe appioppasse loro nomi e cognomi dispregiativi. Di questi<br />

sprezzanti impiegati a pagamento ne parla a più riprese anche Andrea<br />

Camilleri. Bella carità cristiana!<br />

C’erano nomi mal sopportati, in particolare dalle ragazze, dati in<br />

memoria di parenti defunti, o nomi dati in onore della Madonna, come<br />

Maria Annunziata, Maria Carmela, Maria Assunta, che diventavano<br />

Nonzia, Carmelina, Assunta, Ciata, e via discorrendo.<br />

Io sono sempre stata contenta del mio nome, anche se spesso alterato.<br />

Il nonno e la nonna mi chiamavano Miriana, figurarsi se un fiorentino<br />

termina con un finale in emme. La mia maestra delle elementari invece<br />

abbondava, per lei ero Miriamme, per i più Miria. E la scampai bella;<br />

mia madre, dopo aver letto un libro rosa, voleva chiamarmi Magalì,<br />

come l’eroina francese del romanzo. Fu merito del frate cappuccino che in<br />

Maternità passava subito a battezzare i neonati, se non fui chiamata così.<br />

Costui, indignato da Magalì, affermò perentorio che “manco a un cane<br />

si mette questo nome”. La mamma, lì per lì mortificata, raccontava poi<br />

divertita che intervenne un medico a suggerirle il nome, e che fu preso a<br />

sfottò dai colleghi per presunti trascorsi amori orientali.<br />

Gian Luigi Beccaria ha scritto anni fa un ponderoso libro édito da<br />

Einaudi, I nomi del mondo, lo acquistai subito, ma in quel saggio mi ci persi.<br />

Lo riprenderò in mano.<br />

Non mi perdo invece nei nomi fiorentini del ’300. Belli nella definizione<br />

originale, ancor di più in certe forme ridotte del parlar toscano.<br />

Dante, che deriva da Durante, Lapo da Jacopo cioè Giacomo, Vieri da<br />

Oliviero, Neri da Ranieri, Corso da Bonaccorso, Duccio da Ubaldo-<br />

Balduccio, e così avanti a iosa. Per le bambine, Tessa deriva da Contessa<br />

dato in onore di Matilde di Toscana, Bella da Gabriella, Lapa da Giacoma,<br />

Tea da Dorotea e via dicendo. Di troncamenti, elisioni, peggiorativi, che

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