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LNS Maggio 2022

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una bella scorpacciata; era

questo il pensiero che andava

in su e giù per la mia mente

mentre lei versava quella

piccola cascata gialla nella

pentola, un lieve rivolo d’oro

scintillante ai raggi del sole

che riempiva di luce la finestra

spalancata, mentre ero

impegnato a scuotere forte

forte la ventaglia davanti al

riquadro nero del camino, cercando

di far prendere bene il

carbone e dare vivacità al

fuoco che già, da sotto la pen-

bombardamenti

5

I ricordi di Otello Chelli e Luciano Canessa su quel tragico 28 Maggio 1943

Le bombe che spezzarono

il mio cuore di fanciullo

(bidam) - Pubblichiamo i ricordi di Otello Chelli e

Luciano Canessa sul distruttivo bombardamento di

Livorno del 28 maggio 1943 ad opera delle incursioni

aeree degli angloamericani. Una rievocazione

che, ahinoi, ci riporta alla tremenda attualità: scene

di morte, di distruzioni, di paura, di famiglie separate,

di bambini spaventati e allucinati. Speravamo di

apprendere e leggere tali tragedie solo nei libri di

storia, ma, da due mesi a questa parte, sono notizie

che fanno parte del (drammatico) quotidiano. Gli

orrori del passato, evidentemente, non ci hanno insegnato

niente!

Cogliamo l’occasione per fare gli auguri e complimentarci

con il buon Otello, scrittore, giornalista, cantore

unico del quartiere della Venezia e un ‘pezzo’

della vita politica della città, nonché mente storica,

che nelle scorse settimane, circondato dalla sua bella

e numerosa famiglia, ha festeggiato i suoi 89 anni,

con qualche acciacco, ma con uno spirito e una lucidità

da... ragazzino. Grande Otello!

Era una

splendida

giornata

di primavera

e

nel cielo

azzurro

non c’era nemmeno uno

straccio di nuvola, forse nel

pomeriggio avremmo fatto il

bagno sulla Spiaggetta dei

Calafati, alla Tura, sotto il

ponte spezzato, davanti alla

Fortezza Vecchia. Erano

momenti molto dolorosi per

me quelli dei giochi; Doretta,

la mia inseparabile compagna

di corse sui navicelli e sull’Erta

degli Arrisi’atori, non

c’era più, uccisa dalle bombe

che avevano distrutto la

stazione di Pisa. Mi mancava

terribilmente e ad ogni atto

compiuto precedentemente

con lei, gli occhi cominciavano

a pizzicarmi e le lacrime

formavano un velo che copriva

il mondo tutto attorno a

me.

Quel mattino io e i miei fratelli

Anna, Enio e Marisa, eravamo

assiepati davanti al camino

dove mamma preparava

la farinata gialla e con noi

c’erano altrettante bocche da

di Otello Chelli

Uno spaccato del quartiere di Venezia dopo i bombardamenti aerei sulla città.

sfamare, quelle dei figlioli di

Assunta, la madre di Cecco,

recatasi in Prefettura per

avere notizie del marito dato

per disperso in guerra.

Eh, sì, eravamo in guerra e i

sacrifici da fare moltissimi,

troppi, come se quelli della

nostra vita quotidiana di poveri

in canna non fossero già

a sufficienza. Comunque in

quel fatidico, maledetto mattino,

Mamma aveva portato

in casa un bel po’ di farina

gialla e così ne avremmo fatto

tola, faceva alzare al cielo un

nugolo di scintille.

D’un tratto sentimmo il suono

lugubre delle sirene, ma

non ci fecero paura, convinti

come tutti eravamo che gli

americani non avrebbero mai

bombardato la nostra città.

Chi diceva grazie a Padre

Saglietto, il nostro venerato

parroco, da tutti creduto il

confessore della Regina Elena

alla quale, secondo i più,

aveva chiesto di far risparmiare

Livorno dai suoi paren-

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