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Ormai è passato quasi un - Innovare

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20<br />

INNOVARE • 2 • 2009<br />

Da diverso tempo, la letteratura accademica<br />

e la pratica delle imprese concordano<br />

nel ritenere che, di fronte alle<br />

sempre più impegnative sfide dell’innovazione,<br />

la cosiddetta “open innovation” (ossia la crescente<br />

tendenza delle imprese a creare <strong>un</strong> sistema<br />

di collaborazioni con l’esterno per scambiare<br />

e/o condividere tecnologie e competenze<br />

al fine di sviluppare innovazione tecnologica)<br />

possa offrire opport<strong>un</strong>ità molto interessanti in<br />

termini di risultati ottenibili. Cosa si intenda<br />

però concretamente per open innovation <strong>è</strong><br />

spesso ancora <strong>un</strong> po’ vago, soprattutto perché<br />

davvero svariati sono i modi con i quali <strong>è</strong> possibile<br />

porre in essere <strong>un</strong>a collaborazione. Si<br />

pensi solo, ad esempio, alla varietà dei soggetti<br />

che sono potenzialmente disponibili per condividere<br />

conoscenze e competenze: fornitori,<br />

clienti, <strong>un</strong>iversità, istituzioni pubbliche e persino<br />

aziende concorrenti. In merito, sorgono allora<br />

spontanei i seguenti quesiti: quale o quali<br />

tipologie di partner scegliere? Che vantaggi si<br />

hanno a selezionarne alc<strong>un</strong>i o, al contrario, a<br />

coinvolgerne molti? Al tempo stesso, quali sono<br />

i “costi” della collaborazione?<br />

In modo analogo, anche il processo di innovazione<br />

in sé offre sp<strong>un</strong>ti per collaborare in<br />

modo vario, date le diverse fasi in cui esso <strong>è</strong><br />

normalmente suddiviso (si veda la figura 1): la<br />

generazione dell’idea (in cui si concepisce il<br />

prodotto o processo innovativo); la sperimentazione<br />

(in cui si elabora l’idea innovativa e la<br />

si conduce allo stadio di “prototipo” di innovazione);<br />

la progettazione (che trasforma l’idea<br />

rielaborata e sperimentata in <strong>un</strong> progetto industriale);<br />

la produzione (attraverso la quale si<br />

predispone la “fabbrica”); la commercializza-<br />

Economia e Mercato<br />

Differenti approcci di open<br />

innovation, quali implicazioni<br />

organizzative e manageriali?<br />

a cura di<br />

Valentina Lazzarotti*<br />

zione (che definisce le azioni di vendita e le attività<br />

di servizio post vendita). Simili sono infatti<br />

gli interrogativi che si generano: in quale o<br />

quali fasi collaborare? Che vantaggi/costi si<br />

hanno a focalizzare la collaborazione su <strong>un</strong>a o<br />

poche fasi o, al contrario, a condividere l’intero<br />

processo?<br />

Queste sono solo alc<strong>un</strong>e delle possibili domande<br />

alle quali, in <strong>un</strong>a recente indagine, l’Università<br />

Carlo Cattaneo – LIUC ha cercato di<br />

dare risposta. In particolare, si <strong>è</strong> tentato di fare<br />

luce sul fenomeno dell’ open innovation, considerando:<br />

1. il numero/tipo di soggetti con i<br />

quali l’impresa collabora (cio<strong>è</strong> la varietà di<br />

partner); 2. il numero/tipo di fasi del processo<br />

di innovazione sui quali l’azienda si apre a<br />

contributi esterni (cio<strong>è</strong> la varietà di fasi in collaborazione)<br />

come due variabili in grado di descrivere<br />

le diverse modalità con le quali <strong>un</strong>’azienda<br />

possa aprirsi a collaborazioni con l’esterno.<br />

Ciò al fine di individuare innanzitutto i<br />

diversi approcci di “apertura” eventualmente<br />

esistenti e poi di studiarli a fondo per comprenderne<br />

i fattori strategici, organizzativi e<br />

manageriali che definiscano il contesto più<br />

adatto per la loro implementazione. Il fine ultimo<br />

<strong>è</strong> anche quello di trarre qualche indicazione<br />

normativa, cio<strong>è</strong> qualche suggerimento per<br />

imprenditori e manager in merito a come scegliere<br />

fra i differenti modi di collaborare per<br />

perseguire l’innovazione.<br />

Prima di descrivere più nel dettaglio l’indagine<br />

empirica e come si caratterizzano i modelli<br />

di open innovation da essa emersi, <strong>è</strong> tuttavia<br />

opport<strong>un</strong>o tratteggiare almeno brevemente<br />

il significato delle due variabili scelte per<br />

rappresentare il grado di apertura del processo

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