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Ormai è passato quasi un - Innovare

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Formazione e innovazione nelle PMI<br />

52 INNOVARE • 2 • 2009<br />

ri della formazione ed esperti e con la presenza<br />

dei massimi vertici del Ministero del Lavoro, il<br />

Primo Rapporto Fapi: <strong>un</strong>a analisi dei risultati<br />

della formazione finanziata dal Fondo Formazione<br />

di Confapi-CGIL-CISL-UIL che ha preso in<br />

considerazione i quattro Avvisi emanati nel corso<br />

degli anni 2005 e 2006.<br />

Come ha sottolineato, con soddisfazione, il<br />

presidente di Confapi Paolo Galassi, che <strong>è</strong> anche<br />

presidente del Fondo, la lettura dei dati del<br />

Rapporto conferma che il Fondo Formazione<br />

PMI <strong>è</strong> sulla strada giusta, e soprattutto che il suo<br />

“prodotto” ha centrato le aspettative del sistema<br />

delle piccole e medie imprese in materia di formazione.<br />

In estrema sintesi, questi i principali elementi<br />

che emergono dalla lettura del Rapporto:<br />

1) La percentuale dei Piani ammessi a finanziamento<br />

rispetto al totale dei Piani presentati<br />

aumenta dal 60 per cento del primo Avviso<br />

2005 all’ 85 per cento dell’ultimo Avviso<br />

2006: questo vuol dire che aumenta la qualità<br />

dei progetti che vengono presentati dalle<br />

aziende e dagli enti attuatori: il “sistema” formativo<br />

di Confapi sta imparando a lavorare<br />

meglio.<br />

2) La distribuzione territoriale delle attività continua<br />

però a presentare <strong>un</strong> certo squilibrio,<br />

che <strong>è</strong> <strong>un</strong>o squilibrio “storico” del sistema di<br />

Confapi: Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna<br />

fanno registrare percentuali variabili<br />

tra i due terzi e tre quarti dell’intero sistema:<br />

il 60 per cento dei Piani presentati in tutta Italia,<br />

ma soprattutto il 70 per cento dei Piani<br />

realizzati. Come dire che le nostre tre regioni<br />

“storiche” dimostrano maggiore iniziativa ma<br />

soprattutto maggiore efficienza realizzativa<br />

rispetto al resto d’Italia. Questo deve farci riflettere<br />

circa la necessità di aumentare l’efficienza<br />

e l’efficacia del sistema nelle altre regioni<br />

del nord, del centro e del sud.<br />

3) Delle circa 5000 aziende coinvolte nei quattro<br />

Avvisi, circa il 40 per cento hanno più di<br />

50 addetti. Questo testimonia <strong>un</strong>a certa vivacità<br />

nell’accesso alla formazione da parte<br />

delle aziende di media dimensione e conferma<br />

peraltro la difficoltà di accesso al<br />

mondo della formazione da parte delle<br />

aziende piccole e piccolissime: fenomeno<br />

tutto italiano, che non riguarda solo il Fapi.<br />

4) Le performance più interessanti si sono regi-<br />

strate con l’Avviso 3-2006, l’ultimo in ordine<br />

di tempo tra quelli esaminati: il doppio di<br />

piani presentati e di piani realizzati rispetto<br />

agli altri Avvisi, <strong>un</strong>a domanda fortemente<br />

eccedente rispetto alle risorse disponibili.<br />

L’Avviso 3-2006 <strong>è</strong> stato il primo Avviso a<br />

consentire la presentazione delle domande<br />

<strong>quasi</strong> “a sportello”: con ben cinque scadenze<br />

successive. Questo conferma che la maggiore<br />

flessibilità nei tempi e nelle procedure<br />

<strong>è</strong> gradita alle aziende, perché va incontro alle<br />

loro esigenze di programmazione.<br />

In questi numeri e in queste considerazioni<br />

risiede <strong>un</strong>a prima risposta ai dubbi e alle contraddizioni<br />

che ci siamo posti all’inizio della<br />

nostra riflessione.<br />

Il Fondo Fapi sta dimostrando, con i numeri<br />

e con i fatti, di poter costituire <strong>un</strong>a prima risposta<br />

al problema della scarsa propensione<br />

delle piccole imprese italiane a usufruire della<br />

formazione continua finanziata.<br />

Attraverso i corsi di formazione finanziati<br />

dal Fapi, le nostre imprese hanno la possibilità<br />

di accrescere la propria competitività sui mercati<br />

internazionali e i lavoratori di migliorare<br />

significativamente le proprie competenze e le<br />

proprie prospettive di occupabilità.<br />

Tutto questo, naturalmente, a condizione<br />

che la domanda di formazione “mirata” sia<br />

espressa effettivamente dall’impresa. La filosofia<br />

di Fapi <strong>è</strong> proprio quella di finanziare attività<br />

formative, come si suol dire, “bottom up”, cio<strong>è</strong><br />

richieste di formazione che partono dal basso,<br />

dalle stesse imprese, nella convinzione che la<br />

migliore formazione continua sia quella che<br />

nasce direttamente dai fabbisogni delle aziende<br />

e dei lavoratori. In <strong>un</strong>o sforzo costante di<br />

continuo miglioramento della propria offerta, il<br />

Fapi tende a favorire sempre e com<strong>un</strong>que la<br />

qualità della domanda di formazione presentata<br />

dalle aziende. L’intento <strong>è</strong> quello di premiare<br />

le domande di finanziamento che presentano<br />

progetti innovativi, legati alla ricerca e allo sviluppo,<br />

alla innovazione di processo e di prodotto,<br />

alla diffusione della sicurezza sul posto<br />

di lavoro. La sfida al sistema delle piccole e<br />

medie imprese <strong>è</strong> lanciata: siamo certi che verrà<br />

raccolta. ■<br />

Giorgio Tamaro<br />

Direttore Generale<br />

FAPI - Fondo Formazione PMI

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