12 Minuti a mezzanotte

giornalista, la sua voce riecheggiava nel teatro
ormai silenzioso. «Altri autori faticano per anni
nell’oscurità, mentre voi siete diventato famoso
da un giorno all’altro.» I suoi occhi brillavano
maliziosamente. «Ve lo chiedo di nuovo, qual è
esattamente il vostro segreto?»
«Non c’è alcun segreto», sbuffò Flinch,
agitando le mani con aria sprezzante. «Sono stato
solo fortunato, suppongo...»
Il giornalista si accigliò. Aprì la bocca per
aggiungere qualcosa, ma prima che le parole
potessero uscirgli dalle labbra, un grido stridulo
riecheggiò in tutto il teatro.
«Non è vero!»
Gli occhi del pubblico erano ora puntati verso
l’estremità della prima fila. Una ragazzina con un
vestito rosso alla moda si era alzata in piedi, il
dito teso verso il palco. I lunghi capelli scuri
erano raccolti sulla nuca e gli occhi verdi
brillavano di indignazione.
«Ho letto tutti i vostri racconti, signor Flinch»,
protestò. «Non è stata la fortuna a far conoscere
il vostro nome, ma un talento puro, folgorante.
Nessun altro avrebbe potuto concepire tali visioni
da incubo, creare personaggi così avvincenti o
ideare i vostri racconti del terrore. Non abbiamo
bisogno di conoscere il vostro segreto, ma
dobbiamo solo ringraziarvi per essere disposto a
condividere le vostre storie con noi.»
Ancora sotto i riflettori, il volto di Montgomery
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