12 Minuti a mezzanotte

capacità della sua fragile figura, lo calò con un
colpo secco.»
Flinch sbatté il palmo della mano sul leggio
con un fragoroso rimbombo.
«Lo specchio si frantumò in mille pezzi e, per
un momento, in ogni singolo frammento apparve
il volto dell’ultimo conte di Pomeroy, con la
bocca spalancata in un urlo senza fine, mentre le
sue oscure malefatte trovavano la giusta
vendetta.»
In prima fila, tre giovani donne svennero,
mentre i loro consorti rovistavano freneticamente
nel territorio inesplorato delle borse di perline,
alla ricerca dei sali con cui rianimarle. Più indietro
nella platea, un anziano signore in un cappotto a
tunica blu oltremare si stringeva il petto, le
guance ansimanti per l’alcool, mentre veniva
travolto da un parossismo di paura. Intorno a
loro, il pubblico si alzò in piedi in sincrono e un
applauso fragoroso riempì l’auditorium mentre
Montgomery Flinch faceva un inchino profondo.
La serata fu un successo clamoroso. L’indomani,
quella rara apparizione del solitario Maestro del
Macabro e l’anteprima della sua ultima storia
avrebbero fatto fare la fila a orde di lettori
impazienti di avere tra le mani il testo pubblicato
in esclusiva sulle pagine del Penny Dreadful. E
pensare che, solo dodici mesi prima, nessuno
aveva mai sentito il nome di Montgomery Flinch,
e il Penny Dreadful non era che una rivista di
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