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BSstadio_30 giornata_Marzo 2024

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contenerlo e gli misero di guardia il “tenero” Burnich;<br />

“ma c’era meno cattiveria di oggi. In 17 anni di carriera<br />

non ho mai preso una gomitata. Ma forse (ride) pe<br />

merito della mia statura. E anche le sceneggiate di oggi<br />

due minuti per terra con le mani sul volto ai miei tempi<br />

non erano di moda. Oggi i giocatori fanno di tutto per<br />

mettere in difficoltà l’arbitro invece di aiutarlo”. Egidio<br />

Salvi, quella maglia azzurra con la V bianca non se l’è<br />

mai tolta; ancora oggi te lo ritrovi in gennaio a vedere la<br />

Primavera al San Filippo. Allo stadio no, non lo si vede<br />

più, ma in tv non si perde una partita della sua squadra<br />

del cuore. Ha disputato anche un campionato nel Napoli<br />

con 16 presenze nella stagione 68-69 in una squadra<br />

dove farsi spazio era difficilissimo per i nomi altisonanti<br />

quali Canè, Josè Altafini, Omar Sivori, Claudio Sala,<br />

Antonio Juliano, Aristide Guarneri e Ottavio Bianchi “un<br />

eccellente mediano, di quelli alla Tardelli che ti garantiva<br />

7-8 gol a stagione”.<br />

Ha smesso di allenare le giovanili nel Brescia nel 2014 in<br />

concomitanza con un temporaneo ma serio problema di<br />

salute nell’epoca del trio dirigenziale Triboldi, Sagramola<br />

e Castagnini; un intervento d’urgenza nel quale il<br />

primario, forse per stemperare la situazione…..”mi<br />

avevano preso per i capelli e lui mi parlava di calcio….”<br />

Lo incontriamo in una pizzeria cittadina accompagnato<br />

da un’altra ex rondinella di lusso nonché suo amico e<br />

compagno di squadra Giorgio Fanti col quale tra un<br />

boccone e l’altro si scambia divertenti frecciatine e<br />

la serata vola via tra aneddoti e racconti difficilmente<br />

sintetizzabili.<br />

C’è un inizio. È lui stesso che nel 1957 legge sul giornale<br />

l’avviso della leva calcistica coordinata dall’ungherese<br />

Netsky al vecchio Stadium di viale Piave. I selezionati si<br />

affrontano in un torneo sul campo di San Francesco da<br />

Paola dove ogni squadra porta il nome di un giocatore<br />

del Brescia. Salvi viene inserito nella compagine meno<br />

dotata calcisticamente che non si merita nemmeno il<br />

nome di un giocatore, ma quello dedicato al “calzolaio”,<br />

un artigiano che nel retro della tribuna di viale Piave<br />

ha una bottega che si occupa anche delle scarpe della<br />

squadra quando i tacchetti bucano le suole. Eliminata<br />

in un amen la sua squadra, Egidio in virtù delle sue<br />

qualità viene inserito in un’altra compagine e alla fine<br />

è premiato come miglior giocatore del torneo. Inizia<br />

così la “scalata” nelle file del Brescia; a soli 12 anni da<br />

via Chiusure prende regolarmente il pulmino e va agli<br />

allenamenti nel vecchio Stadium. Siamo nell’epoca del<br />

“quintetto primavera” formato da Vigni, Nova, Sacchella,<br />

Favini e Bersellini, che in 5 non contano 100 anni. Siamo<br />

nel periodo del pallone con la camera d’aria e le cuciture<br />

col laccio di cuoio in rilievo che ben ricorda chi le colpiva<br />

di testa.<br />

L’esordio in prima squadro avviene a Trieste sul finire<br />

della stagione 63-64 Recita il giornale locale: “…a metà<br />

campo poi, si faceva sentire il lavoro di Vicini e Salvi<br />

e la giovanissima recluta stava all’altezza dei compagni<br />

con calma e profitto, prodigandosi, con la freschezza del<br />

gioco e la continuità dell’azione lungo la fascia centrale,<br />

servendo ottimi palloni agli uomini di punta…..”.<br />

Mettere in fila gli aneddoti di questa lunga carriera è<br />

difficile. Innanzitutto sottolinea la fraterna amicizia avuta<br />

col “portierone” Ernesto Galli. Ricorda Gigi Riva, col<br />

quale andava a fare le sabbiature a Grado; la popolarità<br />

del centravanti cagliaritano era talmente radicata<br />

che Riva non poteva uscire dall’hotel dove erano<br />

sistematicamente in attesa fans pronti a prenderlo “in<br />

ostaggio”.<br />

La stravaganza di Zigoni, un personaggio che tutti i<br />

giorni ne inventava una, che si presentava in pelliccia<br />

in panchina. Zigo-gol parcheggiava il Porsche davanti<br />

al cancello d’ingresso inscenando teatrali diatribe col<br />

custode dello stadio.<br />

73/74 Brescia - Lazio 2-0 Salvi con Wilson<br />

11<br />

Brescia Stadio

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