Rodriquez Quarterly n. 4.pdf - RODRIQUEZ - Cantieri navali
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For the first “Lerici Class” the bridge on Magra River was opened.<br />
Per il primo “Classe Lerici” fu aperto il ponte sul fiume Magra.<br />
Il Capostipite<br />
Con il cacciamine Classe<br />
Lerici iniziò negli anni ’80<br />
una nuova era per le<br />
contromisure mine.<br />
Intermarine mise a punto<br />
una sofisticata tecnologia<br />
attuale ancora oggi.<br />
a metà<br />
degli anni ’70 la Marina Militare<br />
Italiana avvertì l’esigenza di<br />
rinnovare la sua flotta di navi di<br />
contromisure mine. Infatti le mine, usate<br />
sia in funzione difensiva che offensiva,<br />
stavano conoscendo uno sviluppo notevole,<br />
sia in termini qualitativi che quantitativi,<br />
e l’Italia, impegnata per evidenti motivi<br />
geografici a garantire condizioni di stabilità<br />
nell’ambito del Mar Mediterraneo, non<br />
poteva esimersi dall’affrontare tale compito<br />
con una flotta rinnovata, moderna ed<br />
efficiente.<br />
Per lo sviluppo di questa nuova flotta di<br />
navi di contromisure mine la MMI decise<br />
di abbandonare il concetto di “dragamine”<br />
e di dotarsi di navi “cacciamine”,<br />
capaci di ricercare attivamente e neutralizzare<br />
le mine.<br />
Lo scafo del cacciamine doveva consentire<br />
l’avvicinamento alla mina in sicurezza,<br />
evitando cioè di attivarne i sensibili circuiti<br />
di innesco, e nel malaugurato caso di<br />
esplosione doveva essere capace di sostenere<br />
la pressione e l’onda d’urto causata<br />
dall’esplosione stessa, minimizzando i<br />
danni sia al personale imbarcato che agli<br />
equipaggiamenti installati. Il nuovo cacciamine,<br />
quindi, avrebbe dovuto essere<br />
caratterizzato da elevatissima silenziosità<br />
(bassa segnatura acustica), ridottissimo<br />
contenuto di materiali magnetici (bassa<br />
segnatura magnetica) ed elevatissima capacità<br />
di resistere allo shock derivante da<br />
esplosione subacquea.<br />
Intermarine, che fino ad allora aveva<br />
costruito piccole imbarcazioni da diporto<br />
in vetroresina, decise di cimentarsi nella<br />
difficile impresa di soddisfare le richieste<br />
della MMI. Innanzitutto il cantiere identificò<br />
nella vetroresina il materiale di costruzione<br />
ideale, essendo questa naturalmente<br />
amagnetica, cattiva conduttrice di<br />
rumore e vibrazioni ed allo stesso tempo<br />
molto elastica. Dopo lunghe ricerche e<br />
studi Intermarine sviluppò un’innovativa<br />
tecnica costruttiva dello scafo, realizzato<br />
in un unico pezzo, senza rinforzi strutturali<br />
e con pelle a elevato spessore: tale<br />
tecnica costruttiva fu accompagnata dal<br />
contemporaneo sviluppo di una nuova<br />
famiglia di materiali compositi (resine<br />
e fibre) che consentivano di realizzare<br />
grandi manufatti superando le limitazioni<br />
allora insite nell’utilizzo della vetroresina.<br />
Le analisi strutturali ed i test pratici<br />
condotti su porzioni di struttura dimostrarono<br />
che lo scafo sviluppato da Intermarine,<br />
sottoposto a shock da esplosione<br />
subacquea, reagiva in maniera flessibile,<br />
senza subire deformazioni permanenti né<br />
rotture.<br />
Al fine di abbreviare il ciclo di produzione<br />
Intermarine progettò e realizzò una<br />
macchina impregnatrice semiautomatica,<br />
capace di dosare in modo ottimale la resi-<br />
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na usata per impregnare la fibra di vetro,<br />
ottimizzando le caratteristiche meccaniche<br />
del prodotto finito.<br />
La struttura così realizzata risultò pienamente<br />
conforme agli standard Nato<br />
in termini di resistenza allo shock e di<br />
minimo magnetismo, e grazie all’assenza<br />
dei rinforzi strutturali era facilmente<br />
riparabile.<br />
Fu così che la MMI decise di affidare ad Intermarine<br />
il progetto e la costruzione della<br />
nuova flotta di navi cacciamine: il Lerici,<br />
primo della nuova classe, fu sottoposto ad<br />
una lunga serie di test che confermarono<br />
alla Marina Italiana la piena rispondenza<br />
a tutti i requisiti richiesti e sottoscritti.<br />
Il Lerici, lungo 49,98 m, con un dislocamento<br />
di 570 tonnellate, una velocità di<br />
circa 14 nodi e un equipaggio di 48 persone,<br />
fu consegnato da Intermarine alla<br />
MMI a La Spezia il 4 Maggio del 1985 alla<br />
presenza dell’allora Ministro della Difesa,<br />
Senatore Giovanni Spadolini, e di tutte le<br />
più importanti personalità di Stato.<br />
Nel suo discorso il Ministro elogiò il cantiere<br />
per la capacità dimostrata nella ricerca<br />
e sviluppo di nuovi prodotti ad altissima<br />
tecnologia, e sottolineò l’efficienza e<br />
l’alta qualità della nave fiore all’occhiello<br />
della nuova flotta di contromisure mine<br />
della MMI.<br />
Dopo il Lerici, Intermarine costruirà altri tre<br />
cacciamine, facenti sempre parte di questa<br />
classe, con i nomi di Sapri, Milazzo e Vieste.<br />
L’eccellente risultato ottenuto con la Classe<br />
Lerici convinse la MMI a commissionare ad<br />
Intermarine altri otto cacciamine. Nacque<br />
così anche la Classe Gaeta, che del Lerici<br />
costituisce la naturale evoluzione.<br />
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