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Asta: Design 9 maggio 2006, ore 17:00 - Dorotheum

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26<br />

Armadietto Vienna verso il 1930, legno dolce, laccato in verde, lastra di vetro marmorizzato,<br />

maniglie in ottone, ideazione Josef Frank, altezza cm 50, larghezza cm 60, profondità cm 42.<br />

(DR)<br />

Stato originale.<br />

Provenienza: da una abitazione privata viennese.<br />

EUR 8<strong>00</strong> – 1.2<strong>00</strong> US$ 960 – 1.4<strong>00</strong><br />

[EOT]<br />

27<br />

Armadio da cucina brevettato, ideazione e realizzazione Erdö, Vienna verso il 1930, legno dolce,<br />

laccato avorio, zoccolo laccato nero, serramenti in ferro, nichelato, pomelli in legno tornito,<br />

altezza cm 188, larghezza cm 110, profondità cm 50. (DR)<br />

Questo armadio da cucina è stato concepito sulla base degli allora vigenti dettami igienici e di<br />

utilizzo dello spazio e sottolinea il “ carattere da officina “della cucina moderna. Perfezione ed<br />

economicità si realizzano in ogni dettaglio: porte salva-spazio, pieghevoli e ribaltabili, una<br />

Drehschütte a ribalta, il cassetto del pane girevole ed estraibile come anche il piano da lavoro. L’<br />

„armadi da cucina brevettato“ di Erdö si apparenta nelle intenzioni alla „cucina di Francoforte“<br />

ma è nei dettagli forse ancora più interessante di quest’ultima. Le facilitazioni tecniche e il<br />

conseguente risparmio die tempi di lavoro furono soprattutto impiegate a pulire di più e a<br />

lavare di più. Nei primi trent’anni di questo secolo, a partire dalla classe impiegatizia e borghese,<br />

si è imposta attraverso la duplice funzione della donna una razionalizzazione dei modi lavorativi<br />

e dell’economia domestica, proprio in questo processo, singolare e apparentemente<br />

paradossale, quanto prefigurante, nelle sue conseguenze sociali, dell’interiorizzazione di moduli<br />

comportamentali determinati dalla tecnica, che era cominciato in sordina nell’ambito della vita<br />

pratica e ha poi condotto alla tecnicizzazzione della vita quotidiana. Oggettivazione della<br />

consapevolezza dell’agire e oggettivazione delle forme macchinisticamente create del design<br />

fanno parte di una coscienza industriale , che ha preso forma dal loro reciproco influsso.<br />

Tratto da: G. Koller, Die Radikalisierung der Phantasie. <strong>Design</strong> aus Österreich, Salisburgo 1987,<br />

p. 167, riproduzione.<br />

Stato originale ben conservato anche nella pittura.

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