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C on V - Rivista IDEA

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nizzata da un gruppo di giovani<br />

allevatori. Ci sarà la mo strac<strong>on</strong>corso<br />

dei bovini di raz za piem<strong>on</strong>tese,<br />

c<strong>on</strong> a fianco l’esposizi<strong>on</strong>e<br />

di capre, bufale, a sini e ca valli,<br />

ma anche di macchine e prodotti<br />

per l’agricoltura.<br />

Alle 13, richiamo irresistibile c<strong>on</strong><br />

“Bistecca Doc” nella palestra di via<br />

Vittorio Emanuele, c<strong>on</strong> pranzo a<br />

base di carne e formaggi carama-<br />

gnesi, su prenotazi<strong>on</strong>e presso gli<br />

uffici comunali, al prezzo promozi<strong>on</strong>ale<br />

di 29 euro grazie alla collaborazi<strong>on</strong>e<br />

delle aziende del pae se<br />

e della “Cucina di Ca ra magna”.<br />

Alle 21, ancora sulla “ba lera” di<br />

piazza Boetti,si chiuderà in pista<br />

c<strong>on</strong> “Pier e la band”. Info allo<br />

0172-89004; per il programma<br />

dettagliato: www.comune.caramagnapiem<strong>on</strong>te.cn.it.<br />

«FU DAVVERO UNA “MASCA DI DIO”»<br />

Il sindaco, Mario Riu, ricorda<br />

quella “figura c<strong>on</strong>turbante”<br />

Ecco una sintesi dall’intervento del<br />

sindaco caramagnese, Mario Riu<br />

(foto), nel la parrocchiale di Garessio<br />

in occasi<strong>on</strong>e della festa delle Acli del<br />

3 lu glio scorso sulla figura della<br />

beata Ca terina De Mattei, nata a<br />

Rac co nigi nel 1486, vissuta a Ca -<br />

ramagna (dove morì nel 1547), la cui<br />

urna è c<strong>on</strong>servata a Garessio.<br />

«Caterina, una d<strong>on</strong>na che nel l<strong>on</strong>tano medioevo vive, te -<br />

nendo testa ai potenti. (...) Una mistica, una “masca di<br />

Dio”, che grazie ai Savoia diventa profetessa di corte,<br />

“san ta viva”, per la sua dote di preveggente. Una figura<br />

c<strong>on</strong>turbante, anche per chi l’osserva laicamente. “Inno -<br />

cente e semplice, c<strong>on</strong> un quotidiano fatto di fatiche e<br />

speranze, incomprensi<strong>on</strong>i e amicizie, aridi deserti e gioie<br />

su blimi, persecuzi<strong>on</strong>e e accoglienza, preghiera e lavoro”,<br />

scrive Milly Emanuel nel suo libro, illustrato da<br />

Saverio di Tano, “Gesù mia speranza!”. Un quotidiano<br />

che può ancor oggi farci sentire vicina questa bambina,<br />

questa ragazza, questa d<strong>on</strong>na da tutti venerata come “la<br />

Beata”, semplicemente. Una figura che la nostra comunità<br />

ha molto cara, al di là di come ognuno la possa pensare<br />

e c<strong>on</strong>siderare. S<strong>on</strong>o c<strong>on</strong>vinto che facciamo molto<br />

bene, a Caramagna Piem<strong>on</strong> te, a Racc<strong>on</strong>igi, a Garessio, a<br />

c<strong>on</strong>tinuare a valorizzare questa figura di d<strong>on</strong>na, resa<br />

ancor più grande dai tempi in cui visse e la cui presenza<br />

è, come dire, “avvertita”, n<strong>on</strong> solo nelle nostre comunità.<br />

Soprattutto in tempi in cui la mescolanza interculturale è<br />

una necessità che può diventare ri sorsa, a patto che ci si<br />

possa far forti di radici come queste, per affr<strong>on</strong>tare il fu -<br />

turo senza paura, solidalmente. Of frendo anche noi, co -<br />

me la tredicenne Caterina, una camicia a un giovane po -<br />

vero e pieno di freddo, per scoprire che quel giovane è la<br />

strada e la f<strong>on</strong>te dell’amore fraterno, supremo».

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