NO TIZIARIO TRIMESTRALE DEL COMUNE DI RABBI

Abitanti nella Frazione la Vall dal 1945 al 2006 45/50 51/55 56/60 61/65 66/70 71/87 88/06
Sotto strada da Ovest a Est
Fam. Zanon Cirillo † 74.
Figli: Giulio, Lina * 2006, Olivo * 1965. 4 4 4 3 2 2 1
Fam. Guarnieri Ermanno, Elena Dallavalle e Sorella
Sabrina.
Figli: Oreste * 1946, Angelo * 1950, Rosina * 1948,
Luigina * 1945, Gemma, Cherubina * 1959,
Alberto * 1962, Cresenzia * 1953, Decimo * 1951,
Maria * 1962.
Nel 1950 si sono trasferiti a Mangiasa (sopra
Malé) e rientrati nel 1951. Nel 1962 genitori e zia
trasferiti a Moena di Fassa.
Fam. Mattarei Olivo e Ida Casna con mamma
Maddalena Penasa vedova Mattarei † 1954
Figli: Franco * 1954, Lina * 1961, Daria * 1967,
Venturina * 1979, Cornelio * 1982, Silvana * 1972.
Fam. Stablum Maria † 1953, Noemi * 1966. 2 2 1 1
Fam. Dallavalle Battista † 1953 e
Mattarei Eleonora * 1969.
RABBInforma
“LA VAL” una frazione ormai fantasma
Fam. Zanon Giulio e Guarnieri Gemma.
Figli: Elio ∏ 1954, Bruno ∏ 1955, Pia ∏ 1958,
Cristina ∏ 1959.
Tutta la famiglia si è trasferita a Cles nel 1960.
Fam. Dalpez Giuseppina vedova Mattarei † 1970.
Figli: Giuseppe, Maria * 1945, Angela * 1958.
Fam. Mattarei Giuseppe e Penasa Lina.
Figli: Eugenio ∏ 1954, Marta ∏ 1955, Ilda ∏ 1956,
Graziella ∏ 1959, Renzo ∏ 1961.
Tutta la famiglia si è trasferita a Verona nel 1969
Fam. Penasa Massimo e Stablum Maria, trasferiti
a S. Bernardo nel 1969
Figli: Giulia * 1949, Lina, Rosina * 1956, Primo *
1966, Costante * 1969.
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Totali: 41 39 38 30 15 7 1
Ora la Val, dopo la partenza della Zanon Lina per la casa di riposo, che dal 1987 al novembre 2006 è
stata l’unico residente fisso (e custode attenta), è completamente disabitata, salvo la presenza saltuaria
per ferie e week-end dei proprietari degli immobili e inquilini.
†: deceduti;
*: trasferiti per matrimoni o altri impegni;
∏: nati il.
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Per la accurata ricerca si ringrazia: Franco Mattarei
Dopo Vidè, Stablum e Mattarei, anche la frazione “La Val”, è rimasta completamente disabitata. Dai
muri dei vecchi caseggiati e dalle pareti di legno dei vetusti masi, sembrano trapelare le gioie e i
dolori del passato di tante e tante generazioni, che quassù con immani fatiche hanno lavorato e reso
un po’ fertili quei lembi di terra abbarbicati sui ripidi fianchi della montagna.
Ora il silenzio è rotto solo dal rumore dell’acqua del torrente e dalle folate del vento, che penetrando
e fluendo dalle fessure dei masi, sembra talvolta mimare la voce di chi ormai non c’è più!
F.D.
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