Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Part i — Non solo Roma: l’importanza di Bologna<br />
teatrale. Bologna, infatti, si distingueva per la sua forte attrazione per il teatro.1<br />
L’interesse per la prospettiva coltivato dai matematici dello Studium bolognese ne<br />
era alla base e i trattati emiliani di Sebastiano Serlio (1475–1554) e Jacopo Barozzi<br />
da Vignola (1507–1573) determinarono lo sviluppo della tradizione quadraturistica<br />
e scenografica di Bologna, che conobbe un forte impulso nel passaggio tra Cinque<br />
e Seicento grazie alle nuove pratiche di recitar cantando e alla nascita dell’opera in<br />
musica. Nel Settecento la fondazione dell’Accademia Clementina coagulò e diffuse,<br />
attraverso i suoi allievi, la tradizione artistica bolognese. Come scrisse il segretario<br />
della nuova istituzione, l’architettura si studiava a partire dalla pittura di<br />
quadratura. Questo significa che la formazione nel campo del costruito si basava<br />
sulla stretta connessione con gli spazi scenografici che gli affreschi di quadratura<br />
e la pratica teatrale avevano immaginato e creato nel corso del Seicento grazie,<br />
principalmente, all’opera dei quadraturisti Agostino Mitelli (1609–1660) e Angelo<br />
Michele Colonna (1604–1687).<br />
Per le finalità di questo saggio un’altra caratteristica delle pratiche teatrali di<br />
Bologna è particolarmente significativa. Grazie alla sua struttura di potere bicefala<br />
(Legato pontificio e Senato), la città non seguì le scelte pontificie romane che<br />
vietarono alle donne di esibirsi sui palchi. La scuola musicale e teatrale della città<br />
emiliana continuò così a sfornare, tra Sei e Settecento, cantanti, ballerine, attrici,<br />
che attuarono nei teatri europei, inclusi quelli di Lisbona durante il regno di<br />
Giovanni V (1689, r.1707–1750) e Maria Anna d’Asburgo. Quest’ultimo aspetto,<br />
tradizionalmente sottovalutato e sottaciuto dagli studi, contribuisce a corroborare<br />
la recente rivalutazione critica del ruolo della regina di Portogallo, della corte femminile<br />
e, come descritto nei paragrafi successivi, delle cantanti e delle spettatrici<br />
nel panorama teatrale settecentesco portoghese.<br />
L’ASSE BOLOGNA-VIENNA E<br />
I PRIMI SCENOGRAFI ATTIVI A LISBONA<br />
L’arte di Ferdinando (1657–1743) e di Francesco (1659–1739) Galli Bibiena era ben<br />
nota a Vienna, dove all’inizio del Settecento Francesco aveva progettato e costruito<br />
il Grosses Hoftheater. Come pretendente del trono di Spagna, Carlo III aveva<br />
1 Lorenzo Bianconi et al.: I ritratti del Museo della Musica di Bologna da padre Martini al Liceo Musicale.<br />
Firenze: Leo S. Olschki Editore, 2018. – Massimo Bruni et al.: Storia dell’opera. L’opera in Italia,<br />
vol. 1. Torino: UTET, 1977. – Lorenzo Bianconi: Il teatro d’opera in Italia. Bologna: Il Mulino,<br />
1993. – Corrado Ricci: I Teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII. Bologna: Forni Editore,<br />
1965 (1ª ed. Bologna: Monti 1888). – Piero Mioli: «La scuola di canto bolognese nel Settecento»,<br />
Quadrivium 22 (1981), pp. 5-62. – Marina Calore: Bologna a teatro. Vita di una città attraverso i suoi<br />
spettacoli 1400–1800. Bologna: Guidicini e Rosa editori, 1981.<br />
4