25.08.2013 Aufrufe

Download - EURAC

Download - EURAC

Download - EURAC

MEHR ANZEIGEN
WENIGER ANZEIGEN

Sie wollen auch ein ePaper? Erhöhen Sie die Reichweite Ihrer Titel.

YUMPU macht aus Druck-PDFs automatisch weboptimierte ePaper, die Google liebt.

Io diffondo, tu diffondi, egli diffonde.<br />

Il nuovo verbo del turismo<br />

Ad oggi sono una trentina sparsi in Sardegna, Puglia, Marche,<br />

Abruzzo, Molise, Toscana. Ma si stanno espandendo, ammiccando<br />

specialmente alle aree alpine. Che gli alberghi diffusi siano<br />

un antidoto allo spopolamento dei borghi di montagna?<br />

La parola all’esperto, Giancarlo Dall’Ara.<br />

L’albergo diffuso è sostanzialmente due<br />

cose: un modello di ospitalità originale<br />

e un modello di sviluppo turistico del<br />

territorio.<br />

Se il termine “albergo diffuso” ha origine<br />

in Friuli, in Carnia - dove fui chiamato<br />

nel 1982 come consulente di un gruppo<br />

di lavoro che aveva l’obiettivo di recuperare<br />

turisticamente case e borghi ristrutturati<br />

a seguito del terremoto - , il<br />

modello di ospitalità “albergo diffuso” ha<br />

una storia che affonda le radici nello specifico<br />

dell’ospitalità italiana (calda e relazionale),<br />

ed è stato riconosciuto in modo<br />

formale per la prima volta in Sardegna,<br />

con una normativa specifica che risale al<br />

1998. In estrema sintesi si tratta di una<br />

proposta concepita per offrire agli ospiti<br />

l’esperienza di vita di un centro storico<br />

di una città o di un paese, potendo contare<br />

su tutti i servizi alberghieri, cioè su accoglienza,<br />

assistenza, ristorazione, spazi e<br />

servizi comuni per gli ospiti, e alloggiando<br />

in case e camere che distano non oltre<br />

200 metri dal “cuore” dell’albergo diffuso,<br />

cioè lo stabile nel quale sono situati<br />

la reception, gli ambienti comuni, l’area<br />

ristoro ecc… Per valorizzare e difendere<br />

questo modello “alberghiero” gli alberghi<br />

diffusi hanno fondato una Associazione<br />

nazionale (www.alberghidiffusi.it), che<br />

ha seguito tutte le regioni che negli ultimi<br />

anni hanno deciso di normarlo.<br />

Ma l’albergo diffuso è anche un model-<br />

A Palazzuolo sul Senio, nell’Alto Mugello, in<br />

provincia di Firenze, sorge uno dei primi alberghi<br />

diffusi: è composto da sei camere nella struttura<br />

centrale, tre suite dislocate all’interno del borgo<br />

di mille anime e un appartamento a 100 metri<br />

dalla reception.<br />

lo di sviluppo del territorio che non crea<br />

impatto ambientale - visto che non viene<br />

costruito niente, e visto che ci si limita<br />

a recuperare/ristrutturare e mettere in rete<br />

quello che c’è - , funge da “presidio sociale”<br />

e anima i centri storici stimolando<br />

iniziative e coinvolgendo i produttori locali<br />

considerati come componente chiave<br />

dell’offerta. Un albergo diffuso infatti,<br />

grazie all’autenticità della proposta, alla<br />

vicinanza delle strutture che lo compongono<br />

e alla presenza di una comunità<br />

di residenti (non può nascere in borghi<br />

abbandonati) riesce a proporre più<br />

che un soggiorno: uno stile di vita. Per<br />

questo l’albergo diffuso è fortemente destagionalizzato<br />

(offrire uno stile di vita è<br />

spesso indipendente dal clima), e proprio<br />

per questo può generare indotto e offrire<br />

un contributo per contrastare lo spopolamento<br />

dei borghi.<br />

L’albergo diffuso può nascere in due modi.<br />

Nel primo caso un soggetto privato<br />

acquista o prende in affitto gli stabili e si<br />

organizza per la gestione imprenditoriale<br />

di quello che è a tutti gli effetti un albergo<br />

“che non si vede”, fungendo di fatto<br />

da animatore del borgo. Nel secondo caso<br />

un gruppo di proprietari di case costituisce<br />

un consorzio e affida a un soggetto<br />

privato o a una società/cooperativa la<br />

gestione dell’albergo. In questo secondo<br />

caso il ristorante dell’albergo diffuso (o il<br />

bar) può essere un esercizio pre - esistente.<br />

Questo secondo caso, apparentemente<br />

più interessante perché sviluppa ulteriormente<br />

il concetto di rete, si è rivelato<br />

nella pratica come di più difficile gestione.<br />

Perché l’albergo diffuso non può essere<br />

una semplice sommatoria di strutture<br />

pre - esistenti, ma necessita di una identità<br />

comune, leggibile sia nei servizi che<br />

anche nelle ristrutturazioni. Nell’uno e<br />

nell’altro caso il ruolo dell’ente locale è<br />

di incubatore della proposta, di aiuto e di<br />

incentivo. Penso ad esempio agli aspetti<br />

legati all’arredo urbano che dovrebbe<br />

essere particolarmente curato e coerente.<br />

Ma l’ente locale deve stare assolutamente<br />

esterno alla gestione, che non può che essere<br />

imprenditoriale.<br />

Per le sue caratteristiche l’albergo diffuso<br />

piace molto agli stranieri, che rappresentano<br />

circa il 30 per cento degli ospiti, e in<br />

generale ai turisti di “terza generazione”,<br />

ai turisti cioè che “non amano le cose fatte<br />

apposta per turisti”.<br />

Kühe braucht die Alm<br />

Im Vinschgau haben die Gemeinschaftsalmen mit eigener<br />

Käse - und Butterproduktion Tradition. Vor rund 25 Jahren<br />

standen sie vor dem Aus. Mit Hilfe verschiedener Initiativen<br />

ist es gelungen, die Almen neu zu beleben. Doch in Zukunft<br />

stehen weitere Herausforderungen an.<br />

Seit wann er seine Kühe auf die Stilfser<br />

Alm treibe, frage ich Bauer Alois. An die<br />

genaue Jahreszahl könne er sich nicht erinnern:<br />

„Des hon i olm schun geton!“ Jedes<br />

Jahr Mitte Juni schickt er zwei seiner<br />

Kühe in die Sommerfrische auf 2057 m.<br />

Dort winkt eine saftige Weide, die sie sich<br />

mit rund 70 Kühen von anderen Höfen<br />

aus der Umgebung teilen. „Warum machen<br />

Sie das“, hake ich nach. „Weil’s a<br />

Gschaftla bringt, an guaten Kas und an<br />

Butter“, fügt er erklärend hinzu.<br />

Wie Bauer Alois lassen rund 700 Vinschger<br />

Bauern jeden Sommer durchschnittlich<br />

zwei ihrer Kühe alpen. Derzeit gibt es<br />

28 Milchviehalmen im Vinschgau. Diese<br />

umfassen eine Fläche von rund 25.500 ha,<br />

das entspricht 4 % der gesamten Landesfläche.<br />

Die Almen werden gemeinschaftlich<br />

bewirtschaftet. Sie sind meistens Eigentum<br />

der Fraktion und werden von eigens<br />

ausgebildetem Personal geführt. Die<br />

Almmilch wird hauptsächlich vor Ort<br />

verarbeitet. In einem Sommer sind<br />

10 Dezember – Dicembre 2007 Dezember – Dicembre 2007 11<br />

Giancarlo Dall’Ara<br />

Giancarlo Dall’Ara è<br />

docente di marketing<br />

turistico all’Università di<br />

Perugia. Ha elaborato piani<br />

di sviluppo per diverse<br />

regioni italiane, dall’Emilia<br />

Romagna alla Sardegna<br />

e ha coordinato per<br />

molti anni l’immagine del<br />

Trentino turistico. È autore<br />

di numerose pubblicazioni<br />

sul management<br />

del turismo.

Hurra! Ihre Datei wurde hochgeladen und ist bereit für die Veröffentlichung.

Erfolgreich gespeichert!

Leider ist etwas schief gelaufen!