Rivista bandisticaLaboratori di strumenti a fiatonel Cantone TicinoL’arte del riparare strumenti a fiato è presente e ben radicata nel Cantone Ticino. Essa è statainizialmente coltivata da due figure carismatiche quali i signori Caretta e Burri. L’eredità da loro lasciataè oggi nelle mani di quattro artigiani specializzati: Pedrolini con il negozio Saxsax, Leporicon il Laboratorio di fiati, Treichler con la bottega Al Cardellino e Calvia con l’atelier L’estro armonico.SaxsaxLa vita e il caso hanno portato GiorgioPedrolini ad avviare nel bellinzonese il suolaboratorio di riparazione per strumenti afiato. Saxsax è il primo negozio dei quattrocitati nell’articolo che è stato aperto nel CantoneTicino. L’attività è cominciata nel 1988.Prima di raggiungere questo traguardo Pedroliniha compiuto un lungo ed impegnativoiter formativo, passando dalla Francia alGiappone, dalla Svizzera agli Stati Uniti.Inizialmente ha svolto il suo apprendistatoquale riparatore per strumenti a fiato pressoBuffet-Crampon a Parigi. Tra il 1984 e il 1985ha lavorato alla Heer Musik AG di Zurigo, importatoredi Buffet-Crampon e Besson. Inseguito si è specializzato nella costruzione diflauti traverso presso Altus Azumino, inGiappone e a Taiwan. Nel 1987 è ritornato inSvizzera ed ha esercitato ancora a Zurigo.Dopo di che è partito per gli Stati Uniti al finedi completare le sue conoscenze in meritoalla sezione degli ottoni: si è specializzatopresso Allied-Getzen Elkorn, nel Wisconsin.Pedrolini ripara e vende qualsiasi strumentoa fiato. La clientela che si presenta a lui èvariegata, sia per quel che riguarda la formazionemusicale sia per le fasce d’età. «Tuttii clienti – come tiene a dire lo specialista –sono benvenuti al Saxsax».Sito: www.ticino.com/usr/saxsaxLuogo di lavoro di Giorgio Pedrolini (Saxsax).Laboratorio di fiatiGiacomo Lepori ha compiuto il suo apprendistatonel negozio del signor Burri.Questi, d’origine bernese, per tanti anni èstato considerato nel Cantone Ticino ungrande artista delle riparazioni. All’iniziodegli anni Novanta, quando Burri è ritornatoa Berna, Lepori ha rilevato l’attività delsuo insegnante. Per poter meglio esercitarela professione il ticinese ha pure conseguitoil diploma d’insegnamento strumentalein sassofono alla Scuola superiore di musicadi Zurigo. Nel 1992 ha aperto, sempre aLugano, il suo Laboratorio di fiati. Formazionidi tirocinio per imparare a ripararestrumenti a fiato, spiega Lepori, sono offertein città quali Lucerna, Berna e Zurigo.Presso il laboratorio di Burri padre a Berna,per esempio, la formazione di un apprendistaconsisteva nel frequentare sia il corsodi Instrumentenbau per fiati sia lezionistrumentali in conservatorio. Al termine diquell’iter l’apprendista conseguiva il certificatofederale di capacità quale riparatoreper strumenti a fiato.Nel suo laboratorio Lepori si occupa delnoleggio degli strumenti musicali, dellavendita su ordinazione, degli accessori,delle riparazioni e delle revisioni. I problemipiù frequenti di fronte ai quali è postoriguardano l’usura, per i legni, e l’ossidazione,per gli ottoni.Egli lavora soprattuttocon sassofonisti,poiché suonandoegli il sax puòoffrire loro una consulenzaspecializzata.Nel negoziosi trovano tuttaviastrumenti appartenentianche ad altresezioni. Ciò avvieneperché egli collaborasovente con filarmonichee «quando labanda è cliente –afferma – ti portatutti gli strumenti».Le filarmoniche oggigiornotendono a fare comprare lo strumentoai suonatori, in particolar modo se sitratta di trombe, clarinetti, flauti, ecc. Ilruolo dell’insegnante è fondamentale perquel che riguarda sia l’acquisto sia la manutenzionee quindi l’eventuale riparazione.È risaputo che alcuni docenti portanopersonalmente dall’Italia lo strumento davendere all’allievo.La scelta degli attrezzi con i quali l’artigianolavora è fondamentale: basta un cacciavitedella misura sbagliata per causareun danno. Per ovviare ad un’ammaccaturaè necessario un attrezzo con una formaadeguata per dare la sagoma giusta. Tuttavianon ci vuole una vastissima attrezzaturaper svolgere riparazioni, talvolta anchesolo l’idea per risolvere un determinatoproblema può aiutare molto. Per le rifiniture,quali laccature o argentature, vale un altrodiscorso. In questi casi è necessariaun’attrezzatura specifica, quasi industriale.Il proprietario del Laboratorio, se deve eseguireun’argentatura, si occupa della preparazionepoi manda lo strumento in fabbrica.Lepori ha completato la suaformazione conseguendo alcuni anni fa aLocarno l’abilitazione per l’insegnamentomusicale nelle scuole. Al ruolo di docenteaffianca quindi quello di riparatore di strumenti.I clienti del Laboratorio sono famigliecon bambini, giovani tra i 16 e i 18 annicome pure adulti, fino anche a 60 anni. Perquesti, fa notare il mio interlocutore, la FederazioneBandistica Ticinese ha purecreato dei corsi d’insegnamento specifici.Un movimento che si sta evolvendo eche sta riscontrando un certo successo èquello delle Guggenmusik. Tra queste si ricordanola Fracas Band di Breganzona e laSpaca Timpan di Chiasso. In conclusionedell’intervista, Lepori ha tenuto ad evidenziarel’importanza di un controllo dellostrumento a scadenze regolari e di unabuona manutenzione, al fine di evitare revisionigenerali che non solo a lungo terminenon danno garanzia di affidabilità maimpongono spese piuttosto salate. Sarebbeda evitare pure il «fai da te» con chiave ingleseo pinze. Non per nulla il suo motto è:30 UNISONO 1• 2005
«Meglio revisionare oggi che compraredomani».Al CardellinoPeter Treichler è docente di flauto traversoed esercita la sua professione prevalentementenel locarnese. Aprire un laboratorioper strumenti a fiato proprio aLocarno è risultata per lui, alla fine degli anniNovanta, una naturale conseguenza.Treichler ha conseguito il diplomad’insegnamento strumentale al Conservatoriodi Winterthur. Per diversi anni èstato responsabile della sezione Locarnoe Valli del Conservatorio della Svizzeraitaliana e condirettore della Scuola popolaredi musica ai tempi della sua fondazione.Dopo queste esperienze ha avutol’esigenza di intraprendere una nuovasfida professionale, frequentando pertre anni un laboratorio di Berna. La professionedi riparatore di strumenti afiato richiede varie competenze, poichéspazia in diversi campi di attività. Illavoro principale consiste nello smontaree rimontare gli strumenti. A queste azionisi aggiungono il lavaggio, la sostituzionedei tamponi (dei quali esistono diversequalità), la regolazione di perni e pistonibloccati. Conoscenze specifiche riguardantigli strumenti sui quali si lavora sonoauspicabili. Non vi è mai un’attività chesia identica ad un’altra. La revisione diuno strumento necessita in molti casi diattrezzi specifici, «know how» e pazienza.Come dice Treichler: «È un lavoro che bisognaeseguire con calma e tranquillità».In un laboratorio come Al Cardellino,che per le sue dimensioni il proprietarioama definire pure bottega, vi sono varicompiti da svolgere: la corrispondenza, lafatturazione, la pubblicità, la vendita, gliacquisti e le riparazioni. Particolare curaviene dedicata alla relazione col cliente. Ènecessaria flessibilità, in quanto questeattività si svolgono sovente in contemporanea.Appesi alle pareti del laboratoriosi vedono sia articoli sia vari tipi diattrezzi: un misto fra negozio e atelier diriparazioni.Al Cardellino si presentano clienti appartenentia vari ambienti e non vi è quindidifferenziazione di provenienza. È veroperò che con alcune filarmoniche s’instauraun rapporto privilegiato, poiché i suonatoritendono a fare controllare il loro strumentocon una certa regolarità. Per unpiccolo negozio, il cui budget pubblicitarioè per forza di cose limitato, il passaparoladei clienti soddisfatti è essenziale. La clientelaproviene un po’ da tutto il Cantone:l’intesa con il riparatore e la filosofia del laboratoriorivestono un ruolo importante.Sito: www.alcardellino.chRivista bandisticaL’estro armonicoAlberto Calvia, diplomato in tromba alConservatorio di Milano, ha lavorato ottoanni nel laboratorio di fiati del signor Somaini(CO). Questa lunga esperienza gli hapermesso di riparare strumenti provenientidalle più disparate formazioni: dal TeatroLa Scala all’Arena di Verona, dalle orchestredi musica classica o jazz alle bande. Accantoall’attività quale strumentista, Calvia hadiretto pure alcune società. Le molteplicifunzioni assunte nel mondo dei fiati e laperenne intenzione di mettersi un giornoin proprio, hanno fatto sì che l’anno scorsopotesse aprire a Canobbio L’estro armonico.Coltiva alcuni dei suoi contatti offrendoalle bande ispezioni gratuite e preventivi.Le giornate si strutturano a seconda dellostrumento che deve essere revisionato o riparato.Nel 2004 L’estro armonico si è fatto conoscereesponendo gli strumenti musicalidurante importanti manifestazioni quali il100° anniversario dalla fondazione dellabanda di Canobbio e il convegno cantonaledelle musiche ticinesi tenutosi a Faido. Inentrambe le occasioni, il pubblico ha avutol’opportunità di provare nuovi strumenti edi usufruire di un’immediata riparazione incaso di necessità. Il proprietario dell’Estroarmonico lavora sia con ottoni sia con legni.Per quel che riguarda gli ottoni, i principaliproblemi sono le ammaccature, la pulizia,in generale la manutenzione; per i legni,invece, il controllo delle molle, dei tamponi,di un’adeguata chiusura dei tasti. Calviacollabora sia con filarmoniche sia conscuole di musica. Vi sono bande che lascianorevisionare annualmente alcune sezioni:per esempio un anno la sezione dei clarinetti,l’anno dopo quella delle trombe.Rimane però il singolo, per lo più, responsabiledel buon funzionamento del propriostrumento. La fascia di clientela va dall’allievodelle bande al professionista, dal giovaneall’adulto, dal confederato allo straniero(soprattutto italiano). Calvia haanche contatti con esponenti del mondobandistico del Cantone Grigioni italiano.Infatti quando ha lasciato la direzionedell’ultima società da lui diretta, La Collinad’Oro, ha proposto come nuovo maestrol’attuale direttore della banda di Poschiavo,Gioacchino Sabbadini.Sito: www.lestroarmonico.chNathalie PadlinaAlberto Calvia intento a togliere un’ammaccatura (L’estro armonico).Giacomo Lepori all’opera (Laboratorio di fiati).UNISONO 1 • 2005 31