“...no dejar las galeras de Génova, y que conviene, para entretener el favor degenoveses, y también que si se despi<strong>di</strong>esen podrían ir en mano de franceses, los cuales sise hallasen superiores en la mar, lo de Italia sería en manifiesto peligro, y asimismo podríapasar trabajo lo de las de Cataluña y otras marítimas de España.” 22Insieme agli importanti servizi finanzieri, i genovesi si mostravano insostituibilial momento <strong>di</strong> assicurare in maniera adeguata il trasporto <strong>di</strong> persone,soldati, munizioni, cereali e capitali nel Me<strong>di</strong>terraneo occidentale. In piú,i loro servizi navali erano uno <strong>dei</strong> principali strumenti per frenare l’avanzataottomana, come in<strong>di</strong>ca il loro attivo intervento in occasione della presa <strong>di</strong>Tùnisi, l’asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong> Algeri o la battaglia <strong>di</strong> Lepanto.Genova non tardó in convertirsi nel punto nevralgico del sistema imperialespagnolo. Non era solamente, come segnalava Filippo Spinola, “la chiaved’Italia” e il nodo centrale delle comunicazioni fra i domini italiani e ibericidella Corona 23 . In qualitá <strong>di</strong> porto naturale del ducato <strong>di</strong> Milano, Genova costituivail vettore principale <strong>di</strong> comunicazioni con i territori imperiali degliAbsburgo e, a partire dallo scoppio della ribellione delle Fiandre e dello spostamentodell’asse <strong>dei</strong> conflitti internazionali verso la frontiera <strong>dei</strong> Paesi Bassi,essa finì per convertirsi nel principale enclave strategico della Monarchia.22 Testamento politico <strong>di</strong> Carlo V, Augusta, 18-1-1548, preso da Fernández Álvarez,Manuel (ed.), Corpus documental de Carlos V, Salamanca, 1975, vol. II, pp. 569-592. In questoscritto, l’Imperatore sottolinea, in maniera contundente, la necessitá <strong>di</strong> preservare l’alleanzacon la repubblica: “De Génova pienso asegurarme más por ahora y en lo venidero, y efectuándosela cosa o no, deberéis tener cuidado que ella esté en vuestra devoción por lo que toca e importaa la seguridad de toda Italia y a los reinos y estados de Nápoles, Sicilia y Milán; y no solamentepara esto, más aún para los otros reinos de España, islas de Cerdeña, Mallorca y Menorca, de loscuales también los <strong>di</strong>chos genoveses tienen necesidad, y señaladamente de la vecindad de Milán. Y poresta consideración, y por los servidores que tengo dentro de la <strong>di</strong>cha ciudad, por beneficios recibidos demí, y con buena dexteridad, espero que ellos se podrán tener en vuestra devoción, también por el respetodel rey de Romanos, mi hermano y por ser amparados de la protección y sombra del Imperio de locual reconocen su libertad.” I criteri strategici dell’Imperatore si manterranno come uno <strong>dei</strong>principali assiomi della Monarchia Cattolica per buona parte del XVII secolo. Nel 1685,l’ambasciatore spagnolo in Genova, Juan Carlos Bazán, ricordava ancora l’apprezzazione <strong>di</strong>Carlo V sulle squadre <strong>di</strong> galere <strong>di</strong> Genova con questi termini: “Y sobre este presupuesto puedorecelar volver a entrar en otra <strong>di</strong>ficultad para el apresto de esta primavera como Vuestra Majestad lotiene mandado y es tan conveniente y necesario y siendo tan de su Real Servicio la conservación de estaescuadra sobre cuya grande importancia traigo a la Real memoria de Vuestra Majestad la singularrecomendación que hizo de ella el Señor Emperador Carlos V en las instrucción que desde Augustaenvió al Señor Rey Felipe II su hijo ambos gloriosos progenitores de Vuestra Majestad” AGS, Estado,leg. 3621, Lettera <strong>di</strong> Bazán sulle galere <strong>di</strong> Genova, Genova, 1-3-1685.23 ASG, Archivio Segreto, leg. 2447, Memoriale <strong>di</strong> Filippo Spinola al viceré <strong>di</strong>Napoli, conte <strong>di</strong> Oñate, senza data ma incluso in una serie <strong>di</strong> lettere spe<strong>di</strong>te da Genovaal suo ambasciatore in Madrid, Pallavicino, sul maltrattamento che i genovesi stavanosoffrendo in Napoli, Genova, 18-1-1649.36
3. L’accordo con la Monarchia spagnola e la trasformazione dell’élitegenoveseLa convergenza d’interessi fra la Monarchia e la repubblica <strong>di</strong> San Giorgiosi sosteneva, come giá ricordato, sull’assoluto rispetto per l’autonomia genoveseda parte della Corona, sempre e quando alla guida della repubblica vifosse stato il cosiddetto partito spagnolo, il cui potere continuamente rafforzatocon crescenti privilegi, onori e nuove possibiltá <strong>di</strong> affari. Da questi postulati,<strong>di</strong>scendeva la necessità <strong>di</strong> porre termine alle lotte tra fazioni – i bianchi ei neri, i popolari e i nobili, i guelfi e i ghibellini, gli Adorni e i Fregosi, etc.- che avevano attraversato la repubblica dal XIV secolo e che avevano facilitatol’ingenerza, e anche l’occupazione del suo territorio, da parte del re <strong>di</strong> Franciae del duca <strong>di</strong> Milano, durante lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> tempo.Pacini ha sottolineato la concomitanza fra l’entrata <strong>di</strong> Genova nell’orbitaispano-imperiale, nel settembre del 1528, e l’approvazione, poco dopo, <strong>di</strong> unaprofonda riforma istituzionale destinata a unificare la classe <strong>di</strong>rigente attraversol’iscrizione in un “libro delle descrizioni” <strong>dei</strong> nomi <strong>di</strong> quelle famigliealle quali erano riservati i carichi pubblici 24 . Il potere sarebbe rimasto, a partired’allora, nelle mani <strong>di</strong> quei membri che formassero parte solamente <strong>di</strong> 28alberghi 25 , classico proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> aggregazione verticale <strong>di</strong> tipo nobiliarioche serviva per unire famiglie e gruppi con interessi comuni. In questo modo,ci si attendeva porre freno ai conflitti <strong>di</strong> fazione, con un processo simile aquello che, come ha <strong>di</strong>mostrato Gerard Delille, si stava producendo in granparte del Me<strong>di</strong>terráneo occidentale nello stesso periodo 26 . Una tendenza allapacificazione che andava in parallelo con una marcata oligarchizzazione, auspicatadalla Monarchia Ispanica, che serví per rinforzare la posizione <strong>di</strong> queigruppi piú affini alla causa spagnola, nei quali, non a caso, si contavano lefamiglie piú agiate e con maggiori interessi nei domini del re Cattolico 27 .24 Per un completo panorama sulla storiografia relativa alla <strong>di</strong>fferente natura delle<strong>di</strong>visioni interne che caratterizzarono la repubblica <strong>di</strong> Genova dalla <strong>di</strong>stribuzione <strong>dei</strong>carichi fra nobili e popolari nel 1290 fino alla riforma del 1528 consultare Pacini, op.cit.(nota 11, 1990), pp. 15-48. Dello stesso autore, Pacini, Arturo, “La tirannia delle fazionie la repubblica <strong>dei</strong> ceti. Vita politica e istituzioni a Genova tra Quattro e Cinquecento”,Annali dell’Istituto storico italo-germanico in Trento, 17 (1992), pp. 57-119.25 Le migliori considerazioni sul fenomeno degli alberghi le dobbiamo a EdoardoGren<strong>di</strong>. Fra i suoi multipli contributi al rispetto si veda, Gren<strong>di</strong>, Edoardo, “Profilostorico degli alberghi genovesi”, Mélanges de l’École Française de Rome, 87 (1975), pp. 241-302, cosí come la raccolta <strong>di</strong> articoli Gren<strong>di</strong>, Edoardo, La repubblica aristocratica <strong>dei</strong>genovesi. Politica, carità e commercio fra Cinque e Seicento, Bologna, 1987.26 Delille, Gérard, Le maire et le prieur: pouvoir central et pouvoir local en Mé<strong>di</strong>térrannéeoccidentale (XV-XVIII siècles), Roma, 2003.27 Processo parallelo a quello che, come abbiamo avuto giá occasione <strong>di</strong> segnalare, si37
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Stato Maggiore dell’Esercito - Uf
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