Madrid, Milano o l’impero coniugando attivitá assai <strong>di</strong>verse, dal commercio dellaseta ai gran<strong>di</strong> prestiti alla corona o alla <strong>di</strong>stribuzione del mercurio <strong>di</strong> Idria, masenza rompere i legami con il suo luogo <strong>di</strong> origine 38 .Insieme alle classiche unioni endogamiche con altri membri della nobiltágenovese, specialmente con le principali famiglie <strong>dei</strong> nobili nuovi come gliInvrea, i Giustiniani o i Durazzo, ma senza <strong>di</strong>sprezzare per questo lo stabilimento<strong>di</strong> vincoli con i piú cospicui membri della nobiltá vecchia come gliSpinola, i Balbi operarono attraverso compagnie <strong>di</strong> fratria, che permettevanola partecipazione nei piú variati affari <strong>di</strong> <strong>di</strong>fferenti rami della famiglia residentitanto a Genova come altrove nella Monarchia spagnola 39 .L’attaccamento e il vincolo esistenti verso il proprio luogo d’origine si manifestavanoanche nei legati testamentari <strong>di</strong> alcuni <strong>dei</strong> principali uomini d’affarigenovesi. Ottavio Centurione, che nella sua con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> marchese del Monasteriosembrava aver optato per una piena integrazione nella societá <strong>di</strong> accoglienza,decise destinare le sue ren<strong>di</strong>te provenienti dalle alcabalas <strong>di</strong> Madrid perre<strong>di</strong>mere esclusivamente quei prigionieri o schiavi che fossero oriun<strong>di</strong> <strong>di</strong>Genova o del regno <strong>di</strong> Corsica, nominando come unico incaricato dell’esecuzione<strong>di</strong> detta opera pia il Serenissimo Senato della repubblica 40 .38 Gren<strong>di</strong>, Edoardo, I Balbi. Una famiglia genovese fra Spagna e Impero, Torino,1997. Álvarez Nogal sottolinea come gran parte dell’esito degli uomini d’affari genovesira<strong>di</strong>cava in questa strategia <strong>di</strong> <strong>di</strong>versificazione nel seno della propria famiglia. Il primogenitorimaneva a Genova da dove offriva l’appoggio finanziero al resto <strong>dei</strong> membri dellafamiglia, -incaricato <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi negozi in un’amplia rete <strong>di</strong> piazze europee, grazie all’accessoalle fiere <strong>di</strong> cambio italiane- il che gli permetteva affrontare maggiori rischi che aisuoi competitori. Álvarez Nogal, Carlos, Sevilla y la Monarquía Hispánica en el sigloXVII, Siviglia, 2000, pp. 129-128.39 Un meccanismo che facilitava una supervisione dell’attivitá financiaría e mercantiledella compagnia da parte <strong>di</strong> tutti i membri che la componevano. Gren<strong>di</strong> riprende iltesto integrale dell’atto <strong>di</strong> costituzione <strong>di</strong> una <strong>di</strong> queste compagnie, quella creata nel1623 fra Stefano, Antonio e Bartolomeo Balbi per i loro affari a Genova, nelle fiere <strong>di</strong>Besançon e in Spagna, e che, nel suo 4º capitolo, segnalava: “In fine d’ogn’anno o pochi mesidopo saranno obligati detti nominati a levar bilanci da libri che resteranno a cura loro, et si manderannoi bilanci <strong>di</strong> Genova in Madrid, e quelli <strong>di</strong> Madrid in Genova afinché resti ogn’uno beninformato <strong>di</strong> ciòi che passa, et occorren<strong>di</strong> replicar qualche cosa sopra i negozi fatti si possa fare.” InGren<strong>di</strong>, op. cit. (nota 38), p. 314. Si veda anche, per il caso degli Spinola, ÁlvarezNogal. Carlos; Lo Basso, Luca e Marsilio, Clau<strong>di</strong>o, “La rete financiaría della famigliaSpinola: Spagna, Genova e le fiere <strong>dei</strong> cambi (1610-1656)” Quaderni Storici, 124,XLII, nº1 (2006), pp. 1-14 e Álvarez Nogal, Carlos, “Las compañías bancarias genovesasen Madrid a principios del siglo XVII”, Hispania, LXV, 219, (2005), pp. 67-90.40 ASG, Archivio Segreto, Lettere <strong>dei</strong> Ministri <strong>di</strong> Spagna, leg. 2450, Capitoli dellascrittura del patronato della chiesa della Santissima Trinitá <strong>dei</strong> Trinitari scalzi <strong>di</strong> Alcaláche trattano la fondazione che fece il marchese del Monasterio dell’opera pia per la redenzionedegli schiavi, incluso in una lettera da Madrid, 29-10-1659.42
La nazione genovese, come il resto delle comunitá mercantili situate neiprincipali porti della Monarchia, ricorse pure a meccanismi <strong>di</strong> protezione corporativacome forma piú adeguata per salvaguardare i suoi interessi e mantenerela sua identitá collettiva attraverso della fondazione <strong>di</strong> confratèrnite,ospedali, cappelle o centri <strong>di</strong> devozione o sepolture riservati in maniera esclusivaai genovesi 41 .Un posto speciale in questa rete associativa era riservato ai consoli incaricatia vigilare il rispetto <strong>dei</strong> privilegi e <strong>di</strong> risolvere le <strong>di</strong>spute che potevanosorgere nel seno della comunitá. A parte nella Corte, dove la Corona nonaccettó mai la creazione <strong>di</strong> questo tipo <strong>di</strong> organismi, i genovesi riuscirono astabilire un’imponente rete <strong>di</strong> consolati nelle principali cittá e porti della41 In Siviglia, s’incontravano fortemente vincolati alla confraternita dell’Assunzione<strong>di</strong> Nostra Signora, conosciuta come confraternita <strong>dei</strong> cavallieri che fra le sue regole includevalo statuto <strong>di</strong> purezza <strong>di</strong> sangue. Fra i membri piú <strong>di</strong>staccati figuravano Juan Bautista,Francisco y Sebastián Pinelo, Nicolás de Spinola, Gaspar Centurión o Andrés Cataneo.Si veda Archivo de la Diputación Provincial de Sevilla, Amor de Dios, leg. 1. Ringrazioa María Hermoso Mellado-Damas, che sta realizzando un lavoro rivelatore sullariduzione degli ospedali nel 1587, per avermi facilitato questa informazione. Anche inSiviglia, il console della nazione sollicitó nel 1591 il permesso alla repubblica per fondareuna cappella nella chiesa <strong>dei</strong> carmelitani, per il quale chiedeva un quinto su tutte lemercanzie genovesi che entrassero o uscissero dalla cittá. I genovesi sarebbero stati ricevuticome confratelli della Vergine del Carmine e collocarono nell’altare maggiore delconvento <strong>dei</strong> carmelitani la statua <strong>di</strong> San Giorgio. Al riguardo si veda, Gil-BermejoGarcía, Juana, “Naturalizaciones de italianos en Andalucía” in Presencia italiana enAndalucía, siglos XIV-XVII. Actas del I Coloquio Hispano-italiano, Siviglia, 1985, pp. 185-186. Per il caso <strong>di</strong> Ca<strong>di</strong>ce e <strong>di</strong> Jerez consultare, Sancho de Sopranis, Hipólito, “Losgenoveses en la región ga<strong>di</strong>tano-xericense de 1460 a 1800”, Hispania, 8 (1948), pp. 376-377. In Cartagena i genovesi fondarono alla fine del XVI secolo la confraternita <strong>di</strong> SanGiorgio, Montojo Montojo, Vicente, “Crecimiento mercantil y desarrollo corporativo enEspaña: los consulados extraterritoriales de extranjeros (ss. XVI-XVII)”, Anuario de Historiadel Derecho Español, (1992), pp. 48-49. In Napoli, in piena espansione della comunitágenovese, questi abbandonarono la piccola chiesa <strong>di</strong> Santa Maria la Nova per costruire,nel 1587, quella <strong>di</strong> San Giorgio Martire, Musi, Aurelio, Mezzogiorno spagnolo. La vianapoletana allo stato moderno, Napoli, 1991, p. 164. Una recente contribuzione sulla figuradelle confratèrnite <strong>di</strong> mercanti come meccanismo d’integrazione sociale é quella <strong>di</strong>Crespo Solana, Ana, “Nación extranjera y cofradía de mercaderes: el rostro piadoso dela integración social” in Villar García, María Begoña e Pezzi Cristóbal, Pilar(ed.), I Coloquio Internacional. Los extranjeros en la España Moderna, Málaga, 2003, Vol. II,pp. 175-187. Dalla sua parte Manuel Rivero offre un’interessante valutazione intornoall’ospedale degli italiani in Madrid dove i genovesi <strong>di</strong>sponevano <strong>di</strong> un posto permanente,Rivero, Manuel, “La preeminencia del Consejo de Italia y el sentimiento de la naciónitaliana” in Álvarez-Ossorio Alvariño, Antonio e García García, Bernardo(ed.), La Monarquía de las Naciones. Patria, nación y naturaleza en la Monarquía de España,Madrid, 2004, pp. 505-528.43
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