PARCO DI MONTEMARCELLO-MAGRA
Parco di Montemarcello Magra - Olivicoltura certificata e ... - RES-MAR
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OLIVICOLTURA CERTIFICATA E ITINERARI DEL GUSTO TRA STORIA E BIO<strong>DI</strong>VERSITÀ<br />
17<br />
GLI ASPETTI AMBIENTALI DELL’OLIVICOLTURA<br />
Gli aspetti ambientali identificabili possono essere di tipo diretto, se derivanti dai processi e<br />
dalle attività direttamente svolte in azienda, o di tipo indiretto ovvero quegli aspetti che possono<br />
essere influenzati o controllati solo parzialmente sotto il profilo gestionale delle attività svolte da<br />
un’organizzazione.<br />
• Emissioni in atmosfera: possono derivare dalle caldaie asservite ai frantoi e utilizzate per<br />
il riscaldamento dell’acqua e dai mezzi agricoli utilizzati per la lavorazione del suolo negli<br />
oliveti, per la raccolta e per la movimentazione delle olive.<br />
• Scarichi e produzione di sottoprodotti legati alla fase estrattiva: acque di vegetazione<br />
e sansa vergine, derivate dall’acqua naturalmente contenuta nella polpa, dal lavaggio delle<br />
olive e degli impianti e dalla diluizione delle paste e dal residuo solido della spremitura delle<br />
olive, possono essere utilizzati in agricoltura mediante spandimento controllato sul suolo<br />
secondo una normativa specifica.<br />
• Dispendio di risorse idriche: in fase di coltivazione, per l’irrigazione delle piante, in fase<br />
di trasformazione lungo tutto il processo e per il lavaggio di cisterne e macchinari.<br />
• Consumi di risorse energetiche: derivano dall’utilizzo dei mezzi agricoli per le lavorazioni<br />
del terreno, la raccolta e il trasporto delle olive e del prodotto finito, dalle caldaie per il<br />
riscaldamento dell’acqua di diluizione (durante la gramolazione) e per la fase di estrazione<br />
dell’olio (centrifugazione), dal funzionamento delle parti elettriche e meccaniche asservite al<br />
processo.<br />
• Rifiuti: derivanti inizialmente dalla pulizia e defogliazione delle drupe. La sansa vergine<br />
può essere avviata al recupero in sansifici che estraggono una parte di olio in essa ancora<br />
trattenuto. La sansa esausta può essere utilizzata come biomassa di alimentazione delle<br />
caldaie per recupero di energia termica. Vi sono poi rifiuti tipici della produzione industriale<br />
in genere, quali scarti di imballaggio in vetro, cartone e plastica, residui chimici derivanti<br />
dagli additivi di processo o dai prodotti di manutenzione, rottami di macchinari, oli esausti e<br />
filtri intrisi d’olio, batterie.<br />
• Inquinamento del suolo: a causa di perdite di combustibile degli automezzi, sversamenti<br />
nel corso delle operazioni di travaso e confezionamento o eventi incidentali derivanti da<br />
perdite dei serbatoi di stoccaggio dell’olio.<br />
• Inquinamento acustico: causato dagli impianti posizionati all’esterno della struttura, come<br />
bruciatori di gasolio, compressori di supporto ai vari impianti, ventole dei condizionatori,<br />
gruppo elettrogeno di emergenza, ecc.<br />
• Altri Aspetti: amianto, policlorobifenili (PCB) e policlorotrifenili (PCT), sostanze lesive per<br />
l’ozono, emissioni da traffico, impatto visivo.<br />
• Aspetti indiretti: imballaggi (acquisto, scelta tipologia, ecc.), scelta dei fornitori in base a<br />
principi di politica ambientale sottoscritti o a impegni perseguiti nel campo della sostenibilità<br />
e della riduzione degli impatti derivanti dalle proprie lavorazioni e prodotti.