LA PAZIENZA
Marzo 2013 N° 116 - Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino
Marzo 2013 N° 116 - Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino
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dalla commissione pari opportunità<br />
donna nel matrimonio: il discrimine si poneva sul<br />
piano ideologico, non su quello di genere.<br />
La mia prima esperienza - certamente eccezionale<br />
- di lavoro per l’Ordine l’ho fatta quando sono<br />
stata chiamata, insieme a Ettore Sisto, a collaborare<br />
con Vittorio Badini Confalonieri, nominato<br />
Commissario dell’Ordine degli Avvocati dopo<br />
l’assassinio di Fulvio Croce; dovevamo svolgere<br />
incarichi di routine, per dare un po’ di respiro al<br />
Commissario, ma anche questo lavoro, condito con<br />
le discussioni con il liberale Badini Confalonieri,<br />
che mi considerava quasi una sovversiva, è stata<br />
una bella esperienza formativa.<br />
Sono poi stata Consigliera dell’Ordine per due<br />
anni, durante i quali ho dovuto dedicare quasi tutti<br />
<br />
(un tributo di gratitudine va a Mario Gismondi, che<br />
è stato un prezioso maestro in un lavoro noioso e a<br />
volte - quando ritenevo di dover correggere o “tagliare”<br />
- anche sgradevole).<br />
Ero entrata in una compagine “governativa” presieduta<br />
da Gian Vittorio Gabri, che mi aveva coinvolto<br />
con un argomento insuperabile: dopo la morte di<br />
Fulvio Croce non ci si poteva sottrarre agli impegni<br />
istituzionali. Non mi sono sottratta, mi sono<br />
trovata ben presto in minoranza (tanto per chiarire:<br />
a Natale Beppino Volante mi ha fatto trovare<br />
sul banco al mio consueto posto un carillon che<br />
suonava l’Internazionale; lo conservo ancora), ma<br />
alla scadenza del mandato, non essendo riuscita a<br />
<br />
di costituzione delle liste, non ho ripresentato la<br />
mia candidatura. È comunque stata un’esperienza<br />
formativa e anche positiva, non fosse altro che per<br />
l’opportunità di conoscere meglio e creare un bel<br />
rapporto umano con colleghi con i quali non avevo<br />
consuetudine di lavoro. Uno per tutti: Romolo<br />
Tosetto. Ora, dopo quattro anni di pensionamento,<br />
ripenso al mio mezzo secolo trascorso nelle aule<br />
giudiziarie; se non economicamente, la professione<br />
mi ha arricchito in esperienze di vita, mi ha fatto<br />
conoscere tante persone - colleghi, magistrati,<br />
consulenti, clienti - con le quali valeva la pena di<br />
confrontarsi e di creare rapporti umani; mi ha dato<br />
modo, soprattutto nel lavoro al Tribunale per i<br />
Minori, di entrare in contatto con esperienze sociali<br />
molto diverse dalla mia, che mi hanno insegnato<br />
a non arroccarmi su criteri di “normalità” precostituiti.<br />
Insomma, sono contenta di aver fatto l’avvocato.<br />
Ma oggi sono anche contenta di parlarne al<br />
passato: non ho rimorsi, ma nemmeno rimpianti. <br />
la Pazienza N.116 | 17 pagina