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LA PAZIENZA

Marzo 2013 N° 116 - Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Torino

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dalla commissione pari opportunità<br />

teri di economicità e, soprat-<br />

<br />

assegnare le attività di monitoraggio<br />

e vigilanza, ad esempio,<br />

<br />

imprese: trattandosi della sede<br />

“naturale” che già incanala le comunicazioni<br />

relative alla composizione<br />

degli organi di gestione e<br />

<br />

stesso, inoltre, potrebbe negare<br />

l’iscrizione alle società che viola-<br />

<br />

al rispetto delle prescrizioni sulle<br />

“quote-rosa” e l’eventuale diniego<br />

di iscrizione nel Registro per<br />

l’ipotesi di persistente inadempimento<br />

sarebbero del tutto in<br />

linea con i compiti ed i poteri già<br />

<br />

- come noto - nel caso in cui la<br />

richiesta di iscrizione di una società<br />

non risulti conforme alle<br />

prescrizioni di legge, invita il soggetto<br />

richiedente a completare<br />

<br />

a integrare la documentazione,<br />

assegnando un congruo termine,<br />

trascorso inutilmente il quale ri-<br />

<br />

del Consiglio si sarebbe potuta<br />

assegnare, semmai, la sola funzione<br />

di monitoraggio del rispetto<br />

delle “quota rosa” (v. co: 1,<br />

art. 4, d.P.R. cit.): ricevendo dalle<br />

CCIAA i dati relativi alle imprese<br />

interessate, tale Autorità riuscirebbe<br />

ad ottenere agevolmente<br />

e tempestivamente informazioni<br />

dettagliate sullo stato di applicazione<br />

della legge su tutto il territorio<br />

nazionale.<br />

Uno sguardo all’Ue<br />

La questione del rafforzamento<br />

della partecipazione delle donne<br />

ai processi decisionali in ambito<br />

economico costituisce una delle<br />

priorità della nuova strategia<br />

2010-2015 per la promozione<br />

della parità fra uomini e donne<br />

nell’Unione europea e nel<br />

contempo è al centro del Patto<br />

europeo per la parità di genere<br />

2011-2020, ove si riconosce che<br />

le politiche volte a promuovere<br />

la parità di genere sono vitali per<br />

la crescita economica, la prosperità<br />

e la competitività, e si sollecitano<br />

azioni di promozione della<br />

pari partecipazione di donne e<br />

uomini ai processi decisionali a<br />

tutti i livelli e in tutti i settori.<br />

Per una volta, però, l’Italia è arrivata<br />

prima dell’Ue. È soltanto<br />

una proposta di direttiva, ad<br />

oggi, la disciplina riguardante<br />

il miglioramento dell’equilibrio<br />

di genere fra gli amministratori<br />

senza incarichi esecutivi<br />

delle società quotate in<br />

Borsa (COM(20l2) 614, Bruxelles,<br />

14.11.2012). La proposta si propone<br />

lo scopo di promuovere<br />

la parità di genere nei processi<br />

decisionali e di permettere di<br />

utilizzare pienamente il vivaio di<br />

<br />

di una rappresentanza più equilibrata<br />

di uomini e donne nei consigli.<br />

Le norme elaborate, peraltro,<br />

sono meno stringenti di quelle<br />

esaminate della legge italiana.<br />

vo<br />

minimo del 40% di presenza<br />

del sesso sotto-rappresentato,<br />

ma riguarda i soli amministratori<br />

“senza incarichi esecutivi”<br />

delle società quotate in Borsa.<br />

Sono escluse dal campo d’applicazione<br />

della direttiva, poi,<br />

le società quotate che siano<br />

piccole e medie imprese ai sensi<br />

della Racc. 2003/3611CE della<br />

Commissione. La proposta obbliga<br />

le società quotate in cui la<br />

presenza del sesso sotto-rappresentato<br />

non raggiunga almeno il<br />

40% a procedere alle nomine per<br />

tali posti sulla base di un’analisi<br />

<br />

ciascun candidato, applicando<br />

criteri prestabiliti, chiari, univoci<br />

e formulati in modo neutro.<br />

Per arrivare alla percentuale sopra<br />

indicata si assegna termine<br />

<br />

temporale più breve (1.1.2018)<br />

per le società quotate che siano<br />

imprese pubbliche. Si impone<br />

nire<br />

un regime di sanzioni effettive,<br />

proporzionate e dissuasive<br />

applicabile in caso di violazione<br />

della direttiva.<br />

In conclusione<br />

Colmare il gap esistente nella<br />

presenza femminile nei CdA si<br />

rivela funzionale al raggiungimento<br />

di molteplici obiettivi:<br />

una maggiore partecipazione<br />

delle donne, infatti, non soltanto<br />

esprime un elevato indice di<br />

civiltà, concretandosi quale strumento<br />

atto a garantire una più<br />

pregnante effettività della democrazia<br />

nel Paese, ma si traduce,<br />

altresì, in un effetto positivo<br />

per la crescita economica e per<br />

la riduzione dei livelli di corruzione.<br />

A quest’ultimo proposito, infatti,<br />

evidenze internazionali dimostrano<br />

una stretta correlazione<br />

tra maggiore presenza delle<br />

donne nella gestione della cosa<br />

pubblica e dell’economia in generale<br />

e una minore diffusione di<br />

fenomeni corruttivi.<br />

Le norme che mirano all’uguaglianza<br />

di genere ai vertici delle<br />

imprese, introdotte dalla legge<br />

in commento, vanno guardate<br />

con particolare favore: ma, la<br />

previsione di procedure di selezione<br />

con criteri prestabiliti, neutrali<br />

e trasparenti (in analogia a<br />

quanto dispone la proposta di<br />

direttiva europea) e l’estensione<br />

della sfera di applicazione a un<br />

numero maggiore di imprese,<br />

la Pazienza N.116 | 21 pagina

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