LivingSettembre2015

QUESTA È LA CASA DOVE TORNARE.
NEL MULINO ABBIAMO COSTRUITO
UN ARCHIVIO CON LE NOSTRE COSE
PIÙ CARE: LIBRI, FOTO, SCULTURE.
SERVIRÀ AI NOSTRI NIPOTI
Sheila Metzner ha settantasei anni, un viso intenso e colorato dal
sole, lunghi capelli arruffati che non si cura di tingere. E una vita
da romanzo. Dal giovedì al lunedì sera vive a Kinderhook Creek,
gigantesca tenuta di 42 acri nella Valle dell’Hudson, destinazione
green molto amata dai newyorkesi chic, che qui trascorrono
weekend tra ruscelli e conifere prima di tornare a Manhattan,
distante circa due ore di auto. Conosciuta in tutto il mondo per
le sue fotografie pittoriche e piene di pathos, Sheila incomincia
la sua carriera giovanissima. Fresca di diploma in Fine Arts
al Pratt Institute di Manhattan, viene chiamata da Vogue America
per un colloquio: «Mi assunse Alexander Liberman, art director,
artista e giornalista, per 32 anni colonna portante della testata.
Sempre lui mi licenziò poco dopo: “Tesoro, Vogue non ha bisogno
di arte”», racconta Sheila. Senza scomporsi, decide di battere
la strada della direzione artistica. Lavora con i più grandi, inclusi
Richard Avedon e Bert Stern. All’epoca, vive la fotografia come
un hobby: «Avevo una macchina semplice... non sapevo che sarei
diventata fotografa... cominciai a ritrarre i miei bambini, poi gli
amici». Capisce di essere diventata una professionista dopo una
chiacchierata con il suo commercialista: «Sheila, questo non è
più un diletto, disse perentorio. Mi resi conto che non avevo fatto
altro che scattare e, la notte, stampare nella mia camera oscura.
In nove anni di sperimentazione e studio, avevo messo insieme
i 22 scatti della mia prima mostra Friends and Family presentata
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