LivingSettembre2015

che ha progettato l’edificio, ultimato nel
1977. Per Nendo, il trasloco ha significato
un’occasione di confronto con la storia.
E nel ridisegnare lo spazio, ha scelto
la linea della continuità. «A differenza di
quanto si vede spesso nei palazzi per uffici,
abbiamo cercato di elaborare un progetto
ispirato all’estetica esteriore più che sulla
funzionalità degli interni», spiega Oki Sato.
La distribuzione degli spazi è pensata
per adattarsi il più possibile all’andamento
dell’edificio e alle sue diagonali e
la facciata continua in vetro specchiato è
stata replicata all’interno, lungo i corridoi.
Nuovi telai in alluminio verniciato nero
riproducono esattamente gli originali, che
erano stati realizzati con appositi stampi
ormai usciti di produzione. Per quanto
riguarda invece i pannelli di vetro, si è
sperimentato ampiamente con una varietà
di pellicole e vernici che riflettono i raggi
infrarossi per ricreare con precisione
la colorazione originale degli specchi
in facciata. I pavimenti sono stati posati
in modo da accentuare il gioco di riflessi. Il
risultato, dice Oki Sato, è «un interno che
trasmette il carattere e la forma dell’edificio
nel suo complesso». E anche un Nendo
più severo di quanto siamo abituati a
vedere. Nendo al cospetto di Kenzo Tange.
Stessa vena austera nel caffè al secondo
piano dell’edificio, che lo studio
ha avuto l’incarico di riprogettare. Grafico
e luminoso, affaccia su un’installazione
dell’artista e designer Isamu Noguchi
commissionata a fine anni Settanta
99
Gli uffici di Nendo occupano
il sesto piano della Torre
Sogetsu. Gli interni sono
contrassegnati dal contrasto
tra bianco e nero. Del 2007 lo
sgabello in acciaio Ribbon, di
Nendo per Cappellini (in questa
pagina). Lo studio ha riprogettato
anche il caffè al secondo piano.
Affaccia sul giardino di pietra
Heaven di Isamu Noguchi,
installato tra il 1977 e il 1978 per
la Sogetsu Flower Arranging
School (nella pagina accanto)