REVISTA CONNESSIONE - EDIÇÃO DE OUTUBRO N.11 2021
REVISTA CONNESSIONE - EDIÇÃO DE OUTUBRO N.11 2021
REVISTA CONNESSIONE - EDIÇÃO DE OUTUBRO N.11 2021
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
zzo, campioni in carica, affrontarono in
semifinale i verdeoro trascinati dai gol
del leggendario Leonidas, capocannoniere
con 7 reti. Finì 2-1 per l’Italia e il
rigore del momentaneo 2-0 fu segnato
dal capitano Giuseppe Meazza (cui è intitolato
lo stadio di Milano) reggendosi i
calzoncini con le mani perché l’elastico
si era spezzato nel sistemare il pallone
sul dischetto. In finale gli azzurri avrebbero
sconfitto 4-2 l’Ungheria bissando
il trionfo del 1934. Per ben 32 anni, però,
l’Italia non sarebbe più riuscita a superare
il girone eliminatorio fino a Messico
1970 quando, dopo il leggendario
4-3 ai supplementari contro la Germania
Ovest, giunse in finale e si trovò al
cospetto della più grande squadra di tutti
i tempi. Era il Brasile capitanato da
Carlos Alberto Torres e dei formidabili
numeri 10 che giocavano tutti insieme:
Jairzinho, Gerson, Tostão, Rivelino e
naturalmente O’Rey Pelé. La Nazionale
azzurra diede molto filo da torcere
ai brasiliani fin quando non accusò la
stanchezza della durissima gara contro
i tedeschi ma poi Facchetti, Mazzola,
Riva e Boninsegna dovettero arrendersi
nella seconda parte della ripresa: 4-1 in
favore del Brasile e Coppa Rimet definitivamente
assegnata dopo i successi
del 1958 in Svezia e del 1962 in Cile.
Dopo otto anni in Argentina, entrambe
le squadre si fermarono a un passo dalla
finalissima: l’Italia battuta dall’Olanda
e il Brasile eliminato fra mille sospetti
e polemiche proprio dai padroni di casa
e con la complicità del Perù. Anche stavolta
ebbero la meglio i sudamericani e
nuovamente nella ripresa: al vantaggio
di Causio, risposero Nelinho e Dirceu
con due tiri dalla distanza che fecero
piovere addosso a Dino Zoff una marea
di critiche. L’occasione del riscatto
per il nostro portiere e capitano, però, si
fece attendere appena quattro anni fino
al mitico 5 luglio 1982. Nel giorno della
resurrezione di Paolo Rossi, sul terreno
del Sarrià di Barcellona, i ragazzi di
Enzo Bearzot realizzarono un’impresa
epica: contro i favoritissimi Socrates,
Zico, Falcão e compagnia cantante a cui
sarebbe bastato il pareggio, l’Italia s’impose
3-2 con tripletta di Pablito e una
prestazione collettiva entusiasmante. E
a spegnere le residue speranze brasiliane
fu proprio Zoff bloccando sulla linea
di porta un colpo di testa di Oscar al minuto
89. La strada verso Madrid e la gloria
era spianata per gli azzurri che non
lasciarono scampo alla Polonia in semi-
5 3