Accesso: Risalire tutta la Valle <strong>di</strong> Viù. Giunti a Margone si prosegue lungo la carrozzabile fino al suo termine, nei pressi della <strong>di</strong>ga del Lago <strong>di</strong> Malciaussia. Salita: Dal Lago <strong>di</strong> Malciaussia seguire il grosso sentiero sterrato, puntando in <strong>di</strong>rezione del Rocciamelone. La stra<strong>di</strong>na che costeggia il lago corre alla base <strong>di</strong> vastissimi e alti pen<strong>di</strong>i erbosi, oltrepassa le vicine grange <strong>di</strong> Pietramorta (1812 m) poi, superato il lago, si accosta al torrente <strong>di</strong> fondo e lo attraversa a sinistra me<strong>di</strong>ante un ponticello. Sulla scarpata dell'opposta sponda s'incontra subito un bivio: a sinistra sale il sentiero per il Colle della Croce <strong>di</strong> Ferro, a destra prosegue il sentiero per il Rifugio Tazzetti. Attraversati i dolci prati iniziali, la via prende a seguire dall'alto il torrente principale sovrastato dai ripi<strong>di</strong> fianchi della Punta <strong>di</strong> Pietramorta (2577 m). Quasi pianeggiante, con leggeri saliscen<strong>di</strong> e antiche <strong>di</strong>ramazioni dei pastori, il sentiero prosegue a lungo sulla sponda poi, piega a sinistra ed imbocca il valloncello del Rio Medagliere; con salita più viva, lungo il nuovo fianco sinistro orografico, si giunge a varcare questo rio pochi passi a valle <strong>di</strong> un'ottima sorgente (2100 m). Si guadagna quota sul pen<strong>di</strong>o opposto, solcato da cascatelle, dove il sentiero compie lunghi tornanti fra i due rivoli più a destra (sono sconsigliabili le scorciatoie). In alto si attraversa a destra l'ultimo canale poi si continua, quasi in piano, tagliando il pen<strong>di</strong>o assai ripido. Si comincia così ad abbandonare il vallone delle Medagliere per penetrare in quello del Rio Rumour dove sorge il rifugio <strong>di</strong> mezzacosta, sulla tetra fiancata della destra orografica, si attraversa una vasta pietraia con magre erbe dove un breve passaggio scabroso, su roccia viva, è aggirabile con il sentiero più basso. Si passa poi alla base <strong>di</strong> un cornetto <strong>di</strong> roccia caratteristico; il rifugio, abbastanza visibile, è in alto ma non lontano, sulla verde fiancata opposta. Il sentiero si avvicina al torrente facendosi pianeggiante e raggiunge, poco a monte <strong>di</strong> una cascata, la conca del guado che è colma <strong>di</strong> neve fino a tarda estate (2530 m). Varcato il torrente verso destra, si attaccano i tornanti del ripido pen<strong>di</strong>o erboso rivolto a sud fino a terminare, verso sinistra, sul ripiano solatio dov'è e<strong>di</strong>ficato il Rifugio Tazzetti. Dal fianco sinistro del rifugio imboccare il sentiero ben marcato che si allontana sul retro ed attacca il ripido pen<strong>di</strong>o che sovrasta il rifugio. Con vivacissima pendenza e stretti risvolti la traccia guadagna il filo <strong>di</strong> un crestone, subito a destra <strong>di</strong> un suo caratteristico dente roccioso visibile dal rifugio (2750 m). Volgere a sinistra e seguire il crestone che, proveniente dal Colle della Resta, <strong>di</strong>vide il bacino dei Fons d'Rumour da quello delle Cavalle a nord. Il sentiero tocca raramente il filo <strong>di</strong> cresta e si mantiene, <strong>di</strong> preferenza, sotto a destra <strong>di</strong> esso avanzando <strong>di</strong> mezzacosta, con pendenza moderata, fra erbe stentate e roccette. Davanti si profila il lunghissimo tratto dello spartiacque, quasi orizzontale, che inizia a destra del Rocciamelone e si prolunga fino alla Punta del Fort (3385 m). Accanto al Rocciamelone il vasto Glacier de Rochemelon, quasi totalmente in territorio francese, travalica verso l'Italia con alcune grosse lingue (attualmente in forte ritiro); subito a destra <strong>di</strong> quella più a nord c'è il punto <strong>di</strong> passaggio del nostro itinerario: il rilievo roccioso a 3260 m dove è fissata una croce metallica. Sotto e a destra <strong>di</strong> questo rilievo, si estende la scarpata-parete a strati orizzontali, larga e regolare, che dovremo superare. Intanto, seguendo i segni <strong>di</strong> vernice rossa che in<strong>di</strong>cano il sentiero, si arriva ad un "castello" <strong>di</strong> roccia chiara che sbarra la cresta: aggirarlo brevemente sulla sinistra, per rocce ripide ma ben gra<strong>di</strong>nate ed elementari. Continuare con la pista che tocca il margine <strong>di</strong> un vicino ripiano <strong>di</strong> macerie e nevai con alcune croci ricordo (3000 m); non lasciarsi attirare verso sinistra, da un valloncello invitante, bensì salire verso destra seguendo la traccia che, rimontando una piccola pietraia, conduca ad attraversare un rivolo, sopra ad una cascatella nera ed evidente (3060 m). Ultima acqua sicura. L'attraversamento del rio, verso destra, è uno dei punti chiave dell'itinerario. Comincia la vasta, enigmatica ed erta scarpataparete <strong>di</strong> "roccia marcia", tutta striata <strong>di</strong> cenge e terrazze invase <strong>di</strong> ghiaietta ed intercalate a saltini rocciosi. Elevarsi seguendo le serpentine lungo la ripida sponda sinistra orografica del rivolo; in breve si raggiunge il livello della sommità <strong>di</strong> un caratteristico spigolo verticale <strong>di</strong> roccia gialla appartenente alla sponda opposta. A questo punto sono possibili due vie; la prima, più breve e segnalata con vernice rossa, consiste nel salire <strong>di</strong>rettamente in <strong>di</strong>rezione della croce seguendo all'incirca la sponda del canale: non c'è uno sviluppo obbligato, tendere piuttosto un po' a destra, mai verso sinistra. Nonostante sia apparentemente impraticabile, il pen<strong>di</strong>o si vince abbastanza facilmente, ma con grande cautela, passando da una terrazza all'altra. In alto, sotto la balza sommitale, si compie un breve traverso a sinistra raggiungendo la vicina crestina rocciosa che scende verso sud-est; per le facili roccette <strong>di</strong> quest'ultima si superano gli ultimi 70 metri <strong>di</strong> <strong>di</strong>slivello e si raggiunge la croce metallica posta sul Colle della Resta (3260 m). Questa via deve essere percorsa con grande circospezione dalle comitive numerose per il pericolo delle pietre smosse. La seconda via, più facile e meno ripida, è leggermente più in<strong>di</strong>retta dell'altra. Non è segnalata con vernice e non ha una pista evidente essendo poco conosciuta. Essa si sviluppa nel modo seguente: salire con decisa tendenza verso destra, senza passaggi obbligati, in <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> una nicchiaspaccatura alta 3 metri e larga 1, ben visibile da <strong>di</strong>stante e poi, nuovamente, da vicino. Traversando canali poco marcati e scavalcando piccole costole si arriva a 60 metri dalla nicchia; innalzarsi lungo un costone e poi, appoggiando a destra, imboccare un canalino posto quasi sulla verticale della nicchia. Questo facile canalino obliquo verso destra, lungo 20 metri, raramente innevato, sbuca sulla cresta <strong>di</strong> confine a quota 3290 m ed è <strong>di</strong>stante circa 120 metri dal rilievo con la croce. A parte la ripidezza del pen<strong>di</strong>o attraversato, forte soltanto in pochi tratti e che richiede comunque cautela, la progressione avviene soltanto con semplice
SANTUARIO DI SANTA CRISTINA (1340 m) Comune <strong>di</strong> Ceres (704 m, km 40 da Torino) e Cantoira (750 m, km 47 da Torino) h 1,45 A pie<strong>di</strong> da Ceres e da Cantoira RICORRENZE La festività religiosa è il 24 luglio; la sera del sabato più prossimo al 24 si svolgono i fuochi artificiali e un suggestivo falò visibile da Cantoira. SANTUARIO DI SANTA CRISTINA