Respiri sotto le bombe (18.6 MB)

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Un coro di risate sfogava la paura accumulata nell'ultima mezz'ora. Un giorno il mio amico Marco ed io decidemmo di andare ai bunker di castel Firmiano. Ci eravamo procurati, spendendo le poche lire che avevamo, un pezzo di robusta corda lungo circa sette metri. Di più sarebbe costato troppo. Tempo prima ci eravamo infilati in uno dei bunker dove un nostro amico sosteneva di aver visto qualche reperto della guerra semi coperto dal terriccio. Per poter proseguire bisognava attrezzarsi e così comprammo la corda e le batterie nuove delle torce elettriche. Raggiunto il bunker ci rendemmo subito conto che era difficile proseguire: troppo pericoloso e decidemmo di andare in giro per il castello, a quei tempi completamente abbandonato ma ricco di fascino. La maggiore preoccupazione erano le vipere con cui ci imbattemmo in un paio di occasioni. Lasciai Marco nella zona inferiore del castello perché non voleva salire lungo un costone di roccia. Al mio ritorno lo trovai a parlare con due adulti, un uomo ed una donna. Marco sembrava divertito e quando mi vide fece cenno di avvicinarsi rapidamente. I due sembravano persone tranquille, ci chiesero i rispettivi nomi ed il motivo per cui eravamo in quei paraggi. Rispondemmo senza timore raccontando delle nostre avventure nei bunker. Ci chiesero di fargli vedere qualche ingresso e li portammo in quello più vicino da tempo murato ma con una sorta di piccola finestra che ne consentiva la visione interna. A lato dell'ingresso c'era una nicchia e i due ci chiesero se potevano farci una foto finalmente presentandosi come due giornalisti dell'Alto Adige. La cosa ci entusiasmò. Vollero farci una foto mentre uscivamo con la nostra preziosa corda dalla
nicchia laterale. Il giorno dopo eravamo sul giornale ma non più ignari della morte di un giovane che aveva scherzato troppo con ordigni bellici. In seguito a quel tragico incidente il quotidiano aveva infatti mandato i due giornalisti a castel Firmiano per capire quanto pericolo ci fosse in quella zona i quali incontrarono me e Marco che a 12 anni potevamo raccontare un po' di cose sui bunker. G.B.
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