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Respiri sotto le bombe (18.6 MB)

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giovane che in quel momento si trovava nello stesso caseggiato<br />

della Signora Giuliana uccidendolo.<br />

Una del<strong>le</strong> prime volte che suonò la sirena la Signora Giuliana<br />

si trovava a Oltrisarco. Fuggirono tutti per raggiungere la<br />

gal<strong>le</strong>ria del Virgolo. La paura di entrare era più forte della<br />

paura del<strong>le</strong> <strong>bombe</strong>. Lei di nascosto rimase fuori ma la sfortuna<br />

vol<strong>le</strong> che pestò un nido di vespe che <strong>le</strong> si avventarono contro.<br />

Cessato l'allarme i genitori di Giuliana ritrovarono la figlia<br />

poco fuori il rifugio con il volto e il corpo ricoperto di piaghe.<br />

Fu portata all'ospeda<strong>le</strong> per <strong>le</strong> cure.<br />

Durante l'occupazione nazista lavorava a Vilpiano in un<br />

fabbricato dove venivano portati indumenti e divise di militari<br />

morti per poter essere recuperate. Un giorno dentro un<br />

pantalone vi trovò i resti di una gamba. Tra gli episodi più<br />

drammatici a volte accadevano cose quasi comiche come<br />

quando un soldato tedesco vo<strong>le</strong>va imparare l'italiano ma in<br />

cambio la Signora Giuliana e due sue amiche vo<strong>le</strong>vano del<br />

pane. Ci fu l'accordo ma <strong>le</strong> amiche insegnarono nascostamente<br />

tutte <strong>le</strong> parolacce che conoscevano a insaputa del soldato.<br />

Nel rifugio di piazza Matteotti si radunavano persone che<br />

provenivano anche da caseggiati diversi e si arrivava a oltre<br />

200 persone. La paura più grande era quella di essere seppelliti<br />

nel caso una bomba avesse colpito la casa distruggendola e<br />

impedendo così l'uscita dal rifugio. Qualche volta ci si portava<br />

materassi ma soprattutto vivande e bevande. Non si sapeva mai<br />

quanto tempo si dovesse rimanere là <strong>sotto</strong>.

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