Respiri sotto le bombe (18.6 MB)

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Si fuggiva nel rifugio anche quando arrivava Pippo, il piccolo caccia bombardiere che spaventava la popolazione con il suo carico di bombe e le mitragliatrici di bordo. Nel rifugio di piazza Matteotti si trovavano le biciclette per il ricambio dell'ossigeno. La Signora Giuliana e la sua inseparabile amica Maria morta qualche tempo addietro, si divertivano a pedalare. Sapevano che pedalando dovevano raggiungere un limite segnalato sul tubo dell'aria, a quel punto il ricambio era avvenuto completamente. Fig. 8 Interno del rifugio di piazza Matteotti (foto Talia). Quando si scendeva al rifugio non si badava al fatto che la porta di casa fosse aperta ma non per una questione di fretta quanto piuttosto perché era scontato che nessuno ne avrebbe approfittato. C'era un senso di grande solidarietà tra le famiglie e non ci fu mai un furto. Anche in estate le porte erano sempre aperte così l'aria fresca del giroscale poteva diffondersi ovunque. I bambini entravano indifferentemente negli
appartamenti altrui salutando, cercando dolci con aria allegra e festosa. Allora tutto questo era normale. Mentre fuori cadevano le bombe, c'era grande attenzione sul rumore delle esplosioni. Naturalmente la paura aumentava se il frastuono si avvicinava. Un senso di affetto reciproco coinvolgeva tutti quanti, la paura univa gli animi. Nella casa c'erano famiglie italiane e tedesche. Tra loro vigeva il massimo rispetto e la solidarietà nei confronti di quei problemi che la guerra portava. A scuola le classi erano miste e in cortile si giocava insieme senza problemi. Anche a messa italiani e tedeschi pregavano insieme. Alla fine la Signora Giuliana ci fa vedere un quadro che riporta i ritratti di bolzanini uccisi dai nazisti. Il quadro è stato realizzato dal fratello della Signora andando famiglia per famiglia a chiedere una foto del proprio caro scomparso. Una cosa degna di merito per non dimenticare quegli innocenti. La piacevole chiacchierata è finita. Il quadro coi ritratti ci viene gentilmente prestato per poter fare un ingrandimento ed esporlo al Festival delle Resistenze (vedi fig. 8). Uscendo dalla porta di via Dalmazia, dove abita la Signora Giuliana, un senso di smarrimento: quante persone hanno vissuto quei momenti tragici e quante persone ci sono ancora per poterlo raccontare? La storia raccontata dai libri non è mai come la storia raccontata dai cuori delle persone. Un’intera memoria di quei giorni sta per essere perduta definitivamente. Cosa potremmo fare ancora per recuperare i ricordi e mantenere la consapevolezza di un dramma che ha sconvolto
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