Meminisse Iuvabit - Sarà bene ricordare - descrittiva
Meminisse Iuvabit - Sarà bene ricordare - descrittiva
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- Non voglio chiedere al mio stilo più di quello che il mio stile può dare. La mia cantilena<br />
sommessa e accomodante va <strong>bene</strong> per la lira, non per la pirrica, traveste i miei pensieri che non<br />
sanno prendere altra forma che quella poetica.<br />
- Non ti chiedo propaganda, non te la chiedo più. Tornerò alla carica per un segno di pace, di<br />
distensione. Fai uscire le lettere di Cicerone, curane l'edizione e ci permetterai di mostrare la<br />
nostra grandezza, il segno più rilevante della nostra politica di riconciliazione. In questo momento<br />
ne abbiamo bisogno poiché questo anno rischia di essere ricordato, la malattia del Principe e la<br />
morte di Marcello potrebbero distruggere tutto quanto ho costruito.<br />
Il miele nel vino.<br />
Lo guardai a lungo per evitare che una accettazione troppo rapida lo insospettisse.<br />
- Dove sono conservate le lettere? - mi accertai.<br />
- Accetti? Le ha raccolte Attico, il suo editore, sono nella sua vecchia casa.<br />
- Perché io?<br />
- Devi essere tu, qualcuno che sia il segno di una politica culturale nuova e nello stesso tempo al<br />
di sopra delle parti.<br />
Io al di sopra delle parti? Non avevano trovato di meglio. - Dove lavorerei?<br />
Un eunuco raggrinzito comparve e, ad un suo cenno, sparì immediatamente. Un modo di<br />
congedarmi, ora che aveva raggiunto quanto s'era prefisso.<br />
- Potresti trasferirti lì. Magari ti fa anche <strong>bene</strong> alla salute. La casa è stata requisita, perché quelle<br />
lettere sono un vulcano. Non è in una zona chiassosa ed ha un piccolo giardino. Tutte le comodità.<br />
- E il proprietario della casa?<br />
- Non si dorrà di questo esproprio.<br />
Feci cenno di sì con la testa e mi accomiatai in fretta. Mi guardava serio, senza sorridere. Aveva<br />
parlato molto, troppo per il suo costume. Non avrebbe detto di più. Sembrò attribuire la mia<br />
ultima freddezza alla forzatura che avevo, in pratica, subito. C'era un po’ di imbarazzo tra noi<br />
quando lo lasciai. Il suo viaggio mi inquietava, come fosse il mio, tutti i viaggi, del resto, mi<br />
impensierivano e Lesbo non era dietro l'angolo.<br />
Uscii dal palazzo che cominciava a cadere una pioggerella sottile.<br />
Dovevo pensare, dovevo tornare in campagna. Quell'acquerugiola penetrava nei panni ed il<br />
cappuccio, dopo pochi passi era già tutto zuppo. Mi diressi celermente verso la rimessa dove<br />
avevo lasciato il cavallo. La pioggia non sarebbe durata a lungo e, in fondo, stava rinfrescando<br />
l'aria.<br />
I monti turchini, all'orizzonte, mi richiamavano in Sabina.<br />
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