PDF - 229 Kb - Facoltà di Agraria
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Particolarmente emblematico è il caso del comportamento del riso crodo (Oryza<br />
sativa L. var. sylvatica ) nell’emergenza in conseguenza delle <strong>di</strong>verse tecniche <strong>di</strong><br />
lavorazione del terreno per la preparazione del letto <strong>di</strong> semina del riso. Le emergenze<br />
dell’infestante rilevate a seguito dell’aratura tra<strong>di</strong>zionale, effettuata a non più <strong>di</strong> 20 cm <strong>di</strong><br />
profon<strong>di</strong>tà sono generalmente inferiori alla metà <strong>di</strong> quelle riscontrate con la minima<br />
lavorazione. (Fig. 2) (Ferrero, et al., 1996; Ferrero e Vidotto, 1997). La conoscenza delle<br />
relazioni esistenti tra la riserva dei semi nel terreno e la densità delle plantule emerse, in<br />
relazione alle modalità <strong>di</strong> preparazione del letto <strong>di</strong> semina, permette <strong>di</strong> adottare le strategie<br />
<strong>di</strong> gestione della malerba più idonee alle <strong>di</strong>verse situazioni operative. Ad esempio con una<br />
ridotta banca semi è consigliabile limitare al massimo le emergenze arando il terreno e<br />
seminando al più presto varietà tar<strong>di</strong>ve caratterizzate da una maggiore potenzialità<br />
produttiva.<strong>di</strong> quelle precoci. Con una elevata banca semi, invece, è preferibile erpicare<br />
superficialmente il terreno all’inizio <strong>di</strong> marzo, allo scopo <strong>di</strong> favorire al massimo le nascite<br />
della malerba permettendone il successivo controllo con erbici<strong>di</strong> sistemici allo sta<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 2-3<br />
foglie (inizio maggio). In tal caso è però necessario seminare varietà precoci,<br />
potenzialmente meno produttive.<br />
La non lavorazione determina un graduale aumento negli anni delle infestanti perenni<br />
(Hill, 1980), con l’eccezione <strong>di</strong> quelle specie dotate <strong>di</strong> organi <strong>di</strong> riproduzione vegetativa<br />
(Convolvulus arvensis, Sorghum halepense, Agropyron repens) (Froud e Williams, 1988;<br />
Covarelli, 1995).<br />
La maggior concentrazione <strong>di</strong> residui colturali e <strong>di</strong> sostanza organica negli strati<br />
superficiali del terreno mo<strong>di</strong>fica le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> umi<strong>di</strong>tà e <strong>di</strong> temperatura del suolo e,<br />
conseguentemente, influenza la germinazione e la crescita sia della coltura sia delle<br />
infestanti. La presenza dei residui con<strong>di</strong>ziona anche molti aspetti del <strong>di</strong>serbo chimico,<br />
come la scelta del prodotto e la sua formulazione, la frequenza dei trattamenti, l’efficacia<br />
dell’azione erbicida e la velocità <strong>di</strong> degradazione del principio attivo che a loro volta<br />
influenzano la <strong>di</strong>namica della popolazione dei semi nel terreno Per tutti questi motivi, la<br />
flora avventizia che è in grado <strong>di</strong> svilupparsi in queste con<strong>di</strong>zioni é frequentemente <strong>di</strong>versa<br />
da quella dei sistemi <strong>di</strong> lavorazione tra<strong>di</strong>zionale del terreno.<br />
1. 4 LAVORAZIONI AL BUIO<br />
La germinazione dei semi è frequentemente influenzata dalla loro esposizione alla<br />
ra<strong>di</strong>azione luminosa. In particolare, la risposta dei semi alla luce è me<strong>di</strong>ata da un<br />
fitocromo, un pigmento sensibile alla luce e presente in due forme fotoconvertibili. Quando<br />
i semi vengono esposti alla luce del giorno caratterizzata dalla presenza della componente<br />
ra<strong>di</strong>attiva rossa dello spettro visibile (660 nm) la forma inattiva P r si trasforma nella<br />
corrispondente forma attiva P fr la quale è in grado <strong>di</strong> stimolare i processi germinativi.<br />
Quando, invece, l'eposizione alla luce rossa è imme<strong>di</strong>atamente seguita da un ulteriore<br />
esposizione ad una ra<strong>di</strong>azione ai limiti del rosso (730 nm), presente soprattutto <strong>di</strong> note, il<br />
P fr viene convertito nella forma inattiva P r e la germinazione viene bloccata (Frankland e<br />
Tylorson, 1983).<br />
La luce solare, generalmente, penetra solo per pochi millimetri nel suolo (Tester e<br />
Morris, 1987), tuttavia, durante la lavorazione del terreno, anche i semi che si trovano in<br />
profon<strong>di</strong>tà vengono esposti per alcuni secon<strong>di</strong> alla luce solare. Durante giornate<br />
soleggiate, caratterizzate da un flusso <strong>di</strong> fotoni pari a circa 2000 µmol m -2 s -1 anche una<br />
esposizione dei semi <strong>di</strong> pochi millisecon<strong>di</strong> risulta sufficiente a promuovere la germinazione<br />
dei semi più sensibili alla luce (Scopel et al., 1991). A questo riguardo , tuttavia, non si<br />
hanno ancora sufficienti informazioni sul livello <strong>di</strong> oscurità necessario per evitare la<br />
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